Lo stretching della Piccola Nube di Magellano
La Piccola Nube di Magellano – Small Magellanic Cloud (Smc), in inglese – è una galassia nana situata a circa 200mila anni luce dalla Terra, in direzione della costellazione del Tucano. Dopo la Grande Nube di Magellano (Lmc), sua “sorella maggiore”, è la galassia a noi più vicina, e per questo ampiamente studiata dalla comunità astronomica.
Uno degli ultimi studi che la riguardano è stato pubblicato il 15 maggio scorso su The Astrophysical Journal Letters. Oggetto della ricerca sono le cefeidi classiche della galassia, una classe di stelle variabili che gli astronomi utilizzano come “candele standard” per misurare le distanze cosmiche. Condotto da due ricercatori dalla Nagoya University, in Giappone, lo studio ha analizzato la dinamica di questi astri, scoprendo un comportamento anomalo: il loro moto in direzioni opposte.
La visione di Gaia delle Nubi di Magellano: a sinistra, la Grande Nube di Magellano; a destra, la Piccola Nube di Magellano. Crediti: Esa
Per giungere a questa conclusione, i ricercatori hanno utilizzato i dati del satellite Gaia dell’Agenzia spaziale europea. Incrociando questi dati, in particolare quelli della terza data release, con le informazioni sulle cefeidi raccolte durante l’esperimento Ogle (Optical Gravitational Lensing Experiment), i ricercatori sono riusciti a ottenere distanze e moti propri di ben 4.236 stelle cefeidi della galassia. I risultati delle indagini hanno indicato chiaramente lo strano schema di movimento stellare: mentre le più vicine alla Terra si muovono verso nord-est, quelle più lontane si spostano in direzione opposta, ovvero verso sud-ovest.
Secondo gli scienziati, questa complessa dinamica suggerisce che la Piccola Nube di Magellano sia soggetta a forze gravitazionali esterne. Un precedente studio dello stesso gruppo aveva già ipotizzato che la Piccola Nube di Magellano stesse subendo uno stiramento gravitazionale da parte della Grande Nube di Magellano. Le due galassie, infatti, sono legate gravitazionalmente, influenzando reciprocamente la loro struttura ed evoluzione. Dal nuovo studio emerge tuttavia che la galassia sia sottoposta a forze gravitazionali multiple: da un lato ci sarebbe l’attrazione esercitata dalla sorella più grande, la Grande Nube di Magellano; dall’altro, una forza esercitata da qualcosa che rimane al momento ignoto.
Illustrazione che mostra le due popolazioni di cefeidi osservate nello studio. In verde sono rappresentate le stelle più vicine, in magenta quelle più lontane. La stella verdesegna la posizione media delle stelle a meno di 180.000 anni luce, mentre la stella magenta indica la posizione media di quelle oltre i 230.000 anni luce. Le frecce che partono da queste stelle mostrano la direzione media del moto, rispettivamente verso nord-est e sud-ovest. Nella figura, la parte superiore corrisponde al nord e il lato sinistro all’est. Crediti: Satoya Nakano, Nagoya University
Secondo Kengo Tachihara, ricercatore della Nagoya University e co-autore dello studio, è possibile che questo qualcosa sia «la gravità della Via Lattea o l’effetto di un passato incontro ravvicinato tra le due Nubi di Magellano».
I risultati delle indagini indicano inoltre che le stelle della galassia non presentano un moto rotazionale coerente attorno al centro galattico, contrariamente a quanto osservato, ad esempio, nella Via Lattea. Questo, secondo i ricercatori, rafforza l’ipotesi che la Piccola Nube di Magellano presenti una dinamica unica, probabilmente modellata dalle interazioni gravitazionali con la Via Lattea e la Grande Nube di Magellano.
«La nostra scoperta mette in discussione le teorie precedenti sulla struttura e la dinamica di questa galassia», conclude il primo autore dello studio, Satoya Nakano. «È necessario ripensare le interazioni tra la Piccola Nube di Magellano, la Grande Nube di Magellano e la Via Lattea. In questo senso, servono nuove simulazioni che considerino la natura non rotante della galassia, per comprendere meglio questi complessi rapporti gravitazionali».
Per saperne di più:
- Leggi su The Astrophysical Journal Letters l’articolo “Dual Directional Expansion of Classical Cepheids in the Small Magellanic Cloud Revealed by Gaia Data Release 3” di Satoya Nakano e Kengo Tachihara