NOVITÀ DI MARTEDÌ 10/9/24.
Una pioggia di libri nuovi invade gli scaffali, questa settimana. Spero di riuscire a presentarveli tutti.
NARRATIVA:
- WUNDERLAND di Francesco Recami (Sellerio). Un romanzo folle e sperimentale, in cui un uomo vive una vita tranquilla e abitudinaria in una città chiusa e onirica. L'amore però sconvolge ogni schema e rompe gli argini della realtà... Per saperne di più: scheda libro.
- L'ORA DI FELICITÀ di Cristina Frascà (Garzanti). Anna Tosetti è una giovane insegnante: non è ancora di ruolo, ma stavolta avrà una classe che potrà portare fino alla fine dell'anno. Il suo problema è che non riesce a non impicciarsi degli affari degli altri: cerca sempre di aiutare tutti, ma finisce per mettersi nei guai. Un libro che la sinossi promette “divertente, leggero e al contempo capace di raccontare la realtà del nostro tempo.” Per saperne di più: scheda libro.
- L'EMPORIO DEL CIELO E DELLA TERRA di James McBride (Fazi). Anni '30: una vivace comunità di immigrati ebrei e persone di colore, in una cittadina della Pennsylvania, è unita dai sogni, dalle sofferenze e dalle speranze per il futuro. Una storia di solidarietà e razzismo, sul valore della coesione delle relazioni sociali. Per saperne di più: scheda libro.
- PROVACI ANCORA, MISTER CASCIONE di Marco Marsullo (Feltrinelli). L'allenatore Vanni Cascione, senza incarico da tempo, viene ingaggiato per allenare una squadra di calcio di uno sperduto paese della Calabria. Non può permettersi di rifiutare, ma una volta a destinazione, ecco la sorpresa: la squadra è una squadra femminile... Una mia riflessione: la narrativa legata al calcio (inspiegabilmente, data la passione che la massa delle italiche genti riversa in tale sport), in Italia ha avuto sempre poca fortuna: pochi scrittori infatti hanno raccontato storie di pallone. Tutt'altro discorso riguarda i vendutissimi libri sul calcio per ragazzi... Per saperne di più: scheda libro.
- LO SPIRITO BAMBINO di Banana Yoshimoto (Feltrinelli). Un libro che parla dello spirito di un bambino piccolo che visita Misuzu di notte, nella sua casa. Non si tratta però di un libro di orrore, ma lo spirito del bimbo è l'occasione (come spesso accade nei libri di Banana Yoshimoto) per riflettere sulla vita e sulle relazioni. Per saperne di più: scheda libro.
- E TI CHIAMERANNO STREGA di Katia Tenti (Neri Pozza). Un romanzo che si ispira a una storia vera: nel castello di Fiè allo Sciliar, sulle Dolomiti, nel '500 ci fu un processo terribile e molte donne accusate di stregoneria vennero arse sul rogo. La protagonista di questo romanzo è una studiosa che cerca di far luce su quegli eventi, rendendo finalmente giustizia di crimini dettati dall'ignoranza e dal pregiudizio. Per saperne di più: scheda libro.
- PARADISE GARDEN di Elena Fischer (Gramma Feltrinelli). La quattordicenne Billie vive una vita felice e spensierata con sua madre, nonostante la povertà e lo squallore della periferia, ma un giorno la nonna arriva dall'Ungheria e Billie capisce che è il momento di affrontare la ricerca del padre. Per saperne di più: scheda libro.
NOIR, GIALLI E THRILLER:
- ACQUA SCURA di Charlotte Link (Corbaccio). Tutto ha origine in una notte di violenza in Scozia, quando Iris riesce a scampare al massacro di due famiglie, operato da uomini mascherati. Quindici anni dopo, Iris si trova di nuovo perseguitata dal passato... Per saperne di più: scheda libro.
- LA PENITENZA di Eliza Clark (Bollati Boringhieri). Un giornalista ricostruisce attraverso testimonianze e documenti un brutto caso di bullismo finito tragicamente 10 anni prima. La narrazione distorta e manipolata della cronaca nera sembra essere la vera protagonista di questo romanzo. Interessante. Per saperne di più: scheda libro.
- INDEPENDENCE SQUARE di Martin Cruz Smith (Mondadori). 2021: l'ispettore Arkady Renko sa che la Russia sta per invadere l'Ucraina, ma al momento è distratto da mille problemi personali e professionali. Riceve l'incarico di trovare un'attivista anti-Putin scomparsa e le indagini lo portano in Crimea... non credo sia necessario ricordare il più famoso libro di questo autore, ovvero il celeberrimo thriller GORKY PARK (1981), che lo ha consacrato sulla scena internazionale. Per saperne di più: scheda libro.
- MISTERO ALLA LIBRERIA SHERLOCK HOLMES di Vicki Delany (Newton Compton). Gemma (con il gatto Moriarty) gestisce la libreria del prozio Arthur (Conan Doyle), specializzata in libri gialli. Tra libri rari e clienti strambi, si caccia nei guai quando viene sospettata di un omicidio. Per saperne di più: scheda libro.
- LA RETE PORPORA di Carmen Mola (Salani). Secondo caso per l'ispettrice Elena Blanco, stavolta alle prese con un'organizzazione criminale potente e crudele, la Rete Porpora, che commercia nel Deep Web video e immagini di omicidi e torture. Se rispetta lo stile dei precedenti libri di Carmen Mola, si tratta di un thriller crudo e spietato. Per saperne di più: scheda libro.
- Sempre per Salani: NOSTRA SIGNORA DEI FULMINI di Giancarlo Piacci. Un protagonista in lotta con sé stesso: una multinazionale sta per aprire il più grande allevamento ittico del Mediterraneo proprio nel luogo in cui Vincenzo si è rifugiato per sfuggire al passato. Questa solenne inaugurazione divide la popolazione locale, e dalle parole grosse si passa alle mani. Un uomo di quelli coinvolti nella rissa muore decapitato nella vasca per l'allevamento dei pesci, e Vincenzo viene immediatamente sospettato dell'omicidio, perché fra tutti quelli che hanno avuto un diverbio violento con il morto, è l'unico che non ha un alibi. Nota: la bella copertina è disegnata da Zerocalcare... Per saperne di più: [scheda libro]8salani.it/libri/nostra-signora….
- LA CANTANTE DI PIGALLE E ALTRI RACCONTI di George Simenon (Adelphi). Continua la meritevole pubblicazione integrale degli scritti di Simenon da parte di Adelphi. In questo caso si tratta di quattro racconti, gli ultimi senza Maigret, scritti tra il 1950 e il 1953, qui pubblicati per la prima volta in italiano. Per saperne di più: scheda libro.
FANTASY:
- APPRENDISTA CERCASI. APPRENTICE TO THE VILLAIN di Hannah Nicole Maehrer (Sperling & Kupfer). Ecco il seguito di ASSISTENTE CERCASI: stavolta Evie, felicissima di lavorare per il Cattivo, si rende conto che il regno è in pericolo, perché la magia si sta indebolendo e le forze del bene sono sempre pronte alla battaglia... come il primo volume, anche questo presenta un'interessante inversione dei canoni e del punto di vista. Per saperne di più: scheda libro.
SAGGISTICA:
- CERCARE L'AGO EXTRATERRESTRE NEL PAGLIAIO COSMICO di Claudio Grimaldi (Apogeo). C'è vita oltre il nostro pianeta? L'autore di questo saggio prova a rispondere a questa domanda servendosi della fisica statistica: quante probabilità ci sono che un giorno saremo raggiunti da un messaggio di una civiltà extraterrestre? Per saperne di più: scheda libro.
- Due titoli di Nicoletta Cinotti per la collana Mindfulness con grazia e grinta della Gribaudo: TRASFORMARE LA RABBIA IN SAGGEZZA (scheda libro) e L'ANSIA PER L'IMPERFEZIONE (scheda libro). Si tratta di due libri molto carini, colorati e compatti, rispettivamente per imparare a gestire la rabbia (e incanalare questa emozione negativa in qualcosa di costruttivo) e per combattere la vergogna (e l'ansia che ne deriva) che ci colpisce a causa del senso di imperfezione e di vulnerabilità.
- I VISITATORI CELESTI di Chandra Candiani (Einaudi). I visitatori celesti di cui parla il titolo sono quattro messaggeri che ci consegnano una riflessione in quattro ambiti: la vecchiaia, la malattia, la morte, e la Via per affrontare il danno e la sofferenza. Per saperne di più: scheda libro.
- ON LEADERSHIP di Tony Blair (Silvio Berlusconi Editore). Primo volume di questa nuova casa editrice intitolata a Silvio Berlusconi: il celebre politico britannico firma un saggio sulla leadership e sul significato della politica in senso alto, basandosi sulla sua esperienza ultradecennale. In questo caso manca il sito di questa nuova casa editrice, così mi limiterò a linkare un articolo sul sito della Mondadori, qui.
- GRAZIE, OCCIDENTE! di Federico Rampini (Mondadori). Un libro sulle conquiste culturali, tecniche ed economiche dell'Occidente, che, secondo il noto opinionista, pur avendo migliorato il mondo non vengono riconosciute come tali. Per saperne di più: scheda libro.
- NEXUS di Yuval Noah Harari (Bompiani). Ecco la vera bomba: un nuovo saggio dell'autore di bestseller mondiali dell'antropologia come SAPIENS e HOMO DEUS. In questo volume (volumone, a dire il vero), analizza la storia delle reti di informazioni negli ultimi 10.000 anni (e dici poco). Naturalmente si arriva all'attualità della nostra crisi: con la disinformazione, i social, l'intelligenza artificiale che sembra non sappiamo ancora come maneggiare, eccetera. Da studioso dei processi umani, Harari analizza anche il rapporto tra informazione, verità e potere. Credo sia il libro definitivo sull'argomento. Per saperne di più: scheda libro.
- L'ULTIMO NEANDERTAL di Ludovic Slimak (Feltrinelli). Il ritrovamento, in una grotta del sud della Francia, di quello che potrebbe essere l'ultimo uomo di Neandertal potrebbe costringere a riscrivere i libri di storia dell'umanità e dei suoi movimenti. Per saperne di più: scheda libro.
- Sempre per Feltrinelli: L'IMPREVISTA. Susanna Turco che intervista Elly Schlein non solo sui temi della politica, ma anche sulla storia personale della leader del PD. Non mi dilungo oltre. Per saperne di più: scheda libro.
- SOLITUDINE DI ISRAELE di Bernard-Henri Lévy (La nave di Teseo). Un pamphlet sulla stretta attualità della guerra israelo-palestinese, sul significato dell'attacco del 7 ottobre e sugli eventi che hanno caratterizzato in questi ultimi mesi la martoriata terra del Medio Oriente, con una riflessione sul destino del popolo israeliano. Per saperne di più: scheda libro.
- LA MORTE NON ESISTE di Stéphane Allix (Harper Collins). Un'indagine sulla vita oltre la vita, basata su ricerche mediche e neuroscientifiche, e su testimonianze di esperienze di premorte. Per saperne di più: scheda libro.
- QUELLO CHE LE PIANTE NON DICONO di Riccardo Rizzetto (Sonzogno). Un libro in cui l'autore riesce a dare la voce alle piante, spiegando le strategie di sopravvivenza, di comunicazione e di riproduzione. Per saperne di più: scheda libro.
- NEI NERVI E NEL CUORE di Rosella Postorino (Solferino). Sottotitolo: Memoriale per il presente: si tratta infatti di un “diario pubblico” in cui l'autrice de LE ASSAGGIATRICI si sofferma a riflettere sulla realtà quotidiana, partendo dalla sua esperienza sradicata e dal suo senso di estraneità. Per saperne di più: scheda libro.
INFANZIA E RAGAZZI:
- UN ANNO DI LAVORETTI di Julia Rocking Craftart (Fabbri). Un manuale di lavoretti creativi da poter realizzare con materiali di recupero, diviso per stagioni e giornate particolari (Natale, Pasqua, Festa della mamma, Giornata dei calzini spaiati, eccetera). Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- IL MONDO È TRISTE SENZA DI ME! di Antonella Sbuelz, illustrazioni di Andrea Antinori (Feltrinelli). Una raccolta di poesie in rima baciata il cui sottotitolo dice tutto: Poesie per giorni dritti e storti: ogni poesia racconta una storia. Età di lettura: dai 6 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- SUPER BOMBARDA & CAPITAN FRIZZ CONTRO L'UOMO-COTECHINO di Guido Sgardoli ed Enrico Macchiavello (Piemme). Una nuova serie: Guido ed Enrichetto sono due supereroi che combattono i criminali. In questo primo libro, il super duo dovrà acciuffare il malvagio Uomo-cotechino. L'ho sfogliato: direi che è un libro scemo al punto giusto. Età di lettura: dai 7 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- MEGAMONSTER di David Walliams (HarperCollins). Su un'isola vulcanica, nella scuola Crudele, succedono cose strane e orribili: gli insegnanti sono cattivissimi (specialmente l'insegnante di scienze, la terribile Doktoressa), la mensa fa schifo e il mare è infestato dagli squali. Burla, una ragazzina sveglia, finisce lì per punizione e si accorge di un diabolico complotto... Età di lettura: dagli 8 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- L'ULTIMA ESTATE COI DISCHI VOLANTI di Maurizio Maggiani (Feltrinelli). Un'avventura (ai limiti dell'autobiografico), su una banda di ragazzi cacciatori di dischi volanti. Soprattutto credo che si tratti di un romanzo di formazione sulla magia delle storie e sui ricordi. Età di lettura: dai 12 anni. Per saperne di più: scheda libro
Santana - Abraxas (1970)
di Silvano Bottaro
Quando il “veggente” risalì la costa occidentale del continente americano, trovò un clima più temperato, gente meno aperta e un appartamento che per un paio di mesi gli fece rimpiangere la sistemazione messicana. A San Francisco incontrò il jazz e il rhythm'n'blues e dopo i quattro storici concerti al Fillmore West e l'apparizione a Woodstock, i Santana entrarono in studio e in pochi mesi uscirono prima con “Santana” e poi con “Abraxas”. Abraxas in linea con il nome ricavato da un passo di Demian di Herman Hesse è una grande opera di contaminazione di culture musicali differenti formalmente, come il blues e la musica latino-americana, sotto l'impronta comune del rock. Quello che prima degli altri e, alla luce di quanto è accaduto in seguito, meglio di altri, Santana ha individuato uno spazio vuoto nel mondo della musica di protesta, un luogo vergine in cui poter osare oltre i confini. Lavorando, quasi senza saperlo, in territori dai sapori “salsa” e “anime africane”, inventarono la world music. Abraxas è il matrimonio tra carnalità e spiritualità. Trentasette minuti di suoni avvolgenti, ritmici e passionali, intrecciati da abili mani di musicisti che volano liberamente in una musica arroventata dai ritmi afro-cubani e della lancinante melodia di una chitarra Gibson. A distanza di anni è ancora oggi molto difficile trovare un lavoro impregnato di tante musiche e tante ispirazioni diverse inglobate in un disco di trentasette minuti dalla fisionomia unica.
Ascolta: album.link/i/871146591
A DIOGNETO 7
VII.Dio e il Verbo1. Infatti, come ebbi a dire, non è una scoperta terrena da loro tramandata, né stimano di custodire con tanta cura un pensiero terreno né credono all'economia dei misteri umani. 2. Ma quello che è veramente signore e creatore di tutto e Dio invisibile, egli stesso fece scendere dal cielo, tra gli uomini, la verità, la parola santa e incomprensibile e l'ha riposta nei loro cuori. Non già mandando, come qualcuno potrebbe pensare, qualche suo servo o angelo o principe o uno di coloro che sono preposti alle cose terrene o abitano nei cieli, ma mandando lo stesso artefice e fattore di tutte le cose, per cui creò i cieli e chiuse il mare nelle sue sponde e per cui tutti gli elementi fedelmente custodiscono i misteri. Da lui il sole ebbe da osservare la misura del suo corso quotidiano, a lui obbediscono la luna che splende nella notte e le stelle che seguono il giro della luna; da lui tutto fu ordinato, delimitato e disposto, i cieli e le cose nei cieli, la terra e le cose nella terra, il mare e le cose nel mare, il fuoco, l'aria, l'abisso, quello che sta in alto, quello che sta nel profondo, quello che sta nel mezzo; lui Dio mandò ad essi. 3. Forse, come qualcuno potrebbe pensare, lo inviò per la tirannide, il timore e la prostrazione? 4. No certo. Ma nella mitezza e nella bontà come un re manda suo figlio, lo inviò come Dio e come uomo per gli uomini; lo mandò come chi salva, per persuadere, non per far violenza. A Dio non si addice la violenza. 5. Lo mandò per chiamare non per perseguitare; lo mandò per amore non per giudicare. 6. Lo manderà a giudicare, e chi potrà sostenere la sua presenza? 7. Non vedi (i cristiani) che gettati alle fiere perché rinneghino il Signore, non si lasciano vincere? 8. Non vedi, quanto più sono puniti, tanto più crescono gli altri? 9. Questo non pare opera dell'uomo, ma è potenza di Dio, prova della sua presenza.
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Approfondimenti
In un quadro sociale e culturale assai simile al nostro, la lettera a Diogneto – che cercava di conoscere le peculiarità della nuova religione diffusasi rapidamente nell’impero romano – presenta l’immagine del Dio dei cristiani. Dall’identità divina esposta nello scritto scaturisce un particolare profilo dei credenti che trova nella pluralità, nella complessità e nella diversità delle occasioni favorevoli per l’annuncio evangelico.
Per l’autore, il Dio unico dei cristiani è diverso da quello dei pagani poiché si è unito al suo popolo – cioè all’umanità – con amore. Questo è reso possibile dal fatto che Dio ha condiviso in Cristo la condizione delle creature ed è divenuto straniero e partecipe in tutto alla vita degli uomini. Questa immagine della divinità genera uno stile particolare che i credenti sono destinati a vivere e a diffondere nella terra. I cristiani, infatti, non usano la violenza per convertire ma propongono la loro novità con la vita vissuta nel quotidiano attraverso scelte ispirate al messaggio evangelico: chi prende su di sé il peso del prossimo e in ciò che è superiore cerca di beneficare l’inferiore; chi, dando ai bisognosi ciò che ha ricevuto da Dio, è come un Dio per i beneficati, egli è imitatore di Dio.
