L’UE indaga Meta per violazione delle norme antitrust con l’intelligenza artificiale
Meta ha dichiarato recentemente che quando gli utenti pongono domande relative alle notizie, Meta fornirà notizie in tempo reale, contenuti di intrattenimento e lifestyle dai suoi media partner, tra cui CNN, Fox News, Le Monde, People magazine e USA Today.
Secondo Reuters, Meta ha stipulato numerosi accordi commerciali sui dati di intelligenza artificiale con diversi editori di notizie, tra cui USA Today, la rivista People, CNN, Fox News, The Daily Caller, The Washington Examiner e Le Monde.
Secondo quanto riportato, queste collaborazioni consentiranno a Meta di connettersi con gli articoli e i siti web degli editori di notizie tramite il suo chatbot basato sull’intelligenza artificiale, fornendo notizie e aggiornamenti “immediati“.
Il 4 dicembre l’UE ha annunciato di aver avviato un’indagine antitrust su Meta per determinare se il suo approccio all’introduzione di funzionalità di intelligenza artificiale (IA) nella sua app di messaggistica WhatsApp violasse le norme UE sulla concorrenza.
Nell’annunciare l’avvio dell’indagine, la Commissione europea ha dichiarato di essere preoccupata che la nuova politica di Meta “potrebbe impedire ai fornitori terzi di intelligenza artificiale di offrire servizi tramite WhatsApp”. Questa azione è l’ultima misura adottata dall’UE per cercare di frenare i giganti tecnologici statunitensi in risposta alla forte reazione dell’amministrazione Trump.
Questa indagine sarà condotta secondo le leggi antitrust tradizionali, non secondo il Digital Markets Act (DMA) dell’UE. Trump ha criticato il DMA per aver preso di mira ingiustamente le aziende americane e ha minacciato ritorsioni. Teresa Ribera, Commissaria europea per l’Antitrust, ha affermato che l’UE deve “adottare misure per impedire alle aziende dominanti nel settore digitale di abusare del loro potere e di estromettere i concorrenti innovativi”.
L’indagine riguarda lo Spazio economico europeo, compresi i 27 stati membri dell’UE, nonché Islanda, Liechtenstein e Norvegia, ma esclude l’Italia, che a luglio ha avviato una propria indagine indipendente su Meta.
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