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Benvenuti nel mio spazio digitale!


Con sommo piacere, mi presento a voi: sono Luciano Aruta, un docente di Economia Aziendale di scuole superiori.

In questo mio novello blog, avrò il privilegio di condividere con voi approfondimenti e riflessioni su molteplici tematiche inerenti l'economia e la cultura.

Spero vivamente che questo percorso di conoscenza e dialogo possa coinvolgere un vasto uditorio.

#economia


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Antony And The Johnsons – Cut The World (2012)


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Antony Hegarty, un artista unico, come la sua voce malinconica, primo e più appariscente elemento di una personalità musicale sfaccettata e poliedrica, capace di far entrare l’ascoltatore nella sua sfera più intima e umana, con una naturalezza commovente, che va ben al di la del mero timbro vocale, per quanto esclusivo ed eccezionale. “Cut The World” è un album che raccoglie le registrazioni effettuate da Antony e i suoi The Johnsons, assieme all’Orchestra sinfonica nazionale di Copenhagen, grazie alla quale i brani editi sui quattro precedenti lavori in studio si rivestono di nuove atmosfere, suscitando nuove sensazioni... impattosonoro.it/2012/09/04/re…


Ascolta: album.link/i/531336560



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Antony And The Johnsons – Cut The World (2012)


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Antony Hegarty, un artista unico, come la sua voce malinconica, primo e più appariscente elemento di una personalità musicale sfaccettata e poliedrica, capace di far entrare l’ascoltatore nella sua sfera più intima e umana, con una naturalezza commovente, che va ben al di la del mero timbro vocale, per quanto esclusivo ed eccezionale. “Cut The World” è un album che raccoglie le registrazioni effettuate da Antony e i suoi The Johnsons, assieme all’Orchestra sinfonica nazionale di Copenhagen, grazie alla quale i brani editi sui quattro precedenti lavori in studio si rivestono di nuove atmosfere, suscitando nuove sensazioni... impattosonoro.it/2012/09/04/re…


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PROVERBI - Capitolo 13


Ricchezza e povertà1Il figlio saggio ama la correzione del padre, lo spavaldo non ascolta il rimprovero.2Con il frutto della bocca ci si nutre di beni, ma l'appetito dei perfidi si ciba di violenza.3Chi sorveglia la bocca preserva la sua vita, chi spalanca le sue labbra va incontro alla rovina.4Il pigro brama, ma non c'è nulla per il suo appetito, mentre l'appetito dei laboriosi sarà soddisfatto.5Il giusto odia la parola falsa, l'empio disonora e diffama.6La giustizia custodisce chi ha una condotta integra, la malvagità manda in rovina il peccatore.7C'è chi fa il ricco e non ha nulla, c'è chi fa il povero e possiede molti beni.8Riscatto della vita d'un uomo è la sua ricchezza, ma il povero non avverte la minaccia.9La luce dei giusti porta gioia, la lampada dei malvagi si spegne.10L'insolenza provoca litigi, ma la sapienza sta con chi accetta consigli.11La ricchezza venuta dal nulla diminuisce, chi la accumula a poco a poco, la fa aumentare.12Un'attesa troppo prolungata fa male al cuore, un desiderio soddisfatto è albero di vita.13Chi disprezza la parola si rende debitore, chi rispetta un ordine viene ricompensato.14L'insegnamento del saggio è fonte di vita per sfuggire ai lacci della morte.15Il senno procura favore, ma il contegno dei perfidi porta alla rovina.16La persona avveduta prima di agire riflette, lo stolto mette in mostra la sua stupidità.17Un cattivo messaggero causa sciagure, un inviato fedele porta salute.18Povertà e ignominia a chi rifiuta la correzione, chi tiene conto del rimprovero sarà onorato.19Desiderio appagato è dolcezza per l'anima; fa orrore agli stolti evitare il male.20Va' con i saggi e saggio diventerai, chi pratica gli stolti ne subirà danno.21La sventura insegue i peccatori, il bene è la ricompensa dei giusti.22L'uomo buono lascia eredi i figli dei figli, è riservata al giusto la ricchezza del peccatore.23Vi è cibo in abbondanza nei campi dei poveri, ma può essere sottratto per mancanza di giustizia.24Chi risparmia il bastone odia suo figlio, chi lo ama è pronto a correggerlo.25Il giusto mangia fino a saziarsi, ma il ventre dei malvagi resta vuoto.