Dall’A Diogneto emerge chiaramente una verità che consiste nello stretto legame fra l’identità divina e l’agire dei cristiani nel mondo. La vita dei credenti è intesa come un vero e proprio luogo teologico nel quale vivere concretamente l’amore donato da Dio. In tal modo i discepoli del Cristo si lasciano plasmare dal Signore nel quale credono sino ad apparire – rispetto agli altri uomini – diversi e rinnovati poiché non fanno il male e si occupano del prossimo. Allora, il profilo dei cristiani nel mondo genera una forma particolare di cittadinanza contraddistinta non dalla paura della diversità o dal semplice rispetto delle leggi bensì dal tentativo di agire per imitare Dio.
Tratto da: La lezione dell’A Diogneto a servizio della Chiesa che verrà
La risposta dell'UE al riciclaggio di denaro
Il riciclaggio di denaro consente ai criminali di mascherare i proventi illeciti. L'Unione Europea ha adottato un pacchetto ambizioso per combattere il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. Nuove normative armonizzano le procedure e chiudono le lacune esistenti, mentre l'UE affronta le sfide del digital banking e delle criptovalute per migliorare la sicurezza finanziaria.
Leggi tutto qui:poliverso.org/display/0477a01e…
RICOSTRUZIONI
C'era una semplice idea: discendere in kayak il fiume Platano, più o meno da Balvano fino a Romagnano al Monte. Poi sgonfiare il kayak e percorrere la vecchia strada provinciale per tornare alla moto e riprendere la via in direzione Potenza. Trattavisi di piccola fuga dal quotidiano inventandosi una micro esplorazione domenicale dei dintorni nei quali si era cresciuti ma che non si conoscevano un granchè. Eravamo poi nel bel mezzo di una primavera piovosa e fredda, l'anno dell'alluvione in Romagna per intenderci, e anche tra le “montagne” lucane si sentivano i morsi del maltempo. Quella domenica che era un sabato uno squarcio di sole ci diede però la speranza di trovare anche un bel fiume in piena rispetto alla sua normale andatura di torrente svogliato ed affluente del ben più noto Sele. Erano almeno 27 anni che speravo di conoscere quei luoghi.
La vecchia ferrovia “fascista” che collega la Basilicata alla Campania passa tra gole di rocce calcaree di colore bianco acceso scavate proprio dal Platano. Alcuni indigeni le chiamano anche “Gole del Fiume Bianco” perchè in effetti in alcuni punti l'acqua assume un sorprendente colore biancastro mostrando la meraviglia del suo letto di rocce senza colore. Le vidi per la prima volta quando a 18 anni dovetti imbarcarmi su di un treno in direzione Salerno per la visita di leva. Mentre gli altri non commilitoni sfasciavano il vagone che li portava finalmente via da Potenza, io rimasi abbagliato da quei luoghi. Nell'Aprile 2023 la congiuntura astrale mi condusse finalmente su quelle strade.
La kayakata in effetti si dimostrò da subito più ostica del previsto. Non eravamo partiti in modalità “spedizione” ma con panino, moto e cannetta. Le rapide del Platano ci sorpresero praticamente dopo la prima curva. Pur senza rovesciarci e generare panico, alla fine fu il fiume a decidere per noi ogni passo, ogni piroetta, ogni insabbiata. Tanto che dopo alcune ore eravamo ancora abbastanza lontani da Romagnano e decidemmo così di fermarci al ponte di Annibale, da cui raccontano passarono anche degli elefanti durante le ormai lontanissime guerre puniche. Infreddoliti ma colmi di adrenalina iniziammo la risalita della valle per incontrare la vecchia strada privinciale e di lì incamminarci verso il parcheggio della moto che era non lontano dalla stazione ferroviaria di Balvano.
Tra prati e viste mozzafiato, strade solitarie e vecchi covi briganti, rientrammo a Balvano per celebrare l'impresa in un baretto della piazza centrale del paese e fare due chiacchiere con gli indigeni. Fu allora che Balvano entrò nella mia vita e più meno da qui parte questo nuovo sforzo letterario.
[EN]
There was a simple idea: to kayak down the Platano River, more or less from Balvano to Romagnano al Monte. Then, deflate the kayak and take the old provincial road back to the motorcycle and head towards Potenza. It was meant to be a small escape from the daily grind, creating a micro-Sunday exploration of the surrounding areas where I had grown up but never really knew well. We were in the midst of a rainy and cold spring, the year of the flood in Romagna, to give you an idea, and even among the Lucanian “mountains,” the bad weather was making itself felt. That Sunday, which was actually a Saturday, a break in the clouds gave us hope of finding a river in full flow, unlike its usual lazy stream behavior as a tributary of the more famous Sele. I had been hoping to explore those places for at least 27 years.
The old “fascist” railway that connects Basilicata to Campania passes through gorges of bright white limestone carved by the Platano itself. Some locals call them the “White River Gorges” because in certain spots, the water takes on a surprising whitish hue, revealing the beauty of its colorless rocky bed. I first saw them when I was 18, on a train heading to Salerno for my military conscription visit. While the others, non-comrades, were wrecking the train car, finally escaping from Potenza, I was dazzled by those places. In April 2023, the stars finally aligned, leading me back to those roads.
The kayaking adventure turned out to be more challenging than expected. We didn’t start in “expedition” mode but with a sandwich, motorcycle, and a spliff. The rapids of the Platano surprised us practically after the first bend. Without capsizing or causing panic, it was the river that decided each step for us: each spin, each grounding. After several hours, we were still quite far from Romagnano, so we decided to stop at the Hannibal's Bridge, which, according to legend, saw elephants cross during the long-ago Punic Wars. Cold but filled with adrenaline, we began the ascent of the valley to reach the old provincial road and from there headed towards the motorcycle parking, which was not far from Balvano’s train station.
Amidst meadows and breathtaking views, solitary roads, and old bandit hideouts, we returned to Balvano to celebrate the achievement in a small bar in the town's central square and chat with the locals. It was then that Balvano entered my life, and it is more or less from here that this new literary effort begins.
[ES]
Había una idea simple: descender en kayak por el río Platano, más o menos desde Balvano hasta Romagnano al Monte. Luego, desinflar el kayak y tomar la vieja carretera provincial para regresar a la moto y continuar el viaje en dirección a Potenza. Se trataba de una pequeña escapada de la rutina diaria, inventando una microexploración dominical de los alrededores en los que uno había crecido pero que no conocía muy bien. Estábamos en medio de una primavera lluviosa y fría, el año de la inundación en Romagna, para que te hagas una idea, y también entre las “montañas” de Lucania se sentían los efectos del mal tiempo. Ese domingo, que en realidad era un sábado, un rayo de sol nos dio la esperanza de encontrar un río caudaloso, diferente de su habitual andar perezoso como afluente del más famoso Sele. Llevaba al menos 27 años esperando conocer esos lugares.
La antigua vía férrea “fascista” que conecta Basilicata con Campania pasa por gargantas de roca caliza de un blanco brillante, excavadas por el mismo río Platano. Algunos lugareños las llaman las “Gargantas del Río Blanco” porque, de hecho, en algunos puntos el agua adquiere un sorprendente tono blanquecino, mostrando la maravilla de su lecho de rocas incoloras. Las vi por primera vez cuando, a los 18 años, tuve que subirme a un tren con dirección a Salerno para la revisión militar. Mientras los demás, mis non compañeros de armas, destrozaban el vagón que los alejaba finalmente de Potenza, yo quedé deslumbrado por esos paisajes. En abril de 2023, la alineación astral finalmente me llevó a esas carreteras.
La aventura en kayak resultó ser más difícil de lo esperado. No habíamos salido en modo “expedición”, sino con un bocadillo, una moto y “un porro”. Las corrientes del Platano nos sorprendieron prácticamente en la primera curva. Sin volcarnos ni causar pánico, fue el río el que decidió por nosotros cada paso, cada giro, cada encallamiento. Tanto que, después de varias horas, aún estábamos bastante lejos de Romagnano y decidimos detenernos en el Puente de Aníbal, por donde, según cuentan, también pasaron elefantes durante las ya lejanas guerras púnicas. Con frío pero llenos de adrenalina, comenzamos el ascenso del valle para encontrar la antigua carretera provincial y, de ahí, caminar hacia el aparcamiento de la moto, que no estaba lejos de la estación de tren de Balvano.
Entre prados y vistas impresionantes, carreteras solitarias y viejos escondites de bandidos, volvimos a Balvano para celebrar la hazaña en un pequeño bar de la plaza central del pueblo y charlar con los lugareños. Fue entonces cuando Balvano entró en mi vida, y más o menos desde aquí comienza este nuevo esfuerzo literario
Milton Nascimento - Clube Da Esquina Lô Borges (1972)
Clube da Esquina è un doppio album del 1972 del collettivo di artisti musicali brasiliani Clube da Esquina, accreditato a Milton Nascimento e Lô Borges. Considerato un disco importante nella storia della musica brasiliana, presenta arrangiamenti di Eumir Deodato e Wagner Tiso e conduzioni di Paulo Moura. L'album ha attirato l'attenzione per le sue composizioni impegnate e la varietà di suoni. Nonostante la credenza popolare, la foto sulla copertina dell'album non raffigura Borges e Nascimento da bambini. È stata scattata da un membro del collettivo, il fotografo brasiliano Cafi (Carlos da Silva Assunção Filho), sul ciglio di una strada nello stato rurale settentrionale di Rio de Janeiro. A causa del crescente interesse pubblico per il 40° anniversario dell'album, è stata condotta una ricerca dei due ragazzi, identificandoli con successo come Antonio Rimes e Antônio Carlos Rosa de Oliveir
Ascolta: album.link/i/1473446573
A DIOGNETO 6
VI. L'anima del mondo1. In una parola: i cristiani sono nel mondo quello che è l'anima nel corpo. 2. L'anima si trova in tutte le membra del corpo e anche i cristiani sono sparsi nelle città del mondo. 3. L'anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo. L'anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile, anche i cristiani si vedono abitare nel mondo, ma il loro vero culto a Dio rimane invisibile. 5. La carne, pur non avendo ricevuto ingiustizia alcuna, si accanisce con odio e muove guerra all'anima, perché questa le impedisce di godere dei piaceri carnali; così anche il mondo odia i cristiani pur non avendo ricevuto ingiuria alcuna, solo perché questi si oppongono al male. 6. Sebbene ne sia odiata, l'anima ama la carne e le sue membra, così anche i cristiani amano coloro che li odiano. 7. L'anima è rinchiusa nel corpo, ma essa a sua volta sorregge il corpo. Anche i cristiani sono trattenuti nel mondo come in una prigione, ma sono essi che sorreggono il mondo. 8. L'anima immortale abita in una tenda mortale, così anche i cristiani sono come dei pellegrini in viaggio tra cose corruttibili, ma aspettano l'incorruttibilità celeste. 9. L'anima, maltrattata nei cibi e nelle bevande, diventa migliore. Così anche i cristiani, esposti ai supplizi, crescono di numero ogni giorno. 10. Dio li ha messi in un posto così nobile, che non è permesso a loro di abbandonarlo.
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Approfondimenti
La prima menzione dell'A Diogneto, nei documenti conciliari (che è forse la più importante e certo la più nota) è quella contenuta in Lumen gentium 38, ossia il numero conclusivo del capitolo 4 sui laici: «Ogni laico deve essere davanti al mondo il testimone della risurrezione e della vita del Signore Gesù e il segno del Dio vivo. Tutti insieme, e ognuno per la sua parte, devono alimentare il mondo con i frutti spirituali (cf. Gal 5,22) e in esso diffondere lo spirito, da cui sono animati i poveri, i miti e i pacifici, che il Signore nel vangelo proclamò beati (cf. Mt 5,3-9). In una parola: “ciò che l’anima è nel corpo, questo siano nel mondo i cristiani”: Lettera a Diogneto 6)». Il testo conciliare pare quindi quasi riassumere tutto l’insegnamento sulla missione laicale con le parole del nostro scritto sulla famosa opposizione dialettica anima-corpo / cristiani-mondo.
La citazione di A Diogneto VI,1 menzionata da Lumen gentium 38 viene poi richiamata in Gaudium et spes 40 (la Chiesa è «quasi l’anima della società umana»). Se la forma dell’accenno è allusiva, esplicita è invece l’intenzione dei padri conciliari, come si evince dalla nota che accompagna il documento, che rimanda espressamente al testo e alla nota di Lumen gentium 38 in oggetto: «Perciò la Chiesa, che è insieme società visibile e comunità spirituale, cammina insieme con l’umanità tutta e sperimenta assieme al mondo la medesima sorte terrena; essa è come il fermento e quasi l’anima della società umana, destinata a rinnovarsi in Cristo e a trasformarsi in famiglia di Dio».
Anche in Ad Gentes 15 si propone una significativa menzione del nostro scritto. Essa comunque si presenta leggermente adattata al contesto generale del discorso e piegata alle finalità missionarie ed ecumeniche del tempo: «I fedeli, che da tutti i popoli sono riuniti nella Chiesa, “non sono separati dagli altri uomini né per governo, né per lingua né per istituzioni politiche” (Lettera a Diogneto 5); perciò debbono vivere per Iddio e per il Cristo secondo le usanze e il comportamento del loro paese: come buoni cittadini essi debbono coltivare un sincero e fattivo amor di patria, evitare ogni forma di razzismo e di nazionalismo esagerato e promuovere l’amore universale tra i popoli».
Le menzioni conciliari dello scritto conservano la loro massima importanza, in quanto il Vaticano II e tutta la sua preparazione sono stati per eccellenza “luogo” di ripensamento in toto della fede cristiana, ossia della presenza evangelizzatrice dei cristiani nel mondo, dove “mondo” significa in primo luogo società, cultura e politica.
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Fiumi di Emozioni
In un vortice di tempo, un'eterna danza, fiumi saremmo stati, dove l'anima si perde, si ritrova e avanza, straripando nelle vene della terra.
Ci fonderemmo, in questo mare di istanti, confluiti nel grembo del mondo, tra ricordi e speranze, sogni erranti, lasciando dissolti argini e confini.
Un fiume di emozioni scorre incessante, nel canto perpetuo dell'acqua, travolge e trascina in un turbine costante. Ci fonderemmo.
Parole intrecciate come rami di un albero, un vento senza direzione, che crea armonia, un canto libero, e raccoglie i sogni dispersi.
A DIOGNETO 5
V. Il mistero cristiano1. I cristiani non si differenziano dal resto degli uomini né per territorio, né per lingua, né per consuetudini di vita. 2. Infatti non abitano città particolari, né parlano qualche strano linguaggio, né conducono uno speciale genere di vita. 3. La loro dottrina non è stata inventata per riflessione e indagine di uomini amanti delle novità, né essi si appoggiano, come taluni, sopra un sistema filosofico umano. 4. Abitano in città sia greche che barbare, come capita, e pur seguendo nel vestito, nel vitto e nel resto della vita le usanze del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, per ammissione di tutti, incredibile. 5. Abitano ciascuno la loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutte le attività di buoni cittadini e accettano tutti gli oneri come ospiti di passaggio. Ogni terra straniera è patria loro, e ogni patria è terra straniera. 6. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. 7. Mettono in comune la mensa, ma non il letto. 8. Vivono nella carne, ma non secondo la carne. 9. Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. 10. Trascorrono la loro vita sulla terra, ma la loro cittadinanza è quella del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma, con il loro modo di vivere, superano le leggi. 11. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. 12. Sono sconosciuti eppure condannati. Sono mandati a morte, ma con questo ricevono la vita. 13. Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto abbondano. 14. Sono disprezzati, ma nel disprezzo trovano la loro gloria. Sono oltraggiati e intanto si rende testimonianza alla loro giustizia. 15. Sono ingiuriati e benedicono; sono maltrattati ed onorano. 16. Facendo del bene vengono puniti come malfattori; condannati gioiscono come se ricevessero la vita. 17. Dai giudei sono combattuti come stranieri, e i pagani li perseguitano. Ma quanti li odiano non sanno dire il motivo della loro inimicizia.
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Approfondimenti
Quale vita i cristiani vivono nel mondo? E cosa significa che «ogni terra straniera è patria loro, e ogni patria è terra straniera»?
Per far luce sulla vita dei cristiani in mezzo a tutte le altre persone, bisogna anzitutto guardare alla vita di Gesù, cui i suoi discepoli fin dai primi secoli si sono ispirati. Gesù ha condiviso con discepoli e discepole la sua itineranza, a partire dalla Galilea, passando per città e villaggi, fino alla morte a Gerusalemme. Nel suo peregrinare ha incontrato tutti: giusti e peccatori, malati e sani, giovani e vecchi, giudei e pagani.
La comunità cristiana comincia a delineare il suo rapporto con il mondo a partire dall’esempio di Gesù: una comunità aperta a tutti dunque, senza discriminazioni di lingua, cultura o status sociale. La fede in Gesù Cristo implica una testimonianza concreta nella società, anche attraverso azioni, scelte, comportamenti che hanno un’incidenza politica, sociale ed economica: «[I cristiani] obbediscono alle leggi stabilite, ma, con il loro modo di vivere, superano le leggi». Ogni terra straniera è per loro patria, perché la fraternità che si sentono chiamati a costruire supera i confini tracciati dalla politica; e ogni patria è per loro terra straniera, perché in ultima istanza questa fraternità e solidarietà assaporate oggi attendono una pienezza che sarà possibile solo nel compimento del regno di Dio, vera “patria” del cristiano e di ogni uomo e di ogni donna, dove la morte e il male non ci saranno più e si gusterà solo una vita traboccante di gioia condivisa in cui tutti sono inclusi.
