Nuovi bug in Teams aprono la porta al furto di dati e all’ingegneria sociale
Gli esperti di sicurezza informatica hanno reso pubbliche quattro vulnerabilità presenti in Microsoft Teams, che avrebbero permesso a malintenzionati di condurre pericolosi attacchi di ingegneria sociale e impersonificazione contro gli utenti.
Con poche parole, tali lacune permettono di alterare il contenuto del messaggio senza che l’etichetta ‘Modificato‘ e l’identità del mittente siano visibili, e di modificare le notifiche in arrivo in modo da cambiare il mittente apparente del messaggio.
Ciò consente a un aggressore di indurre le vittime ad aprire messaggi dannosi, facendo apparire questi ultimi come se provenissero da una fonte attendibile, ad esempio dirigenti di alto livello.
Microsoft, in un avviso pubblicato il mese scorso, ha affermato che “le ampie funzionalità di collaborazione e l’adozione globale di Microsoft Teams lo rendono un obiettivo di alto valore sia per i criminali informatici che per gli attori sponsorizzati dallo Stato” e che le sue funzionalità di messaggistica (chat), chiamate e riunioni, nonché di condivisione dello schermo basata su video, vengono utilizzate come armi in diverse fasi della catena di attacco.
In seguito alla divulgazione responsabile di marzo 2024, alcuni problemi sono stati risolti da Microsoft nell’agosto 2024 con l’identificativo CVE CVE-2024-38197, con patch successive distribuite a settembre 2024 e ottobre 2025.
Un’azione ostile, che coinvolge sia utenti esterni non autorizzati sia individui malintenzionati all’interno dell’organizzazione, comporta serie minacce, in quanto compromette le barriere di sicurezza e permette ai possibili obiettivi di compiere operazioni non volute, ad esempio, cliccare su collegamenti pericolosi ricevuti tramite messaggi o diffondere informazioni sensibili.
Le vulnerabilità riscontrate hanno inoltre permesso di alterare i nomi mostrati nelle discussioni private di chat, semplicemente cambiando l’argomento della conversazione, e di cambiare a piacimento i nomi visualizzati durante le notifiche delle chiamate e nella chiamata stessa, in tal modo un attaccante poteva dissimulare la propria identità durante le chiamate.
I risultati emergono mentre gli autori delle minacce stanno abusando della piattaforma di comunicazione aziendale di Microsoft in vari modi, tra cui avvicinandosi ai bersagli e convincendoli a concedere l’accesso remoto o a eseguire un payload dannoso fingendosi personale di supporto.
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