_________________Note

13,8 il povero non avverte la minaccia: il povero è più tranquillo del ricco, perché non deve privarsi della ricchezza (che non ha) per riscattare se stesso dalle estorsioni.

=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti


vv. 2-4. Il collegamento è dato dalla ripresa del sostantivo nepeš (appetito, vita, anima): si passa dall'uso della parola (v. 2a.3) all'agire umano (v. 4) e dall'appetito dei perfidi (v. 2) a quello dei diligenti (v. 4). I due livelli non si coprono, ma sono interrelati: sia perché l'appetito riguarda per gran parte quella parte del corpo da cui fuoriesce la parola (da notare inoltre che nepeš significa in molti casi «gola»), sia perché, se l'appetito in ogni sua manifestazione è incontrollato, anche il linguaggio della persona ne sarà determinato (e allora non sarà soltanto un parlare imprudente, v. 3, ma pure un parlare che ingenera violenza, v. 2).

v. 8. Il significato dell'antitesi è un po' oscuro, anche perché le tre ultime parole del versetto nel TM corrispondono alla finale del v. 1. Mantenendo il TM (con BC) è preferibile dare un senso attivo al verbo del secondo stico («non bada» o «non da peso», invece di «non si accorge»): in tal modo il proverbio ricorda che il povero, a differenza del ricco, non è passibile di estorsioni. In un mondo violento, il povero, che vive già nella precarietà, ha molto meno da temere dalla minaccia a confronto del ricco.

v. 11. «in fretta»: secondo LXX e Vg, forse rappresenta un'armonizzazione con 20,21. Il TM ha mēhebel: «dall'inconsistenza» (secondo il significato di hbl «soffio, vacuità»).

vv. 12.19. Possiamo notare nei due versetti il passaggio dall'osservazione degli stati d'animo al giudizio morale sul comportamento (v. 19b). Il collegamento è dato dall'esaudimento dell'attesa, che nel v. 12 è espresso in una progressione climatica: l'ansia e l'incertezza che caratterizzano il tempo dell'attesa (v. 12a) sono colmate dall'abbondanza (l'albero di vita) che contrassegna l'esaudimento (v. 12b); nel v. 19 ricorre invece una tipica antitesi, centrata sulla metafora del gusto: se il desiderio soddisfatto è «dolce al gusto» (BC traduce con «cuore» il vocabolo ebraico nepeš, che signitica «gola, anima, vita» e che in questo caso va inteso nel suo significato primario di gola, perciò di sede del gusto), all'opposto troviamo lo stolto che prova «disgusto» al solo pensiero di allontanarsi dal male. Distaccarsi dal male dovrebbe essere una cosa dolce, piacevole a compiersi, ma per lo stolto sembra una cosa ardua: non sa comprendere la “dolcezza” di una buona condotta.

v. 15. Una traduzione preferibile è: «Il buon senso rende accetta la persona, ma la condotta dei perfidi è la loro rovina».

vv. 20-22. La compagnia dei saggi non procura soltanto saggezza, ma anche benessere ed eredità sicura, mentre chi frequenta gli ignoranti rovina se stesso (cfr. Sal 49, 11).

vv. 23.25. Si riprende qui il tema della ricchezza che ha caratterizzato il corso del capitolo, collegata con desiderio, acquisizione, apparenza, eredità (cfr. vv. 4.7-8.11-12.18-19.22-23.25).

