La complicità di Google e Amazon con Israele
Un’inchiesta di +972 Magazine, Local Call e del Guardianrivela le caratteristiche specifiche del contratto siglato da Google e Amazon per la forniture dei loro servizi cloud a Israele. Le due aziende pur di avere Tel Aviv come cliente hanno accettato di firmare un contratto con due clausole specifiche e senza precedenti noti: la prima proibisce alle due aziende di impedire alle autorità israeliane l’uso dei loro prodotti — anche se venisse dimostrato che ne fanno un uso contrario ai termini di servizio che valgono per tutti gli altri clienti; la seconda clausola prevede che le due aziende si impegnino a notificare in segreto se vengono richieste informazioni sui dati conservati sui loro server da parte di tribunali esteri, “eludendo di fatto i loro obblighi legali,” sottolinea Yuval Abraham. Il Guardian ha ottenuto documenti del ministero delle Finanze israeliane che comprendono la versione definitiva di questo contratto, confermato da fonti dei tre giornali. Il contratto è espressamente scritto preparandosi a possibili indagini internazionali per l’uso delle tecnologie di Amazon e Google in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza: sia gli Stati Uniti che l’Unione europea hanno leggi che per le quali le aziende che hanno server in quei territori potrebbero dover consegnare i propri dati alle autorità — l’UE ha leggi specifiche che richiedono che le aziende identifichino le violazioni dei diritti umani all’interno delle proprie linee di business, e le autorità hanno diritto di intervenire se i privati non rispettano queste misure. Solitamente, quando le aziende ricevono questo tipo di richieste dati, è previsto che non possano comunicare ai clienti la cosa. Il contratto stipula un “meccanismo strizzata d’occhio”: le due aziende si sarebbero impegnate a pagare a Israele una quota di shekel pari al prefisso internazionale dello stato che aveva chiesto di poter accedere ai loro dati: inviando un pagamento di 1.000 shekel nel caso degli Stati Uniti, ad esempio, con prefisso +1, o di 3.900 shekel nel caso dell’Italia, che ha prefisso internazionale +39. Se per qualche motivo le due aziende dovevano interrompere le possibili comunicazioni, avrebbero dovuto inviare un pagamento di 100 mila shekel per informare le autorità israeliane. Le due aziende e le autorità israeliane negano di avere accordi per eludere la legge. (+972 Magazine / Local Call / the Guardian)
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La complicità di Google e Amazon con Israele
Amazon e Google hanno firmato contratti in cui si impegnavano ad avvisare illegalmente Israele in caso di indagini internazionali.Alessandro Massone (The Submarine)
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