Google è pronta a lanciare Gemini 3.0: sarà davvero la svolta nella corsa all’AI?
Google si avvicina alla presentazione ufficiale di Gemini 3.0, il nuovo modello di intelligenza artificiale destinato a rappresentare uno dei passaggi più rilevanti nella strategia dell’azienda. Secondo quanto indicato internamente, il rilascio sarebbe imminente e programmato entro la fine dell’anno, come confermato dal CEO Sundar Pichai.
Negli ultimi giorni l’attenzione attorno al modello è cresciuta rapidamente. Su X e in diversi server Discord, alcuni appassionati di IA sostengono che Gemini 3 sia già in fase di test avanzatissimi, ipotesi alimentata dalla consueta modalità di sperimentazione riservata con cui Google prova spesso le sue tecnologie. L’interesse è stato ulteriormente amplificato dalla presenza del modello nei discorsi di analisti e addetti ai lavori, che lo considerano il prossimo banco di prova per valutare la capacità dell’azienda di tornare protagonista nella corsa all’intelligenza artificiale generativa.
Le aspettative sono elevate: Gemini 3 dovrebbe mostrare progressi significativi nella programmazione e nella produzione di contenuti multimediali. Tra le novità attese figura anche un aggiornamento di Nano Banana, lo strumento di Google dedicato alla creazione di immagini.
Il contesto in cui arriva questo lancio è particolarmente competitivo. Dall’uscita di ChatGPT alla fine del 2022, Google è stata spesso descritta come un gruppo costretto a rincorrere. La pressione ha portato a una riorganizzazione interna e all’integrazione accelerata dell’IA generativa nei prodotti principali dell’azienda. Negli ultimi mesi, però, i dati sembrano indicare una ripresa: l’utilizzo di Gemini è in crescita e il modello non ha inciso negativamente sul business pubblicitario, storicamente centrale per Google.
Per recuperare terreno, l’azienda ha fatto leva sul proprio vantaggio strutturale: oltre a sviluppare i modelli, dispone dell’infrastruttura cloud e dei canali di distribuzione necessari a integrarli rapidamente nei suoi servizi. Questo approccio le ha permesso di rimanere relativamente autonoma rispetto alla rete di alleanze sempre più fitta che caratterizza il settore.
La sfida più immediata resta il confronto con OpenAI, che quest’anno ha introdotto il nuovo ChatGPT 5, accolto con grande attenzione ma con un impatto inferiore alle aspettative. Secondo fonti citate da Business Insider, Gemini 3 sarebbe considerato “estremamente impressionante” da chi ha avuto modo di testarlo, tanto da poter rappresentare un’occasione concreta per Google di rialzare la testa e tornare a competere ai massimi livelli.
Resta tuttavia un ostacolo importante: il brand. ChatGPT continua a essere il nome più riconoscibile nel pubblico generalista, analogo al ruolo che “Google” ricopre nella ricerca web. Sebbene l’app Gemini abbia raggiunto 650 milioni di utenti attivi mensili, il servizio di OpenAI continua a mantenere una presenza superiore con circa 800 milioni di utenti settimanali. La diffusione crescente di Gemini tra gli utenti più giovani potrebbe contribuire a ridurre il divario, ma la distanza rimane significativa.
Le scelte compiute negli ultimi anni in materia di infrastrutture cloud, progettazione di chip e investimento nella ricerca sembrano ora iniziare a produrre risultati tangibili. Se Gemini 3 dovesse confermarsi all’altezza delle aspettative, Google potrebbe trovarsi nella posizione di rilanciare in modo deciso la propria corsa nell’intelligenza artificiale generativa.
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