DE CATECHIZANDIS RUDIBUS - 25
Disposizioni di spirito
25. Ci sono anche persone che non desiderano diventare né ricche né potenti, ma preferiscono la tavola e i piaceri sessuali, o i divertimenti e gli spettacoli leggeri che nelle grandi città si trovano gratis. Ma anche costoro nei bagordi si riducono alla miseria. Di qui passano ai furti e alle violenze, e finiscono col darsi al brigantaggio. Ed eccoli, all’improvviso, preda di angosce e paure, passar dai canti dell’osteria ai pianti della prigione. Per la passione degli spettacoli diventano simili ai demoni, urlano e incitano alla lotta fino ad uccidersi, uomini che non hanno tra loro alcun motivo di rancore, per il solo scopo di appagare i gusti morbosi della gente. (14)
Se poi si accorgono che gli atleti hanno truccato la gara, li odiano e li perseguitano, reclamano che siano frustati come volgari litiganti, e per fare queste ingiustizie nominano anche un giudice. Tra tutti questi giocatori — gladiatori, attori, coristi, guidatori di carri o cacciatori, tutti poveri uomini costretti ad azzuffarsi non solo tra loro ma anche con le belve feroci — le preferenze del pubblico vanno a chi lotta con maggior ferocia: li apprezzano e si divertono tanto più quanto più li vedono inferociti. Sostengono i più eccitati, e con gli applausi li eccitano ancora di più. Fanno il tifo per l’uno o per l’altro, e così si accaniscono anche tra loro più ancora di quei poveracci che stanno provocando e che, pazzi, vogliono veder impazzire.
Sarà possibile poi che un animo così nutrito di discordie e di liti conservi la propria serenità interiore? La salute che hai dipende dal cibo che prendi.
In conclusione, a parte il fatto che queste gioie pazze non sono gioie, ma comunque siano, e per quanto possa dare di gioia lo sfoggio di ricchezza, o l’esaltazione della potenza, o le abbuffate della tavola, i combattimenti dei teatri, l’immondezza delle fornicazioni e la lascività delle terme, a portarsi via tutto questo basta una febbriciattola, che già fin che uno è vivo gli toglie ogni falsa gioia. Gli resta solo il vuoto e la ferita di una coscienza, che si prepara ad avere come giudice quel Dio che rifiutò di avere come custode, e troverà un Signore severo in colui che non volle cercare ed amare come padre.
Tu invece hai cercato la pace vera, quella che ai cristiani viene promessa dopo questa vita: e se amerai la legge di chi l’ha promessa, la gusterai anche qui, dolce e gioiosa, perfino in mezzo alle tribolazioni più amare dell’esistenza. Proverai subito che i frutti dell’onestà sono più gustosi che i frutti della malizia, e che l’uomo trova una gioia più vera nella coscienza retta, anche in mezzo agli affanni, che nella coscienza cattiva, anche in mezzo ai piaceri.
__________________________Note
(14) Agostino non se la prende col gioco in sé, ma con un tipo di giochi che da una parte è contro la dignità umana (il far combattere, e voler che si facciano a tutti i costi del male, delle persone che non ne hanno motivo), e dall'altra parte è segno di animo cattivo, di gusto per il sangue invece che di amore per la gioia e la pace. Cambiata la forma, il gioco violento non è scomparso ai nostri giorni: boxe, corse automobilistiche, ecc. Quanto spirito selvaggio-pagano è presente ancora in molti spettatori? La violenza negli stadi provoca ancora vittime! __________________________
«DE CATECHIZANDIS RUDIBUS»LETTERA AI CATECHISTI di Sant'Agostino di Ipponacon introduzione e note a cura di GIOVANNI GIUSTIEd. EDB – © 1981 Centro Editoriale Dehoniano Bolognacanoniciregolari-ic.com/s-agos…