(cf. FLAVIO DALLA VECCHIA, Proverbi di Salomone – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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UNA GUIDA DI EUROPOL SPIEGA ALLE FORZE DELL'ORDINE COME SUPERARE I PREGIUDIZI DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE


“Pregiudizi dell'intelligenza artificiale nelle forze dell'ordine: una guida pratica”, recente pubblicazione di Europol (Innovation Lab), esplora i metodi per prevenire, identificare e mitigare i rischi nelle varie fasi dell'implementazione dell'intelligenza artificiale. Il rapporto mira a fornire alle forze dell’ordine linee guida chiare su come implementare le tecnologie di intelligenza artificiale salvaguardando i diritti fondamentali.

L’intelligenza artificiale può essere una risorsa importante per le forze dell’ordine, per rafforzare le proprie capacità di combattere le minacce emergenti (amplificate dalla digitalizzazione) attraverso l’integrazione di nuove soluzioni tecniche, quali come la polizia predittiva, l'identificazione automatica di pattern e l'analisi avanzata dei dati. L’intelligenza artificiale può aiutare le forze dell’ordine: a. ad analizzare set di dati ampi e complessi, b. automatizzare compiti ripetitivi e c. supportare un processo decisionale più informato. Impiegata in modo responsabile, può potenziare le capacità operative e migliorare la sicurezza pubblica.

Tuttavia, questi benefici devono essere attentamente valutati rispetto ai possibili rischi posti dai pregiudizi (intesi come una tendenza o inclinazione che si traduce in un giudizio ingiusto o in un pregiudizio a favore o contro una persona, un gruppo o un'idea) sull'utilizzo, che possono apparire in varie fasi di sviluppo e implementazione del sistema di intelligenza artificiale. Questi rischi derivano da pregiudizi insiti nella progettazione, nello sviluppo e nell'implementazione dei sistemi di intelligenza artificiale, che possono perpetuare la discriminazione, rafforzare le disuguaglianze sociali e compromettere l'integrità delle attività delle forze dell'ordine. Tali pregiudizi devono essere controllati per garantire risultati equi, mantenere la fiducia del pubblico e proteggere i diritti fondamentali. Il rapporto fornisce alle autorità di contrasto le intuizioni e le indicazioni necessarie per identificare, mitigare e prevenire pregiudizi nei sistemi di intelligenza artificiale. Questa conoscenza può svolgere un ruolo cruciale nel sostenere l’adozione sicura ed etica dell’intelligenza artificiale per garantire che la tecnologia venga utilizzata in modo efficace, equo e trasparente al servizio della sicurezza pubblica.

Le Raccomandazioni chiave per le forze dell'ordine che emergono dal Rapporto riguardano:

  • Documento: mantenere una documentazione dettagliata di tutte le fasi del ciclo di vita dell'IA. Ciò garantisce tracciabilità, responsabilità e aiuta a identificare dove possono verificarsi pregiudizi.
  • Valutare: sviluppare un quadro socio-tecnico completo, coinvolgendo un gruppo eterogeneo di parti interessate, per valutare l'accuratezza tecnica e considerare attentamente i contesti storici, sociali e demografici.
  • Formare tutto il personale delle forze dell’ordine coinvolto con gli strumenti di intelligenza artificiale per approfondire la propria comprensione delle tecnologie di intelligenza artificiale per enfatizzare il valore della valutazione umana nella revisione dei risultati generati dall’intelligenza artificiale per prevenire pregiudizi.
  • Testare le prestazioni, l'impatto e rivedere gli indicatori di potenziale distorsione prima dell'implementazione.
  • Eseguire analisi caso per caso e addestrarsi a comprendere i diversi pregiudizi dell’intelligenza artificiale, la loro relazione con i parametri di equità e implementare metodi di mitigazione dei pregiudizi.
  • Valutare continuamente attraverso l'implementazione di test regolari e la rivalutazione dei modelli di intelligenza artificiale durante tutto il loro ciclo di vita per rilevare e mitigare i pregiudizi.
  • Applicare tecniche di test di equità e di mitigazione dei pregiudizi post-elaborazione sia sugli output del sistema di intelligenza artificiale che sulle decisioni finali prese da esperti umani che si affidano a tali output.
  • Valutare il contesto e gli obiettivi di ciascuna applicazione di intelligenza artificiale, allineando le misure di equità con gli obiettivi operativi per garantire risultati sia etici che efficaci.
  • Garantire la coerenza contestuale e statistica durante l’implementazione dei modelli di intelligenza artificiale.
  • Standardizzare i parametri di equità e le strategie di mitigazione in tutta l’organizzazione per garantire pratiche coerenti nella valutazione dei pregiudizi.

