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DIFENDERE LE SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE. LA CONVENZIONE CITES ED I CARABINIERI FORESTALI


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La recente presentazione del Calendario CITES dei carabinieri Forestali che si occupano di tale materia, fornisce l'occasione per tornare a parlare di questo particolare servizio, non conosciuto da molti, che ha importanti ricadute in ambito di cooperazione internazionale tra forze di polizia.
Nel 1973, nell'ambito delle attività dell'ONU per l'ambiente, 80 paesi firmarono a Washington la Convenzione CITES (Convention on International Trade of Endangered Species) per la tutela della biodiversità, attraverso il controllo del commercio di specie di flora e fauna, rischio di estinzione o particolarmente vulnerabili.
Entrata in vigore il 1° luglio 1975, oggi conta ben 183 paesi, quasi la totalità dei componenti della comunità internazionale. Anche l'Italia quale paese membro, si è dotata di una specifica normativa, che è la legge 150 del 1999.
L’Arma dei carabinieri ha un ruolo da protagonista, quale co–Autorità di gestione.
Il commercio illegale delle specie selvatiche (wildlife traffic) è uno dei traffici illeciti più importanti al mondo, dopo quello di droga, armi ed esseri umani, ed è un fenomeno per sua natura transnazionale, che per essere contrastato richiede la collaborazione di organismi, autorità, organizzazioni governative e non–governative (ONG), per la raccolta delle informazioni, la loro disseminazione, lo scambio di esperienze, di tecniche investigative e di intelligence. Per questa ragione, su tutto il territorio nazionale sono dislocati oltre 50 uffici CITES che rilasciano mediamente circa 80.000 certificati che consentono l'importazione dopo verifiche all'anno, riguardanti animali riprodotti in cattività, ma anche zanne ed oggetti in avorio di elefante, articoli in pelle di rettile, tessuti e pellicce pregiati, piante ornamentali, legname e prodotti derivati dal legno.

Un’altra importante funzione del Servizio CITES è quello di educare alla legalità e sensibilizzare i cittadini, tra i quali vi sono anche viaggiatori e turisti.

L’Italia è un Paese di destinazione, si pensi ad esempio alla importazione illegale di pappagalli tropicali, ma va al riguardo sottolineato come sia anche Paese di origine del traffico: vi sono gruppi criminali coinvolti nella raccolta di nidi e nel traffico di specie di uccelli in via di estinzione (cardellini, verzellini ed altri), il cui mercato principale sono i Paesi europei. Cavallucci marini e i cetrioli di mare invece, raccolti lungo gli habitat costieri italiani, sono specie trafficate verso mercati cinesi.

Il video di presentazione del Calendario si può vedere qui
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