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Letture Libertarie


Una lista di letture libertarie che consiglio per chi volesse addentrarsi nella tana del bianconiglio e scoprire il mondo degli anarco-capitalisti.

Visto che sempre più persone mi chiedono consigli su libri e articoli da leggere, ho deciso di creare una lista che poi magari aggiornerò anche nel corso del tempo, divisa per autori. Per ogni libro o articolo cercherò di dare una breve descrizione, per rendervi più facile la scelta!

La lista sarà aggiornata periodicamente, ogni tanto date un occhio.

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Libri

La libertà dei libertari, a cura di Roberta A. Modugno Crocetta


Ho scoperto questo libro casualmente e da poco tempo, ma lo metto per primo perché ritengo faccia un ottimo lavoro nello spiegare in modo sintetico la filosofia politica libertaria, attraverso un’ottima introduzione. La Libertà dei Libertari è un’antologia di Murray N. Rothbard che propone cinque saggi dell’autore, tradotti da Roberta A. Modugno Crocetta: Come smantellare il socialismo, Società senza Stato, La fallacia del settore pubblico, Capitalismo contro Statalismo, Protezionismo e distruzione della prosperità.

Anatomy of the State, Murray N. Rothbard


Un libretto incredibile, in cui in sole 60 pagine Rothbard crea una vera e propria anatomia dello Stato, come se fosse un essere vivente (un parassita?). Rothbard spiega in modo semplice i meccanismi con cui uno Stato nasce e preserva se stesso dalle minacce (il pensiero critico). Un saggio unico nel suo genere di cui non si può fare a meno. Indubbiamente vi darà molti spunti di riflessione, soprattutto data l’esperienza degli ultimi due anni.

Ethics of Liberty, Murray N. Rothbard


Ethics of Liberty è filosofia ed etica libertaria in purezza. Un saggio radicale che fornisce al lettore tutti gli strumenti necessari per capire davvero in cosa consiste l’anarco-capitalismo, partendo dalle basi: il giusnaturalismo (l’esistenza di diritti naturali) e la proprietà. Ogni uomo possiede se stesso, la sua mente, e il frutto del suo lavoro. Questo è l’assioma principale da cui si sviluppa tutta la filosofia libertaria di Rothbard. Lo Stato non è altro che un soggetto violento che possiede il monopolio di aggredire la proprietà (e quindi la libertà) delle persone. Libro complesso da leggere ma fondamentale per comprendere la filosofia ANCAP.

The Progressive Era, Murray N. Rothbard


Un libro che Rothbard iniziò a scrivere nel 1970 ma che non riuscì a finire prima della sua morte. Un discreto mattone che però contiene al suo interno la storia della nascita dei movimenti progressisti che tra il 1820 e i primi anni del ‘900 portarono l’America a scegliere il “terzo polo” tra il libero mercato e laissez-faire che caratterizzò tutto il diciottesimo secolo e il marxismo che dilagava in europa alla fine del 1800. Incredibilmente interessante il capitolo sulla nascita del welfare universale di stato, come strumento religioso usato dai protestanti progressisti per creare la società “perfetta”, quello che portò poi al New Deal e alla trasformazione dell’America verso il connubio welfare-warfare.

Atlas Shrugged, Ayn Rand


Non un saggio ma un romanzo. Anzi, no: un saggio sulla natura umana, sulla metafisica e sull’etica sotto forma di romanzo. A mio avviso l’opera più incredibile del ventesimo secolo. Un mattone di più di 1000 pagine densissime di concetti profondi. Ogni riga del libro, ogni dialogo, ogni dettaglio della narrazione sono pezzetti che vanno a comporre un enorme puzzle che descrive perfettamente l’immoralità di qualsiasi forma di collettivismo e il modo in cui il collettivismo sopprime l’animo umano, prima ancora dell’economia e della civiltà.

Atlas Shrugged è un libro che dà molto fastidio ai collettivisti di ogni tipo e che ammalia individualisti e libertari. È la prova del nove per gli indecisi. In ogni caso, una reazione forte, positiva o negativa che sia, è assicurata. Mises e Rotbhard scrissero due lettere ad Ayn Rand dopo aver letto il libro, elogiando l’opera e definendola tra i migliori libri mai scritti al mondo.

