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SonicWall ridefinisce la sicurezza informatica e stabilisce un nuovo standard con soluzioni di sicurezza di rete di nuova generazione create per gli MSP


MILPITAS, California – 5 maggio 2025 – SonicWall ha presentato oggi una suite completa di prodotti e servizi appositamente progettati per soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei fornitori di servizi gestiti (MSP, Managed Service Provider) e dei loro clienti con una protezione informatica end-to-end e nuovi servizi redditizi. Al centro di questa presentazione ci sono i nuovi Next-Generation Firewall (NGFW) di fascia media e alta, progettati per le aziende di medie dimensioni e dotati di protezione integrata contro le minacce avanzate.

La nuova offerta include la soluzione Managed Protection Security Services (MPSS) per la gestione dei firewall con monitoraggio 24/7, che consente a MSP di ogni dimensione di offrire servizi firewall gestiti dal team di SonicSentry, il centro operativo di rete (NOC, Network Operations Center) di SonicWall. Questo servizio, basato sulla piattaforma unificata SonicPlatform nativa nel cloud, introduce un nuovo standard nel settore riducendo drasticamente l’esposizione alle cyber minacce, semplificando le operazioni e massimizzando la visibilità, il tutto supportato da team di esperti di sicurezza sempre operativi e potenziato da un’innovativa garanzia informatica.

“Il nuovo standard di sicurezza informatica di SonicWall segna un momento cruciale nella nostra evoluzione da innovatori a leader nel campo della cybersecurity basata su piattaforma”, ha dichiarato Bob VanKirk, Presidente e CEO di SonicWall. “Continuando ad ascoltare i nostri partner e adattandoci alle loro esigenze in evoluzione, abbiamo consolidato diversi strumenti frammentati in un’unica piattaforma sicura, scalabile e intelligente. Con questo lancio abbiamo combinato le prestazioni di rilevamento delle minacce leader di settore dei nostri firewall, l’accesso ZTNA basato sul cloud al posto delle VPN esistenti, servizi NOC e SOC co-gestiti e la prima garanzia di sicurezza informatica del settore per fornire agli MSP tutti gli strumenti di cui hanno bisogno per garantire sicurezza, scalabilità e costi contenuti ai loro clienti aziendali.”

Soluzioni per una cybersicurezza semplice e scalabile


SonicWall ha integrato in un’unica interfaccia intuitiva tutti gli strumenti che servono agli MSP per offrire una sicurezza multilivello basata su AI, dai firewall di nuova generazione alla protezione degli endpoint fino all’accesso remoto sicuro e al controllo avanzato delle policy.

Progettata per eliminare gli strumenti frammentati e ridurre la complessità operativa, la piattaforma SonicWall consente agli MSP di offrire soluzioni sicure, scalabili e intelligenti con la massima semplicità:

Sicura:

  • Firewall Gen 8 (NSa 2800/3800): firewall di nuova generazione ad alte prestazioni di fascia media, con protezione contro le minacce avanzate per ambienti PMI impegnativi.
  • Zero Trust Network Access (ZTNA): implementazione e utilizzo ancora più semplici grazie al connettore ZTNA con un semplice clic per un accesso sicuro e basato su policy, con prestazioni di rete e sicurezza notevolmente migliorate rispetto alle VPN tradizionali.
  • Managed Protection Security Services (MPSS): il nuovo bundle MPSS, supportato dal team NOC di SonicSentry, mette a disposizione dei partner un team di professionisti della sicurezza di rete per garantire che i firewall siano configurati, implementati e aggiornati correttamente, in modo da fornire la migliore protezione possibile contro le minacce. MPSS è un servizio indispensabile di SonicWall che diventerà rapidamente lo standard di settore per la gestione dei firewall.

Scalabile:

  • NSM 3.0: la piattaforma SaaS e on-premise che offre visibilità ed efficienza senza precedenti grazie alla gestione armonizzata in cloud/integrata.

Intelligente:

  • SonicPlatform: una piattaforma cloud-native unificata per centralizzare la gestione di tutte le appliance e i servizi SonicWall e delle integrazioni di terze parti.
  • SonicWall AI for Monitoring & Insight (SAMI): strumento di AI/automazione integrato che semplifica la gestione, velocizza la risoluzione di eventuali problemi e riduce l’affaticamento da avvisi.

“Negli ultimi due anni ci siamo impegnati ad ascoltare i nostri partner e ad affrontare le loro problematiche, in un contesto in cui i cyber attacchi si intensificano, i tempi di risposta rallentano e le soluzioni di sicurezza informatica diventano sempre più complesse”, ha dichiarato Peter Burke, Chief Product Officer di SonicWall. “Di conseguenza, abbiamo apportato notevoli miglioramenti alle caratteristiche e alla scalabilità della nostra piattaforma di gestione dei firewall, integrandoli in una piattaforma unificata per la gestione di account, sicurezza e rete, concepita per semplificare l’utilizzo e rendere i partner più efficienti. Grazie alla possibilità di consolidare la gestione end-to-end e offrire funzionalità chiave per la scalabilità e la sicurezza, i partner possono concentrarsi sulla crescita, espandere i loro servizi, aumentare la redditività e offrire un valore aggiunti ai loro clienti.”

Supporto 24/7 e la prima garanzia informatica del settore per una maggiore tranquillità


Il nuovo lancio include un servizio di supporto ottimizzato tramite SonicSentry, il team globale di Managed Extended Detection and Response (MXDR) di SonicWall e MPSS. Creati appositamente per gli MSP, questi servizi co-gestiti consentono loro di ottimizzare le risorse in modo redditizio e di ampliare l’offerta con servizi come il monitoraggio 24×7, controlli dell’integrità, gestione delle patch e distribuzione ottimizzata dei firewall.

La sicurezza non riguarda più solo la protezione, ma anche la fiducia e la resilienza. Grazie alla partnership di SonicWall con Cysurance, per le implementazioni SonicWall è possibile richiedere una garanzia informatica fino a 1 milione di dollari a seconda del livello, la prima offerta di questo tipo nel settore. Le implementazioni gestite tramite MPSS raddoppiano la copertura per i clienti che vi aderiscono.

“MPSS di SonicWall consentirà agli MSP di fornire ai clienti una protezione di livello superiore senza l’impegno di una gestione costante dei firewall”, ha dichiarato Greg Starr, Channel Manager di Meriplex. “Delegando le complessità di gestione dei firewall, i partner SonicWall saranno in grado di offrire servizi di sicurezza premium con la supervisione 24/7 dei nostri esperti e la protezione aggiuntiva di una garanzia informatica. Questo non solo rafforza la fiducia dei clienti, ma apre anche nuove opportunità di reddito per noi in veste di partner, permettendoci di crescere e potenziare la nostra attività in modo più efficiente.”

Scalabilità e risultati per MSP e PMI


Le soluzioni SonicWall di nuova generazione sono progettate su misura per le esigenze specifiche degli MSP:

  • Architettura multi-tenant: gestione efficiente di più client da un’unica piattaforma.
  • Licenze di abbonamento flessibili: opzioni mensili/annuali adatte al modello degli MSSP.
  • Integrazione nell’ecosistema: semplice integrazione di terze parti per una maggiore efficienza operativa.
  • Copertura end-to-end: dall’endpoint all’edge, SonicWall offre protezione e conformità centralizzate.