Informazioni sull'Innovation Lab di Europol

Il Lab mira a identificare, promuovere e sviluppare soluzioni innovative concrete a sostegno del lavoro operativo degli Stati membri dell'UE’. Ciò aiuta investigatori e analisti a sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per evitare la duplicazione del lavoro, creare sinergie e mettere in comune le risorse.

Le attività del laboratorio sono direttamente collegate alle priorità strategiche stabilite nella strategia Europol Fornire sicurezza in partenariato, in cui si afferma che Europol sarà in prima linea nell'innovazione e nella ricerca delle forze dell'ordine.

Il lavoro del Laboratorio di innovazione Europol è organizzato attorno a quattro pilastri: gestione di progetti al servizio delle esigenze operative della comunità delle forze dell'ordine dell'UE; monitorare gli sviluppi tecnologici rilevanti per le forze dell'ordine; mantenimento di reti di esperti; in qualità di segretariato del polo di innovazione dell'UE per la sicurezza interna.

La pubblicazione [en] è scaricabile qui europol.europa.eu/publications…

#AI #artificialintelligence #intelligenzaartificiale


noblogo.org/cooperazione-inter…


UNA GUIDA DI EUROPOL SPIEGA ALLE FORZE DELL'ORDINE COME SUPERARE I PREGIUDIZI...


UNA GUIDA DI EUROPOL SPIEGA ALLE FORZE DELL'ORDINE COME SUPERARE I PREGIUDIZI DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE


“Pregiudizi dell'intelligenza artificiale nelle forze dell'ordine: una guida pratica”, recente pubblicazione di Europol (Innovation Lab), esplora i metodi per prevenire, identificare e mitigare i rischi nelle varie fasi dell'implementazione dell'intelligenza artificiale. Il rapporto mira a fornire alle forze dell’ordine linee guida chiare su come implementare le tecnologie di intelligenza artificiale salvaguardando i diritti fondamentali.

L’intelligenza artificiale può essere una risorsa importante per le forze dell’ordine, per rafforzare le proprie capacità di combattere le minacce emergenti (amplificate dalla digitalizzazione) attraverso l’integrazione di nuove soluzioni tecniche, quali come la polizia predittiva, l'identificazione automatica di pattern e l'analisi avanzata dei dati. L’intelligenza artificiale può aiutare le forze dell’ordine: a. ad analizzare set di dati ampi e complessi, b. automatizzare compiti ripetitivi e c. supportare un processo decisionale più informato. Impiegata in modo responsabile, può potenziare le capacità operative e migliorare la sicurezza pubblica.

Tuttavia, questi benefici devono essere attentamente valutati rispetto ai possibili rischi posti dai pregiudizi (intesi come una tendenza o inclinazione che si traduce in un giudizio ingiusto o in un pregiudizio a favore o contro una persona, un gruppo o un'idea) sull'utilizzo, che possono apparire in varie fasi di sviluppo e implementazione del sistema di intelligenza artificiale. Questi rischi derivano da pregiudizi insiti nella progettazione, nello sviluppo e nell'implementazione dei sistemi di intelligenza artificiale, che possono perpetuare la discriminazione, rafforzare le disuguaglianze sociali e compromettere l'integrità delle attività delle forze dell'ordine. Tali pregiudizi devono essere controllati per garantire risultati equi, mantenere la fiducia del pubblico e proteggere i diritti fondamentali. Il rapporto fornisce alle autorità di contrasto le intuizioni e le indicazioni necessarie per identificare, mitigare e prevenire pregiudizi nei sistemi di intelligenza artificiale. Questa conoscenza può svolgere un ruolo cruciale nel sostenere l’adozione sicura ed etica dell’intelligenza artificiale per garantire che la tecnologia venga utilizzata in modo efficace, equo e trasparente al servizio della sicurezza pubblica.

