Surrogazione di maternità e Nazioni Unite: cosa dice davvero il rapporto Alsalem
a cura di Francesca Re, Filomena Gallo e Marco Perduca
QUI la versione in Inglese
Da luglio 2025, diversi media italiani hanno rilanciato con enfasi il rapporto delle Nazioni Unite “Violence against women and girls, its causes and consequences” spacciandolo per un documento sulla maternità surrogata, attribuendogli, tra le altre cose, un valore che non possiede.
In particolare, è sata la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella che, intervistata dall’Italpress in occasione della Missione Italiana all’ONU di New York, ha dichiarato: “Il rapporto di Reem Alsalem stabilisce che la maternità surrogata è una forma di violenza contro le donne. È una forma di sfruttamento e cosificazione del corpo femminile e di mercificazione”.
Queste parole hanno contribuito a diffondere la “nozione” che l’ONU ha assunto una posizione ufficiale e vincolante contro la maternità surrogata. Tale interpretazione non corrisponde però alla realtà dei fatti. Il documento in questione non è un atto normativo né rappresenta una decisione delle Nazioni Unite.
Che cos’è un “Rapporto Speciale” per l’ONU
Il testo prodotto dalla Relatrice Speciale Reem Alsalem rientra nei cosiddetti “meccanismi speciali” del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU, un sotto-organo dell’Assemblea Generale. I Relatori speciali sono esperti indipendenti, nominati indipendentemente dalla loro nazionalità per monitorare e riferire all’organo che ha affidato loro il mandato specifiche questioni o situazioni inerenti a Paesi o territori riconosciuti delle Nazioni unite. Questi documenti non parlano a nome dell’ONU nel suo complesso né hanno potere di adottare e imporre norme.
I loro rapporti vengono:
- discussi ma non votati;
- non approvati formalmente dal Consiglio dei diritti umani o dall’Assemblea Generale;
- talvolta avviene una “presa d’atto” (taken note of) o “accolti con favore” (welcomed), ma tramite risoluzioni separate e politiche, che a loro volta non sono vincolanti per gli Stati Membri.
In termini giuridici, i rapporti costituiscono strumenti di cosiddetta soft law: hanno valore politico e interpretativo, ma non creano obblighi legali per gli Stati membri e/o le agenzie del sistema delle Nazioni Unite.
Il rapporto “Violence against women and girls, its causes and consequences” pubblicato a metà luglio 2025, in linea con il titolo, si concentra sulle presunte forme di violenza nel contesto della maternità surrogata, come dichiarato sin dal suo preambolo.
Purtroppo, a un’attenta lettura, il testo presenta pregiudizi ideologici, carenze metodologiche e gravi violazioni di imparzialità che ne inficiano l’imparzialità che dovrebbe essere tipica di questo tipo di documenti.
Tra le criticità più rilevanti si evidenzia:
- Eccesso (esondazione) di mandato: la Relatrice va oltre il compito affidatole di analizzare la violenza di genere, entrando nel merito di questioni bioetiche e di diritto della riproduzione che esulano dal suo mandato.
- Assenza di pluralismo: non si evince alcun ascolto o consultazione con membri o rappresentanti di famiglie nate da GPA né le persone adulte nate grazie a questa pratica.
- Uso distorto delle fonti: studi scientifici peer-reviewed sono stati citati in modo selettivo, alterandone il significato.
- Coinvolgimenti ideologici: la Relatrice ha interagito pubblicamente e a più riprese con gruppi contrari ai diritti delle persone LGBTQIA+ e alla libertà riproduttiva, violando il principio di neutralità previsto dal suo incarico.
Queste criticità non potevano che portare a una rappresentazione parziale e molto orientata della realtà, ignorando esperienze concrete e normative che mostrano come la gravidanza per altri possa essere praticata in modo regolamentato e solidale in numerosi Stati Membri. La gravidanza per altri regolamentata è una realtà.
In molti Stati membri delle Nazioni Unite, la gravidanza per altri è regolata da leggi che proteggono la libertà e la dignità di tutte le parti coinvolte a partire dai soggetti più fragili.