L’illusione del consumo: Identità nella società postmoderna
Non è una novità, e sappiamo perché lo facciamo: siamo schiavi, ingiustificatamente giustificati, di un sistema che, nella maniera più subdola, ci divora e logora, spingendoci a compiere scelte che altrimenti non avremmo mai fatto. Compro questo prodotto per definire me stesso, per rivendicare un'identità, per raccontare chi sono all'interno della mia vita. Ognuno di noi, nella cultura postmoderna, non fa altro che portare avanti il proprio ego attraverso gli oggetti, in un costante intreccio di finzione e auto-rappresentazione, dove essere e avere si sovrappongono, e io divento ciò che possiedo. Io sono questa maglietta, sono quei quadri appesi, sono i libri che ho letto, sono gli oggetti che ho acquistato, sono i prodotti che consumo. Marx aveva descritto perfettamente la trasformazione dell'individuo in lavoratore nell'era industriale. Con la cultura di massa della seconda metà del Novecento, siamo passati da lavoratori a consumatori. Un consumatore, in parole semplici, è un lavoratore che non sa di esserlo. In qualunque momento della nostra vita, che ci troviamo in fabbrica, in ufficio o a scuola, siamo sempre funzionali al sistema economico in cui viviamo. I nostri desideri sono mercificati, i nostri istinti sono diventati una merce, il nostro tempo libero e il nostro intrattenimento sono una merce. Non facciamo altro che acquistare e spendere energie e risorse in un sistema che non ha fine, ma si autoalimenta all'infinito proprio grazie a questo processo di auto-definizione identitaria che passa attraverso gli oggetti che possediamo. Io sono i libri che ho letto, la musica che ascolto, i film che guardo, i prodotti che consumo. Questa è l'industria culturale, il nuovo paradigma della società dell'intrattenimento, dove consumiamo all'infinito e ogni nostra azione è funzionale al sistema economico capitalistico che ci ingloba. Basti pensare, dal punto di vista strutturale, all'introduzione delle "storie" nate su Snapchat e poi adottate da Instagram e altre piattaforme. Ormai sono ovunque: un prodotto usa e getta, creato con leggerezza perché si sa che dopo ventiquattr'ore scomparirà senza lasciare traccia. In modo passivo lo si vuole consumare, guardare, per paura di perdersi qualcosa; si sa che sparirà. È il trionfo dell'usa e getta e dell'obsolescenza programmata, il nichilismo più totale. Si crea per distruggere, e proprio nella consapevolezza che durerà poco, le persone sono ancora più incentivate a consumarlo. Prendendo in considerazione solo un momento l'aspetto religioso: per Marx, il cristianesimo e in generale tutte le religioni erano l'oppio dei popoli, offrendo la possibilità di un riscatto ultraterreno. Oggi viviamo la stessa dinamica sui social, con quello che potremmo chiamare _l'oppio dei popular_. La visibilità che possiamo ottenere grazie al nostro talento sembra offrirci un riscatto per tutto ciò che non riusciamo a ottenere a livello di meritocrazia nella vita reale; ma è una gigantesca illusione, perpetuata dai social, dalla rivoluzione digitale, dal web 2.0 e dalla tecnologia. I social non sono né “The Sims” né “Second Life”; bensì un'estensione della nostra vita. Noi non siamo degli avatar su queste piattaforme: siamo noi stessi, e queste hanno riassorbito tutto ciò che fa parte della società in cui viviamo. Le aziende che possiedono i social network seguono le logiche capitalistiche. E così, i social più mainstream, nati per favorire la condivisione di contenuti, si sono trasformati in piattaforme di ostentazione egoistica e nichilista, diventando strumenti al servizio del realismo capitalista dei quali siamo inconsciamente dipendenti a causa dell’effetto dopaminico.
Eco di Tempesta e Ricordi
Ho atteso l'estate con ansia silente, Un'attesa febbrile, un agosto frettoloso, che scivola via lento, lasciando un settembre dipinto d'alba rosea e piovosa.
Ogni istante, un'eco di dolore, Sogni infranti, speranze sbiadite, pensieri grigi, speravo in settembre, nel suo dolce risveglio, ma fu una tempesta d'anime, urla e lamenti.
Settembre giunse, con l’alba dipinta, Lacrime amare, rabbia e paura, un diluvio incessante, un gelido abbraccio di pioggia e vento, mentre il cuore si screpola, ma
...mentre il cuore si screpola, la sete di te persiste. Un ciclo infinito, un eterno divenire, settembre, è solo un altro capitolo, ma in ogni pagina, il tuo ricordo mi ferisce.
CRIMINALITA' INFORMATICA. LA CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE
Il comitato istituito dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite per negoziare una nuova convenzione sulla criminalità informatica dopo tre anni di lavoro ha concordato un progetto di testo della convenzione.
Si prevede che il progetto di convenzione sarà adottato dall’Assemblea Generale entro la fine dell’anno, diventando così il primo strumento globale giuridicamente vincolante contro la criminalità informatica. Il trattatoentrerà in vigore solo dopo la ratifica dei 40 Stati. Fino ad oggi il documento internazionale di riferimento in materia di cybercrime era la Convenzione sulla criminalità informatica del Consiglio d’Europa, la cosiddetta Convenzione di Budapest, adottata nel 2001, con due protocolli addizionali, che ha avuto l’adesione di 68 Stati tra europei, Italia compresa, ed extraeuropei.
Leggi tutto qui:poliverso.org/display/0477a01e…
Bad Brains - I Against I (1986)
I Against I è il terzo album in studio della rock band americana Bad Brains. È stato pubblicato il 21 novembre 1986 tramite SST Records con il numero di catalogo SST 065. L'album più venduto nel catalogo della band, I Against I vede la band diversificarsi dal loro primo stile hardcore punk per toccare funk, soul, reggae e heavy metal. È anche incluso nel libro 1001 Albums You Must Hear Before You Die. La traccia del titolo era un video diretto da Paul Rachman (Rachman avrebbe poi diretto il film documentario American Hardcore). Il titolo I Against I presumibilmente si riferisce alla comune frase rastafariana I e I, che viene utilizzata al posto della prima persona plurale (cioè noi) per indicare l'unione dell'oratore, del pubblico e di Jah (Dio) in amore e pace. Su suggerimento del produttore, la voce di “Sacred Love” è stata registrata telefonicamente dalla prigione dove H.R. stava scontando la pena per spaccio di marijuana.
Ascolta: album.link/i/1469831735
A DIOGNETO 3-4
III. Il culto giudaico1. Inoltre, credo che tu piuttosto desideri sapere perché essi non adorano Dio secondo gli ebrei. 2. Gli ebrei hanno ragione quando rigettano l'idolatria, di cui abbiamo parlato, e venerano un solo Dio e lo ritengono padrone di tutte le cose. Ma sbagliano se gli tributano un culto simile a quello dei pagani. 3. Come i greci, sacrificando a cose insensibili e sorde dimostrano stoltezza, così essi, pensando di offrire a Dio come ne avesse bisogno, compiono qualche cosa che è simile alla follia, non un atto di culto. 4. «Chi ha fatto il cielo e la terra e tutto ciò che è in essi», e provvede tutti noi delle cose che occorrono, non ha bisogno di quei beni. Egli stesso li fornisce a coloro che credono di offrirli a lui. 5. Quelli che con sangue, grasso e olocausti credono di fargli sacrifici e con questi atti venerarlo, non mi pare che differiscano da coloro che tributano riverenza ad oggetti sordi che non possono partecipare al culto. Immaginarsi poi di fare le offerte a chi non ha bisogno di nulla!
IV. Il ritualismo giudaico1. Non penso che tu abbia bisogno di sapere da me intorno ai loro scrupoli per certi cibi, alla superstizione per il sabato, al vanto per la circoncisione, e alla osservanza del digiuno e del novilunio: tutte cose ridicole, non meritevoli di discorso alcuno. 2. Non è ingiusto accettare alcuna delle cose create da Dio ad uso degli uomini, come bellamente create e ricusarne altre come inutili e superflue? 3. Non è empietà mentire intorno a Dio come di chi impedisce di fare il bene di sabato? 4. Non è degno di scherno vantarsi della mutilazione del corpo, come si fosse particolarmente amati da Dio? 5. Chi non crederebbe prova di follia e non di devozione inseguire le stelle e la luna per calcolare i mesi e gli anni, per distinguere le disposizioni divine e dividere i cambiamenti delle stagioni secondo i desideri, alcuni per le feste, altri per il dolore? 6. Penso che ora tu abbia abbastanza capito perché i cristiani a ragione si astengono dalla vanità, dall'impostura, dal formalismo e dalla vanteria dei giudei. Non credere di poter imparare dall'uomo il mistero della loro particolare religione.
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Approfondimenti
Uno sconosciuto autore cristiano del II secolo scrive a un colto pagano, Diogneto, il quale vuole capire chi sono e come vivono i cristiani, e conoscere il loro messaggio. La lettera continua con una critica sommaria e dura del giudaismo.
Jefferson Airplane — Volunteers (1969)
di Silvano Bottaro
A metà degli anni sessanta, specialmente in California esplodono le feste hippy, la sbornia mistica, l’equazione tra amore e libertà trionfa, la maggior parte dei gruppi West-Coast sono attivissimi ed in prima fila nella contestazione al “sistema” ed alla guerra al Vietnam.
I Jefferson, formatosi nel ’65, conoscono già il successo, soprattutto grazie a un percorso artistico che partendo dal folk revival acustico li portano alla psichedelia, al rock “acido”, alle ballate libertarie e impegnate. La loro “visione” musicale è per lo più una ricerca collettiva che li porta pian piano ad annullarsi come entità fissa per ridefinirsi come collettivo aperto alle collaborazioni.
Nel novembre del 1969 esce “Volunteers” il loro l’album più polemico. Gli ospiti del disco sono come sempre importanti: Jerry Garcia, Joey Covington, David Crosby, Nicky Hopkins al pianoforte e Stephen Stills all’organo hammond. Paul Kantner, Steve Stills e David Crosby firmano insieme “Wooden ships” uno dei momenti più riusciti dell’album. “Volunteers” si apre con “We can be together”, un vero e proprio inno alla fratellanza mentre “Hey Fredrick”, scritta da Grace Slick è uno dei momenti più toccanti con il piano di Nicky Hopkins. Altri brani interessanti sono “Good Shepherd” un traditional arrangiato da Jorma Kaukonen e “Meadowlands” con Grace Slick all’organo.
Un album fantasioso, provocatorio nel quale i Jefferson esprimono la violenta presa di posizione del gruppo sui temi politici in linea con la protesta studentesca nei “campus” delle università californiane. Musicalmente il disco è costruito intorno al talento individuale dei vari componenti della band che presentano Grace Slick alla voce, Paul Kantner alla chitarra, Marty Balin (fondatore del gruppo), Jorma Kaukonen alla chitarra, Spencer Dryden alla batteria e Jack Casady al basso.
La musica dei Jefferson Airplane è stata un perfetto esempio di musica allo stesso tempo militante, almeno nell’accezione del grande movimento americano, e totalmente disposto ad ogni “apertura”. Questa peculiarità è confermata in “Volunteers”, nel quale il vecchio patriottismo, l’attaccamento ai valori fondamentali della nazione americana, erano completamente rigenerati alla luce della rivoluzione di quegli anni: una vera e propria chiamata alle armi che col senno di poi suona come il canto del cigno del movimento.
Ascolta: album.link/i/271664884
A DIOGNETO 1-2
EsordioI.1. Vedo, ottimo Diogneto, che tu ti accingi ad apprendere la religione dei cristiani e con molta saggezza e cura cerchi di sapere di loro. A quale Dio essi credono e come lo venerano, perché tutti disdegnano il mondo e disprezzano la morte, non considerano quelli che i greci ritengono dèi, non osservano la superstizione degli ebrei, quale amore si portano tra loro, e perché questa nuova stirpe e maniera di vivere siano comparsi al mondo ora e non prima. 2. Comprendo questo tuo desiderio e chiedo a Dio, che ci fa parlare e ascoltare, che sia concesso a me di parlarti perché tu ascoltando divenga migliore, e a te di ascoltare perché chi ti parla non abbia a pentirsi.
L'idolatriaII.1. Purìficati da ogni pregiudizio che ha ingombrato la tua mente e spògliati dell'abitudine ingannatrice e fatti come un uomo nuovo da principio, per essere discepolo di una dottrina anche nuova come tu stesso hai ammesso. Non solo con gli occhi, ma anche con la mente considera di quale sostanza e di quale forma siano quelli che voi chiamate e ritenete dèi. 2. Non (sono essi) pietra come quella che si calpesta, bronzo non migliore degli utensili fusi per l'uso, legno già marcio, argento che ha bisogno di un uomo che lo guardi perché non venga rubato, ferro consunto dalla ruggine, argilla non più scelta di quella preparata a vile servizio? 3. Non (sono) tutti questi (idoli) di materia corruttibile? Non sono fatti con il ferro e con il fuoco? Non li foggiò lo scalpellino, il fabbro, l'argentiere o il vasaio? Prima che con le loro arti li foggiassero, ciascuno di questi (idoli) non era trasformabile, e non lo può (essere) anche ora? E quelli che ora sono gli utensili della stessa materia non potrebbero forse diventare simili ad essi se trovassero gli stessi artigiani? 4. E per l'opposto, questi da voi adorati non potrebbero diventare, ad opera degli uomini, suppellettili uguali alle altre? Non sono cose sorde, cieche, inanimate, insensibili, immobili? Non tutte corruttibili? Non tutte distruttibili? 5. Queste cose chiamate dèi, a queste servite, a queste supplicate, infine ad esse vi assimilate. 6. Perciò odiate i cristiani perché non le credono dèi. 7. Ma voi che li pensate e li immaginate tali non li disprezzate più di loro? Non li deridete e li oltraggiate più voi che venerate quelli di pietra e di creta senza custodi, mentre chiudete a chiave di notte quelli di argento e di oro, e di giorno mettete le guardie perché non vengano rubati? 8. Con gli onori che credete di rendere loro, se hanno sensibilità, siete piuttosto a punirli. Se non hanno i sensi siete voi a svergognarli con sacrificio di sangue e di grassi fumanti. 9. Provi qualcuno di voi queste cose, permetta che gli vengano fatte. Ma l'uomo di propria volontà non sopporterebbe tale supplizio perché ha sensibilità e intelligenza; ma la pietra lo tollera perché non sente. 10. Molte altre cose potrei dirti perché i cristiani non servono questi dèi. Se a qualcuno ciò non sembra sufficiente, credo inutile parlare anche di più.
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Approfondimenti
Uno sconosciuto autore cristiano del II secolo scrive a un colto pagano, Diogneto, il quale vuole capire chi sono e come vivono i cristiani, e conoscere il loro messaggio.
La lettera si apre con le domande relative ai cristiani, poste dal pagano Diogneto: qual è il Dio dei cristiani, qual è la religione che permette loro di disprezzare a tal punto il mondo e la morte? E in che cosa si differenzia da quelle dei greci e dei giudei? E perché questa religione, se è la vera, è apparsa nel mondo così tardi? L'autore risponde criticando sommariamente e duramente il politeismo e il giudaismo.
Gullible
Gullibility is a failure of social intelligence in which a person is easily tricked or manipulated into an ill-advised course of action. It is closely related to credulity, which is the tendency to believe unlikely propositions that are unsupported by evidence.
Per chi non capisce l'inglese è semplicemente la definizione di “credulone”, e credo che questo aggettivo non abbia bisogno di spiegazioni.
Dove voglio andare a parare? Ecco...
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...questo tizio mi è sempre stato sui coglioni fin dalla prima volta che l'ho visto ormai tanti anni fa.
Per darvi un contesto egli era il classico ragazzino desideroso di mostrare qualche suo talento sulla nuova piattaforma video di Google (YouTube). Molte attuali celebrità di calibro mondiale sono uscite da lì, prendiamo ad esempio Ed Sheeran che pubblicava i video di quando suonava per strada col cappello in terra mentr adesso fa il sold-out negli stadi. In Italia alla stessa maniera molti sono partiti da video di rutti e parrucche ripresi in cameretta col telefonino per poi finire in TV o al cinema o sugli scaffali dei negozi di dischi: pensate a Wilwoosh o Matano, e persino Fedez, tutti loro devono tantissimo a YT. Erano gli influencers prima degli influencers.
Nikocado Avocado (pseudonimo di Nicholas Perry) è bravo col violino e vuole dimostrarlo. Il suo è un discreto successo ma il problema è che quasi a nessuno frega un cazzo delle doti artistiche che propone e del suo veganesimo, perché nel 2014 agli internauti interessano solo le challenge coi secchi d'acqua e le cosplayers al limite del porno. La risposta alle sue preghiere per diventare famoso arriva dall'Asia:
Il mukbang watching è la pratica di guardare contenuti audiovisivi online in cui vengono mangiate grandi quantità di cibo. Si tratta di un fenomeno enormemente diffuso sulle piattaforme social e di streaming, che attrae un gran numero di spettatori.
...e lui ci si butta a pesce cominciando a mangiare come un tritarifiuti in video.
Tanto che ci vuole? Prendi un bustone di roba, la ficchi in un secchio e ingoi fino a scoppiare. La cosa interessa al pubblico e più gli cliccano like più lui mangia, quindi si crea un circolo vizioso che lo fa arrivare intorno ai 200kg. Non è però l'unico a usare questo tipo di format per darsi visibilità, gli serve un tipo di contenuto che non tutti possono fare unicamente per orgoglio: fa virare i suoi video verso situazioni ridicole che lo vedono protagonista (pur mantenendo il cibo al centro dell'attenzione) dimostrando la sua incapacità nel fare le cose più basilari come raccogliere una roba da terra, mettersi lo smalto alle unghie dei piedi e tanto altro ancora. La dignità ormai l'ha lanciata dalla finestra ma il canale registra QUATTRO MILIONI di iscritti in breve tempo. L'idea funziona, YT gli paga tutto fino all'ultimo centesimo perché la gente lo segue, e quindi giù a mangiare ancora di più e a fare letteralmente schifo nelle situazioni che crea volontariamente. Sono sempre di più gli insulti al suo indirizzo nei commenti, ormai è un fenomeno da baraccone e bersaglio di tutti ma i video continuano ad essere pubblicati.