Le Raccomandazioni chiave per le forze dell'ordine che emergono dal Rapporto riguardano:

  • Documento: mantenere una documentazione dettagliata di tutte le fasi del ciclo di vita dell'IA. Ciò garantisce tracciabilità, responsabilità e aiuta a identificare dove possono verificarsi pregiudizi.
  • Valutare: sviluppare un quadro socio-tecnico completo, coinvolgendo un gruppo eterogeneo di parti interessate, per valutare l'accuratezza tecnica e considerare attentamente i contesti storici, sociali e demografici.
  • Formare tutto il personale delle forze dell’ordine coinvolto con gli strumenti di intelligenza artificiale per approfondire la propria comprensione delle tecnologie di intelligenza artificiale per enfatizzare il valore della valutazione umana nella revisione dei risultati generati dall’intelligenza artificiale per prevenire pregiudizi.
  • Testare le prestazioni, l'impatto e rivedere gli indicatori di potenziale distorsione prima dell'implementazione.
  • Eseguire analisi caso per caso e addestrarsi a comprendere i diversi pregiudizi dell’intelligenza artificiale, la loro relazione con i parametri di equità e implementare metodi di mitigazione dei pregiudizi.
  • Valutare continuamente attraverso l'implementazione di test regolari e la rivalutazione dei modelli di intelligenza artificiale durante tutto il loro ciclo di vita per rilevare e mitigare i pregiudizi.
  • Applicare tecniche di test di equità e di mitigazione dei pregiudizi post-elaborazione sia sugli output del sistema di intelligenza artificiale che sulle decisioni finali prese da esperti umani che si affidano a tali output.
  • Valutare il contesto e gli obiettivi di ciascuna applicazione di intelligenza artificiale, allineando le misure di equità con gli obiettivi operativi per garantire risultati sia etici che efficaci.
  • Garantire la coerenza contestuale e statistica durante l’implementazione dei modelli di intelligenza artificiale.
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Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci:l.devol.it/@CoopIntdiPoliziaTutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (creativecommons.org/licenses/b…)Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.



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Un altro sport da villeggiatura: il tennis



Delle mie esperienze con lo skatebobard, in estate e lontano da casa, ne ho parlato qui. Del tennis, invece, ne scrivo adesso e anticipo che racchetta e skateboard trovano un punto di contatto nel punto di contatto tra il mio coccige e una superficie più o meno piatta, ma indiscutibilmente solida: sì, sono caduto, anche stavolta pesantemente, con una racchetta in mano mentre stavamo in villeggiatura e questo è il succo di questo articolo, che continuo per chi fosse ancora interessato.

Stavolta, la casa era a Castello del Matese, località in cui abbiamo villeggiato una sola volta, e quell'anno avevamo la compagnia dei miei zii dalla Toscana. Noi salivamo di poco, loro scendevano di parecchio e ci incontravamo in questo piccolo paese tra Piedimonte (Matese) e San Gregorio (Matese). Il Matese è un'area geografica, fatta di monti e valli, a cavallo tra la Campania e il Molise e i nomi di molte località incorporano questa dicitura, subentrata quasi sempre a “d'Alife”. Piedimonte è in collina, 300 metri più su c'è Castello e salendo per altri 300 metri, circa, si arriva a San Gregorio. Ci eravamo fermati nel mezzo, quell'anno.