Con l’annuncio di questa soluzione completa SonicWall prosegue la sua storia di innovazione, fornendo ai partner di canale i prodotti e i servizi di cui hanno bisogno per crescere in modo sicuro, redditizio e con fiducia.

Per maggiori informazioni visita: www.sonicwall.com.

SonicWall

SonicWall è un precursore della sicurezza informatica che vanta oltre 30 anni di esperienza ed è riconosciuto come un’azienda leader incentrata sui propri partner. Grazie alla capacità di creare, scalare e gestire la sicurezza informatica in ambienti cloud, ibridi e tradizionali in tempo reale, SonicWall garantisce una protezione completa contro i cyber attacchi più elusivi diretti a innumerevoli punti di esposizione di utenti sempre più remoti, mobili e che fanno affidamento al cloud. Con il proprio centro di ricerca sulle minacce informatiche, SonicWall può fornire in modo rapido ed economico soluzioni di sicurezza informatica mirate e adattabili a qualsiasi tipo di organizzazione (grandi aziende, enti pubblici e PMI) in tutto il mondo. Per maggiori informazioni, visita www.sonicwall.com o seguici su Twitter, LinkedIn, Facebook e Instagram.

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Gestione fornitori, la fase di qualifica dinamica per la conformità al Decreto NIS 2 e al GDPR


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ProtectEU: l’approccio europeo alla sicurezza interna


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Debito e difesa. La nuova strategia per uscire dal rallentamento tedesco

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Nel giorno del voto al Bundestag sul prossimo governo guidato da Friedrich Merz, le ultime previsioni sull’economia tedesca presentate dal ministro uscente dell’Economia e del clima Robert Habeck segnalano stagnazione nel 2025 e l’azzeramento della modesta crescita del Pil prevista originariamente



Chiude Mr. Deepfakes: il più grande sito di pornografia deepfake sparisce nel nulla


Mr. Deepfakes, la più grande piattaforma online per la distribuzione di pornografia deepfake, ha ufficialmente cessato di esistere. Il messaggio di chiusura viene ora visualizzato nella pagina principale della risorsa. Afferma che un fornitore di servizi ha smesso definitivamente di supportarlo e che la perdita di dati ha reso impossibili ulteriori operazioni. Nella dichiarazione si sottolinea che il sito non ha intenzione di essere rilanciato, che qualsiasi tentativo di utilizzare il suo nome è falso e che il dominio stesso verrà presto rimosso.

Non viene rivelato il nome del provider che ha interrotto la fornitura dei servizi al sito, né i motivi per cui ciò è accaduto. Non ci sono dettagli sulla natura della perdita di dati. L’anonimato del proprietario delle risorse non è stato ancora ufficialmente violato, sebbene nel gennaio 2024 la rivista tedesca Der Spiegel abbia affermato di essere riuscita a identificare l’amministratore come un uomo di 36 anni di Toronto che lavora presso l’ospedale da diversi anni.

Gli esperti che lottano contro la diffusione di immagini intime senza consenso ritengono che la mossa sia una vittoria importante, ma attesa con largo anticipo. Per Hani Farid, professore presso l’Università della California a Berkeley e figura chiave nello studio della manipolazione digitale, questa è solo l’inizio della lotta. Ha osservato che la tecnologia e le piattaforme finanziarie che supportano i Deepfake sono anche responsabili del funzionamento di tali risorse. Chiudere un sito non fermerà l’intero settore: troppi restano nell’ombra. Questo è cosa si nasconde dietro il lato oscuro della tecnologia

L’emergere del fenomeno dei deepfake è iniziato nel 2017 con l’attività di un utente chiamato “deepfakes” su Reddit, che ha pubblicato video in cui i volti di celebrità venivano sostituiti da scene pornografiche. Mr. Deepfake ha rapidamente riempito la nicchia vacante. Il sito non solo accettava i caricamenti degli utenti come un normale sito di hosting porno, ma consentiva anche di ordinare video deepfake da artisti anonimi, il più delle volte in cambio di criptovalute.

Oltre ai contenuti video, la parte più importante del progetto erano i forum. Fu lì che si formò una comunità che perfezionò i metodi per creare deepfake. Gli utenti si sono scambiati strumenti, link a software, algoritmi e set di dati per generare video di scambio di volti. Il risultato di questi sforzi è uno degli strumenti open source più potenti: DeepFaceLab. Uno studio scientifico del 2022 sulla tecnologia deepfake menzionava che lo sviluppo aveva avuto luogo sui forum di Mr. Deepfake (nella pubblicazione il sito era elencato come “Mr. Dpfks”). A seguito di un’indagine giornalistica, il riferimento è stato rimosso.

Nonostante la scomparsa della risorsa, la comunità non si è disintegrata. I suoi partecipanti sono già passati a Telegram, dove continua lo sviluppo, lo scambio di nuovi metodi e la distribuzione di contenuti deepfake. Le app e gli strumenti più popolari promossi tramite Mr. Deepfake continuano a vivere la loro vita. Sono disponibili su diverse piattaforme, compresi gli app store per dispositivi mobili, e perfino grandi aziende come Apple e Google hanno difficoltà a rimuoverli completamente. I social network rimangono piattaforme in cui tali servizi vengono pubblicizzati, aggirando la moderazione.

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Collegarsi a Wi-Fi pubblici? Anche con HTTPS non sei al sicuro! Scopriamolo con questo tutorial


Molte persone credono che accedere esclusivamente a siti HTTPS sia sufficiente per garantire la sicurezza durante la navigazione su reti Wi-Fi non protette. Spoiler: anche questa convinzione è un falso senso di sicurezza.

HTTPS: un passo avanti, ma non infallibile


HTTPS (HyperText Transfer Protocol Secure) utilizza protocolli di crittografia come TLS per proteggere la comunicazione tra il browser e il sito web, garantendo riservatezza e integrità dei dati.

Sebbene HTTPS offra quindi una protezione significativa rispetto a HTTP.

In questo articolo della nostra Rubrica WiFi, mostreremo come questa protezione da sola non è sufficiente soprattutto in ambienti non sicuri come le reti Wi-Fi aperte.

Vulnerabilità persistenti su reti Wi-Fi aperte


Nonostante la crittografia garantita dal protocollo HTTPS, la rete aperta e l’accesso facile alle informazioni da parte degli attaccanti ci espone ad:

  • Attacchi Man-in-the-Middle (MitM): Un attaccante può intercettare il traffico tra l’utente e il sito web, potenzialmente reindirizzando l’utente a un sito falso che imita quello legittimo.
  • Spoofing DNS e ARP poisoning: Tecniche che permettono a un attaccante di manipolare le risposte DNS o la cache ARP, reindirizzando l’utente verso siti malevoli anche se digitati correttamente.
  • Intercettazione dei metadati: Anche se il contenuto delle comunicazioni è crittografato, informazioni come i nomi di dominio visitati (DNS queries) possono essere visibili e utilizzate per profilare l’utente.

