Frammenti #01
Quote Co2, identità digitale, social scoring…
Barbara Baarsma, CEO di Rabobank (banca olandese) ha recentemente dichiarato che dovrebbero essere istituiti dei “carbon wallets” con poter cui conservare scambiare carbon credits (quote CO2). In questo modo, secondo lei, i più ricchi potrebbero acquistare crediti CO2 dai meno abbienti, così da poter mantenere il loro stile di vita più inquinante.
Ad esempio io potrei vendere i miei crediti CO2 a un ricco imprenditore di Montecarlo che ne ha bisogno per coprire la quota CO2 della sua vacanza in yacht ai Caraibi. Tanto io non potrei permettermela, no?
Privacy Chronicles - Privacy & Libertà
La stessa banca il 22 aprile 2022 ha attivato un servizio innovativo in beta test per qualche migliaio di fortunati clienti per monitorare l’emissione di CO2 delle loro transazioni. L’idea è di rendere il servizio disponibile per tutti entro la fine dell’estate.
rabobank.com/en/press/search/2…
Neanche a farlo apposta un utente su Twitter scriveva un paio di giorni fa: “Ma voi vi rendete conto? Il mio conto corrente su Intesa, lo rendo pubblico per far capire ai più in che direzione stiamo andando! Lo calcolano su tutto anche su una scrittura su conto corrente!”
Quote CO2, identità digitale, carbon wallets, social scoring...Quando tutto ciò che facciamo verrà monitorato e collegato alla nostra identità , le quote CO2 diventeranno un token della nostra libertà (di movimento, di parola, economica, ecc.) concesso dallo Stato. Un gioco a somma zero.
Politici e intellettuali del climate change stanno creando i presupposti per creare un mercato della libertà mediato dallo Stato. La direzione è segnata da tante piccole finestre di Overton per bollire le rane. Piano piano.
Gli immigrati chiedono i documenti, ma sbagliano
A Saluzzo in questi giorni ci sono alcuni scioperi di braccianti immigrati che protestano chiedendo documenti per tutti così da poter avere contratti regolari e tutele.
Un tipico esempio di barriera artificiale creata dallo Stato, che ha la necessità di schedare e controllare ogni persona presente sul suo suolo. Ma perché chiedere documenti?
Dovremmo invece unirci ai braccianti per chiedere l’abolizione di ogni documento d’identità, perché siamo persone con una dignità e non codici a barre da schedare in un database anagrafico.
Noi italiani siamo fissati coi documenti. La carta d’identità è quasi un rito di passaggio per i bambini. Peccato che sia uno schema di sorveglianza e controllo di massa; motivo per cui nel Regno Unito - paese più civile di noi - furono aboliti i documenti d’identità e distrutti i relativi database nel 2011. Motivo? L’esagerata ingerenza dello Stato nella vita privata delle persone.
Una cabina per suicidarsi
In un mondo di progressisti, woke e attivisti “Ultima Generazione”, che non fanno altro che raccontarci di come l’essere umano non sia altro che uno schifoso parassita che inquina, distrugge e uccide il prossimo, il mercato sopperisce a un nuovo bisogno: quello di ammazzarsi.
L’ideologia statalista, che esalta la collettività, diventa facilmente ideologia del sacrificio come unico valore morale. Ecco allora che non sembra poi così fuori di testa pensare a un futuro prossimo in cui chiunque potrà essere libero di acquistare un servizio per ammazzarsi comodamente, come le cabine per i suicidi di Futurama.
La responsabilità della libertà di pensiero
Vi ricordate quando Calenda parlava della libertà che non libera e della “responsabilità” della libertà di pensiero? Molto bene, pare che qualcuno stia iniziando a mettere in pratica il verbo.
In UK un uomo è stato arrestato dalla polizia per aver postato online un meme “offensivo” raffigurante la bandiera LGBT sotto forma di svastica. La motivazione dell’arresto è che il meme avrebbe causato uno “stato di ansia” ad alcuni utenti.
La prossima volta che qualcuno vi parla di responsabilità della libertà ricordatevi che in realtà vi sta dicendo che non vede l’ora di potervi denunciare e rendere la vostra vita un inferno a causa delle opinioni diverse dalle sue.
In periodo di vacanze estive ho pensato di sperimentare una nuova rubrica, in cui commento le ultime notizie in modo conciso. Mi piacerebbe usare questa rubrica per stimolare il dibattito e riunire la community di Privacy Chronicles, che ormai ha abbondantemente superato il migliaio di persone.
Non esitate quindi a commentare e magari condividere notizie e temi che vorreste affrontare insieme in questa rubrica!
P.S. sono stato qualche giorno a Cagliari per lavoro: città fantastica, ottimo cibo, mare stupendo, caldo pazzesco. C’è qualche cagliaritano/a tra noi?