Salta al contenuto principale


In Parlamento si ritiri la legge “Zanettin-Zullo” che impone a tutte le “Ada” di continuare a subire una tortura


“Il diritto di essere aiutati a morire inizia a essere rispettato: è stato finora riconosciuto a 18 persone. Il Parlamento non distrugga sulla pelle dei malati quanto stabilito dalla Corte costituzionale”


Se la legge “Zanettin-Zullo”, in discussione in Parlamento, fosse già stata in vigore, Ada non avrebbe potuto essere libera di scegliere (se e quando vorrà) l’aiuto medico alla morte volontaria. Né avrebbero potuto scegliere Laura Santi e Federico Carboni (primo caso in Italia) in Italia, e nemmeno Fabiano Antoniani, la persona a partire dalla quale la Corte costituzionale aveva definito i criteri per la depenalizzazione dell’“aiuto al suicidio”. Così come non avrebbero potuto scegliere Gloria, Anna, Serena, Vittoria.

Per Ada, infatti, non soltanto sarebbe stato estromesso il servizio sanitario nazionale (cioè la Asl che ha verificato le sue condizioni), ma non sarebbe nemmeno stato riconosciuto uno dei quattro criteri stabiliti dalla Corte nella versione che il testo di legge all’esame del Parlamento vuole modificare: non più “trattamenti di sostegno vitale” (come scritto dalla Consulta, includendo esplicitamente i trattamenti forniti da caregiver e familiari), ma “trattamenti sostitutivi di funzioni vitali”. Se la legge “Zanettin-Zullo” entrasse in vigore, le persone come Ada torneranno a essere costrette a subire condizioni che Ada stessa definisce di “tortura” contro la loro volontà.

È dunque necessario che in Parlamento maggioranza e opposizione convergano nel ritiro della legge “Zanettin-Zullo” per aprire un vero confronto, attraverso una sessione plenaria che discuta in modo libero dai dettami di partito e di coalizione.

L'articolo In Parlamento si ritiri la legge “Zanettin-Zullo” che impone a tutte le “Ada” di continuare a subire una tortura proviene da Associazione Luca Coscioni.