Come scritto in diversi articoli gli hacker possono sfruttare diverse tecniche per aggirare o compromettere la protezione HTTPS, tra cui:

  1. Reindirizzamenti Malevoli
    Con tecniche come lo spoofing DNS, l’attaccante modifica le risposte DNS per reindirizzare l’utente verso un sito web falso, che può avere un certificato HTTPS valido o simulato, facendo credere all’utente di essere al sicuro.
  2. Siti HTTPS Falsi (Certificati Contraffatti)
    Un attaccante può creare un sito falso con un certificato SSL/TLS valido utilizzando servizi di certificazione automatizzati o persino ottenendo certificati legittimi per domini che assomigliano a quelli reali (es. typo-squatting). L’utente, vedendo il lucchetto verde o l’indicazione HTTPS, può essere indotto a fidarsi del sito contraffatto.
  3. Downgrade dell’HTTPS
    Tramite un attacco chiamato SSL stripping, un hacker può forzare una connessione a un sito HTTPS a utilizzare HTTP, compromettendo la crittografia. Questo attacco sfrutta la possibilità che il sito supporti entrambe le versioni del protocollo.
  4. Attacchi ai Certificati di Root
    Se un attaccante riesce a compromettere i certificati di root installati sul dispositivo della vittima (ad esempio tramite malware), può creare certificati personalizzati per qualsiasi sito web, rendendo il traffico completamente vulnerabile anche con HTTPS.


La buona notizia


Partiamo col dire che dai nostri test e analisi di alboratioro: uno degli attacchi più insidiosi degli ultimi anni, l’SSL Stripping, è risultato essere molto meno efficace.

Introdotti nel 2009 da Moxie Marlinspike, questo attacco aveva lo scopo di trasformare una connessione sicura HTTPS in una semplice HTTP, privando l’utente della protezione crittografica senza che se ne accorgesse.

In pratica, l’attaccante si inseriva tra il browser e il sito web – un classico attacco man-in-the-middle – intercettando le comunicazioni e modificandole al volo, con la possibilità di leggere e manipolare tutto ciò che passava.

L’introduzione di HSTS


Per contrastare questo tipo di attacco, nel 2012 è stato introdotto il meccanismo HTTP Strict Transport Security (HSTS). Attraverso l’intestazione Strict-Transport-Security, un server può indicare al browser di accedere al sito esclusivamente tramite connessioni HTTPS per un periodo di tempo specificato. Questo impedisce al browser di effettuare richieste HTTP non sicure verso il sito, riducendo significativamente la superficie di attacco per l’SSL Stripping.

Immaginiamo HSTS come un varco elettronico: una barriera digitale che si apre solo se arrivi con i requisiti giusti — in questo caso, una connessione HTTPS. Se tenti di passare con un collegamento HTTP non cifrato, la sbarra rimane abbassata. Niente accesso.

Il sito web comunica al browser, attraverso una semplice intestazione HTTP, una regola precisa:

“Per entrare qui, devi usare solo HTTPS, sempre. Qualsiasi altra via è bloccata.”

Una volta ricevuto quest’ordine, il browser lo memorizza e da quel momento in poi rifiuta qualsiasi connessione non protetta a quel sito. Nemmeno l’utente può forzarlo: il varco resta chiuso a chi non rispetta i requisiti di sicurezza.

Limitazioni e soluzioni


Una limitazione di HSTS è che la sua efficacia dipende dal fatto che l’utente abbia già visitato il sito almeno una volta tramite HTTPS. Per mitigare questo problema, i principali browser mantengono una lista interna di siti “autorizzati” che devono essere contattati solo e sempre via HTTPS già dalla prima visita. È come se quei siti avessero il badge elettronico pre-configurato: l’accesso sicuro è garantito fin da subito.

Tuttavia, questa lista non può includere tutti i siti web esistenti, lasciando una finestra di vulnerabilità per siti non inclusi.

Ecco perché, per i siti che non sono inclusi in quella lista e non configurano HSTS correttamente, la barriera può restare alzata. E in quel caso, un attaccante potrebbe ancora tentare un downgrade, forzando una connessione HTTP con tecniche come SSL Stripping o DNS Spoofing.

Configurazioni errate e rischi residui


Oltre a quanto già detto, le configurazioni errate possono esporre i siti a ulteriori rischi. Ad esempio, se un sito non implementa correttamente HSTS o non è incluso nella lista pre-caricata dei browser, un attaccante potrebbe ancora tentare un attacco di SSL Stripping. È quindi fondamentale che i siti web configurino correttamente HSTS e che gli utenti siano consapevoli dei rischi associati a connessioni non sicure.

HSTS è uno strumento potente, ma non magico. Funziona molto bene ma se si sodisfano i seguenti criteri:

  • Il sito lo ha configurato in modo corretto
  • Il dominio è presente nella lista pre-caricata del browser
  • L’utente non viene intercettato prima della prima connessione sicura

L’adozione di HTTPS e HSTS ha reso gli attacchi di SSL Stripping significativamente meno efficaci. Tuttavia, la sicurezza completa dipende da una corretta configurazione dei server e dalla consapevolezza degli utenti. È essenziale che i siti web implementino HSTS in modo appropriato e che gli utenti prestino attenzione alla sicurezza delle loro connessioni.

Attenzione


La sicurezza completa non esiste, la consapevolezza e conoscenza di questi limiti ci permette di essere meno esposti. Soprattutto su reti aperte come quelle pubbliche o non protette.Gli attaccanti ci hanno mostrato più di una volta di essere molto ingegnosi e di riuscire a trovare sempre un modo di ottenere quello che vogliono. In questi due laboratori vogliamo dare evidenza di due possibili scenari in cui ci potremmo trovare collegandosi ad una rete aperta:

  • Un portale fasullo: laboratorio per superare le cifrature l’HTTPS
    Laboratorio realizzato grazie a Marco Mazzola
  • File in chiaro: laboratorio sul degrado della cifratura nei trasferimenti FTP
    Laboratorio realizzato grazie a Manuel Roccon


⚠️ Attenzione le informazioni riportate in calce sono a scopo educativo! Non utilizzarle per attività illegali o senza autorizzazione.⚠️


NB: Tutte le simulazione sono svolte in un ambiente di laboratorio, senza coinvolgere reti o utenti reali.

ARP spoofing


Partiamo da un piccolo accenno sull’arp spoofing che useremo in entrambi i laboratori e che viene usata di frequente nelle reti non sicure.

L’ARP spoofing (o ARP poisoning) è una tecnica di attacco informatico che sfrutta le vulnerabilità del protocollo ARP (Address Resolution Protocol) per associare l’indirizzo MAC dell’attaccante all’indirizzo IP di un altro dispositivo sulla stessa rete locale.

In parole semplici, l’attaccante invia messaggi ARP falsificati sulla rete, convincendo gli altri dispositivi (ad esempio, un computer vittima e il router) che l’indirizzo MAC dell’attaccante corrisponde all’indirizzo IP della vittima (o del router).

In breve possiamo vedere nella tabella di arp dispositivo della vittima, prima dell’attacco ARP, il MAC address corretto associato all IP gateway.

Nei sistemi Windows “arp -a” permette di vedere l’attuale tabella arp creata da precedenti comunicazioni con gli hosts.

Una volta iniziato attacco di arp spoofing, questo mac associato all’IP del gateway è stato sostituito con quello dell’attaccante.