Vista dall'alto di un borgo di montagna, con un castello visibile al centro, edificato su un rilievo pianeggiante posto tra più alti monti boscosi

La casetta affittata dai miei zii era più moderna, per quanto potesse esserlo in un paesino di montagna più di trenta anni fa. Ricordo gli infissi in alluminio, almeno: la nostra, di sicuro, non ce li aveva. Era una tipica casetta da borgo, di quelle non vissute dai proprietari e che quindi sono rifinite un po' sì e un po' no, più no che sì. Muri intonacati senza troppa convinzione, pavimenti decisamente antichi, bagno al piano di sopra a cui si accedeva, se non ricordo male, passando da un balcone. Gli elementi della abitazioni tendono a diventare a incastro, in certe situazioni. E la scala che portava al piano di sopra: una dei protagonisti del racconto, che era di gradini di cemento grezzo, probabilmente neanche troppo regolari in alzata e pedata, come se servissero a ostacolare l'avanzata di eventuali aggressori dal piano basso che volessero conquistare il bagno (senza doccia e senza vasca, ci lavavamo in una capiente tinozza) o le stanze da letto. Ah, dimenticavo: da una porticina a piano terra, fatta di una intelaiatura approssimativa di legno, vetro e spifferi, si accedeva a un orticello interno, incastrato nello spazio lasciato dalle case incastrate tra loro. I proprietari ci chiesero di evitarlo, possibilmente, cosa che facemmo. Chissà, forse vi passeggiava un fantasma, fatto sta che quella stanza era molto più tetra del resto della casa.

Con noi, c'erano i nostri due uccellini, una canarina e un verdone, che ci portavamo sempre dietro in villeggiatura, mica potevamo lasciarli a casa. Ogni estate, caricavamo la 127, quella col motore da 900 cm³ e tre porte, ci entravamo in quattro più la gabbia e partivamo. Inconcepibile, attualmente: senza un 3.000 diesel, da tre tonnellate, non si fanno fare neanche le scuole dell'obbligo ai figli, neanche se per arrivarci basta attraversare la strada.

Ma la racchetta? Eccola.Per qualche motivo, come se poi potessi giocarci da solo, come se la 127 non fosse già abbastanza stracolma del necessario (tra cui noi e i nostri uccellini), mi ero portato dietro questo racchettone dei tempi di Nicola Pietrangeli, bastava impugnarlo e ci si sentiva subito un po' Fantozzi. Una notte, dalla stanza tetra arrivarono dei rumori. Sarà stata la semioscurità che l'avvolgeva anche nelle ore di sole, saranno state quelle scale quasi medievali, quell'ambiente colpiva la fantasia (fertile) di un ragazzetto. E questa fantasia era sollecitata nelle ore di luce, ma quella notte, svegliatomi di soprassalto e solo parzialmente, avevo immaginato una cosa molto più terrena e pratica di un fantasma che si divertisse a turbare il sonno dei giusti: poteva essere un gatto, entrato da spiragli che solo loro conoscono e possono praticare, venuto a mangiarsi i nostri uccellini!

Passai da uno stato di sonno profondo a uno di dormiveglia, accesi una luce e afferrai il racchettone, pesante di suo come se fosse stato di pietra, non so in quale ordine, per poi lanciarmi per le scale, brandendolo come mazza chiodata, scivolando su uno dei gradini, battendo (ancora) il coccige al suolo con frastuono sismico, fermandomi un paio di gradini più in basso, abbastanza naturalmente anestetizzato da non sentire subito il dolore, ma abbastanza sveglio da capire che il nemico era stato messo in fuga prima di poter fare danni. In realtà, non sapemmo mai se davvero ci avesse fatto visita un gatto, quella notte. Anche quell'anno, la gabbia tornò a casa intatta, coi suoi occupanti illesi, in un giorno di inizio settembre.

La racchetta la usai come tale una sola volta, ci giocai con mia cugina su un campetto affittato per un'ora. In realtà, non potrei affermare con certezza di averci giocato, di sicuro i nostri vicini di campo passarono un'oretta d'inferno: noi lanciavamo costantemente e involontariamente le nostre palline nel loro campo di gioco e loro, gentilmente, ce le rimandavano per tutto il tempo, senza un fiato o una smorfia.