The Virtue of Selfishness, Ayn Rand


La virtù dell’egoismo. Ayn Rand ribalta completamente i canoni morali moderni, che vedono l’altruismo (inteso come sacrificio personale a favore del bene comune) come valore morale superiore. Una collezione di articoli pubblicati originariamente nella “Objectivist newsletter” in cui Ayn sviluppa un nuovo significato di egoismo, diverso da quello a cui siamo abituati: la ricerca della propria felicità, senza sacrificare se stessi o il prossimo. Per Rand questo è l’unico valore morale possibile, poiché un essere umano che non ricerca la propria felicità e il proprio interesse è condannato ad autodistruggersi. L’egoismo randiamo si collega all’idea di ricerca della Verità - la propria verità - senza alcun compromesso e soprattutto senza mai mentire a se stessi. Troppe volte ci troviamo a pensare o agire sulla base di presupposti che non condividiamo, mentendo a noi stessi pur di accettare il sacrificio che ciò richiede. Un tema, quello dell’egoismo etico randiano e della ricerca della verità, ricorrente anche in Atlas Shrugged.

For the New Intellectual, Ayn Rand

Un vero e proprio manifesto dei nuovi intellettuali oggettivisti, il primo libro non-fiction di Ayn Rand. È una raccolta di estratti di romanzi di Rand con una corposa introduzione che li lega tra loro. Il Nuovo Intellettuale è il pensatore pratico e l’imprenditore filosofo. È qualsiasi persona stanca degli standard culturali collettivisti a cui siamo costretti a conformarci; qualsiasi persona disposta a prendersi la responsabilità della propria vita e delle proprie azioni. Dei Nuovi Intellettuali ne ho parlato in modo più approfondito in questo articolo, con alcuni estratti interessanti presi proprio da questo libro.

Objectivism in One Lesson, Andrew Bernstein


L’oggettivismo è una corrente filosofica nata dal pensiero di Ayn Rand. Tutti i suoi scritti, sia romanzi che saggi e articoli, contengono principi e idee che vanno a formare la sua filosofia. L’oggettivismo è un sistema di valori, un’etica per persone libere stanche degli standard culturali collettivisti e falsi a cui siamo costretti a conformarci. Il pensiero di Ayn Rand fornisce tutti gli elementi di etica e metafisica per affrontare il mondo in modo razionale e perseguire l’unico obiettivo possibile della vita umana: la propria felicità.

Rand descriveva l’oggettivismo come il concetto dell’Uomo come un essere eroico, con la ricerca della propria felicità come unico valore morale, la produttività come la più nobile delle attività, e la ragione come sua unica certezza assoluta. Ayn amava l’america dei padri fondatori e i principi espressi nella Dichiarazione d’Indipendenza: Life, Liberty, Pursuit of Happiness. L’oggettivismo ha tutte le carte in regola per essere il fondamento morale della filosofia politica libertaria.

The Road to Serfdom, Friedrich Hayek


Nel 1943 Hayek finiva di scrivere Road to Serfdom, un libro che molto lucidamente mette in luce i meccanismi statalisti, anche subdoli, che attraverso la pianificazione e l’ingerenza dello stato nell’economia e nella società, portano inevitabilmente alla nascita di regimi collettivisti totalitari come fascismo e nazismo.

Hayek non era un libertario, ma un liberale classico che non condannava in tutto l’esistenza dello Stato. Nonostante questo è chiaro anche nella sua visione che l’abbandono dell’individualismo e del libero mercato genera mostri. Particolarmente interessante la parte in cui parla della percezione di sicurezza economica da parte delle persone e il modo in cui questa viene utilizzata dai pianificatori centrali per creare una spirale che porta le persone stesse a chiedere sempre più controllo e pianificazione.

