Mettetevi nei panni di un bambino palestinese e provate a capire cosa si prova a non avere più speranza, a non fidarsi più di nessuno. Mettetevi in una condizione di vita nella quale un popolo, quello israeliano sionista, vi consideri meno di bestie, decida quanta acqua potete bere, quanta corrente elettrica potete consumare. Mettetevi nei panni di un contadino della Cisgiordania che si vede tagliare con la motosega tutti gli olivi secolari da coloni invasati che non hanno niente di dissimile dai nostrani fascisti del ventennio. Mettetevi nei suoi panni quando deve subire le provocazioni senza potere reagire.
Moltiplicate questo per 365 giorni all’anno. Mettetevi nei panni di un ragazzino o un bambino che sta vivendo il genocidio del suo popolo nell’indifferenza generale. Mettetevi nei panni degli orfani, di chi al posto della casa, della via e del quartiere ora guarda una distesa disperata di macerie. Guardateli i potenti della terra ridere e scherzare con la tua vita tra le loro mani.
Mettevi nei panni di un palestinese che, sbagliando in modo colossale, si convinca che il fondamentalismo islamico sia la risposta a tanta violenza, (non capendo, colpevolmente, di avere a che fare con spudorati assassini della stessa identica matrice di quegli altri). Mettetevi nei panni di un palestinese senza più via d’uscita, senza speranza, senza futuro.
Niente possiamo noi pacifisti, niente possono gli israeliani sani, niente possono gli organismi internazionali e niente può la giustizia terrena e divina.
Il conflitto ha causato più di 70.000 morti dei quali circa 50.000 bambini e donne.
Questi sono stati sistematicamente sterminati grazie alle armi americane e alla colpevole e volontaria distrazione occidentale.
Lo stesso occidente conservatore, per mano americana, ha disarmato l’Onu, unico attore in grado di intervenire.
Netanyahu insieme ai generali del IDF sono indagati per evidenti crimini di guerra.
Nonostante questo viene riconosciuto come uno statista.
Trump, nel suo delirio di onnipotenza, vede Gaza israeliana e senza palestinesi.
Vale la pena ricordare che essere palestinesi non significa essere di Hamas.
Vale la pena ricordare che niente può giustificare l'omicidio di bambini.
Hamas, nonostante le perdite e la distruzione delle infrastrutture, è ancora in grado di gestire gli ostaggi e di vantarsi della propria bestialità.
L'operazione militare israeliana, relativamente alla risoluzione della tragedia degli ostaggi, è quindi un sostanziale fallimento. Invece, per quello che riguarda la persecuzione e l'impostazione di un moderno genocidio, uno grottesco successo.
I coloni, ignorando qualunque legge internazionale, hanno mano totalmente libera di commettere qualunque nefandezza.
Complessivamente stiamo assistendo a un inedito “colpo di stato (dei diritti) globale” da parte di una pletora di oligarchi che manipolano gruppi, movimenti e partiti uniti dalla convergenza di interessi (perlopiù economici).
Esiste quindi un “nuovo” asse iper-conservatore che mira al controllo globale bypassando ogni regola democratica.
Questi, al pari del nazi-fascismo, sono dalla parte sbagliata della storia.
Così come ieri sarei stato, senza neanche un dubbio, dalla parte degli ebrei, degli zingari e di qualsiasi minoranza perseguitata dal nazi fascismo. Oggi lo sono, senza se e senza ma, dalla parte dei popoli perseguitati dalla fame, guerra, dalla parte dei più deboli.
Non è un buon momento.
Valerio Perla reshared this.
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Lupi spiazzati dalle pecore mannare.
- C’era una volta…
- No! Aspetta… ma sei sicuro?
Il lupo è lupo. Corre nel buio, libero, mangia quel che trova e che può, si riproduce e, tutto sommato, convive con tutte quelle favole che l’uomo gli ha appiccicato addosso per trovare un sicuro cattivo.
Poi ci sono le pecore.
La pecora è buona, (l’agnello poi, figuriamoci).
La pecora fa beee. (Lo so! La mucca fa mu e, controintuitivamente il merlo non fa me).
Insomma, tutta la narrazione sulla pecora è chiara.
Suonerebbero diversi per esempio: “La pecora perde il pelo ma non il vizio”, o “ Affamato come una pecora”, “Sbranato da un branco di agnelli”, o il vecchio battaglione italiano dei “Lupi di Toscana” tradotto in “Pecore di Toscana”.
Insomma tutta 'sta retorica del buono, della disponibilità...
E se non fosse così?
La butto lì: quando una cosa è gratis c’è SEMPRE la fregatura.
Nel 1973 lo scultore Richard Serra disse: "If something is free, you're the product." Se è gratis la merce sei tu.
A ripensarci, dietro questa frase ci sono i capisaldi della nostra educazione, tipo: “Non accettare caramelle da uno sconosciuto” o, andando più indietro, “Quando la volpe predica, guardatevi le galline”, o, ancora più indietro, “Attento ai greci anche quando portano doni”…
probabilmente anche i Neanderthal dicevano:
“Mmmm… ‘sti Sapiens…mica lo so!”
Penso alla prima televisione commerciale in Italia (Canale 5… nel cretaceo) eravamo tutti contenti perché GRATIS! (…minchioni!) e anche in quel caso la merce eravamo noi che ci bevevamo le tonnellate di pubblicità che ci hanno trasformato, che ci hanno insegnato a credere al Mulino Bianco e poi alle “discese in campo”, alle “nipoti di Mubarak”, e poi …blablabla…
Gli italiani poi…
A quante cose abbiamo creduto senza sapere cosa nascondevano… Pensate a Cossiga (Gladio, servizi deviati..) , ad Andreotti (doppio stato invisibile, servizi deviati, mafia) e via via salendo fino alle nefandezze del mascellone pelato e più su verso Cadorna l’assassino, o la favoletta dei Savoia “liberatori”…
Insomma:
Quando abbiamo perso la capacità di capire la differenza tra lupo e pecora? Quando la pecora è diventata mannara? E, la domanda delle domande: Non sarebbe il caso di svegliarsi?
Di capire che nell’unione (dei migliori) c’è la forza, che non bisogna perdere nemmeno un momento per esser migliori, che non si deve mai (MAI) smettere di studiare?
Non sarebbe arrivata l’ora di capire che il vero e unico nemico dell’umanità migliore è l’ignoranza? (Che invece, da sempre, è l’alleata più fedele della peggiore…)
Torniamo alle enciclopedie (quelle vere, certificate) e lasciamo gli “esperti”, wikipedia, i “laureati all’università della vita” al loro destino.
Catafottiamo in mare aperto i “noncielodicono”, gli ignoranti che preferiscono esserlo, i manipolatori e… le pecore mannare.
C’è un mondo di persone belle e normali, colte e buone, curiose e sincere intorno a noi. Impariamo a riconoscerci e a fare comunità.
Torniamo insomma a esser Lupi, liberi e intelligenti, belli e indipendenti, lasciando stare le indigeste pecore negli ovili…
Che ne pensate? Non sarebbe il caso?