Internet comincia ad allarmarsi per la sua salute, non di rado ho letto commenti di gente che conosco e non dal tono preoccupato ricordando nel frattempo la sua bravura col violino. Lui invece fa' spallucce e continua a ingurgitare roba, pubblicando un video al mese cercando di fare sempre di più, e di più, e di più ...tentando di raggiungere un fondo di barile che sembra irraggiungibile. Arriva al punto che guardare i suoi video fa venire la nausea, diventa tutto un freak show tale che ormai lo guardi solo per darti la spinta a cominciare finalmente quella dannata dieta che insegui da tempo e che non fai mai.
Poi improvvisamente, ieri...
...si presenta così.
Spiega che negli ultimi due anni si è impegnato in una dieta ferrea, che ha dato una svolta alla sua vita, che i video pubblicati in questo periodo erano tutti pre-registrati e che è stato tutto un esperimento sociale. Racconta come si è divertito a leggere i commenti contro di lui, come il fat-shaming fosse lo sport principale dei suoi iscritti suoi canali social e come tutti facciano sinceramente schifo ergendosi a paladino dei diritti e della giustizia. Si autodefinisce due passi avanti rispetto a tutti, il cattivo che ha sconfitto il sistema, un novello Joker insomma che ha fregato l'intera Internet con largo anticipo e pianificando le sue mosse per farla pagare a tutti.
L'Internet fa l'unica cosa che può fare in questi casi: ESPLODE. Chi urla al miracolo, chi lo dichiara genio assoluto, chi si congratula per la perdita di 114kg (mecojoni complimentissimi davvero) e quanti altri commenti ho letto che semplicemente mi hanno fatto capire quanto laggente si beva tutto quello che gli viene raccontato.
Non lo dico perché sono sicuro che sia tutta una messa in scena, di prova non ne ho manco mezza, ma sono abituato a farmi una mia idea al contrario di tanta gente che prende per buona la prima cosa che gli viene detta.
La mia versione della questione è:
Il nostro mangia come al solito fino a scoppiare. Ormai è diventata abitudine quotidiana, così come avere una telecamera in registrazione sempre puntata davanti in ogni cosa che fa h24. Registra così tanto materiale che non sa quasi che farci, è talmente numeroso il numero di video che deve fare delle scremature o diventa un casino. Deve razionare e pubblica solo i video che ritiene abbastanza interessanti da lucrarci su mentre gli altri li archivia. Nel frattempo è diventato morbosamente obeso, il dottore lo mette in guardia una volta per tutte e il marito è sul punto di mandarlo a fanculo definitivamente. Si mette a stecchetto perché in questa narrazione magari gli è venuto anche un malore, ma nel frattempo non ha un lavoro e YouTube gli ha sempre pagato le bollette quindi non può mollare la carriera da videomaker così come non può cambiare format al suo canale: è stato dimostrato da tantissimi suoi colleghi che spostarsi verso contenuti diversi equivale a perdere iscritti. Prende quindi i video scartati e dopo ulteriore scrematura pubblica i migliori a cadenza mensile. Mentre dimagrisce e comincia a sentirsi meglio il canale va' avanti, con quella versione che ormai ha lasciato indietro ma che tutti ancora vedono e ritengono attuale e reale. Passati due anni e finiti i video meritevoli di pubblicazione gli viene l'idea: “faccio finta che fosse tutto già deciso, monto su un discorso dove mi presento come un fine stratega due passi avanti rispetto a tutti e me la gioco col giudicare un sistema di bulli (l'utenza media di internet) atteggiandomi da superiore. Etichetto il tutto come “esperimento sociale” e aspetto che la fama torni a me, che ormai ero quasi dimenticato ed etichettato come gasteropode o con altri epiteti meno cordiali, quando da oggi mi vedranno come un genio!“.
...e dopo il monologo (durata 5 minuti circa) torno a mangiare come prima.
Niko: ma vaffanculo va'!
Tutti ar mare
Ogni volta che vado al mare mi colpisce l'enorme pressione che c'è attorno alle spiagge. Sulla spiaggia di Sabaudia, dove vado di solito per motivi di logistica familiare, in queste occasioni diventa impossibile accedere al mare; la strada costiera sulla duna è un parcheggio ininterrotto, e la gente cerca disperatamente di liberarsi della macchina per poter passare qualche ora sulla riva: ma la situazione è identica dovunque sono stato. Poi mi viene in mente che cento anni fa esatti per la spiaggia di Roma si era trovata una soluzione ben prima che si presentasse il problema: e poi tra la fine degli anni quaranta e l'inizio dei cinquanta del novecento la si era pure perfezionata. E questa soluzione è l'accesso al mare per ferrovia, che resterebbe il modo più civile e pulito per godersi una giornata di svago, senza l'assillo del parcheggio e del traffico. La ferrovia Roma-Lido, oggi ribattezzata Metromare, porta sul litorale romano in circa mezz'ora partendo da Porta San Paolo, e passa parallela alla spiaggia fino a oltre la pineta di Castelfusano (che è anche un parco bellissimo): che volere di più?
Certo, i treni dovrebbero essere frequenti e confortevoli, l'accesso alla stazione terminale in città dovrebbe essere facile e veloce, e il litorale dovrebbe essere accessibile senza gli orrendi stabilimenti balneari degli anni sessanta; e soprattutto i miei connazionali dovrebbero accettare il fatto di condividere il mezzo di trasporto con altri, anziché mantenere la puzza sotto il naso e non voler avere a che fare con gli estranei. Ma qui stiamo parlando di un principio, e della sua negazione nella realtà. Ora il lavoro da fare sarebbe quello di metterlo in pratica non solo dove già si può ma anche dove c'è più da fare: ma la parte principale è quello di far accettare l'idea che le cose possono cambiare, e che possono cambiare in meglio.
NOVITÀ DI VENERDÌ 6/9/24.
Per chiudere la settimana, ecco altri libri nuovi nuovi che ho messo in vetrina.
NARRATIVA:
- IL PAESE DI SOGNO di David Diop (Neri Pozza). Un piccolo libro sul dramma dell'emigrazione e dell'esilio, un racconto che narra come una favola la storia della ragazzina Sogno, che desidera andarsene per sempre dalla città-discarica dove vive. Per saperne di più: scheda libro.
INFANZIA E RAGAZZI:
- TUMMY TIME: SAFARI illustrato da Louise Lockhart (Valentina Edizioni). Un libro per neonati che si apre a fisarmonica: da un lato ci sono i paesaggi della savana e dall'altro gli animali (e uno specchietto). Si intitola Tummy Time perché il piccolo lettore lo potrà leggere a pancia in giù. Per saperne di più: scheda libro.
- SPILUNGA E PICCINO di Barbara Brenner e Tomi Ungerer (Lupoguido). Un albo illustrato con la storia della giraffa Spilunga e del topo Piccino, continuamente impegnati a rivaleggiare sulle loro differenze. La foresta però è in pericolo e i due personaggi devono unire le forze per salvarla. Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- Due libroni per la NuiNui: SUPER POP UP POMPIERI (scheda libro) e SUPER POP UP AEREI E MACCHINE VOLANTI (scheda libro), entrambi a firma del maestro dei pop up David Hawcock. Si tratta di due libri di grande formato con 8 super pop up corredati da testi e curiosità. Età di lettura: dai 3 anni.
- CI SONO MAESTRE, CI SONO MAESTRI di Francesco Viliani e Francesca Dafne Vignaga (Lapis). Un albo illustrato che passa in rassegna tutti i tipi di maestri, come le maestre del tipo ago-e-filo che cuciono insieme le preoccupazioni e i sorrisi, oppure maestri del tipo aquilone che non hanno perso lo spirito dell'infanzia. Un libro molto poetico sul mondo dell'insegnamento. Età di lettura: dai 5 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- COLORA I PIXEL – DINOSAURI (Gallucci). È un libro da colorare, sì, ma ognuna delle 60 tavole è divisa in piccoli quadretti numerati. Ogni numero corrisponde a un colore con il quale va colorato il quadretto. Alla fine del lavoro da certosino, ecco che compariranno i dinosauri... Età di lettura: dai 6 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- Due titoli per HarperCollins, della stessa collana: LUPO GRIGIO VA IN CITTÀ (scheda libro) e LUPO GRIGIO E LA GANG DEI PICCOLI (scheda libro), a firma di Gilles Bizouerne e Ronan Badel. Sono le storie del famelico (ma simpatico) Lupo Grigio che ne combina di tutti i colori... Età di lettura: dai 6 anni.
- QUANTI QUANTI? LA FISICA QUANTISTICA EPR TUTTI di Anna Parisi e Valentina Schettini (Salani). I segreti dell'universo si celano anche nell'infinitamente piccolo, ovvero il mondo dei quanti. Ecco un libro che, dialogando con gli scienziati che hanno indagato la materia stessa, spiega cosa sono i quanti, le onde e le leggi che regolano la realtà che ci circonda. Età di lettura: dai 10 anni. Per saperne di più: scheda libro.
The Smashing Pumpkins - Siamese Dream (1993)
Siamese Dream è il secondo album in studio della band alternative rock americana Smashing Pumpkins, pubblicato il 27 luglio 1993 su Virgin Records. L'album ha ricevuto ampi consensi da parte del pubblico e della critica, con le influenze musicali e il materiale lirico dell'album che si distinguono rispetto ad altri dischi alternativi pubblicati nello stesso periodo. L'album è stato da allora considerato “uno dei migliori album alt-rock di tutti i tempi”. Nonostante le sessioni di registrazione piene di difficoltà e tensioni, Siamese Dream ha debuttato al numero dieci nelle classifiche di Billboard e alla fine è stato certificato 4 volte Platino, con l'album che ha venduto oltre sei milioni di copie in tutto il mondo, consolidando gli Smashing Pumpkins come un gruppo importante nella musica rock alternativa. Sono stati pubblicati quattro singoli a supporto di Siamese Dream: “Cherub Rock”, “Today”, “Disarm” e “Rocket”. Oltre a ricevere ampi consensi dalla critica al momento della sua uscita, Siamese Dream è stato ampiamente considerato uno dei più grandi album degli anni '90 e uno dei più grandi album di tutti i tempi. La rivista Rolling Stone l'ha classificato tra il 341° e il 362° posto in varie versioni della sua lista dei 500 migliori album di tutti i tempi.
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MALACHIA - Capitolo 3
1Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. 2Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. 3Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. 4Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani. 5Io mi accosterò a voi per il giudizio e sarò un testimone pronto contro gli incantatori, contro gli adùlteri, contro gli spergiuri, contro chi froda il salario all’operaio, contro gli oppressori della vedova e dell’orfano e contro chi fa torto al forestiero. Costoro non mi temono, dice il Signore degli eserciti.
Le offerte rituali6Io sono il Signore, non cambio; voi, figli di Giacobbe, non siete ancora al termine.7Fin dai tempi dei vostri padri vi siete allontanati dai miei precetti, non li avete osservati. Tornate a me e io tornerò a voi, dice il Signore degli eserciti. Ma voi dite: «Come dobbiamo tornare?».8Può un uomo frodare Dio? Eppure voi mi frodate e andate dicendo: «Come ti abbiamo frodato?». Nelle decime e nelle primizie.9Siete già stati colpiti dalla maledizione e andate ancora frodandomi, voi, la nazione tutta!10Portate le decime intere nel tesoro del tempio, perché ci sia cibo nella mia casa; poi mettetemi pure alla prova in questo – dice il Signore degli eserciti –, se io non vi aprirò le cateratte del cielo e non riverserò su di voi benedizioni sovrabbondanti.11Terrò indietro gli insetti divoratori, perché non vi distruggano i frutti della terra e la vite non sia sterile nel campo, dice il Signore degli eserciti.12Felici vi diranno tutte le genti, perché sarete una terra di delizie, dice il Signore degli eserciti.
Il giudizio finale13Duri sono i vostri discorsi contro di me – dice il Signore – e voi andate dicendo: «Che cosa abbiamo detto contro di te?». 14Avete affermato: «È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall’aver osservato i suoi comandamenti o dall’aver camminato in lutto davanti al Signore degli eserciti? 15Dobbiamo invece proclamare beati i superbi che, pur facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti». 16Allora parlarono tra loro i timorati di Dio. Il Signore porse l’orecchio e li ascoltò: un libro di memorie fu scritto davanti a lui per coloro che lo temono e che onorano il suo nome. 17Essi diverranno – dice il Signore degli eserciti – la mia proprietà particolare nel giorno che io preparo. Avrò cura di loro come il padre ha cura del figlio che lo serve. 18Voi allora di nuovo vedrete la differenza fra il giusto e il malvagio, fra chi serve Dio e chi non lo serve.19Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. 20Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla. 21Calpesterete i malvagi ridotti in cenere sotto le piante dei vostri piedi nel giorno che io preparo, dice il Signore degli eserciti.
Appendice22Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull’Oreb precetti e norme per tutto Israele.23Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore:24egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio.
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Approfondimenti
Il giorno del Signore 2,17-3,5v. 1. Il messaggero promesso da Dio col compito di preparare la via (cfr. Is 40,3; 57,14; 62,10; 63,9) è identificato in 3,23 con il profeta Elia. Nel NT egli è individuato con Giovanni Battista (Mt 11,10.14; 17,10-13; Mc 1,2; Lc 1,17.76; 10,27). Il profeta commenta che «subito», cioè tra poco tempo e in modo imprevisto, Dio stesso verrà nel tempio. Il titolo «Signore» indica la sovranità universale di Dio (Es 23,17; 34,23; Is 1,24; Zc 4,14). «l'angelo dell'alleanza» può essere interpretato in diversi modi. Si potrebbe intendere un rappresentante della linea profetica, che tutela l'alleanza sinaitica, o un sacerdote, che rappresenta l'alleanza con Levi (cfr. 2,4-8); ma il contesto induce a capire l'espressione nel senso di un insolita e misteriosa designazione di Dio stesso (cfr. Gn 16,7-11; Es 3,2; 23,30), autore della nuova alleanza (cfr. Ger 31,31; 32,40; Ez 34,25). Non si può però escludere che ci sia un'allusione a un inviato di Dio che ha il compito di ristabilire l'alleanza compromessa dai peccati del popolo cioè che si alluda al Messia (cfr. Is 42,6; 49,8; 55,3). Nel NT Gesù è presentato come mediatore della nuova alleanza (Eb 9, 15).
v. 2. La venuta del Signore è descritta come il giorno del giudizio, seguendo l'immagine tradizionale del «fuoco» (cfr. Is 1,25; 4,4; 30,27; Ez 22,20; Lc 13,9).
v. 3. La purificazione del sacerdozio farà sì che le oblazioni siano conformi alle prescrizioni rituali e alle debite disposizioni interiori degli offerenti.
v. 4. «i giorni antichi» e «gli anni lontani» sono quelli della permanenza di Israele nel deserto, considerati come il tempo ideale per il culto, secondo la tradizione sacerdotale (cfr. Is 63,9.11; Mic 7,14).
v. 5. Viene data la risposta al problema posto nel v. 2,17. Dio, quale testimone, accusa e giudica i singoli peccatori, soprattutto per il loro atteggiamento negativo verso il prossimo. Questo giudizio avviene nell'epoca finale considerata come prossima. La retribuzione di ogni individuo è presentata in una prospettiva escatologica (cfr. Gb 21,30; Prv 11,4; Is 26,20-27,1). È questo un passo importante verso l'escatologia del NT.
Le offerte rituali 3,6-12Dialogo tra il Signore e il popolo, in cui si alternano le accuse (vv. 6-7a.8-9), le esortazioni (vv. 7b.10a) e le promesse (vv. 7b.10b-12). Il tema del brano è il pagamento delle decime, segno di fedeltà a Dio e caparra di benedizione.
v. 6. Il Signore si difende dall'accusa di essere stato infedele alle promesse, già formulate da Aggeo e Zaccaria circa i benefici derivanti dalla ricostruzione del tempio. Il popolo invece (= «i figli di Giacobbe») è lo stesso come nel passato, giacché continua a imitare la furbizia del progenitore, Giacobbe (cfr. Os 12,4; Is 43,27).
v. 7. Con le formule tipiche del Dt viene denunciata da rottura dell'alleanza compiuta già dai padri (cfr. Ger 16,10s.; Ez 20.27). L'invito al ritorno a Dio e la promessa del ritorno del Signore, formula che esprime il ristabilimento dell'alleanza, si trova spesso nei libri profetici (cfr. Zc 1,3; 13,9; Os 2,25). Il v. 7b manca nei LXX.
v. 8. Il verbo «frodare» usato tre volte nel versetto, indica rifiutare a Dio le decime che egli esige per sé, cioè per i suoi ministri (cfr. Dt 14,2-29; 26,12-15; Nm 18,21-32; Lv 27,30-33). «primizie» (in ebr. terûmāh “offerta”), era la parte che in ogni sacrificio spettava al clero (cfr. Ne 10,38ss.).
v. 9. Il segno della maledizione, cioè del castigo per le colpe del popolo, erano le annate magre (cfr. Dt 28,15-18; Ag 1,6s.; 2,15ss.). La nazione continua a defraudare Dio, nel senso che non si converte a lui.
v. 10. Dio stesso spinge il popolo a chiedere una manifestazione straordinaria che sia una garanzia della benedizione, cioè l'abbondanza dei frutti della terra e la pioggia (cfr. Is 7,10s.; Gl 2,14; 1Re 8,35s.; Ez 34,26).
v. 11. Gli insetti divoratori sono probabilmente le cavallette (cfr. Gl 1,2-20; 2,22ss.).
v. 12. «terra di delizia» può significare un territorio prospero e fertile o anche un territorio prediletto da Dio (cfr. Ml 2,17; Is 42,21; Sal 10,20; 41,12; 107,30). La negligenza nel pagare le decime è un sintomo caratteristico della defezione del popolo dal suo Dio, e perciò del rilassamento dei vincoli fondati sull'alleanza. La preoccupazione maggiore di Dio è che il beneficiario del patto non venga meno; per questo il Signore usa le minacce, le esortazioni, le pressioni e moltiplica le promesse, fino a chiedere di mettere alla prova la sua volontà di perseverare nell'alleanza e così attirare la sua benedizione. Le decime assicuravano la permanenza del culto; rifiutarle era un attentato all'onore di Dio.
