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Paola Bonacini ha ricondiviso questo.


DK8x23 - IA vs Lavoro


I soliti aedi a gettone dicono che la IA sostituirà questo lavoro e quell'altro (curiosamente, mai i loro). Davvero? Il caso dei programmatori suggerisce che le cose non siano così semplici come vengono dipinte.


https://www.spreaker.com/episode/dk8x23-ia-vs-lavoro--59683791


Alfonso :verified: ha ricondiviso questo.


Storie piccole di un tempo che fu, che giornate come quella di oggi fanno ricordare.

Le mie origini sono per metà emiliane e metà siciliane. Mio nonno paterno, comunista, era di Reggio Emilia. Durante la guerra entrò in marina e poi divenne partigiano. Morì che ero una ragazzina. Parlava pochissimo di quei tempi. Tempo fa, venni a sapere una cosa strana. Mio padre, morto qualche anno prima di mio nonno, quando era piccolo veniva chiamato in famiglia Ivano. Non era il suo nome, ma quello di un ragazzo, partigiano pure lui, a cui mio nonno era molto legato. È quasi un dettaglio in fondo, ma è anche il riflesso di un mondo fatto di morte e distruzione.

Mia nonna materna (grande donna, manca sempre) era di Catania. La famiglia era ricca ma il mio bisnonno non era esattamente il migliore degli uomini d'affari, e probabilmente nemmeno il migliore degli uomini. Con la guerra si accentuò quello che era cominciato già prima, ovvero vari beni furono venduti. Quel grande benessere passò, ma la miseria in quei tempi era tanta e quindi alla fine non andò così male.

La nonna, che era del '23, avrebbe voluto studiare medicina. Suo padre non volle. Si iscrisse in lettere (laurea che le tornò utile quando mio nonno morì e lei a 46 anni cominciò a lavorare, esattamente divenne insegnante). Questo era il mondo allora. Quando si fidanzò col nonno, doveva portarsi dietro il fratellino più piccolo di 8 anni. Non stava bene uscire da soli. Praticamente un altro universo.

Della guerra ricordava il mercato nero, i tedeschi e il caos degli americani. Erano gli occhi di una ragazza ancora ingenua, cresciuta sotto il fascismo e che aveva tra le canzoni della sua gioventù la famigerata "faccetta nera". Al referendum, difatti, votò monarchia. Molte cose le capì dopo. Era una donna intelligente, con un grande senso dell'ironia.

Fu totalmente anti-berlusconiana. Per dire, programmava il videoregistatore per registrare i film che le piacevano. Soprattutto, quelli trasmessi dalla Fininvest. Non voleva contribuire agli ascolti delle reti di Berlusconi. Ora, sarebbe inorridita, lei come pure mio nonno, davanti a questo governo e a quello che c'è in giro in Europa.

Mi dispiace non avere chiesto di più a loro. Ma ero una ragazzina e di queste storie non m'importava granché. Mi spiace davvero. Tutto va ricordato, non solo le grandi vicende, ma anche quelle piccole, di ogni famiglia. E quella di oggi è una gran festa.

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Curiosità varie sul ponte sullo stretto, che si aggiungono alle perplessità di chi, come me, sostiene che prima ci sistemano le strade disastrate (il catanese, per cui parlo, è in condizioni semplicemente pietose) e poi cominciano a programmare. Nel mezzo, potrebbero anche pensare ad autobus e treni regionali. Così, giusto per buttare giù le prime idiozie che vengono in mente.

Spiego una cosa. La provincia di Catania è caratterizzata dalla vicinanza (estrema) del comune di Catania con i paesi limitrofi, cosiddetti etnei. Praticamente per chilometri e chilometri non c'è stacco. Si vive a Nicolosi (porta dell'Etna) e si lavora a Catania. Degli autobus esistono, ma a me (che non abito nel comune di Catania) non passa nemmeno per l'anticamera del cervello di prenderne uno. I collegamenti tra questi paesi e con Catania stessa, in sostanza, sono carenti ed è un trionfo di auto e macchine. Quindi, del ponte non me ne faccio niente.

https://www.corriere.it/cronache/24_aprile_04/ponte-stretto-forte-dell-ottocento-casa-riposo-chi-rischia-sparire-fare-posto-all-opera-24638d5e-f286-11ee-ab87-79667834e629.shtml