L’epoca della turbolenza
Viviamo in un’epoca di turbolenza. Le crisi non finiscono: si accumulano, si intrecciano, e una geopolitica destabilizzante irrompe nella vita quotidiana, nelle relazioni, nel lavoro. Tutto ciò mette a nudo i nostri nervi scoperti.
Il prezzo psicologico e umano è alto. Disorienta, logora. Per non soccombere serve un lavoro interiore: allenarsi ad affrontare cambiamenti continui e spesso improvvisi. Come ricordava Edgar Morin, la sfida è “insegnare a vivere” nella complessità: non ridurla, ma imparare ad abitarla.
Oggi ogni crisi globale risuona dentro le vite di ciascuno. Per questo ci servono radici solide, punti di forza interiori che ci permettono di accogliere il cambiamento. Essere forti non significa essere rigidi o violenti: significa riuscire a cambiare senza spezzarsi o spezzare l'altro.
La sfida è continuare a intrecciare relazioni autentiche e creare linguaggi che custodiscano le differenze senza cancellarle.
In fondo, si tratta di custodire la vita. E forse è questa l’unica bussola che non tradisce.