Un esempio recente è l’Assisted Human Reproduction Act 2024 approvato in Irlanda, che disciplina la gravidanza per altri in forma non commerciale e con tutele specifiche per le gestanti, i genitori intenzionali e bambini. Un altro esempio è l’ Assisted Human Reproduction Act (AHRA, 2004) che in Canada prevede che la maternità surrogata è legale, esclusivamente in forma altruistica: infatti la legge proibisce il pagamento o la pubblicità di compensi.
Questi modelli dimostrano che criminalizzare o stigmatizzare tale pratica significa ignorare la complessità delle situazioni a cui questa vuole rispondere e, quindi, e dei diritti in gioco.
Proprio a tale proposito, durante la conferenza stampa tenuta da Rim Alsalem a seguito della presentazione del rapporto alla Terza Commissione dell’Assemblea Generale lo scorso 10 ottobre a New York, un giornalista di un’agenzia cinese ha chiesto alla Special Rapporteur su quali dati abbia fondato le sue conclusioni, e dunque quali siano i numeri relativi al contesto della maternità surrogata. A questa domanda Rim Alsalem risponde di non averne (“In fact, I don’t”). Il fatto che non vi siano dati certi è strettamente connesso alla mancanza, nella maggior parte dei casi, di quadri normativi che regolamentano la gravidanza per altri. L’obiettivo di fondo più volte evidenziato non solo nel rapporto, ma ribadito anche nella conferenza stampa e supportato dalla ministra Roccella, è quello di arrivare ad un divieto universale della maternità surrogata, obiettivo che si pone in netto contrasto proprio con il fenomeno che si vorrebbe combattere. Vietare la pratica della maternità surrogata significa lasciarla nelle mani del mercato nero, della clandestinità e degli abusi. Individuare, invece, le condizioni in base alle quali la gravidanza per altri possa essere praticata nel rispetto dei diritti di tutte le persone coinvolte, significa garantire protezione e tutele.
La posizione dell’Associazione Luca Coscioni
L’Associazione Luca Coscioni, insieme a una rete di organizzazioni europee, ha chiesto il ritiro del rapporto Alsalem e la sua sostituzione con una nuova figura che possa mantenere un approccio imparziale di fronte a questioni così complesse e variegate.Occorre che alle e dalle Nazioni Unite giunga un messaggio di neutralità che possa evidenziare tutte le necessità e criticità necessarie all’affermazione di diritti in onore dei principi di trasparenza, rigore scientifico e pluralismo che devono guidare le istituzioni internazionali, specie quando si discute della libertà delle persone.
Occorre inoltre presentare il lavoro dei vari meccanismi delle Nazioni Unite per quel che è e non mistificare il mandato di un Rapporto a seconda del favore o vicinanza eitco-morale che i governi possono avere con i documenti prodotti come “Rapporti speciali”.
Infine, nessun rapporto privo di valore normativo può:
- abrogare o delegittimare le leggi nazionali che regolano la GPA o sono in corso di normazione;
- imporre a Stati o territori visioni etiche;
- negare la dignità delle persone e delle famiglie coinvolte, prevedendo sistemi sanzionatori nazionali o internazionali.
L’Associazione Luca Coscioni continuerà a promuovere un modello di gravidanza per altri solidale nonché un dialogo tra chi è portatore di interessi basato su dati verificabili, esperienze concrete e principi di autodeterminazione e non discriminazione.
Promuovere e proteggere i diritti umani significa, tra le altre cose, ascoltare tutte le voci: quelle delle donne che scelgono liberamente di portare avanti una gravidanza per altri, dei genitori intenzionali e di figli e figlie nati da GPA.
Ridurre tutto ciò a “mercificazione del corpo femminile” o a “violenza universale” e “sfruttamento” significa oscurare la complessità delle vite reali dietro le parole.
Tra gli obiettivi delle Nazioni Unite c’è quello di tutelare la libertà, non di restringerla. Nel remoto caso in cui l’Assemblea Generale dovesse dare mandato alla sua Commissione Affari Legali (VI) di avviare un lavoro preparatore di una bozza di convenzione che, sulla base della legge italiana – cosiddetta Legge Varchi -, l’Associazione Luca Coscioni si adopererà, come già fatto con successo 20 anni fa in occasione della “clonazione umana”, per deragliare tale processo.
L'articolo Surrogazione di maternità e Nazioni Unite: cosa dice davvero il rapporto Alsalem proviene da Associazione Luca Coscioni.