Il giudizio finale 3,13-21Il brano unitario tratta più profondamente che in 2,17-3,5 del problema del male. Nel corso di una discussione Dio rimprovera lo scetticismo dei buoni che sono provati dalla disgrazia (vv. 13-15). La reazione del Signore sottolineata dal profeta (v. 16), si manifesta mediante una promessa in favore dei giusti (v. 17). Segue la descrizione apocalittica dei tempi futuri (vv. 18-21). Il brano si distingue per la perfezione letteraria e per l'abbondanza dei generi letterari: discussione, oracolo, annuncio del giudizio.
v. 13. Il rimprovero fatto ai Giudei è di aver proferito parole offensive contro Dio.
vv. 14-15. Formule violente, quasi blasfeme, che affermano l'inutilità della religione di fronte alla prosperità degli empi (cfr. Is 58,3s.; Ger 15,19).
v. 16. Dio non approva le lamentele dei pii scandalizzati dalla felicità degli arroganti (cfr. Sal 73), ma nella sua misericordia li esorta alla pazienza. Il libro, nel quale vengono registrate le azioni dei giusti, si aprirà per il giudizio (cfr. Dn 7,10; Sal 56,9; 69,29; 139,16; Is 4,3; Ez 13,9).
v. 17. I giusti diventano nel giorno del giudizio il popolo ideale di Dio, sua proprietà speciale (cfr. Es 19,5; Dt 7,6; 14,2; 26,18; Sal 135,4) e suoi figli (cfr. Es 4,22s.).
v. 18. Esiste una differenza fondamentale tra l'uomo che serve Dio e l'empio, non solo ora, ma anche nel giorno del giudizio.
v. 19. Il grande giorno escatologico è descritto con le immagini tradizionali di distruzione, quali il fuoco (Am 1,3s.; Is 10,16; 30,27; Sof 1,18), la paglia (cfr. Is 5,24; 47,14; Gl 2,5; Ne 1,10), le radici e i rami.
v. 20. «il sole di giustizia», espressione unica nella Bibbia, indica metaforicamente il pieno godimento della prosperità e della vittoria (cfr. Is 41,2.10; 45,8.13.24; 46,13; 51,5s.). La liturgia romana applica questa espressione a Gesù salvatore, luce del mondo. «con raggi benefici»: lett. «ali»; il termine richiama il simbolo dei dischi solari tipici dell'iconografia egiziana e vicinorientale. «saltare come vitelli di stalla» indica una gioia esuberante (cfr. 1Sam 28,24; Ger 46,21; Am 6,4; Sir 38,26).
v. 21. La figura degli empi ridotti in cenere e calpestati dai buoni, esprime il trionfo escatologico di Dio (cfr. Is 11,14; Mic 4,12s.; Sof 2,9; 3,8; Abd 18s.).
Appendice 3,22-24Due aggiunte redatte in stile deuteronomistico e in forma concisa ed esortatoria, concludono in modo appropriato gli oracoli di Malachia e completano il libro dei dodici profeti minori. Nel v. 22 il popolo viene incoraggiato a osservare la legge mosaica, mentre nei vv. 23-24 viene identificato il personaggio annunciato in 3,1: egli è il profeta Elia.
v. 22. «Oreb»: è il nome del monte Sinai secondo la tradizione elohista (cfr. Es 3,1; 33,6) e il Dt (1,2.6; 4,10; 18,16). «la legge di Mosè»: indica tutto il Pentateuco (cfr. 2Cr 23,18; 30,16; Esd 6,18; 7,6; Ne 8,1). «statuti e norme»: tipica frase deuteronomistica che indica la legge di Dio in generale (cfr. Lv 26,46; Dt 4,1.5; 6,1.20; 11,32; Sal 147,19).
**vv. 23-24. Dio stesso identifica il messaggero promesso in 3,1 con Elia, il cui compito è di favorire la conversione dei cuori e l'armonia delle generazioni, onde preparare «il giorno del Signore» ed evitare la distruzione. Si legge in questi versetti la prima testimonianza letteraria circa il ritorno di Elia e il suo secondo intervento nella storia del popolo di Dio. La sua apparizione ha una portata quasi messianica. Si suppone che Elia non sia morto (cfr. 2Re 2,11). La sua missione spirituale è quella di preparare il popolo all'avvento di Dio prevenendo la collera dell'era escatologica. Secondo Sir 48,10, il profeta Elia dovrà restaurare le tribù d'Israele dopo la loro riunione. In Enoch 89,52; 90,31; 4Esd 6,26 Elia appare come il precursore del Messia. Nel NT Gesù evoca il ritorno di Elia annunciato da Malachia, precisando che questo ritorno si è realizzato nella persona e nell'opera di Giovanni Battista (Mc 9,13; Mt 17,12), a causa dell'affinità dei ruoli svolti da questi due personaggi (cfr. Mc 1,2; Lc 1,16).
(cf. STEFANO VIRGULIN, Malachia – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
Alternativa a Dropbox: koofr
Fonte: Foto da xda-developers..com
Nel vasto mondo delle soluzioni di cloud storage (non in self-hosting) come alternativa a Google Drive o Dropbox, volevo considerare meglio soluzioni come Mega o Proton Drive.
Entrambe sono soluzioni con cifratura zero-knowledge client-side e godono di un certo apprezzamento. Poi ho incontrato Koofr che è un ibrido. È un cloud storage convenzionale come Dropbox, quindi con trasporto tls e cifratura dei dati lato server sostanzialmente, ma a questa aggiunge anche la sua implementazione di un vault con cifratura zero-knowledge client-side.
Caratteristiche
- 10 GB di spazio
- Server in Europa
- Nessun limite ai dispositivi da installare
- Disponibilità di app
- Presenza di un vault con cifratura zero-knowledge client-side
- Possibilità di linkare altre soluzione di cloud storage. Non viene copiato alcunché ma per avere un'unica dashboard da cui controllare gli altri storage (finché dura)
- Molteplicità di accessi: web, desktop, app, webdav, Rclone
L'account di base dà diritto a 10 GB di spazio, una sola cartella con cifratura client-side. Gli account a pagamento danno diritto a varie altre features fra cui la parte di collaboration (basata su Office365) come avviene per es. su Next Cloud.
Dopo aver eseguito la registrazione ed essersi loggati, sul menù laterale sinistro della dashboard compariranno le seguenti voci:
- Koofr: è il cloud storage
- Vault: visibile nel cloud storage, è una cartella speciale con la cifratura zero-knowledge client-side ma utilizzabile solo in questo punto
- Connect: Sono gli altri cloud storage come Dropbox, Google Drive, OneDrive ecc. agganciati e utilizzabili direttamente da koofr
- Link this computer: Permette di scaricare il client adatto al sistema operativo in uso.
Il vault, come detto, è qualcosa di “separato” dal cloud storage. È come se fosse una cartella “speciale” ma è riferita in maniera autonoma rispetto a Koofr con una sua autenticazione aggiuntiva separata dalla prima.
- riferimento web: vault.koofr.net/read/feed/ piuttosto che app.koofr.net/read/feed/
- due client differenti: uno per lo storage convenzionale uno per il vault (non proprio una cosa comodissima, però). Al momento, su F-Droid l'app vault è più aggiornata rispetto a quella sul Play Store.
- accesso al vault attraverso interfaccia web o Rclone (in fase di inizializzazione viene rilasciata la configurazione per Rclone che può essere sempre recuperata dalle impostazioni) su desktop, con la sua app Koofr Vault su mobile.
Non ho il limite sul numero di dispositivi su cui installare il client e questo me la rende molto simpatica.
E2EE sul cloud storage
Generalmente avere una cifratura end-to-end sulle soluzioni di cloud storage che non le prevedono è sempre stato un grosso grattacapo.
Chi mette a disposizioni soluzioni native, lo fa normalmente su account di tipo business, dietro pagamento di licenze o sottoscrizioni.
D'altro canto, utilizzare strumenti di crittografia FBE come surrogato di una soluzione nativa, può comportare tutta una serie di altre anomalie.
Su gnu/linux, gli stackable filesystem di cifratura come come encfs, ecryptfs, gocryptfs, cryfs, hanno come grosso svantaggio iniziale quello di tagliare fuor i dispositivi mobili.
Encfs è una buona soluzione ma ha dei problemi di sicurezza non ancora risolti.eCryptfs non nasce per il cloud, le prestazioni possono degradare facilmente e le modifiche di un file da sincronizzare possono mandarlo in blocco.
I primi 3 in elenco non sono resistenti ad un attacco di tipo statistico o di watermarking (metadati, struttura delle cartelle, numero di file ecc.)Cryfs, fra tutti, sembra la soluzione migliore ma non è ancora stabilissimo.
Koofr, come Mega o Proton Drive, attraverso il suo componente Koofr Vault, dà il livello di cifratura desiderato con uno spazio ragionevole, a metà fra i 20 GB di Mega e i 5 GB di Proton Drive.
Conclusioni
Koofr è una soluzione ibrida e questo la rende forse un po' più farraginosa. Alternative come Mega o Proton Drive (o chi per loro) sarebbero quasi certamente più comode e quindi preferibili.
Mega in particolare con i suoi 50 GB per l'account gratuito (ora 20 GB) sembrava difficilmente confrontabile. Ma c'è il sospetto che non sia così blindata come promette visto che il suo founder, Kim Dotcom, dopo essere stato fatto fuori, ha denunciato la violabilità del suo ex-vault perché sotto controllo governativo.
In conclusione, Koofr è comodo e semplice da usare. Col suo account gratuito offre uno spazio ragionevole, dà la possibilità di disporre di una cifratura client-side e le interfacce sono numerose e coprono praticamente tutto: web, desktop e mobile. La sottoscrizione, oltre ad aumentare la dimensione dello storage, abilita un'interessante parte di collaboration attraverso Office 365.
NOVITÀ DEL 3/9/24.
Prima rata di questa settimana!
NARRATIVA:
- ANIMA. UNA PASTORALE SELVAGGIA di Kapka Kassabova (Crocetti). Un romanzo dedicato alle regioni bulgare meridionali, in particolare alla catena montuosa del Pirin. Conoscere le proprie radici vuol dire anche raccontare i luoghi e le persone: in questo libro l'autrice condivide l'esperienza dei pastori e la transumanza, le connessioni con i paesaggi, la vegetazione e gli animali. È il capitolo finale di una tetralogia balcanica in cui Kapka Kassabova ha esplorato tradizioni e cultura. Per saperne di più: scheda libro.
- RIVOLUZIONE di Arturo Pérez-Reverte (Rizzoli). La storia di un giovane ingegnere minerario che si unisce alla rivoluzione di Emiliano Zapata e Pancho Villa, nel Messico dei primi del '900 diviso tra una metropoli ricca e corrotta e un mondo rurale che arde di desiderio di riscatto. Per saperne di più: scheda libro (non ho trovato la scheda sul sito della Rizzoli).
- LA FURIA di Sorj Chalandon (Guanda). 1934: è la storia di un ragazzo difficile, abbandonato dai genitori, rinchiuso in un istituto correzionale che in realtà è una prigione, in cui i soprusi e la violenza sono all'ordine del giorno. Tigna, così viene soprannominato, lotta ogni giorno per sopravvivere, per farsi rispettare, mentre in lui cova una rabbia alimentata da una vita senza amore. Per saperne di più: scheda libro.
- UNA CATASTROFE DIVINA di Thomas Montasser (Feltrinelli). In un placido paese della Borgogna dove non succede mai niente, all'improvviso piomba una giovane ventenne dalla banlieue di Parigi, che dovrà abitare con le tre anziane suore nel convento del borgo. Naturalmente si scatenerà il finimondo... Devo dire che accolgo con favore (al di là della qualità letteraria del libro, che non potrò verificare di persona finché non lo avrò letto) un libro che sia finalmente una promessa di leggerezza e gioia di vivere. Per saperne di più: scheda libro.
- UN GRIDO DI LUCE di Abi Daré (Nord). Una storia nigeriana di solidarietà femminile e di voglia di riscatto sociale, in un paese in cui per una donna è una conquista anche solo poter andare a scuola. È l'acclamata autrice del romanzo LA LADRA DI PAROLE, che ha avuto molto successo Per saperne di più: scheda libro.
- UNA CONQUISTA FUORI MENÙ di Felicia Kingsley (Newton Compton). Ecco un'autrice che è letteralmente una superstar dei romanzi (cosiddetti) “d'amore”. Dwight è un agente dell'FBI sotto copertura, incaricato di infiltrarsi come cuoco nella dimora dei Villa, dei malavitosi al cui vertice c'è la bella Julia. Carpire le informazioni da Julia non sarà facile... Per saperne di più: scheda libro.
- LA TIGRE DELLA NOTTE di Yangsze Choo (HarperCollins). Una storia nera e cupa ambientata in Malesia negli anni '30. Tutto ruota intorno a un dito mozzato, rinchiuso in una fialetta di vetro... e già questo basterebbe per intrigare i lettori... Per saperne di più: scheda libro.
- LE MIE COSE PREFERITE di Susanna Tartaro (Marsilio). Un inno alla radio. L'autrice, infatti è la conduttrice di Fahrenheit, programma radiofonico su Rai Radio 3, dedicato ai libri e alla cultura. Per saperne di più: scheda libro.
- Sempre per Marsilio, LA BAMBOLA DI PORCELLANA di Kristen Loesch. La storia di una donna che si dedica alla ricerca delle proprie radici, che affondano nella Russia precedente alla Rivoluzione. Come guida, avrà soltanto una collezione di bambole e un quaderno di favole scritte a mano. Per saperne di più: scheda libro.
- L'ESTATE DEI MIRTILLI di Amanda Peters (Solferino). Una saga familiare americana, in cui una famiglia di nativi dell'etnia Mi’kmaq si trasferisce dalla Nuova Scozia al Maine per la raccolta dei mirtilli, ed è sconvolta da lutti e tragedie. Per saperne di più: scheda libro.
- LA TERZA PALLOTTOLA di Leo Perutz (Adelphi). Una storia feroce e onirica, scritta nei primi del '900, su Franz Grumbach, wildgravio tedesco cacciato da Carlo V per la sua fede protestante, che decide di combattere accanto agli aztechi di Tenochtitlán contro i conquistadores spagnoli. Per saperne di più: scheda libro.
- NON PER CATTIVERIA di Beatrice Benicchi (Gramma Feltrinelli). In una Milano senza cuore, cresciuta in una famiglia disfunzionale, la protagonista, nonostante la convinzione di essere predestinata a grandi cose in virtù del fatto di essere sopravvissuta a un fulmine, deve trovare la sua strada. Per saperne di più: scheda libro.
NOIR, GIALLI E THRILLER:
- LA PRIMA BUGIA VINCE di Ashley Elston (Longanesi). Evie, la protagonista, è una bugiarda talmente brava che ne ha fatto una professione. Viene ingaggiata infatti per fingersi tenera fidanzata, allo scopo di carpire informazioni al tipico ragazzo da sposare (forse quindi non è tutto oro...). Tuttavia scopre che c'è qualcuno che riesce a mentire come lei... Per saperne di più: scheda libro.
- UN SEGRETO PER JACK REACHER di Lee e Andrew Child (Longanesi). Jack Reacher, con un nuovo team, ha l'incarico di indagare sulla morte di un uomo precipitato dal dodicesimo piano dell'ospedale di Chicago. Per saperne di più: scheda libro.
- NON MENTIRE di Freida McFadden (Newton Compton). Bloccati da una bufera in un maniero isolato, Tricia ed Ethan scoprono una stanza segreta che contiene molte registrazioni audio: sono le sedute di una psichiatra scomparsa senza lasciare traccia tre anni prima... Per saperne di più: scheda libro.
FANTASY E HORROR:
- LA VILLA SULLA COLLINA di Elizabeth Hand (Astoria). Il tema è quello della casa stregata: una villa isolata e disabitata viene scelta come sede per le prove di una rappresentazione teatrale sulla caccia alle streghe. Ovviamente gli ospiti non sanno cosa li aspetta... Per saperne di più: scheda libro.
- GIFTS. DONI di Ursula K. Le Guin (Mondadori). In un mondo in cui gli uomini ricevono di generazione in generazione doni meravigliosi che riescono a creare animali e cose, è la storia di un ragazzo con il distruttivo dono di distruggere con lo sguardo. Un dono terribile, che lo spinge a bendarsi per sempre... Per saperne di più: scheda libro.
SAGGISTICA:
- ENGLISH FOR EVERYONE. EVERYDAY ENGLISH (Gribaudo). È un libro che fa parte di una nutrita serie di libri della collana English for everyone. Questo volume in particolare aiuta lo studente di inglese a districarsi tra i termini della vita quotidiana. Per saperne di più: scheda libro.
- I DEMONI DELLA MENTE di Mattia Ferraresi (Mondadori). I demoni del titolo sono i complottismi e i seducenti dubbi che ci portano a sospettare che ci sia sempre qualcosa un inganno in ciò che troviamo fra le informazioni a nostra disposizione. Mi piace molto la citazione sul retro di copertina: «Troppo spesso affrontiamo la realtà armati della domanda “che cosa c'è dietro?” invece di chiederci “che cos'ho davanti?”.» Per saperne di più: scheda libro.
- C'ERA UNA VOLTA GAZA di Valerio Nicolosi (Rizzoli). L'autore del podcast Racconti da Gaza vuole raccontarci in questo libro non la storia politica di una guerra e di un assedio e un isolamento che dura da anni, ma le vite quotidiane delle persone, uomini, donne, anziani e bambini, in un contesto di guerra permanente. Un libro di stretta attualità che getta una luce sul popolo palestinese. Per saperne di più: scheda libro.