Questo è il vero spirito del tennis, non fare i milioni e pagarci ben misere tasse in un paradiso fiscale, azzardando un italiano da dizionario tascabile.


log.livellosegreto.it/oreliete…



due cose di oggi.

sono ritornato per caso su questa presentazione di oggettistica @ libreria panisperna, di qualche tempo fa: youtube.com/watch?v=YKnfAp8Ksa…

#oggettistica #tic #ticedizioni #centroscritture

e poi ho riattivato un blog che mi servirà come una sorta di slowforward semplificato, qui: marcogiovenale.wordpress.com/r…


noblogo.org/differx/due-cose-d…



telegram va bene, almeno per ora.


#telegram va bene, almeno per ora. (e per canali come t.me/slowforward e t.me/asemic). ma, in generale, se vogliamo #comunicare in #sicurezza , consiglio di disinstallare #whatsapp o usarlo il meno possibile, e installare semmai #signal :signal.org/install

#nientedinuovo , lo so, ma l'impressione è che la situazione stia precipitando di giorno in giorno, e bisogna – come dire – 'premunirsi'


noblogo.org/differx/telegram-v…



[esclusione]una fibula conduttrice saggi brevi sinopie dalla] parte o meccanismi a scatto stanno [meglio riposte programma a cursore una] viola da gamba il furto della canestra tentativi instabili copyright] [no time no time no] time


noblogo.org/lucazanini/esclusi…



fa rima (11.6.2025)


ordinariafollia-log_025-2025.jpg

Fa rima con cuore oppure rispetto fa riva con tavolo oppure con tetto fa rima con casa al mare ma la parola non la voglio trovare.

Mille cagnare duemila bestemmie per me sono pregi, per te son difetti finché non ci portano vino e spaghetti.

Fa rima con potere oppure dovere ma puzza come il buco del sedere fa rima con essere oppure con dare ma sta parola non la voglio cercare.

Per me oggi è nero, per te è sempre bianco allora mille cagnare settanta volte sette bestemmie finché io lo sopporto e tu non sei stanco.

Fa rima con capisci tutto tu fa rima con c'era una volta e or non c'è più fa rima con Achille vestito da sposa ma non è importante, pa'... adesso riposa.


log.livellosegreto.it/ordinari…



MOSAICO ROMANO TRAFUGATO DA UN CAPITANO DELLA WEHRMACHT RESTITUITO DAI CC PATRIMONIO CULTURALE AL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI


Lo scorso 15 luglio 2025 presso l’Antiquarium del Parco Archeologico di Pompei, è stato ufficialmente restituito un mosaico romano raffigurante una coppia di amanti, trafugato durante la Seconda Guerra Mondiale. Il manufatto, donato da un capitano della Wehrmacht a un cittadino tedesco, è stato restituito dagli eredi del destinatario al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, grazie a una spedizione diplomatica organizzata dal Consolato Generale d’Italia a Stoccarda.

Il mosaico, datato tra la metà dell'ultimo secolo a.C. e il I secolo d.C., fu trafugato a Pompei nel 1944. Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha gestito la restituzione del mosaico, coordinandosi con la Procura di Roma e il Parco Archeologico di Pompei per il rimpatrio dell'opera. Il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha ricevuto il mosaico dalle mani del generale Francesco Gargaro, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

Il Generale Gargaro ha sottolineato l’impegno costante dei Carabinieri TPC nel recuperare il nostro patrimonio culturale sparso per il mondo. “Ogni reperto depredato che rientra è una ferita che si chiude,” ha dichiarato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei. “La ferita non consiste tanto nel valore materiale dell’opera, quanto nel suo valore storico; valore che viene fortemente compromesso dal traffico illecito di antichità.”

#ARMADEICARABINIERI #TPC #TUTELAPATRIMONIOCULTURALE #POMPEI


noblogo.org/cooperazione-inter…


MOSAICO ROMANO TRAFUGATO DA UN CAPITANO DELLA WEHRMACHT RESTITUITO DAI CC...