D’ora in poi tutto il traffico che la vittima cercherà di inviare al gateway (192.168.0.1) per raggiungere internet, arriverà tutto all’attaccante, che poi tramite forwarding invierà al router originale e viceversa.

La vittima è già sotto attacco e non si sta accorgendo del problema.

Alcune Considerazioni


ARP spoofing è uno degli attacchi per poter eseguire del MiTM.

Un’altra tecnica potrebbe essere quella di usare il DHCP spoofing, inducendo i client a usare differenti configurazioni DHCP da quelle previste, incluso un gateway diverso che può essere controllato dall’attaccante per sniffare e re-indirizzare il traffico.

LAB 1 – Un portale fasullo: laboratorio per superare le cifrature l’HTTPS


In questo laboratorio analizziamo passo dopo passo un attacco Man-in-the-Middle (MITM) condotto su una rete Wi-Fi non protetta. L’obiettivo è simulare uno scenario reale in cui un attaccante riesce a intercettare il traffico della vittima e manipolarlo, sfruttando l’urgenza e la disattenzione dell’utente. Tutte le operazioni sono svolte in ambiente di laboratorio, a fini esclusivamente formativi.

Descrizione Scenario


  1. Connessione del Client alla Rete
  • Il dispositivo client si connette a una rete Wi-Fi Free, preparandosi a navigare verso siti web.
  1. Intercettazione del Traffico tramite ARP Spoofing
  • Utilizzando tecniche di ARP spoofing, l’attaccante manipola le tabelle ARP della rete locale, facendo sì che il traffico del client venga indirizzato attraverso il dispositivo dell’attaccante. Questo posiziona l’attaccante tra il client e il gateway, permettendo l’intercettazione trasparente dei dati.
  1. Reindirizzamento delle Richieste DNS (DNS Hijacking)
  • L’attaccante manipola le risposte DNS, indirizzando tutte le richieste del client verso un server controllato. Questo permette di presentare al client contenuti falsificati o dirottare le sue richieste verso destinazioni malevole.
  1. Presentazione di un Captive Portal Falso
  • Il client, tentando di accedere a Internet, viene reindirizzato a un captive portal falso che simula una pagina di accesso. Questo portale può essere utilizzato per indurre l’utente a fornire credenziali o come in questo caso per installare certificati malevoli.
  1. Installazione di un Certificato Malevolo
  • Il captive portal falso può richiedere l’installazione di un certificato SSL/TLS controllato dall’attaccante. Se l’utente accetta, l’attaccante può decrittare il traffico HTTPS del client, accedendo a informazioni sensibili.
  1. Analisi del Traffico in Chiaro
  • Con il certificato installato, l’attaccante può monitorare e analizzare il traffico del client, raccogliendo dati come credenziali di accesso, informazioni personali e altri dati sensibili


Descrizione degli strumenti e fasi Operative


In questo laboratorio sia vittima che attaccante si trovano nello stesso segmento di rete non protetta, dove non sono state implementate tecniche protezione lato rete (parleremo di queste mitigazioni nei prossimo articoli )

La vittima


La nostra vittima è un utente con sistema operativo Window 11 aggiornato alle ultime patch disponibili, che si connette ad una rete WIFI aperta. L’utilizzo di una rete non sicura avviene per diversi motivi come già trattato nell’articolo “Reti WiFi Aperte: Un Terreno Fertile per il Cybercrime”.

Ed è proprio questa esigenza di restare connessi a tutti i costi che diventa un’arma molto potente per gli attaccanti.

L’attaccante


L’attaccante opera da una macchina Kali Linux, sulla stessa rete della vittima, e predispone il sistema per intercettare e manipolare il traffico.

Predisposizione del attacco
Fase 1 – Abilitazione del forwarding


Il primo passo consiste nel abilitare il packet forwarding su Kali, trasformandolo in un nodo che inoltra il traffico tra la vittima e il gateway reale.

sudo sysctl -w net.ipv4.ip_forward=1

Fase 2 – Reindirizzamento del traffico HTTP e HTTPS


Utilizziamo iptables per dirottare tutto il traffico in uscita su porte 80 (HTTP) e 443 (HTTPS) verso la porta locale 8080, dove un proxy sarà in ascolto.

sudo iptables -t nat -A PREROUTING -p tcp –dport 80 -j REDIRECT –to-port 8080

sudo iptables -t nat -A PREROUTING -p tcp –dport 443 -j REDIRECT –to-port 8080

Fase 3 – DNS Hijacking con dnsmasq


Per intercettare le richieste di nomi a dominio e forzarle verso l’IP dell’attaccante, configuriamo un DNS Hijacking con dnsmasq.

Modificando o creando il file di configurazione:

sudo nano /etc/dnsmasq.conf

Con il seguente contenuto:

interface=wlan0
no-dhcp-interface=wlan0
bind-interfaces
bogus-priv
log-queries
log-facility=/var/log/dnsmasq.log
address=/#/192.168.1.251

In fine avviamo dnsmasq con:

sudo dnsmasq -C /etc/dnsmasq.conf

Da questo momento tutte le richieste DNS ricevute dall’interfaccia wlan0 restituiranno sempre l’indirizzo IP dell’attaccante (192.168.1.251), simulando un captive portal o un MITM proxy.

Fase 4 – ARP Spoofing


Per intercettare il traffico, l’attaccante esegue un attacco ARP spoofing, facendo credere alla vittima che il suo MAC sia quello del gateway.

sudo arpspoof -i wlan0 -t 192.168.1.113 192.168.1.1

Come visto sopra in questo modo, tutto il traffico destinato al gateway sarà deviato attraverso la macchina dell’attaccante, che agisce da intermediario trasparente.

Fase 5 – Attivazione di mitmproxy


Ora abilitiamo mitmproxy, che agirà da proxy trasparente per intercettare e ispezionare il traffico HTTP e HTTPS.

sudo mitmproxy –mode transparent –showhost –listen-port 8080

NB:Per questo laboratorio abbiamo selezionato “mitmproxy” in quanto dispone di un certificato scaricabile pubblicamente che non deve essere trustato, e quindi semplifica l’ installazione nel client della vittima (mitm.it/)​​.

Azione


Quando la vittima si collega alla rete WiFi aperta e non protetta, tutto il suo traffico finirà nella macchina Kali Linux dell’attaccante. Già questo abbiamo visto nei vari articoli essere un problema di per sé, ma se la vittima non effettuasse ulteriori azioni almeno il traffico HTTPS sarebbe al sicuro.

Presentazione del Captive Portal e Installazione Certificato


Una volta che la vittima apre il browser e prova a navigare, viene automaticamente reindirizzata a un falso captive portal ospitato dall’attaccante.

  1. Il portale simula una schermata di accesso alla rete dove viene proposto il download del certificato per poter navigare in modo “sicuro”
  2. La vittima a causa della sua esigenza di essere connesso accetta e installa il certificato senza prestare troppa attenzione a quello che sta facendo.
  3. Effettua quindi il download del certificato e in pochi semplici passaggi lo installa :

  4. Il portale di login registra questa azione e mette il dispositivo della vittima in white list. In caso di problemi lato script l’attaccante potrebbe vedere per una seconda volta la pagina del portale dove questa volta deve solo cliccare “Ho installato il certificato- Continua”
  5. La vittima da questo momento può navigare. Ignaro che il suo traffico arriverà all’attaccante che potrà da ora decifrare tutto il traffico cifrato HTTPS.