- IL DUBBIO E IL DIALOGO di Gustavo Zagrebelsky (Einaudi). Collana Vele: un piccolo libro per commemorare il ventennale della morte di Norberto Bobbio, celebrando la sua figura di intellettuale nella sua duplice veste di “uomo del dubbio” e contemporaneamente “uomo del dialogo”. Per saperne di più: scheda libro.
- LA MIA VITA CONTROVENTO di Reinhold Messner (Corbaccio). Nella sua autobiografia, in occasione del compimento degli 80 anni, uno degli alpinisti più famosi al mondo ripercorre la sua esistenza e le sue imprese. Il vento contrario a cui si accenna nel titolo è duplice: è il vento a sfavore che ha sempre trovato nelle scalate, ma anche il vento delle critiche che lo ha investito nel mondo cosiddetto “civile”. Per saperne di più: scheda libro.
- OHAYOU. IL MIO PRIMO MANUALE ILLUSTRATO DI GIAPPONESE di Jay Fox (DeAgostini). Si tratta di un vocabolario visuale illustrato per affrontare il lessico di base della lingua giapponese, con 800 vocaboli divisi per aree tematiche. Comprende anche una parte grammaticale per apprendere i rudimenti della scrittura e della pronuncia. Per saperne di più: scheda libro.
- FIAMME DAL PASSATO di Paolo Mieli (Rizzoli). Ed ecco che ci incamminiamo nel percorso delle cosiddette “strenne”, ovvero i bestseller di Natale che tanto bene fanno alle casse delle librerie. Cominciamo con questo libro di storia e attualità del celeberrimo giornalista Paolo Mieli, che prende in esame i due focolai di guerra presenti al momento sulle pagine dei giornali: l'Ucraina e la Palestina: Mieli ripercorre la storia di quelle martoriate regioni, analizzando le origini dei due conflitti, le cui braci covano fin dal secolo scorso, quando le tre disastrose dittature (fascismo, nazismo e comunismo) presero il potere in Europa. Per saperne di più: scheda libro.
- A proposito di conflitti, ecco OLOCAUSTI di Gilles Kepel (Feltrinelli). Il sottotitolo, Israele, Gaza e lo sconvolgimento del mondo dopo il 7 ottobre spiega abbastanza bene l'argomento, ovvero l'analisi del conflitto Israelo-palestinese, che non nasce certo con la terribile giornata del 7 ottobre 2023, ma che insanguina la regione da decenni. Per saperne di più: scheda libro.
- DISQUISIZIONI SU PASSI SCELTI DELL SANTA SCRITTURA di Ortensio Lando (Einaudi). Il testo che questo libro presenta è un manoscritto (finora inedito) del XVI secolo, con il testo latino a fronte, a firma del frate agostiniano Ortensio Lando. Tale manoscritto (conservato in un unica copia nella Biblioteca Comunale di Trento) riporta commenti ai passi della Scrittura che, sotto forma di dubbi e riflessioni, cercano cautamente di affermare alcune tesi della teologia protestante. Il manoscritto, però, non fu mai pubblicato e nel 1555 fu inserito, insieme a tutte le opere di questo frate, nell'indice dei libri proibiti. Per saperne di più: scheda libro.
- L'ALGORITMO DELLA VITA di Vincenzo Paglia (Piemme). Non è il solito libro sullo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale, ma un approccio etico (dal punto di vista della Chiesa) per mettere la tecnologia al servizio dell'uomo e non viceversa. Per saperne di più: scheda libro.
- MISSIONE TERRA di Thomas Pesquet (Gallucci). Un bel librone fotografico con le immagini della Terra scattate dall'astronauta Thomas Pesquet dalla Stazione Spaziale Internazionale. Per saperne di più: scheda libro.
- GIOVANNI. L'APOSTOLO CHE GESÙ AMAVA di Giulio Busi (Mondadori). Il libro comincia da Efeso, in Asia Minore: l'“Anziano”, come lo chiamano tutti, parla a un gruppo di attenti ascoltatori e racconta, attraverso la penna di Giulio Busi, l'esperienza con Gesù. Un Giovanni evangelista inedito e affascinante. Per saperne di più: scheda libro.
- PIRAMIDI di Zahi Hawass (White Star). Un grosso libro fotografico redatto su tutte le piramidi egizie, redatto dalla superstar dell'egittologia: Zahi Hawass (detto “il faraone”, perché da decenni è il responsabile supremo delle antichità dell'antico Egitto). Per saperne di più: scheda libro.
- IL CUORE SELVAGGIO DELLA NATURA di David Quammen (Adelphi). Un libro che raccoglie i più esotici reportage dell'acclamato (e profetico) autore di SPILLOVER: natura selvaggia, habitat estremi ed ecosistemi complessi in luoghi inospitali, raccontati con il piglio dell'avventuriero. Per saperne di più: scheda libro.
- Sempre per Adelphi, ecco UCRONIA di Emmanuel Carrère. Un piccolo libretto della collana Piccola Biblioteca con un interessante riflessione sul significato delle ucronie* e sul rapporto dei totalitarismi con la falsificazione della storia.
*ucronia = genere letterario in cui si rappresenta un mondo in cui la storia è andata diversamente. Un esempio famoso: L'UOMO NELL'ALTO CASTELLO di Philip Dick, che immagina un mondo in cui i nazisti hanno vinto la guerra.
INFANZIA E RAGAZZI:
- LA GIORNATA DI LUPETTO. IL MIO QUADERNO DI ADESIVI di Orianne Lallemand (Gribaudo). I libri del personaggio di Lupetto sono ormai un'infinità. In questo piccolo quaderno, il piccolo lettore troverà 11 scene della giornata di Lupetto da completare con gli adesivi. Età di lettura: dai 3 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- IL MIO GATTO HA VISTO L'ASSASSINO di Davide Morosinotto (Mondadori). Carla vive a casa degli zii, e quando, un giorno, torna a casa, trova il suo gatto con le zampe bagnate di rosso. Non sarà sangue? Un piccolo giallo in cui Carla e il suo gatto Cucco restano coinvolti in un caso di omicidio. Età di lettura: dai 12 anni. Per saperne di più: scheda libro.
- NOWHERE di Eloy Moreno (Salani). Uno strano romanzo distopico, scritto come una favola futuribile, in cui l'uomo più potente del mondo concederà di esaudire un desiderio a chi tra i suoi figli vincerà una gara di enigmi. Trent'anni dopo, la Terra è diventata un immenso parco giochi, mentre otto concorrenti di un reality sono in viaggio per la colonizzazione di Marte... un libro strano davvero! Mi ricorda HUNGER GAMES. Età di lettura: dai 14 anni. Per saperne di più: scheda libro.
Frank Zappa - Hot Rats (1969)
Hot Rats è il secondo album solista di Frank Zappa, pubblicato nell'ottobre 1969. Fu il primo progetto discografico di Zappa dopo lo scioglimento della versione originale dei Mothers of Invention. Cinque delle sei canzoni sono strumentali; mentre “Willie the Pimp” presenta la voce di Captain Beefheart. Nelle sue note di copertina originali, Zappa descrisse l'album come “un film per le tue orecchie”.
Ascolta: album.link/i/1562897106
MALACHIA - Capitolo 2
1Ora a voi questo monito, o sacerdoti. 2Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni. Anzi le ho già cambiate, perché nessuno tra voi se ne dà premura.3Ecco, io spezzerò il vostro braccio e spanderò sulla vostra faccia escrementi, gli escrementi delle vittime immolate nelle vostre feste solenni, perché siate spazzati via insieme con essi.4Così saprete che io ho diretto a voi questo monito, perché sussista la mia alleanza con Levi, dice il Signore degli eserciti.5La mia alleanza con lui era alleanza di vita e di benessere, che io gli concessi, e anche di timore, ed egli mi temette ed ebbe riverenza del mio nome.6Un insegnamento veritiero era sulla sua bocca né c’era falsità sulle sue labbra; con pace e rettitudine ha camminato davanti a me e ha fatto allontanare molti dal male.7Infatti le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca insegnamento, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti.8Voi invece avete deviato dalla retta via e siete stati d’inciampo a molti con il vostro insegnamento; avete distrutto l’alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti.9Perciò anche io vi ho reso spregevoli e abietti davanti a tutto il popolo, perché non avete seguito le mie vie e avete usato parzialità nel vostro insegnamento.
I matrimoni misti e il divorzio10Non abbiamo forse tutti noi un solo padre? Forse non ci ha creati un unico Dio? Perché dunque agire con perfidia l’uno contro l’altro, profanando l’alleanza dei nostri padri? 11Giuda è stato sleale e l’abominio è stato commesso in Israele e a Gerusalemme. Giuda infatti ha osato profanare il santuario caro al Signore e ha sposato la figlia di un dio straniero! 12Il Signore elimini chi ha agito così, chiunque egli sia, dalle tende di Giacobbe e da coloro che offrono l’offerta al Signore degli eserciti.13Un’altra cosa fate ancora: voi coprite di lacrime, di pianti e di sospiri l’altare del Signore, perché egli non guarda all’offerta né l’accetta con benevolenza dalle vostre mani. 14E chiedete: «Perché?». Perché il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che hai tradito, mentre era la tua compagna, la donna legata a te da un patto. 15Non fece egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale? Che cosa cerca quest’unico essere, se non prole da parte di Dio? Custodite dunque il vostro soffio vitale e nessuno tradisca la donna della sua giovinezza. 16Perché io detesto il ripudio, dice il Signore, Dio d’Israele, e chi copre d’iniquità la propria veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite dunque il vostro soffio vitale e non siate infedeli.
Il giorno del Signore17Voi avete stancato il Signore con le vostre parole; eppure chiedete: «Come lo abbiamo stancato?». Quando affermate: «Chiunque fa il male è come se fosse buono agli occhi del Signore e in lui si compiace», o quando esclamate: «Dov’è il Dio della giustizia?».
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Approfondimenti
Il falso culto 1,6-2,9Il brano, impostato sul castigo dei sacerdoti infedeli, è ricco di insegnamenti e mostra quanto il profeta fosse impegnato nella riforma del culto (vv. 1-3) e penetrato della tematica dell'alleanza (vv. 4-9).
v. 2. La maledizione che possiede un'efficacia irresistibile (cfr. Gn 27,38; Gdc 27,1ss.; Dt 28,20; 33,11), è causa di sofferenza e miseria. «Le vostre benedizioni»: possono indicare il potere sacerdotale di benedire (cfr. Nm 6,22-27), ovvero i benefici materiali che i sacerdoti ricavavano dal loro ministero.
v. 3. Il braccio spezzato (lezione dei LXX) rendeva inabile all'esercizio del sacerdozio (cfr. 1Sam 2,31). Il testo ebraico legge: «riproverò la vostra discendenza». Il brutale gesto del secondo stico indica la completa degradazione che sarà inflitta al clero (cfr. Es 29,14; Lv 4,11; 8,17; 16,27; Nm 19,5).
v. 4. L'alleanza di Dio con la tribù di «Levi» è esplicitamente menzionata nella Bibbia solamente in questo testo. In Nm 25,12 viene promessa un'alleanza perpetua a Finees, figlio di Eleazaro, figlio di Aronne. Nei testi posteriori viene espressa l'idea che la tribù di Levi è la sola detentrice del sacerdozio in virtù di un'alleanza (cfr. Ger 33,20ss.; Ne 12,29; Sir 45,23-26).
vv. 5-7. I versetti contengono un'ideale descrizione del sacerdozio levitico, che si distingue per la santità della vita (cfr. Mic 6,8), la correttezza delle decisioni (cfr. Dt 17,8ss.; 1Sam 1,17) e l'ortodossia dell'insegnamento (cfr. Dt 33,10; Os 4,6; Ger 2,8; 18,18; Sof 3,4; Ez 7,26). La «scienza» si riferisce all'interpretazione della legge (cfr. Dt 31,10-13; 17,8-12; Is 11,10). Tutto ciò è inserito nel contesto dell'alleanza, che comporta promesse da parte di Dio (vita e benessere, cfr. Zc 3,7) e obblighi da parte dei ministri sacri (riverenza, rispetto, sottomissione, cfr. Gs 8,1; Ger 23,4; 30,10; Ez 2,6.9). Per l'unica volta nell'AT il sacerdote viene designato qui quale «messaggero di Dio» (cfr. 3,1), titolo dato ai profeti (cfr. Is 44,26; 2Cr 36,15; Ag 1,13) e agli angeli (cfr. Gdc 9,23; 13,13ss.; Sal 8,6; 29,1; 45,7).
v. 8. Queste espressioni sono usate dal profeta Geremia per indicare i falsi profeti (cfr. Ger 18,15).
v. 9. «riguardo alla legge» significa riguardo all'interpretazione della legge.
I matrimoni misti e il divorzio 2,10-16Da un principio generale (v. 10) si deduce un'accusa e un rimprovero circa i matrimoni con donne straniere (v. 11), cui segue una maledizione (v. 12). I sacrifici di coloro che praticano il divorzio non sono graditi a Dio (vv. 13-15). Il brano termina con un'esortazione (v. 16). La pericope presenta particolari difficoltà testuali.
v. 10. La paternità divina e la creazione di tutti gli animali da parte di Dio sono il fondamento dell'alleanza sinaitica, che viene tradita dalla mancanza di lealtà nei rapporti con il prossimo (cfr. Dt 32,6; Is 63,16; 64,8).
v. 11. L'abominio che di per sé indica una colpa grave, un disordine sessuale (cfr. Lv 18,22.26; 20,13; Dt 24,4) o un atto idolatrico (cfr. Dt 7,16; 32,16; 1Re 14,24), designa in questo versetto i matrimoni misti, considerati come una delle più gravi deviazioni dalla legge mosaica (cfr. Dt 7,1-4; Ne 10,29-40; 13,23-31; Esd 9-10). «il santuario»: lett. «la santità», che altrove significa il tempio, (Es 26,33; 1Re 8,6; 15,15), può significare qui la stirpe ebraica, che viene profanata, quando l'Ebreo si unisce a una donna pagana (cfr. Esd 9, 2). «le figlie di un dio straniero» sono le mogli, che adorano gli idoli (cfr. Nm 25,1-5).
v. 12. «le tende di Giacobbe» sono un'espressione arcaica che designa la comunità d'Israele fedele a Dio (cfr. Nm 24,5; Is 54,2s.; Sal 84,2). Per coloro che legalizzavano le unioni miste è invocata l'eliminazione dalla comunità ed è rifiutato anche il loro sacrificio per il peccato.
v. 13. Dio non accetta l'offerta, anche se accompagnata da espressioni di sincera pietà, da coloro che con troppa facilità praticano il divorzio. Il «pianto sull'altare» è un'espressione metaforica, che indica un lamento ingiustificato (cfr. 1Re 8,28; Ez 36,9; Sal 25,16; 69,17; 86,16).
v. 14. Il matrimonio è un atto religioso, perché stipulato alla presenza di Dio (cfr. Gn 31,49s.; Ez 16,18). «la donna legata a te da un patto»: per la prima volta il matrimonio è considerato come un contratto duraturo e stabile. Il divorzio è presentato come un tradimento del patto.
v. 15. In questo versetto molto travagliato dal punto di vista testuale, viene richiamato il disegno divino riguardante la creazione dell'uomo e della donna (cfr. Gn 1,27; 2,7.23s.), che formano un solo essere destinato a procreare la vita.
v. 16. Chiara condanna del divorzio. «coprire d'iniquità la propria veste»; è un'ardita metafora, unica nella Bibbia, che significa: macchiarsi di un delitto (cfr. Sal 73,6; 109,18).
Il giorno del Signore 2,17-3,5Il brano, composito e rimaneggiato, inizia con un lamento del popolo (v. 17), cui risponde il Signore nel v. 3,5. Inoltre Dio annuncia l'invio di un messaggero (3,1a); la predizione è confermata dal profeta (3,1b), il quale descrive la venuta dell'araldo come una purificazione del sacerdozio.
v. 17. Usando il procedimento della disputa, i popolo si rammarica che Dio si mostri parziale nel suoi atti e ritardi la restaurazione (cfr. Sal 37,73).
(cf. STEFANO VIRGULIN, Malachia – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
Danza Atomica
In un balletto atomico, l'universo danza, prigionieri d'acciaio, vaghiamo e avanziamo, dove il pensiero è un'eco in stanze vuote. Come fiumi urbani, tra cemento e asfalto.
Si dice, nulla esiste oltre la materia, Intorno — facciate, mura, grattacieli, e la coscienza, un'ombra proiettata, dove le anime umane dormivano.
Nelle molecole, la gioia e il dolore, Contare, accumulare, possedere — la legge dei semplici, nel caos cosmico, un ordine che incanta. Misuriamo la felicità con delle bilance.
L'amore, un legame tra atomi e neuroni, E il senso si è dissolto nel frastuono cittadino, e la vita, un'esplosione di combinazioni, di strade affollate e programmi vuoti.
Coldplay - Parachutes (2000)
Parachutes è l'album di debutto in studio della rock band britannica Coldplay. È stato pubblicato il 10 luglio 2000 dalla Parlophone nel Regno Unito. L'album è stato prodotto dalla band e dal produttore discografico britannico Ken Nelson, ad eccezione di una traccia, “High Speed”, che è stata prodotta da Chris Allison. Parachutes ha generato i singoli “Shiver”, “Yellow”, “Trouble” e “Don't Panic”. L'album è stato un successo commerciale e ha ricevuto recensioni positive. Dopo la sua uscita, ha rapidamente raggiunto il primo posto nel Regno Unito e da allora è stato certificato 9 volte Platino. Negli Stati Uniti, l'album ha raggiunto il picco al numero 51 nella Billboard 200 e alla fine è stato certificato Doppio Platino. Ha vinto il Grammy Award per il miglior album di musica alternativa nel 2002, il premio Album britannico dell'anno ai Brit Awards del 2001 e molti altri riconoscimenti. Parachutes è anche il 22° album più venduto del 21° secolo nel Regno Unito. Nel 2020, ha venduto oltre 13 milioni di copie in tutto il mondo.
