E fu così che nel giro di pochi giorni mi son visto tutti e tre i film su Nosferatu 😅
Versione breve: quello nuovo di Eggers è una mezza cagata pazzesca, quello di Herzog (1979) è bellissimo, quello di Murnau (1922) resta insuperato, anche se...
Versione lunga nel primo commento 👍🥸
Adriano Bono
in reply to Adriano Bono • •E fu così che nel giro dell'ultimo mese mi son visto tutti e tre i Nosferatu 😅
Quello di Murnau, capolavoro dell'espressionismo tedesco del 1922, mi angosciava fin da bambino, quando ne appariva qualche iconico fotogramma in tv. Ho avuto la rivincita finalmente di vederlo per intero, addirittura su grande schermo, al Cinema Troisi di Roma, qualche settimana fa. Molto bello. Non mi ha terrorizzato granché, anzi, a tratti mi ha fatto sorridere, perché comunque molto datato chiaramente, ma comunque resta un film che resta fortemente impresso nella memoria e assolutamente da vedere. E poi che storia assurda c'è dietro?! Viene denunciato per plagio perché, per non pagare i diritti agli eredi del grande successo editoriale di Bram Stoker, i produttori avevano pensato bastasse cambiare molte circostanze della storia originale (Conte Orlok invece di Conte Dracula, ambientazione in Germania invece che in Inghilterra, etc.etc.); i giudici però alla fine decidono per la distruzione di tutte le copie. Lo stesso Murnau ne nasconde una pellicola, e così arriva fino a noi in tutta la sua bellezza.
Una cosa che mi ha colpito parecchio durante la visione è quanto sia evidente la vena di antisemitismo che serpeggia per tutto il film, la stessa che serpeggiava anche nella società tedesca dell'epoca, tanto quanto in quella inglese di fine secolo nella quale il romanzo era nato. Forse è anche per questa forma di persecuzione che in qualche modo aleggia su tutta la pellicola che ho finito per commuovermi un po' per il povero Conte Orlok, il quale povero cristo poteva vivere per sempre, seppure nel suo stile un po' lugubre da non morto, e invece no, con quei suoi occhioni spalancati da bovino che si avvia verso la mannaia, finisce per venire incenerito al primo canto del gallo e raggio di sole, da quelle che a tutti gli effetti possono venir considerate "Le conseguenze dell'amore", per citare un altro bel film, e come Paul in Ultimo Tango a Parigi, per citare un altro film con finale, e non solo il finale forse, simile.
Poco tempo dopo invece siamo andati al Cinema Barberini (carissimo e snob ma almeno proietta sempre in Vos) a vederci il remake di Eggers, perché che fai, non ci vai?! Non mi è piaciuto molto. Tutto è affidato a una messa in scena sontuosa, alcune belle immagini, brave tutte, però boh, pochi spunti, poca ciccia, alla fin fine non è un film che dice granché di suo o che aggiunge qualcosa ai precedenti, a parte forse uno strizzare l'occhio in maniera un po' confusa e sconclusionata al ruolo della figura femminile nella storia. Alla fin fine comunque se non fosse per i classici trucchetti da film horror, tipo gli effetti audio improvvisi che ti fanno saltare sulla poltrona e robe del genere, il film non smuoverebbe molto a livello emotico. Quindi bocciato. Peccato perché i titoli precedenti di Eggers mi erano piaciuti invece. Purtroppo Hollywood e suoi soldi non fanno bene all'arte.
A metà strada, cronologicamente anche, tra il capolavoro low-cost di Murnau e la sontuosa mezza ciofeca di Eggers si pone il Nosferatu di Herzog (1979) che ci consegna un quanto mai magnetico Claus Kinski, una luminosa Isabelle Adjani, chr per bellezza e bravura mi ha ricordato Monica Bellucci, e poi degli spunti allegorici molto interessanti, come certe analogie tra vampirismo e "tossicodipendenza", che doveva essere molto sul pezzo all'epoca, e la scelta trasformare il vampiro nell'alter ego del classico intellettuale europeo in preda a un terribile spleen, alla noia e alla voglia di morire.
In tutto ciò ni sono anche letto tramite l'app Mlol la prima edizione Italiana (Sonzogno 1922) del romanzo e ne ho riletto ampi stralci, a distanza di trenta e più dalla prima volta in cui lo lessi da ragazzo in edizione tascabile economica.
Ora manca solo un altro tassello per completare la monografia: rivedere Fracchia Contro Dracula. Perché diciamo la verità: al netto di quel qualcosa di non ben precisato della storia del vampiro più famoso del mondo che ci risulta assolutamente irresistibile, è anche vero che in tutti e tre i film c'è anche una vena di ridicolo che rende la parodia altrettanto indispensabile, sia anche solo per sdrammatizzare. È vero o no?! 👍😅
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Adriano Bono
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