Che cos’è l’ISIS-K
Avviso contenuto: Il 22 marzo, un commando armato di terroristi ha fatto irruzione all’interno della Crocus City Hall di Mosca seminando il terrore. Gli uomini hanno aperto il fuoco indiscriminatamente contro chiunque gli si parasse davanti, facendo più di 130 vittime e fe
Il 22 marzo, un commando armato di terroristi ha fatto irruzione all’interno della Crocus City Hall di Mosca seminando il terrore. Gli uomini hanno aperto il fuoco indiscriminatamente contro chiunque gli si parasse davanti, facendo più di 130 vittime e ferendone più di 100. A rivendicare l’attacco terroristico è stato l’ISIS-K, affiliato dello Stato Islamico in Afghanistan.
Breve storia dell’ISIS-K
L’ISIS-K è stato fondato alla fine del 2014 da membri dissidenti dei talebani pakistani. La “K” fa riferimento al Khorasan, regione storica che comprendeva parti dell’Iran, del Turkmenistan e dell’Afghanistan. Il gruppo ha raggiunto il suo picco d’espansione nel 2018, per poi vedere i suoi ranghi dimezzati a circa 1.500-2.000 combattenti, in seguito agli attacchi aerei statunitensi e ai raid di commando talebani che ne hanno ucciso molti leader.
Dopo il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan nel 2021, però, c’è stata una ripresa del gruppo. L’ISIS-K ha portato a compimento un attentato suicida all’aeroporto internazionale di Kabul proprio nell’agosto 2021, uccidendo 13 soldati statunitensi e ben 170 civili. L’attacco ha elevato il profilo internazionale dell’ISIS-K, facendolo assurgere a grave minaccia. I talebani da allora cercano di impedire ai miliziani di impadronirsi del territorio o di reclutare quegli ex combattenti talebani rimasti da parte dopo la nascita del nuovo governo a Kabul.
Gli attacchi dell’ISIS-K
Nel mese di gennaio, in un post sul suo gruppo Telegram, l’ISIS-K ha affermato di essere dietro a un attentato che ha ucciso 84 persone a Kerman, in Iran. L’attacco è avvenuto durante una processione commemorativa per Qassim Suleimani, generale iraniano ucciso da un attacco di droni degli Stati Uniti all’inizio del 2020. Il gruppo aveva ripetutamente minacciato l’Iran accusandolo di politeismo e apostasia, rivendicando la responsabilità di diversi attacchi nel Paese.
L’ISIS-K potrebbe essere tornato a colpire, stavolta in Russia? Lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco, pubblicando un video attraverso il canale mediatico Amaq, apparentemente filmato da uno degli aggressori. Le accuse rivolte dai miliziani al Cremlino sono di avere le mani sporche di sangue musulmano. Le cause dell’attacco, per l’ISIS-K, sarebbero da rintracciare negli interventi russi in Afghanistan, Cecenia e Siria.
Cosa dice la Russia
Rapporti russi suggeriscono che i quattro principali aggressori, arrestati dall’FSB, provengono tutti dal Tagikistan. Un Paese dell’Asia centrale dal quale, secondo gli analisti che monitorano il gruppo, provengono gran parte dei membri dell’ISIS-K. Tuttavia Vladimir Putin non nel suo discorso alla nazione non ha citato il gruppo. Anzi, la propaganda russa si è subito attivata cercando di incolpare l’Ucraina, in una mossa che secondo molti mira ad alimentare la rabbia interna contro il Paese vicino e distogliere l’attenzione dalle lacune nel sistema di sicurezza di Mosca.
I funzionari ucraini hanno negato con veemenza qualsiasi coinvolgimento, affermando che Putin sta cercando di incolpare Kiev nel tentativo di creare un pretesto e intensificare la sua guerra decennale. I funzionari statunitensi hanno sostenuto la responsabilità dell’ISIS-K.
Fonti e approfondimenti
Ivanova, P., Miller, C., Parkin, B., Jilani, H., “How Ukraine war distracted Moscow from Isis-K threat”, The Financial Times, 24/03/2024
Reuters, “Explainer: What is ISIS-K, the group that attacked a Moscow concert hall?”, 23/03/2024
Schmitt, E., “What We Know About ISIS-K, the Group That Has Been Linked to the Moscow Attack”, The New York Times, 24/03/2024
Schmitt, E., “ISIS Affiliate Linked to Moscow Attack Has Global Ambitions”, The New York Times, 25/03/2024
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