Ascolta: album.link/i/1122782080
MALACHIA - Capitolo 1
Titolo1Oracolo. Parola del Signore a Israele per mezzo di Malachia.
SEI CONTROVERSIE
L'amore di Dio per Israele2Vi ho amati, dice il Signore. E voi dite: «Come ci hai amati?». Non era forse Esaù fratello di Giacobbe? Oracolo del Signore. Eppure ho amato Giacobbe 3e ho odiato Esaù. Ho fatto dei suoi monti un deserto e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto. 4Se Edom dice: «Siamo stati distrutti, ma ci rialzeremo dalle nostre rovine!», il Signore degli eserciti dichiara: «Essi ricostruiranno, ma io demolirò». Saranno chiamati «Territorio malvagio» e «Popolo contro cui il Signore è adirato per sempre». 5I vostri occhi lo vedranno e voi direte: «Grande è il Signore anche al di là dei confini d’Israele».
Il falso culto6Il figlio onora suo padre e il servo rispetta il suo padrone. Se io sono padre, dov’è l’onore che mi spetta? Se sono il padrone, dov’è il timore di me? Dice il Signore degli eserciti a voi, sacerdoti che disprezzate il mio nome. Voi domandate: «Come lo abbiamo disprezzato il tuo nome?». 7Offrite sul mio altare un cibo impuro e dite: «In che modo te lo abbiamo reso impuro?». Quando voi dite: «La tavola del Signore è spregevole» 8e offrite un animale cieco in sacrificio, non è forse un male? Quando voi offrite un animale zoppo o malato, non è forse un male? Offritelo pure al vostro governatore: pensate che sarà soddisfatto di voi o che vi accoglierà con benevolenza? Dice il Signore degli eserciti.9Ora supplicate pure Dio perché abbia pietà di voi! Se fate tali cose, dovrebbe accogliervi con benevolenza? Dice il Signore degli eserciti.10Oh, ci fosse fra voi chi chiude le porte, perché non arda più invano il mio altare! Non mi compiaccio di voi – dice il Signore degli eserciti – e non accetto l’offerta delle vostre mani! 11Poiché dall’oriente all’occidente grande è il mio nome fra le nazioni e in ogni luogo si brucia incenso al mio nome e si fanno offerte pure, perché grande è il mio nome fra le nazioni. Dice il Signore degli eserciti.12Ma voi lo profanate quando dite: «Impura è la tavola del Signore e spregevole il cibo che vi è sopra». 13Voi aggiungete: «Ah! che pena!». E lo disprezzate. Dice il Signore degli eserciti. Offrite animali rubati, zoppi, malati e li portate in offerta! Posso io accettarla dalle vostre mani? Dice il Signore. 14Maledetto il fraudolento che ha nel gregge un maschio, ne fa voto e poi mi sacrifica una bestia difettosa. Poiché io sono un re grande – dice il Signore degli eserciti – e il mio nome è terribile fra le nazioni.
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Approfondimenti
Titolo 1,1È simile a quello di Ag 1,1; Zc 9,1; 12,1. «Israele» indica tutto il popolo ebraico. «Malachia» può essere compreso come un nome comune che significa «il mio messaggero» (cfr. 3,1) esso non è mai usato nell'AT come nome proprio di persona – e in questo caso la profezia sarebbe anonima –, o come un nome proprio che significa «JHWH è il mio angelo», protettore.
SEI CONTROVERSIE 1,2-3,21I sei brani che trattano di problemi riguardanti il culto, la vita familiare, la fede nella provvidenza, la retribuzione e il giorno del Signore sono rivolti al popolo (2,10-16; 3,6-12), ai sacerdoti (1,6-2,9) e ai fedeli dubbiosi (2,17-3,5; 3,13-21).
L'amore di Dio per Israele 1,2-5Rispondendo a un'obiezione del popolo, il profeta afferma che la predilezione di Dio per Israele si manifesta nel contrasto con l'atteggiamento usato nei confronti di Edom. Assolutamente libero nelle sue scelte, Dio continua ad amare Israele, nonostante le avversità che lo colpiscono.
v. 2. Il concetto dell'amore di Dio per il popolo si ispira a Os 3,1; 9,15; 14,5; Dt 4,37; 7,8.13; Ger 31,3; Is 43,4 e fa riferimento all'atto con cui Dio scelse Israele e lo proclamò sul Sinai popolo prediletto. Però il popolo dubita di questa scelta. «Esaù» designa il popolo di Edom, tradizionale nemico di Israele (cfr. Gn 25,29-34; 36,8; 1Re 11,15; Am 1,11s.; Ger 49,17; Ez 25,12ss.; Abd 18,21; Lam 4,21s.). Giacobbe rappresenta il popolo della Giudea. «odiare» è un'espressione semitica che significa «non preferire» (cfr. Gn 29,30; Dt 23,1.15ss.). Paolo cita questo testo in Rm 9,13 per mostrare che Dio sceglie liberamente i popoli e affida loro una speciale missione.
v. 3. Il versetto allude forse alle continue razzie subite dagli Edomiti da parte dei predoni del deserto a partire dal sec. VI a.C. in poi.
v. 4. Il ripudio del popolo di Edom è irrevocabile a causa della sua iniquità.
v. 5. La sorte di Edom indurrà Israele a riconoscere che Dio è il Signore di tutti i popoli (cfr. Am 1,1-2,3; 9,7).
Il falso culto 1,6-2,9Nel brano che comprende un quarto del libretto, viene sottolineata l'incompatibilità del vero culto del Signore con l'offerta di sacrifici contaminati. Le domande poste ai sacerdoti (vv. 6-8) sono nello stesso tempo un'accusa contro di essi (vv. 9-10.12-14) in contrasto con il comportamento assunto dalle nazioni verso il Signore (v. 11); segue l'annuncio del castigo (2,1-4) motivato ed eseguito secondo la legge del taglione (2,5-9).
v. 6. Dio è il «padre» e il padrone dei sacerdoti (cfr. Es 4,22; Os 11,1; Ger 3,4, Is 43,6), ma essi mancano di amore e rispetto per lui (cfr. Prv 10,1; 20,20; 23,22.25; Sir 3,3-16). Malachia usa molto spesso – una ventina di volte – il titolo divino: «Signore degli eserciti».
v. 7. I sacrifici offerti nel tempio erano regolati da prescrizioni molto precise circa la purità rituale (cfr. Lv 22,17-30; Dt 15,21). Ogni infrazione di queste regole era considerata un'offesa personale fatta all'onore di Dio. «La tavola del Signore» – espressione usata solamente da Malachia – è l'altare sul quale veniva posto il cibo, cioè l'offerta sacrificale (cfr. Sal 23,5; Ez. 44,16).
v. 8. Il modo negativo col quale i sacerdoti si comportano con Dio, non si potrebbe applicare nemmeno a un uomo costituito in autorità, come il governatore persiano che risiede in Samaria.
v. 9. Invito ironico del profeta rivolto ai sacerdoti illusi, che sono così audaci da implorare ipocritamente la misericordia di Dio.
v. 10. Dio afferma che sarebbe meglio sopprimere l'offerta di sacrifici contaminati. I rimproveri rivolti ai sacerdoti sono dovuti alle trasgressioni rituali levitiche, in particolare a quelle relative alle qualità degli animali destinati al sacrifico (cfr. Lv 1-5; 22,17-30; Nm 28s.). Non bisogna pensare però che il profeta sia un formalista del culto e trascuri le disposizioni interne che accompagnano i sacrifici. Infatti in questa stessa sezione si biasimano i ministri sacri per la mancanza di sincerità (v. 8b), di obbedienza e di amore (v. 6). Nella comunità postesilica, in cui il culto aveva una suprema importanza (cfr. Ez 40-44.45), la negligenza delle regole rituali era un indice delle false disposizioni interiori nei riguardi del Signore. Questo comportamento era di cattivo esempio al popolo, che veniva indotto a sottovalutare il servizio divino e a disprezzare il ministero sacerdotale.
v. 11. In contrasto con i sacrifici offerti a Gerusalemme dagli Israeliti, Dio dichiara che i pagani lo onoreranno e gli verranno presentati l'incenso ed un'offerta pura. La grandezza del nome, cioè della persona di Dio tra le nazioni, è sottolineata quattro volte in questo capitolo: 5.11 (2 volte).14. L'espressione «il mio nome è grande» significa che i pagani riconosceranno Dio come si è manifestato in Israele, in quanto esercita un potere su tutti gli uomini. Questo riconoscimento può intendersi nel senso che i pagani confesseranno che nessuno è pari a JHWH (cfr. Ger 10,6-10) o che si convertiranno al monoteismo (cfr. Is 2,2ss.; 11,10; 42,6; 49,6; 55,3s.; 66,18-21; Ez 36,23; 37,28; 39,7). «dall'oriente all'occidente» indica l'universo (cfr. Is 45,6; 59,19; Sal 50,1; 113,3). «è offerto incenso». lett. «un incenso fumante», espressione unica nell'AT: probabilmente il testo è corrotto. Sembra che l'autore abbia in mente il sacrificio dell'incenso cioè quello incruento. L'«oblazione» indica di per sé l'offerta di cercali, ma dal contesto si deduce che significa ogni specie di sacrificio (cfr. 2,4; Gn 4,3; Sof 3,10). Il termine «puro» non indica tanto l'assenza di difetti fisici, quanto le disposizioni morali degli offerenti.
v. 13. «Ah, che pena!»: con questa frase caricaturale è espressa la noia del sacerdote professionista, che compie il suo ufficio per abitudine.
v. 14. La maledizione è rivolta ai laici che offrendo sacrifici volontari non osservano le regole rituali (cfr. Lv 22,25). Il titolo «re grande» è raramente dato a Dio nella Bibbia (cfr. 1Sam 12,12; Is 33,22; 43,15; 44,6; Ger 8,19; Sof 3,15; Sal 10,16; 84,4; 95,3).
(cf. STEFANO VIRGULIN, Malachia – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
Melanzane fritte
Ingredienti 1 melanzana media a persona Amido di mais q.b. Olio di arachidi q.b.
Tagliare le melanzane a dadini (2 cm circa) e metterli in una ciotola capiente con amido di mais in quantità sufficiente per infarinarli tutti mescolando con un cucchiaio. Friggerli in olio di arachidi fino a che siano ben dorati, scolarli su carta cucina e salare a gusto.
Alba di Silenzi e Ricordi
Silenzi abbracciano quest'alba stellata, una stella dipinge un sogno in penombra, una tela sfumata di ricordi lontani, un'anima piange, di sfocati ricordi.
Lacrime calde solcano il mio viso, lacrime di sale, mare in tempesta, pensieri turbolenti come onde furiose, eppure, all'orizzonte, sorge un'alba mesta.
Ma il mare mi chiama all'orizzonte, rossi e arancioni, colori che infiammano, mi invita a perdermi nel suo infinito, in un abbraccio di luce, l'anima risponde.
L'azzurro si tinge di rosa, poi d'arancio, gabbiani in volo, liberi nel cielo, un'esplosione di colori mi avvolge, i pensieri svaniscono, il velo si dissolve.
Devo - Q: Are We Not Men? A: We Are Devo (1978)
Q: Are We Not Men? A: We Are Devo! è l'album di debutto in studio della band new wave americana Devo. È stato originariamente pubblicato nell'agosto 1978 dall'etichetta Warner Bros. (Virgin Records in Europa). Prodotto da Brian Eno, l'album è stato registrato tra ottobre 1977 e febbraio 1978, principalmente a Colonia, nella Germania occidentale. L'album ha ricevuto recensioni piuttosto contrastanti dalla critica e ha raggiunto il picco al n. 78 nella classifica Billboard degli Stati Uniti e al n. 12 nella classifica degli album del Regno Unito. Le recensioni recenti dell'album sono state più uniformemente positive e l'album è stato incluso in diverse liste retrospettive “best of” di pubblicazioni tra cui Rolling Stone, Pitchfork e Spin. Il 6 maggio 2009, i Devo hanno eseguito l'album dal vivo nella sua interezza per la prima volta come parte della serie di concerti Don't Look Back curata da All Tomorrow's Parties. Il 16 settembre 2009, Warner Bros. e Devo hanno annunciato una riedizione di Q: Are We Not Men? e Freedom of Choice, con un tour in cui verranno eseguiti entrambi gli album.
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ZACCARIA - Capitolo 14
Combattimento intorno a Gerusalemme1Ecco, viene un giorno per il Signore; allora le tue spoglie saranno spartite in mezzo a te. 2Il Signore radunerà tutte le nazioni contro Gerusalemme per la battaglia; la città sarà presa, le case saccheggiate, le donne violentate, metà della città partirà per l’esilio, ma il resto del popolo non sarà strappato dalla città. 3Il Signore uscirà e combatterà contro quelle nazioni, come quando combatté nel giorno dello scontro. 4In quel giorno i suoi piedi si poseranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme verso oriente, e il monte degli Ulivi si fenderà in due, da oriente a occidente, formando una valle molto profonda; una metà del monte si ritirerà verso settentrione e l’altra verso mezzogiorno. 5Allora voi fuggirete attraverso la valle fra i monti, poiché la nuova valle fra i monti giungerà fino ad Asal; voi fuggirete come quando fuggiste durante il terremoto, al tempo di Ozia, re di Giuda. Verrà allora il Signore, mio Dio, e con lui tutti i suoi santi.6In quel giorno non vi sarà né luce né freddo né gelo: 7sarà un unico giorno, il Signore lo conosce; non ci sarà né giorno né notte, e verso sera risplenderà la luce. 8In quel giorno acque vive sgorgheranno da Gerusalemme e scenderanno parte verso il mare orientale, parte verso il mare occidentale: ve ne saranno sempre, estate e inverno. 9Il Signore sarà re di tutta la terra. In quel giorno il Signore sarà unico e unico il suo nome. 10Tutto il paese si trasformerà in pianura, da Gheba fino a Rimmon, a meridione di Gerusalemme, che si eleverà e sarà abitata nel luogo dov’è, dalla porta di Beniamino fino al posto della prima porta, cioè fino alla porta dell’Angolo, e dalla torre di Cananèl fino ai torchi del re. 11Ivi abiteranno: non vi sarà più sterminio e Gerusalemme se ne starà tranquilla e sicura.12Questa sarà la piaga con cui il Signore colpirà tutti i popoli che avranno mosso guerra a Gerusalemme: imputridiranno le loro carni, mentre saranno ancora in piedi; i loro occhi marciranno nelle orbite e la lingua marcirà loro in bocca. 13In quel giorno vi sarà, per opera del Signore, un grande tumulto tra loro: uno afferrerà la mano dell’altro e alzerà la mano sopra la mano del suo amico. 14Anche Giuda combatterà a Gerusalemme e là si ammasseranno le ricchezze di tutte le nazioni vicine: oro, argento e vesti in grande quantità. 15Di piaga simile saranno colpiti i cavalli, i muli, i cammelli, gli asini e tutte le bestie degli accampamenti.
Gerusalemme centro religioso del mondo16Allora i superstiti, fra tutte le nazioni che avranno combattuto contro Gerusalemme, vi andranno ogni anno per adorare il re, il Signore degli eserciti, e per celebrare la festa delle Capanne. 17Se qualcuna delle famiglie della terra non andrà a Gerusalemme per adorare il re, il Signore degli eserciti, su di essa non ci sarà pioggia. 18Se la famiglia d’Egitto non salirà e non vorrà venire, sarà colpita dalla stessa pena che il Signore infliggerà alle nazioni che non saranno salite a celebrare la festa delle Capanne. 19Questo sarà il castigo per l’Egitto e per tutte le nazioni che non saranno salite a celebrare la festa delle Capanne.20In quel tempo anche sopra i sonagli dei cavalli si troverà scritto: “Sacro al Signore”, e i recipienti nel tempio del Signore saranno come i vasi per l’aspersione che sono davanti all’altare. 21Anzi, tutti i recipienti di Gerusalemme e di Giuda saranno sacri al Signore degli eserciti; quanti vorranno sacrificare verranno e li adopereranno per cuocere le carni. In quel giorno non vi sarà neppure un mercante nella casa del Signore degli eserciti».
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Approfondimenti
Combattimento intorno a Gerusalemme 14,1-15Questo c. composito, carico di aggiunte con molte allusioni ai testi sacri precedenti, descrive in forma epica e grandiosa il trionfo finale di Dio come giudice. Giuda e Gerusalemme vengono punite e purificate (vv. 1-5). Vengono cambiate le leggi della natura e tutto il paese diventa una verdeggiante pianura (vv. 6-15). Il regno universale escatologico del Signore si estende anche ai pagani (vv. 16-21). E il c. più apocalittico del Deuterozaccaria.
v. 2. Epica descrizione dell'occupazione di Gerusalemme da parte dei nemici.
v. 3. Come un valoroso guerriero Dio interviene per salvare Gerusalemme (cfr. Is 10,26; 51,9ss.). Gli sconvolgimenti della natura intendono esprimere in modo spettacolare il sovrano intervento del Giudice. Per la spaccatura del Monte degli Ulivi si ostruirà, come al tempo del re Ozia (cfr. Am 1,1), la valle orientale del Cedron.
v. 4. Grandiosa è l'immagine di Dio che si erge come gigante sul Monte degli Ulivi per venire a salvare la città (ctr. Mic 1,4; Ab 3,6; Na 1,5).
v. 5. «Asal» è una località nella valle del Cedron, situata a sud-est di Gerusalemme. I «santi» sono gli angeli che circondano il trono di Dio.