Analisi del traffico


Come mostrato in figura con il certificato accettato e il traffico in transito attraverso mitmproxy, l’attaccante potrà:

  • intercettare credenziali di accesso,
  • visualizzare richieste a servizi sensibili (banche, email, social),
  • analizzare contenuti originariamente cifrati.


Considerazioni


In conclusione, questo laboratorio rappresenta un’opportunità preziosa per comprendere le tecniche storiche di intercettazione in rete, esplorandone il funzionamento in un ambiente controllato e sicuro. Analizzare questi scenari non significa solo conoscere “come avvenivano gli attacchi”, ma soprattutto capire come prevenirli e rafforzare la sicurezza delle nostre infrastrutture digitali. Solo attraverso lo studio pratico e la consapevolezza possiamo costruire sistemi più resilienti, capaci di resistere alle minacce del passato e del futuro.

LAB 2 – File in chiaro: laboratorio sul degrado della cifratura nei trasferimenti FTP


Come HTTP, il protocollo FTP (File Transfer Protocol) è ormai obsoleto e non sicuro; ma continua a essere utilizzato in molte organizzazioni per il trasferimento di file, inclusi dati sensibili.

Come HTTPS, invece il protocollo FTPS permette di instaurare una connessione cifrata e sicura tra Client e Server; questa estensione del protocollo FTP aggiunge la cifratura TLS o SSL (da non confondere con SFTP), in modo che nessuno a parte server e client possano accedere al contenuto dei dati.

L’FTP (File Transfer Protocol) è un protocollo standard di rete usato per trasferire file tra un client e un server su una rete TCP/IP, come Internet. In pratica, permette di caricare (upload) e scaricare (download) file da un computer remoto.

Questo è ancora molto usato per lo scambio di dati,

per cui è chiaro che anche questi dati che viaggiano nella rete o verso internet dovrebbero essere protetti da cifratura.

In questo tipo di attacco forzeremo la vittima a usare un protocollo debole, FTP downgrade.

Questo attacco può essere sferrato quando la vittima utilizza un client FTP configurato per decidere in autonomia il protocollo più sicuro tra i disponibili.

In questo esempio abbiamo usato FILEZILLA, in cui la configurazione di default prevede che il programma scelga lui in automatico la connessione sicura se presente.

In questo caso connettendosi normalmente il client sarà connesso tramite TLS in automatico, perchè questo capirà che FTP server ha configurato il protocollo TLS.

Vediamo invece che utilizzando un attacco MiTM (Man In The Middle), in cui un aggressore si posizionerà in mezzo alla comunicazione, permetterà di forzare la vittima ad usare il protocollo FTP in chiaro, così da recuperare le credenziali di accesso.

PREPARAZIONE ATTACCO


Prima cosa abilitare il forwarding dei pacchetti, che trasforma l’attaccante in un router IPv4, così come vedremo dopo tutto il traffico della vittima che arriverà verrà girato al vero gateway e vice versa:

echo 1 > /proc/sys/net/ipv4/ip_forward

Installiamo un FTP locale nel dispositivo della vittima. In questo esempio abbiamo installato e avviato pure FTP e configurato in modo che accetti solo connessioni in chiaro (escludendo il TLS).

sudo systemctl start pure-ftpd

Eseguiamo del ARP spoofing (lo spiegheremo meglio qui sotto) tramite il framework MITMf, questo farà in modo che la vittima modifichi il mac address associato all’IP del router sostituendolo con quello della vittima.

MITMf (Man-In-The-Middle Framework) si pone come un potente strumento “tutto in uno” per eseguire attacchi Man-In-The-Middle e manipolare il traffico di rete. La sua forza risiede proprio nell’aver superato le limitazioni di tool precedenti come Ettercap e Mallory, offrendo un’architettura modulare e altamente estensibile.

MITMf rappresenta un’evoluzione significativa nel panorama degli strumenti MITM, offrendo una piattaforma potente, flessibile e aggiornata per l’analisi della sicurezza delle reti e la simulazione di scenari di attacco.

github.com/byt3bl33d3r/MITMf

Useremo il parametro -i per indicare interfaccia connessa alla rete pubblica, –spoof e –arp per questo attacco di arp poisoning e infine –target e –gateway, come è intuibile, per IP di vittima e gateway.

sudo ./mitmf.py -i wlan0 –spoof –arp –target 192.168.0.42 –gateway 192.168.0.1

Come spiegato sopra grazie all’ARP spoofing tutto il traffico che la vittima cercherà di inviare al gateway per raggiungere internet e FTP esterno, arriverà tutto all’attaccante, che poi tramite forwarding invierà al router originale e viceversa.

Il tutto senza che la vittima si accorga di nulla.

Ora per poter intercettare il traffico ftp transitante creiamo una regola di prerouting tramite iptables nel dispositivo dell’attaccante, così tutto quello il traffico che la vittima effettuerà verso la porta 21, verrà dirottato al FTP server locale dell’attaccante.

sudo iptables -t nat -A PREROUTING -p tcp –destination-port 21 -j REDIRECT –to-port 21

DOWNGRADE E RECUPERO DELLE CREDENZIALI FTP


Ora se la vittima si collegasse da qui in poi a un server FTP, l’autenticazione verrà fatta sul server dell’attaccante priva di TLS.

In questo caso questa ultima versione di FILEZILLA avvertirebbe di un problema e di un probabile attacco di downgrade, un altro software potrebbe anche non avere questo controllo e procedere senza avvisi.

Questo perché in precedenza ci siamo collegati tramite TLS, se fosse la prima volta non avrebbe però segnalato il problema.

Se la vittima consentirà a questo messaggio senza farsi molte domande e proseguirà con l’autenticazione, MITMF catturerà le credenziali scambiate in chiaro, incluso IP del server FTP.

Il messaggio che usiamo una connessione non sicura lo vedremo anche su filezilla nei log.

Una conseguenza oltre al furto di credenziali, se l’attaccante avesse configurato un server locale FTP che possa accettare qualunque credenziale passata dalla vittima, potrebbe accedere anche il furto dei dati che la vittima potrebbe provare a inviare all’attaccante.

Ovviamente per questo caso manca il prerouting anche della porta 20 e alcune porte passive.

NB: FileZilla segnala il downgrade solo se in precedenza era avvenuta una connessione FTPS, ma non sempre blocca il tentativo se la configurazione è su “connessione automatica”.

Considerazioni


Con questo laboratorio abbiamo dimostrato come, anche in presenza di protocolli sicuri come FTPS, la sicurezza possa essere compromessa se non si adottano configurazioni adeguate e consapevoli. Attraverso un attacco Man-in-the-Middle (MITM) e tecniche di ARP spoofing, è stato possibile forzare un client FTP, configurato per selezionare automaticamente il protocollo più sicuro disponibile, a retrocedere a una connessione non cifrata (FTP), esponendo così le credenziali e i dati trasmessi.

Questo scenario potrebbe presentarsi anche con i protocolli POP, IMAP, SMTP se il client di posta agisse in automatico a configurarsi il protocollo.

