Voyager 1, propulsori riparati dopo 21 anni
Quando nel 2004 la sonda Voyager 1 smise di rispondere ai comandi dei suoi propulsori principali per il controllo del rollio, il team del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, nel sud della California, ritenendo che la causa fosse un guasto ai riscaldatori interni, decise di considerarli definitivamente persi e di affidarsi ai soli propulsori di riserva. Nei mesi scorsi, a distanza di oltre due decenni, quando la sonda si trova ormai ben oltre i confini dell’eliosfera, il team ha deciso di tentare l’impossibile: riparare da remoto un sistema inattivo da ventun anni. Il motivo è che i tubi del carburante nei propulsori di riserva, gli unici rimasti operativi, stavano accumulando residui che rischiavano di renderli inutilizzabili già a partire dall’autunno del 2025. Nel frattempo, l’unica antenna abbastanza potente per inviare i comandi alle sonde Voyager, la Deep Space Station 43 (Dss-43) di Canberra, in Australia, si prepara a essere messa offline da maggio 2025 a febbraio 2026 per lavori di aggiornamento. Una finestra di opportunità stretta, che ha spinto il team ad agire prima della sospensione delle comunicazioni.
Le due sonde gemelle Voyager della Nasa, lanciate nel 1977, stanno ora viaggiando nello spazio interstellare a circa 56mila km/h. In questa rappresentazione artistica è raffigurata una delle sonde mentre sfreccia nello spazio profondo. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech
Esaminando il guasto del 2004, il team ha ipotizzato che il problema non fosse irreparabile, ma causato da un’interruzione nel circuito di alimentazione elettrica dei riscaldatori. Ripristinando dunque la configurazione originale dei circuiti dei riscaldatori, i propulsori principali sarebbero potuti tornare attivi. Tuttavia, l’operazione comportava dei rischi: i propulsori di rollio sono fondamentali per mantenere l’antenna della sonda allineata con la Terra. Un disallineamento del tracciatore stellare, che guida l’orientamento, avrebbe potuto attivare i propulsori in modo scorretto, provocando possibili danni.
Nonostante i rischi, il 20 marzo 2025 il team ha inviato i comandi necessari a riattivare i riscaldatori della sonda Voyager 1. Dopo oltre 23 ore – viaggiando alla velocità della luce – per raggiungere la sonda, e altrettante per ricevere la risposta, è arrivata la conferma: i riscaldatori si erano riaccesi e i propulsori creduti “morti” da vent’anni, erano tornati in funzione. L’operazione ha ridato alla sonda una riserva importante per il controllo dell’assetto e ha permesso di estendere la vita operativa della missione, guadagnando tempo prezioso mentre l’antenna Dss-43 resterà fuori servizio per diversi mesi.
Lanciata nel 1977, la Voyager 1 è oggi l’oggetto costruito dall’uomo più distante dalla Terra, insieme alla sua gemella Voyager 2. Entrambe viaggiano a circa 56mila km/h nello spazio a più di venti miliardi di chilometri da noi. E a quasi 50 anni dal lancio, continuano a esplorare l’ignoto e a inviare dati scientifici unici, frutto di un’ingegneria senza precedenti e della tenacia di chi ancora le segue da Terra.
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