Democracy: the God that failed, Hans-Herman Hoppe


Premessa: non ho ancora finito di leggerlo. Lo metto comunque perché Hoppe è un campione libertario, allievo di Rothbard e per molti versi ancora più radicale. In questo saggio incredibile mette in discussione - partendo da dati empirici e dimostrabili - la bontà dei sistemi democratici a cui siamo tanto affezionati. La democrazia, sostiene Hoppe, non solo è il sistema di governance meno efficiente della storia umana, ma è anche il più pericoloso per la libertà delle persone. Secondo lui, i sistemi monarchici sono migliori sotto diversi punti di vista, seppur comunque non perfetti (il male minore). Nelle sue parole: la democrazia è una forma lieve di comunismo. La soluzione che Hoppe propone per riparare le storture della democrazia è secessione, decentralizzazione del potere e completa libertà negoziale tra le persone. Una soluzione che sicuramente piacerà a molti Bitcoiner e che in verità è l’assioma della filosofia libertaria: il passaggio dallo statalismo totalitario all’anarco-capitalismo non può che essere attraverso la secessione e la libertà di autodeterminazione dei popoli e degli individui.


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Articoli e temi libertari

Argumentation Ethics, Hans-Hermann Hoppe


Con la sua “argumentation ethics” Hoppe fornisce a ogni libertario gli strumenti razionali per difendere i principali assiomi della filosofia anarco-capitalista, quello del “non aggression principle” e della proprietà di se stessi e (quindi) del proprio lavoro. Il concetto, nei suoi punti principali è abbastanza semplice: quando due soggetti sono in conflitto tra loro, possono risolverlo solo in due modi. Con la violenza o con il confronto onesto. Nel caso in cui scelgano il confronto, Hoppe sostiene che le parti devono aver prima implicitamente accettato l’esistenza dell’assioma di non aggressione. La non violenza è quindi il presupposto di qualsiasi confronto umano. Chiunque suggerisca il contrario sta commettendo una grave contraddizione logica, e come disse anche Ayn Rand, non esistono contraddizioni. Se sei di fronte a una contraddizione, è perché le tue premesse logiche sono errate.

Ad esempio, argomentare che bisognerebbe usare la violenza per risolvere i conflitti è una contraddizione. Non può esserci alcuna argomentazione se infatti prima non si accetta il principio di non-violenza.

Lo stesso può dirsi per la proprietà privata come nucleo fondante di qualsiasi altro diritto. Nessuno può argomentare che la proprietà non sia tale, poiché l’atto stesso di argomentare richiede di disporre di risorse scarse (il proprio corpo, il proprio intelletto). Nessuno può al tempo stesso mettere in dubbio la necessità della proprietà privata per definire la realtà e la capacità di agire e la libertà delle persone senza cadere in contraddizione.

Il tema è complesso e certamente non sono riuscito a fargli giustizia, quindi vi lascio qualche articolo:

Secessione, decentralizzazione del potere


La decentralizzazione del potere e la libertà di autodeterminazione delle persone è uno dei temi principali della filosofia libertaria, anche se forse tra i meno affrontati. Noi europei avremmo molto da imparare dalla nostra storia, considerando che le nostre città-stato e repubbliche marinare furono emblemi di libertà commerciale e benessere.

Ci sono diversi articoli molto interessanti sul tema, uno su tutti quello di Carlo Lottieri che consiglio caldamente:

Anche Rothbard si cimentò sul tema in diverse occasioni, ad esempio in questo bellissimo articolo in cui ripercorre anche un po’ di storia europea, che noi molto spesso dimentichiamo:

Infine sul tema propongo questa breve intervista a Hoppe, in cui parla delle posizioni di Mises in merito al diritto di secessione e libertà di autodeterminazione.

Sicurezza privata vs sicurezza di stato


Un tema ricorrente, secondo solo a quello del “chi costruirebbe le strade senza stato”, è quello della sicurezza delle persone e della loro incolumità fisica. In questo breve saggio Hoppe dimostra sapientemente che non solo è possibile sostituire la sicurezza statale con la sicurezza privata, ma che anzi quest’ultima sarebbe anche evidentemente più efficiente e meno prona ad abusi.

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