Importante quindi prestare attenzione alle configurazioni dei client per utilizzare esclusivamente connessioni sicure.

Mitigazioni


Per ridurre i rischi legati all’utilizzo di reti pubbliche o non affidabili, esistono diverse tecniche di mitigazione che possono essere applicate a livello infrastrutturale. Tra le più efficaci troviamo:

  • Network Isolation – Separazione logica dei dispositivi per limitare la visibilità e l’interazione diretta tra client.
  • Private VLAN – Isolamento dei client all’interno della stessa VLAN.
  • Dynamic ARP Inspection (DAI) – Protezione contro attacchi di tipo ARP spoofing tramite verifica dell’integrità delle risposte ARP.
  • DHCP Snooping – Blocco delle risposte DHCP non autorizzate per prevenire attacchi man-in-the-middle.
  • Port Security sugli switch – Limitazione e controllo degli indirizzi MAC connessi alle porte fisiche.
  • QoS e Traffic Shaping – Gestione della banda e delle priorità per migliorare l’efficienza e ridurre le superfici di attacco legate al congestionamento.
  • Segmentazione della rete – suddivisione dell’infrastruttura in zone separate per contenere le minacce e semplificare il controllo (può essere fatto anche su base login).

Nei prossimi articoli approfondiremo ciascuna di queste soluzioni, analizzando scenari reali, configurazioni consigliate e il loro impatto sulla sicurezza complessiva della rete.

Conclusioni Finali


Come RedWave Team vogliamo sensibilizzare sul fatto che affidarsi ciecamente ai protocolli cifrati o alle configurazioni predefinite può generare un pericoloso senso di sicurezza. Abbiamo infatti visto, come connessioni protette possono essere compromesse se gli strumenti non sono configurati correttamente o se l’utente non è pienamente consapevole dei rischi.

La sicurezza delle comunicazioni non si basa soltanto sull’uso di HTTPS o FTPS, ma sull’adozione di un approccio proattivo che includa configurazioni sicure, formazione continua e buone pratiche operative.

Nel prossimo articolo esploreremo l’uso della VPN come ulteriore livello di protezione su reti non affidabili, e nei successivi analizzeremo strategie di mitigazione concrete per ridurre l’esposizione al rischio anche su reti problematiche come una WiFi aperta.

L'articolo Collegarsi a Wi-Fi pubblici? Anche con HTTPS non sei al sicuro! Scopriamolo con questo tutorial proviene da il blog della sicurezza informatica.

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STATI UNITI. Waltz rimosso perché “preparava un attacco all’Iran con Netanyahu”


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Secondo un'inchiesta del Washington Post, il Consigliere per la Sicurezza Nazionale Mike Waltz sarebbe stato rimosso perché avrebbe collaborato con Netanyahu ad un piano per attaccare l'Iran senza il consenso di Trump
L'articolo STATI UNITI. Waltz rimosso perché “preparava un attacco all’Iran



Overshoot Day 2025 per l'Italia - continuiamo a consumare di più - 3 volte quello che possiamo


Oggi Overshoot Day 2025

per l' Italia (il giorno in cui le risorse planetarie rinnovabili si esaurirebbero se tutti consumassero come in Italia).

Dal 6 Maggio abbiamo finito quello che si rinnova nell'anno. In un terzo dell' anno esauriamo il quantitativo totale. Consumiamo 3 volte quanto a disposizione. E consumiamo il capitale, riducendolo. È così da anni ormai. Ed invece di rallentare, stiamo accelerando.
Come un contadino che si mangia i semi per la semina o un pescatore che pesca tutti i pesci e poi non ce ne sono più.

Non sarebbe il caso di cambiare rotta, di consumare di meno e di smettere di rubare il futuro dei giovani? 🤔🤔🤔

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L'Earth Overshoot Day si calcola dividendo la biocapacità del pianeta (la quantità di risorse ecologiche che la Terra è in grado di generare in quell'anno, come foreste, terreni coltivabili, zone di pesca, ecc...) per l'impronta ecologica dell'umanità (la domanda per quell'anno di prodotti alimentari e fibre vegetali, prodotti zootecnici e ittici, legname, foreste per assorbire le emissioni di anidride carbonica, ecc...), espresse in ettari globali, e moltiplicando il risultato per il numero di giorni dell'anno.
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CONCETTI COLLEGATI

Impronta ecologica - il concetto è stato sviluppato da Mathis Wackernagel (wackernagel.info/), all'interno delle organizzazioni Global Footprint Network e la FoDaFo - Footprint Data Foundation. L'impronta ecologica delle nazioni è una quatità misurabile che serve a suggerire delle strade per ottenere una riduzione dell'impronta umana sul mondo.

Impatto umano - concettualmente indicato dall'equazione I=PAT (Impatto=Popolazione x Consumi x Tecnologia) indica l'impatto emissivo umano e le componenti moltiplicative.

marcolo reshared this.

in reply to marcolo

Naturalmente notizia passata sotto silenzio sui big media. Tanto è vero che stamani 7-5 un ascoltatore lo ha dovuto rimarcare nella rubrica di Rai3 dedicata al commento della stampa. Chissà se domani ci sarà qualche tardivo articolo...






Hackers say they have obtained what they say are passenger lists for GlobalX flights from January to this month. The data appears to include people who have been deported.#News
#News

in reply to Elezioni e Politica 2025

La vera domanda è perchè non spendere quei soldi nei ricercatori già presenti in Italia e in Europa?



No vabbe!


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/no-vabbe…
Così, de botto e senza senso, arriva la consultazione pubblica. Famolo strano! Qui il testo originale. Il Garante dovrebbe chiudere una istruttoria e sanzionare gli editori che da due anni spremono gli utenti come limone mercificando i loro dati personali. Però preferirebbe non farlo e…

Privacy Pride reshared this.



Referendum dell’8 e 9 giugno 2025, l’Agcom: “Le emittenti dedichino adeguato spazio alla consultazione”


@Politica interna, europea e internazionale
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha invitato oggi tutte le emittenti a “dedicare un adeguato spazio informativo” ai referendum abrogativi previsti l’8 e il 9 giugno in materia di disciplina del lavoro e di cittadinanza. “In



La rivincita epica di Epic Games sulle commissioni di Apple

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Epic Games ha subito approfittato della sentenza californiana per sfoderare la sua risposta all'App Store di Apple: le condizioni offerte agli sviluppatori sono molto più convenienti di quelle imposte da Cupertino,



Armi termochimiche cinesi. La nuova frontiera della guerra convenzionale secondo Preziosa

@Notizie dall'Italia e dal mondo

La sperimentazione di ordigni a base di idruro di magnesio da parte della Cina, capaci di generare prolungate reazioni esotermiche attraverso la liberazione controllata di idrogeno, rappresenta una svolta nella dottrina degli armamenti convenzionali. Queste nuove armi, che non impiegano



Difesa e sicurezza subacquee. In Parlamento il nuovo Ddl dedicato all’underwater

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Nuove regole sulla sorveglianza dell’underwater per proteggerne cavi e condotte e garantire l’ordinato svolgimento delle attività subacquee mediante la creazione di un organismo di gestione. Dopo l’approvazione da parte del Governo di una bozza di provvedimento



