Ilaria Salis rimarrà in carcere in Ungheria
Avviso contenuto: Ilaria Salis rimarrà in carcere. Questa la decisione del tribunale di Budapest sul caso della militante antifascista dietro le sbarre in Ungheria. Il giudice Jozsef Sos ha infatti respinto la richiesta presentata dalla difesa della docente, motivando la s
Ilaria Salis rimarrà in carcere. Questa la decisione del tribunale di Budapest sul caso della militante antifascista dietro le sbarre in Ungheria. Il giudice Jozsef Sos ha infatti respinto la richiesta presentata dalla difesa della docente, motivando la scelta in base alla pericolosità di Salis. Continuerà così il periodo di detenzione iniziato più di un anno fa.
Il caso Salis
Il caso Salis inizia nel febbraio 2023. L’attivista milanese è a Budapest in occasione del cosiddetto “Giorno dell’onore”, una celebrazione annuale che ricorda un episodio della Seconda guerra mondiale. In particolare, “l’onore” richiamato nella narrazione della giornata sarebbe quello delle truppe naziste che combatterono contro i sovietici nella città di Budapest.
La commemorazione nel corso del tempo ha attirato una crescente attenzione internazionale. In Ungheria si incontrano molti gruppi neonazisti, anche provenienti da altri Paesi europei, che vedono in questa giornata uno dei momenti chiave della propria identità e militanza. Anche Ilaria Salis è una militante, ma dello schieramento opposto. Il giorno dell’onore non è per lei un giorno di festa, anzi diventerà l’alba di un lungo periodo di detenzione.
La docente viene arrestata l’11 febbraio. Secondo l’accusa, la docente avrebbe pianificato e partecipato insieme ad altri militanti antifascisti a un’aggressione nei confronti di due estremisti di destra, ai quali avrebbe provocato “lesioni corporali aggravate”. Da allora, è rinchiusa a Budapest, rischiando fino a 24 anni di carcere.
Il caso italiano
La vicenda arriva all’attenzione italiana solamente nel gennaio 2024, per diventare un vero e proprio caso mediatico verso la fine del mese. Il 29 gennaio si svolge la prima udienza presso il tribunale di Budapest, alla quale Salis arriva con delle manette ai polsi e una catena tirata da un agente.
Le immagini del processo iniziano a circolare anche in Italia, attirandosi la condanna dei media e un’ampia parte dello spettro politico. L’opposizione accusa non solo l’Ungheria ma anche il governo italiano, a causa della sua vicinanza politica e ideologica al Paese guidato da Viktor Orbán. Il governo viene così spinto a prendere una posizione. “Chiediamo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie”, scrive su X il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Le parole di Tajani arrivano dopo un lungo periodo di silenzio da parte delle istituzioni italiane. Dopo che per mesi e mesi non sono trapelate informazioni sulle condizioni della figlia, la famiglia di Ilaria Salis si è attivata cercando di contattare il governo Meloni. Tuttavia, come ha raccontato il padre Roberto in occasione di una conferenza stampa organizzata presso il Senato, per tutto il 2023 non sono arrivate risposte.
Davanti e dietro il processo
Affermando di vedere nell’attivista un soggetto pericoloso dal punto di vista sociale, il tribunale di Budapest il 28 marzo ha negato gli arresti domiciliari, prolungando il periodo di detenzione. La prossima udienza è fissata per il 24 maggio. Nel frattempo, Ilaria Salis rimarrà in carcere. Il timore è che le condizioni nelle quali è detenuta in questo periodo non miglioreranno.
Come rilevato da diverse organizzazioni, tra cui l’Hungarian Helsinki Committee, le carceri ungheresi non sono all’altezza della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Tra le mancanze più preoccupanti, le condizioni igieniche scadenti e l’assenza di assistenza sanitaria sono state documentate dalla stessa Salis, che in una lettera ha raccontato le numerose privazioni alla quali è stata sottoposta. Oltre a quella più importante, ovvero una detenzione forzata che, allo stato attuale del processo, sembra configurarsi più come un atto politico che giuridico.
Fonti e approfondimenti
Eunews, “Ilaria Salis in catene in aula a Budapest. Tajani: “Il Governo ungherese faccia rispettare i suoi diritti””, 29/01/2024
Hungarian Helsinki Committee, “Hungarian prison conditions are still not up to the standards of the European Convention on Human Rights”, 8/12/2023
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