14,6-12 L'era escatologica è descritta con immagini che comportano la trasformazione fisica di Gerusalemme e della Giudea e fanno riferimento al paradiso terrestre. Viene soppressa l'alternanza delle stagioni (v. 6), onde permettere lo stabilimento di un'eterna primavera. Eliminate le tenebre, la luce regnerà sovrana (v. 7; cfr. Is 60,19s.); una sorgente di acqua viva e perenne sgorgherà da Gerusalemme e inonderà tutto il paese, eliminando il pericolo della siccità (v. 8). Tutta la Giudea diventa un'immensa fertile pianura (v. 10).
v. 8. Il «mare orientale» è probabilmente il Mar Morto che riacquista la fecondità (cfr. Ez 47,8-11; Gl 2,20; 4,18). «il Mediterraneo» è letteralmente il «mare d'Occidente» (cfr. Ez 47,11).
v. 9. Tutta l'umanità sarà unita nell'adorazione dell'unico Dio e unico re (cfr. Is 2,1-5; Mic 4,1-5,14; Ml 1,11; Sal 93.96.97.99).
v. 10. «Gabaa»: si trova a una decina di km a nord di Gerusalemme, alla frontiera tra le tribù di Giuda e Beniamino. «Rimmon» è localizzata presso Bersabea; «i torchi del re» si trovano all'estremità sud-orientale della città di Gerusalemme, nei giardini del re.
v. 12. Il combattimento escatologico consiste nell'invio di una misteriosa piaga contro l'esercito nemico. Si tratta della peste (cfr. Ez 38,22; 39,17-20). I dettagli terrificanti fanno parte della descrizione apocalittica, che spesso utilizza un linguaggio convenzionale.
v. 13. Effetto del panico di fronte alla pubblica calamità è il vicendevole assassinio.
v. 15. La piaga del v. 12 colpisce tutti gli animali, il bestiame sia grosso che minuto, sicché gli uomini sono privati di ogni sostegno per la vita (cfr. Gn 2,19s.).
Gerusalemme centro religioso del mondo 14,16-21Nell'era escatologica i pagani sopravvissuti si convertiranno al monoteismo e saliranno in pellegrinaggio al tempio di Gerusalemme (v. 16). Severe sanzioni saranno applicate ai popoli refrattari (vv. 17-19). Tutto ciò che si trova nella Giudea diventa sacro (vv. 20s.).
v. 16. I superstiti dei nemici convertiti alla religione d'Israele partecipano alla solennità delle Capanne a Gerusalemme e celebrano la regalità dell'unico Dio (cfr. Is 2,2; 25,6; Mic 4,2; Ag 2,7; Zc 8,22s.).
v. 17. La siccità è il castigo particolare comminato ai popoli refrattari al monoteismo.
v. 20. Tutte le cose nel paese d'Israele vengono consacrate al culto di Dio.
v. 21. «Cananeo» probabilmente significa «Samaritano». La fede in Dio creatore è intesa nel contesto della sua potenza salvifica. Dio, che ha fondato la terra (12,1), ha il potere di abbattere le montagne (14,4). Colui che ha comunicato all'uomo lo spirito vitale (12,1) può cambiare il cuore dell'uomo, effondere sul suo popolo lo spirito di grazia, allontanando da esso la forza malvagia che lo spinge verso l'idolatria (12,10; 13,2). Dio, che all'inizio della creazione ha separato le acque, aprirà in Gerusalemme una sorgente salutare che purificherà tutti i suoi abitanti (13,1); anzi dalla città santa sgorgheranno acque vive, che produrranno benefici effetti su tutto il popolo eletto (14,8) e su tutte le nazioni (14,17). La signoria universale di Dio è posta in particolare rilievo. A Dio appartengono tutti i popoli: l'Aram (9,1), la Fenicia (9,2s.), la Filistea (9,5ss.) e l'Egitto (14,8-19). Su di essi come su Israele si esercita la sua regale munificenza (14, 9-16). Alla fine dei tempi JHWH regnerà su tutte le nazioni, che renderanno a lui l'omaggio della fede e della fedeltà. Allora sarà eliminata la presenza di chi si ostina a non riconoscere la signoria dell'unico Dio (14,9).
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ZACCARIA 9-14 NEL NTL'ultima parte del libro di Zaccaria è stata largamente utilizzata nel NT, specialmente nei racconti della passione di Cristo. Quattro passi del Deuterozaccaria vengono citati sei volte in modo esplicito e in vario senso nei Vangeli.
Zc 9,9 è citato in senso letterale in Mt 21,5 e Gv 12,5 in occasione della solenne entrata di Gesù in Gerusalemme, quale re messianico. Salito sull'asinello Gesù compì la profezia relativa all'avvento nella città santa del re umile e pacifico. L'acclamazione «figlio di Davide» (cfr. Mt 21,9) dimostra che il nuovo re è riconosciuto come discendente della dinastia davidica.
Mt 26,31 attribuisce a Gesù il testo di Zc 13,7 che parla del pastore percosso e del gregge disperso, in senso accomodatizio. La citazione non è fatta alla lettera, e alla seconda persona del testo originale viene sostituita la prima, probabilmente con l'intento di sottolineare l'analogia esistente tra il testo e la situazione in cui si trovava Gesù al momento precedente il suo arresto.
Mt 27,9s. riporta in modo molto curioso il testo di Zc 11,12 concernente il denaro gettato al vasaio. Sembra che l'evangelista si ispiri al Testo masoretico e alle parafrasi del Targum di Gionata, anziché alla versione greca dei LXX. Si hanno due presentazioni del fatto, una collegata con il tesoro del tempio (cfr. Mt 27,6) e l'altra con il campo del vasaio.
Alla fine del racconto della passione Gv 19,37 cita Zc 12,10, cioè il testo del «trafitto», applicandolo a Gesù morto sulla croce, in senso tipico. Il testo greco si accorda con la versione di Simmaco e Teodozione.
(cf. STEFANO VIRGULIN, Zaccaria – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
Vocazione
Questo Tuo dono mi puo' portare ben oltre la mia volontà così fragile, ben oltre la mia povera fantasia, ben oltre ogni mio strano modo di voler bene, ben oltre a ciò che posso vedere di Te, ben oltre alle mie attenzioni così superficiali. Ogni vocazione non può che essere ricolma di Te!
Tina Turner - Private Dancer (1984)
Private Dancer è il quinto album solista in studio di Tina Turner. È stato pubblicato il 29 maggio 1984 tramite Capitol Records ed è stato il suo primo album pubblicato tramite l'etichetta. Dopo diversi anni difficili da solista dopo il divorzio da Ike Turner, Private Dancer ha spinto Turner a diventare una star solista valida, nonché una delle cantanti crossover più commercializzabili nell'industria discografica. È diventato un successo commerciale mondiale, ottenendo certificazioni multi-platino e rimane il suo album più venduto in Nord America fino ad oggi. Nel 2020, l'album è stato selezionato dalla Library of Congress per la conservazione nel National Recording Registry per essere “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo”.
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ZACCARIA - Capitolo 13
Purificazione del paese1In quel giorno vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e l’impurità. 2In quel giorno – oracolo del Signore degli eserciti – io estirperò dal paese i nomi degli idoli, né più saranno ricordati; anche i profeti e lo spirito di impurità farò sparire dal paese. 3Se qualcuno oserà ancora fare il profeta, il padre e la madre che l’hanno generato, gli diranno: “Non devi vivere, perché proferisci menzogne nel nome del Signore!”, e il padre e la madre che l’hanno generato lo trafiggeranno perché fa il profeta. 4In quel giorno ogni profeta si vergognerà della visione ricevuta facendo il profeta, e non indosserà più il mantello di pelo per raccontare bugie. 5Ma ognuno dirà: “Non sono un profeta: sono un lavoratore della terra, ad essa mi sono dedicato fin dalla mia giovinezza”. 6E se gli si dirà: “Perché quelle piaghe in mezzo alle tue mani?”, egli risponderà: “Queste le ho ricevute in casa dei miei amici”.
Il nuovo popolo7Insorgi, spada, contro il mio pastore, contro colui che è mio compagno. Oracolo del Signore degli eserciti. Percuoti il pastore e sia disperso il gregge, allora volgerò la mano anche contro i suoi piccoli.8In tutto il paese – oracolo del Signore – due terzi saranno sterminati e periranno; un terzo sarà conservato.9Farò passare questo terzo per il fuoco e lo purificherò come si purifica l’argento; lo proverò come si prova l’oro. Invocherà il mio nome e io l’ascolterò; dirò: “Questo è il mio popolo”. Esso dirà: “Il Signore è il mio Dio”.
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Approfondimenti
Purificazione del paese 13,1-6Il brano, che comprende tre brevi oracoli (v. 1.2.4), è un piccolo trattato sul falso profetismo sia giudaico che idolatrico, con i suoi risvolti cultuali e naturistici.
v. 1. «impurità»: indica l'idolatria (cfr. Ez. 36,17). La «sorgente zampillante» di acqua viva toglie il peccato purificando interiormente il cuore dell'uomo (cfr. Lv 14,8-9; Nm 9,6s; 19,7-9; Ez 36,25).
v. 2. «lo spirito immondo» designa l'attrattiva per i culti idolatrici (cfr. Os 1,2; 2,6; 4,12).
v. 3. «trafiggeranno»: i genitori stessi dei falsi profeti si incaricano di eseguire la pena di morte sui figli, tanto grave è considerato il loro crimine (Dt 13,6; 18,20).
v. 4. «il mantello di pelo» è il capo di vestiario distintivo del profeta (2Re 1,8; Mt 3,4).
v. 5. Il v. ricorda la protesta di Amos 7,4. I falsi profeti affermano la loro appartenenza alla classe agricola, onde evitare di essere smascherati.
v. 6. Le «piaghe» sono delle incisioni fatte dai falsi profeti sul petto o sul viso nei momenti di trance, nell'occasione di certe feste in onore delle divinità pagane della fertilità (cfr. Lv 21,5; Dt 14,1; 1Re 18,28; Ger 5,7); «dei miei amici»: letteralmente «dei miei amanti»; sono i falsi dei, nei cui templi si celebravano le orge cultuali. Ma la risposta del profeta è ambigua, poiché amici possono essere anche i parenti.
Il nuovo popolo 13,7-9Questo breve poema in versi, isolato dal contesto e ricco di paradossi, contiene minacce e promesse, ed è composto di tre strofe. Si fa riferimento a un enigmatico pastore che viene ucciso (v. 7), al sacro resto (v. 8) e alla nuova alleanza (v. 9). Il brano sembra essere una conclusione delle pericopi 11,4-17 e 13,1.
v. 7. Vigorosa prosopopea della «spada», strumento della giustizia divina. L'identificazione del pastore è incerta. Comunque, si tratta di un capo del popolo, che può essere considerato iniquo o probo. In questo ultimo caso non è infondato riconoscere un riferimento al «trafitto» del v. 12,10. La dispersione delle pecore è la conseguenza dell'uccisione del pastore (cfr. Ez 34,5). Questo v. è citato nel racconto dell'arresto di Cristo e del suo abbandono da parte dei discepoli (Mt 26,31; Mc 14,27).
v. 8. Alla fine dei tempi il popolo subirà delle prove tremende, e rimarrà in vita solo un resto (cfr. Ez 5,1-12). Il tema profetico del sacro resto (cfr. Is 4,3; 6,13; 7,3; 10,20; Mic 4,7; Sof 3;13) è applicato all'era escatologica.
v. 9. Alla fine del v. si trova la tradizionale formula dell'alleanza sinaitica (cfr. Os 2,25; Ger 31,33; Ez 34,21; Zc 8,8).
(cf. STEFANO VIRGULIN, Zaccaria – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)
Tempesta dell'Anima
Cielo grigio, aria calma, un velo sul pensiero, il cielo è grigio. Nuvole bianche all'orizzonte, sogni sospesi tra fiocchi d'argento.
Lontano, l'eco di un temporale, un tuono sussurra inviti a sognare, annuncio di una tempesta tanto attesa, un'anima stanca cerca ancora l'amore.
Ma non tutti gradiscono l’arrivo, la tempesta è un desiderio ardente. Eppure mi perdo, chiudo gli occhi, sperando di lavare ferite ormai stanche.
Vento che disperde pensieri confusi, mi fermo, attendo il suo passaggio. Pioggia che purifica e riempie il cuore, infondendo nuovi amori, nuovi coraggi.
Ray Charles - The Genius Of Ray Charles (1959)
The Genius of Ray Charles è un album di Ray Charles del 1959, pubblicato nell'ottobre della Atlantic Records, il settimo album dal debutto di Ray Charles nel 1957. L'album è composto da swing pop con arrangiamenti per big band. È composto da una prima metà di canzoni per big band e una seconda metà di ballate con accompagnamento di archi. The Genius of Ray Charles ha venduto meno di 500.000 copie e si è classificato al numero 17 nella Billboard 200. “Let the Good Times Roll” e “Don't Let the Sun Catch You Cryin'” sono stati pubblicati come singoli nel 1959.
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"Don't Stand So Close to Me" è una delle canzoni più celebri dei The Police,...
“Don't Stand So Close to Me” è una delle canzoni più celebri dei The Police, pubblicata nel settembre del 1980 come singolo principale dell'album Zenyatta Mondatta. Scritta dal frontman Sting, la canzone divenne rapidamente un grande successo, raggiungendo la vetta delle classifiche nel Regno Unito e in vari altri paesi.
Significato della Canzone Il testo di “Don't Stand So Close to Me” affronta un tema delicato e controverso: la relazione ambigua e problematica tra un insegnante e una sua giovane studentessa. La canzone esplora i sentimenti di attrazione, ma anche la tensione e il pericolo insiti in una tale situazione, evidenziando il conflitto morale e le possibili conseguenze disastrose.
L'ispirazione per il brano è in parte autobiografica, poiché Sting, prima di dedicarsi completamente alla musica, ha lavorato come insegnante. Tuttavia, Sting ha sempre chiarito che il testo non riflette esperienze personali dirette, ma piuttosto osservazioni e riflessioni su dinamiche comunemente osservate.
Musicalità Musicalmente, “Don't Stand So Close to Me” si distingue per un ritmo incalzante e coinvolgente, caratterizzato dall'uso di chitarre, basso e batteria tipici dello stile dei The Police. La melodia accattivante e il ritornello ripetitivo hanno contribuito a renderla una delle tracce più riconoscibili della band.
Successo e Riconoscimenti La canzone ha riscosso un enorme successo sia commerciale che critico. Ha raggiunto la prima posizione nella classifica dei singoli nel Regno Unito e ha ottenuto un buon riscontro anche negli Stati Uniti. Nel 1982, “Don't Stand So Close to Me” ha vinto il Grammy Award nella categoria “Best Rock Performance by a Duo or Group with Vocal.”
“Don't Stand So Close to Me” è considerata una delle canzoni simbolo dei The Police, rappresentativa del loro stile musicale, una fusione di rock, punk e reggae. Il tema trattato e il suo impatto culturale hanno fatto sì che fosse ricordata come una delle tracce più provocatorie e memorabili degli anni '80.
Nel 1986, la band ha registrato una nuova versione della canzone, intitolata “Don't Stand So Close to Me '86”, con un arrangiamento più lento e riflessivo rispetto all'originale, ma che non ha ottenuto lo stesso successo della versione del 1980.
In sintesi, “Don't Stand So Close to Me” rimane un classico del rock, riconosciuto per il coraggio nell'affrontare tematiche complesse e per la sua capacità di rimanere rilevante anche a decenni dalla sua uscita.
Il rito della cartoleria, prima del ritorno a scuola
Erano questi giorni, i primi di settembre, ma di decine di anni fa. È un rito che ancora si perpetua, probabilmente, ma non ho più l'età per viverlo, nè una discendenza con cui condividerlo. Gli acquisti scolastici per il nuovo anno (scolastico) Si tornava dalla villeggiatura, all'epoca si chiamava così, se la potevano permettere anche i moderatamente poveri per un motivo molto semplice: era l'unica concessione al superfluo dell'anno. Superfluo può sembrare un parolone, specie alla luce della sensibilità più moderna al diritto a staccare dal lavoro e dalla monotonia ossessionante del quotidiano, ma difficilemente, nel corso della storia, qualcuno sarà morto per mancanza di villeggiatura. Specie in quei periodi, che oggi considereremmo stati di povertà, senza dubbio.
In famiglia ce la siamo permessa giusto per sei anni, e per tutti quei sei anni, nella seconda metà di agosto il tempo iniziava a mostrare qualche nuvola in più. A rinfrescare. E in questo clima più accettabile, ricordo di tempi passati, poco dopo esser tornati alla normalità, iniziavano i preparativi per il nuovo anno scolastico. Per me, era un clima di festa.
Mi è sempre piaciuto andare a scuola. L'asilo no, ci sono stato un giorno solo e ho deciso che non avrei voluto starci un'ora in più, fortunatamente sono stato accontentato. Mi è sempre piaciuta la cartoleria intesa come local, mi è sempre piaciuto l'odore della cartoleria: un misto di carta, plastica e DAS (la pasta per modellare, non so quanto sia stato utile precisarlo).
Mi piaceva andare in giro per cartolerie e supermercati (ieri meno forniti di oggi, ma erano tappe del pellegrinaggio comunque) con la sensazione di poter spendere qualsiasi cifra, e invece erano cifre in linea con quelle di una famiglia del Sud, classe operaia, negli anni Ottanta. Poco, molto poco.
Confezioni risparmio di penne Corvina, all'epoca avrei preferito le Bic, ma costavano di più (oggi scrivo pochissimo, ma Corvina e simili mi piacciono molto, o sono stato fortunato trovandone di economiche molto scorrevoli); matite e gomme; squadrette, riga, righello e compasso, nel caso quelli dell'anno precedente fossero andati distrutti; quaderni e quadernoni; il diario; le copertine di plastica per i libri. Lo zainetto, almeno fino alle elementari, perché poi per le medie ne comprammo uno e quello è rimasto, ce l'ho ancora. E ancora lo uso, nonostante sia praticamente distrutto.
E dopo una settimana o due, iniziava la scuola, e io ero contento. Era un nuovo anno, era un altro passo nel futuro, quando potevo ancora sperare nel futuro.
Poi, quel futuro, è arrivato, umiliando anni di attesa.
Strofetta
(A. Arrivabene, ecce-homo, olio su tavola. 41 x 37 cm, 2019)
Nella compassione ho intuito il seme dell'infelicità -
soffrire è volervi amare al di sopra delle mie possibilità.