“Pay or ok”, il Garante avvia una consultazione pubblica

Il #GarantePrivacy ha avviato una consultazione pubblica volta a valutare la liceità del consenso per trattamenti di profilazione raccolto da diversi titolari, ed innanzitutto dagli editori di giornali, attraverso l’adozione del cosiddetto modello “pay or ok” (anche denominato “pay or consent” o “consent paywall” etc.).

garanteprivacy.it/home/docweb/…

@Privacy Pride

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An open AI video generation model that was released last month is now being used by thousands of people to generate nonconsensual sexual videos of real people.#News
#News


Il Marocco messo nel mirino

@Politica interna, europea e internazionale

Che le milizie separatiste del Polisario abbiano rapporti con il terrorismo islamico e rischino di essere eterodirette dall’Iran degli ayatollah è cosa nota da tempo. Nei giorni scorsi il “Washington Post” è tornato sulla questione rivelando un inedito rapporto fra i ribelli del Fronte Polisario ed Hezbollah, il braccio armato dell’Iran in Medio






Linkedin e la verifica dell’identità: i pericoli


@Privacy Pride
Il post completo di Christian Bernieri è sul suo blog: garantepiracy.it/blog/linkedin…
Articolo di Signorina37 per GarantePiracy Spunte blu e identità digitale: quando la verifica costa troppo LinkedIn ha recentemente introdotto la possibilità di aggiungere un secondo nome al profilo utente, utile per la verifica

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Skype come Msn e Windows Phone: si allunga la lista dei programmi uccisi da Microsoft

L'articolo proviene da #StartMag e viene ricondiviso sulla comunità Lemmy @Informatica (Italy e non Italy 😁)
Origini nord europee, acquistata prima da eBay negli anni in cui Amazon iniziava a decollare e poi da Microsoft che sborsò 8,5 miliardi di dollari, Skype ha avuto



ITALIA-ARABIA SAUDITA. Roma dimentica diritti umani e guerre e consolida la cooperazione militare


@Notizie dall'Italia e dal mondo
Il Regno dei Saud è paese belligerante, all’indice per le sistematiche violazioni dei diritti umani, eppure l’Italia ha scelto di consolidare la partnership con le autorità di Riyadh
L'articolo ITALIA-ARABIA



Ingaggiare e distruggere i mezzi ostili nell’underwater. Ecco le nuove regole per la Marina

@Notizie dall'Italia e dal mondo

Nuove regole sulla sorveglianza dell’underwater per proteggerne cavi e condotte e garantire l’ordinato svolgimento delle attività subacquee mediante la creazione di un organismo di gestione. Dopo l’approvazione da parte del Governo di una



Tratta di esseri umani: un problema globale


La tratta di esseri umani è un grave problema globale che continua a colpire milioni di persone, nonostante gli sforzi per combatterlo. UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), l'Agenzia guida all'interno del sistema delle Nazioni Unite per affrontare il problema della tratta di esseri umani, ha rilasciato un testo che fornisce otto fatti chiave sulla tratta di esseri umani nel 21° secolo, aiutando a comprendere meglio le cause di questo crimine, come vengono reclutate e sfruttate le vittime, e i legami con migrazione, cambiamenti climatici e conflitti.

  • La tratta di esseri umani avviene in tutte le regioni del mondo, con la maggior parte delle vittime identificate a livello nazionale o nella stessa regione.
  • La tratta di esseri umani è un crimine diffuso e redditizio, con stime di 50.000 casi segnalati nel 2020 e profitti annuali di circa $150 miliardi.
  • Fattori come povertà, conflitti, cambiamenti climatici e disuguaglianze creano condizioni che alimentano la tratta, rendendo le persone vulnerabili allo sfruttamento.
  • I trafficanti utilizzano inganno, violenza e sfruttamento della disperazione per reclutare e sfruttare le vittime.
  • Sfuggire allo sfruttamento è estremamente difficile, con le vittime che subiscono abusi e sono sottoposte a vari meccanismi di controllo.
  • Le forme più comuni di tratta sono lo sfruttamento sessuale e il lavoro forzato, che colpiscono principalmente donne, ragazze e bambini.
  • Le donne e i bambini sono i gruppi più colpiti dalla tratta di esseri umani.
  • I trafficanti possono essere sia membri di organizzazioni criminali che individui opportunisti, inclusi familiari o conoscenti delle vittime.

Il link al documento: unodc.org/unodc/frontpage/2024…

#UNODC #Trattadiesseriumani

@Notizie dall'Italia e dal mondo



#NotiziePerLaScuola
È disponibile il nuovo numero della newsletter del Ministero dell’Istruzione e del Merito.


i comunisti italiani difendono Putin e la russia, ma i candidati russi nei vari paesi europei sono di estrema destra... quando si dice che certe persone sono diventati di fatto dei fascisti che sostengono il fascismo davvero si è in errore?

RFanciola reshared this.

in reply to simona

pole esse pole. zero coerenza però. più che comunisti sono solo antiamericani. comunque adesso che trump sostiene putin magari potrebbero smettere.
in reply to simona

Sì, il cortocircuito è più che evidente e dovrebbe indurre a qualche riflessione se non ci fosse il bias dell'antiamericanismo, per quanto in molti casi possa essere più che giustificato.
in reply to simona

giustificato si vero... ma se poi sei fan russo allora no... per coerenza non puoi essere anti-americano... perché non è che gli usa fanno colpi di stato e cose sbagliati mentre i russi sono quelli che agiscono per il bene del mondo in modo disinteressato super corretti e super dolci e super ecologisti. i russi non sono stati meno brutali e violenti degli usa.


LIBANO. Vita a Dahieh, scampoli di normalità tra i bombardamenti


@Notizie dall'Italia e dal mondo
REPORTAGE. Racconto dalle strade dei quartieri meridionali di Beirut dove il sostegno ad Hezbollah resta alto e cresce la diffidenza verso le politiche del nuovo governohttps://pagineesteri.it/2025/05/05/medioriente/libano-vita-a-dahieh-scampoli-di-normalita-tra-i-bombardamenti/




TeleMessage, a company that makes a modified version of Signal that archives messages for government agencies, was hacked.#News


The Signal Clone the Trump Admin Uses Was Hacked


A hacker has breached and stolen customer data from TeleMessage, an obscure Israeli company that sells modified versions of Signal and other messaging apps to the U.S. government to archive messages, 404 Media has learned. The data stolen by the hacker contains the contents of some direct messages and group chats sent using its Signal clone, as well as modified versions of WhatsApp, Telegram, and WeChat. TeleMessage was recently the center of a wave of media coverage after Mike Waltz accidentally revealed he used the tool in a cabinet meeting with President Trump.

The hack shows that an app gathering messages of the highest ranking officials in the government—Waltz’s chats on the app include recipients that appear to be Marco Rubio, Tulsi Gabbard, and JD Vance—contained serious vulnerabilities that allowed a hacker to trivially access the archived chats of some people who used the same tool. The hacker has not obtained the messages of cabinet members, Waltz, and people he spoke to, but the hack shows that the archived chat logs are not end-to-end encrypted between the modified version of the messaging app and the ultimate archive destination controlled by the TeleMessage customer.

Data related to Customs and Border Protection (CBP), the cryptocurrency giant Coinbase, and other financial institutions are included in the hacked material, according to screenshots of messages and backend systems obtained by 404 Media.

💡
Do you know anything else about TeleMessage? I would love to hear from you. Using a non-work device, you can message me securely on Signal at signalaccount.05 or send me an email at joseph@404media.co.

The breach is hugely significant not just for those individual customers, but also for the U.S. government more widely. On Thursday, 404 Media was first to report that at the time U.S. National Security Advisor Waltz accidentally revealed he was using TeleMessage’s modified version of Signal during the cabinet meeting. The use of that tool raised questions about what classification of information was being discussed across the app and how that data was being secured, and came after revelations top U.S. officials were using Signal to discuss active combat operations.

The hacker did not access all messages stored or collected by TeleMessage, but could have likely accessed more data if they decided to, underscoring the extreme risk posed by taking ordinarily secure end-to-end encrypted messaging apps such as Signal and adding an extra archiving feature to them.

“I would say the whole process took about 15-20 minutes,” the hacker said, describing how they broke into TeleMessage’s systems. “It wasn’t much effort at all.” 404 Media does not know the identity of the hacker, but has verified aspects of the material they have anonymously provided.
A screenshot provided by the hacker. Redactions by 404 Media.
The data includes apparent message contents; the names and contact information for government officials; usernames and passwords for TeleMessage’s backend panel; and indications of what agencies and companies might be TeleMessage customers. The data is not representative of all of TeleMessage’s customers or the sorts of messages it covers; instead, it is snapshots of data passing through TeleMessage’s servers at a point in time. The hacker was able to login to the TeleMessage backend panel using the usernames and passwords found in these snapshots.

A message sent to a group chat called “Upstanding Citizens Brigade” included in the hacked data says its “source type” is “Signal,” indicating it came from TeleMessage’s modified version of the messaging app. The message itself was a link to this tweet posted on Sunday which is a clip of an NBC Meet the Press interview with President Trump about his memecoin. The hacked data includes phone numbers that were part of the group chat.

One hacked message was sent to a group chat apparently associated with the crypto firm Galaxy Digital. One message said, “need 7 dems to get to 60.. would be very close” to the “GD Macro” group. Another message said, “Just spoke to a D staffer on the senate side - 2 cosponsors (Alsobrooks and gillibrand) did not sign the opposition letter so they think the bill still has a good chance of passage the senate with 5 more Ds supporting it.”
playlist.megaphone.fm?p=TBIEA2…
This means a hacker was able to steal what appears to be active, timely discussion about the efforts behind passing a hugely important and controversial cryptocurrency bill; Saturday, Democratic lawmakers published a letter explaining they would oppose it. Bill cosponsors Maryland Sen. Angela Alsobrooks and New York Sen. Kirsten Gillibrand did not sign that letter.

One screenshot of the hacker’s access to a TeleMessage panel lists the names, phone numbers, and email addresses of CBP officials. The screenshot says “select 0 of 747,” indicating that there may be that many CBP officials included in the data. A similar screenshot shows the contact information of current and former Coinbase employees.

Another screenshot obtained by 404 Media mentions Scotiabank. Financial institutions might turn to a tool like TeleMessage to comply with regulations around keeping copies of business communications. Governments have legal requirements to preserve messages in a similar way.

Another screenshot indicates that the Intelligence Branch of the Washington D.C. Metropolitan Police may be using the tool.
A screenshot provided by the hacker. Redactions by 404 Media.
The hacker was able to access data that the app captured intermittently for debugging purposes, and would not have been able to capture every single message or piece of data that passes through TeleMessage’s service. However, the sample data they captured did contain fragments of live, unencrypted data passing through TeleMessage’s production server on their way to getting archived.

404 Media verified the hacked data in various ways. First, 404 Media phoned some of the numbers listed as belonging to CBP officials. In one case, a person who answered said their name was the same as the one included in the hacked data, then confirmed their affiliation with CBP when asked. The voicemail message for another number included the name of an alleged CBP official included in the data.

404 Media ran several phone numbers that appeared to be associated with employees at crypto firms Coinbase and Galaxy through a search tool called OSINT Industries, which confirmed that these phone numbers belonged to people who worked for these companies.

The server that the hacker compromised is hosted on Amazon AWS’s cloud infrastructure in Northern Virginia. By reviewing the source code of TeleMessage’s modified Signal app for Android, 404 Media confirmed that the app sends message data to this endpoint. 404 Media also made an HTTP request to this server to confirm that it is online.

TeleMessage came to the fore after a Reuters photographer took a photo in which Waltz was using his mobile phone. Zooming in on that photo revealed he was using a modified version of Signal made by TeleMessage. The photograph came around a month after The Atlantic reported that top U.S. officials were using Signal to message one another about military operations. As part of that, Waltz accidentally added the editor-in-chief of the publication to the Signal group chat.

TeleMessage offers governments and companies a way to archive messages from end-to-end encrypted messaging apps such as Signal and WhatsApp. TeleMessage does this by making modified versions of those apps that send copies of messages to a remote server. A video from TeleMessage posted to YouTube claims that its app keeps “intact the Signal security and end-to-end encryption when communicating with other Signal users.”

“The only difference is the TeleMessage version captures all incoming and outgoing Signal messages for archiving purposes,” the video continues.

It is not true that an archiving solution properly preserves the security offered by an end-to-end encrypted messaging app such as Signal. Ordinarily, only someone sending a Signal message and their intended recipient will be able to read the contexts of the message. TeleMessage essentially adds a third party to that conversation by sending copies of those messages somewhere else for storage. If not stored securely, those copies could in turn be susceptible to monitoring or falling into the wrong hands.

That theoretical risk has now become very real.

A Signal spokesperson previously told 404 Media in email “We cannot guarantee the privacy or security properties of unofficial versions of Signal.”

White House deputy press secretary Anna Kelly previously told NBC News in an email: “As we have said many times, Signal is an approved app for government use and is loaded on government phones.”

The hacker told 404 Media that they targeted TeleMessage because they were “just curious how secure it was.” They did not want to disclose the issue to the company directly because they believed the company might “try their best to cover it up.”

“If I could have found this in less than 30 minutes then anybody else could too. And who knows how long it’s been vulnerable?” the hacker said.

404 Media is not explaining in detail how the hacker managed to obtain this data in case others may try to exploit the same vulnerability.

According to public procurement records, TeleMessage has contracts with a range of U.S. government agencies, including the State Department and Centers for Disease Control and Prevention.

Guy Levit, CEO of TeleMessage, directed a request for comment to a press representative of Smarsh, TeleMessage’s parent company. That representative did not immediately respond to an email or voicemail.

Recently, after the wave of media coverage about Waltz’s use of the tool, TeleMessage wiped its website. Before then it contained details on the services it offers, what its apps were capable of, and in some cases direct downloads for the archiving apps themselves.

Neither CBP, Coinbase, Scotiabank, Galaxy Digital, nor Washington D.C. Metropolitan Police responded to a request for comment.


#News


"Ucraina-Russia, Trump: Forse pace impossibile, troppo odio tra Zelensky e Putin"
no ma dico... trump pensa che sia una lite personale?
in reply to simona

da quello che dice. come 2 persone che si hanno sulle palle.