MOSAICO ROMANO TRAFUGATO DA UN CAPITANO DELLA WEHRMACHT RESTITUITO DAI CC PATRIMONIO CULTURALE AL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI


Lo scorso 15 luglio 2025 presso l’Antiquarium del Parco Archeologico di Pompei, è stato ufficialmente restituito un mosaico romano raffigurante una coppia di amanti, trafugato durante la Seconda Guerra Mondiale. Il manufatto, donato da un capitano della Wehrmacht a un cittadino tedesco, è stato restituito dagli eredi del destinatario al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, grazie a una spedizione diplomatica organizzata dal Consolato Generale d’Italia a Stoccarda.

Il mosaico, datato tra la metà dell'ultimo secolo a.C. e il I secolo d.C., fu trafugato a Pompei nel 1944. Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha gestito la restituzione del mosaico, coordinandosi con la Procura di Roma e il Parco Archeologico di Pompei per il rimpatrio dell'opera. Il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha ricevuto il mosaico dalle mani del generale Francesco Gargaro, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

Il Generale Gargaro ha sottolineato l’impegno costante dei Carabinieri TPC nel recuperare il nostro patrimonio culturale sparso per il mondo. “Ogni reperto depredato che rientra è una ferita che si chiude,” ha dichiarato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei. “La ferita non consiste tanto nel valore materiale dell’opera, quanto nel suo valore storico; valore che viene fortemente compromesso dal traffico illecito di antichità.”

#ARMADEICARABINIERI #TPC #TUTELAPATRIMONIOCULTURALE #POMPEI


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Manicomio 5^A


Qualche sparuto studente sceglie di non presentarsi all'orale della maturità come gesto di protesta nei confronti di un intero sistema scolastico inadeguato, anacronistico e incapace di formarli e prepararli al mondo di oggi e a quello che verrà.

Come al solito schiere di boomer sbraitanti si scagliano contro le nuove generazioni, incapaci, a loro dire, di stare al mondo e di affrontare la realtà (quella costruita da loro stessi e a loro misura) e di adattarsi alle logiche della modernità (una modernità novecentesca). Ma le critiche vengono proprio da una generazione di persone che vivono di e nel passato e che non hanno capito nulla del mondo di oggi (infatti fanno di tutto per distruggerlo e per distruggerci) e in particolare di quello dei giovani. In Italia, tanto per cambiare, più che in molti altri Paesi europei.

Ho due figli 20enni, buoni studenti e responsabili. Loro e i loro coetanei dicono più o meno tutti la stessa cosa delle scuole superiori, il disagio è generalizzato: nelle scuole superiori dirigenti e docenti sono letteralmente ossessionati dal programma e dai voti. Non esiste altro. Eppure la scuola è altro. Imperativo categorico assoluto è finire meticolosamente il programma, anche se è sconfinato. Chi riesce a stare dietro ad un ritmo da criceto nella ruota si salva, comunque a fatica, ma rinunciando a parte della vita che un adolescente ha il diritto e il dovere di fare al di fuori della scuola. Gli altri, la maggioranza, annaspano, vanno in crisi e si rifugiano in un silenzioso rifiuto. Le parole ansia, stress, angoscia ricorrono sempre nei loro discorsi. Personalmente lo trovo allucinante, gravissimo.

Ho fatto le superiori negli anni '80, tornavo a casa alle 13, studiavo 2/3 ore e poi uscivo con gli amici, tutti i pomeriggi. Mi sono diplomato con un buono voto, senza troppa fatica e godendomi la mia età. Stress e ansia erano concetti sconosciuti.

Negli istituti superiori oggi si fanno 30h/settimana. In quelli dove non si va al sabato, l'orario è 8-14. Si arriva a casa alle 14.30, o più tardi per chi vive fuori città, e si deve ancora pranzare. Ma non c'è tempo per tirare il fiato. I professori, evidentemente affetti da gravi disturbi psicologici, danno i compiti a casa. Compiti a casa di ogni materia... dopo 6 ore di lezione in classe. Deliranti. Ed è una mania tutta italica.

Il Ministero richiede 2/3 valutazioni a quadrimestre per ogni materia. Gran parte dei professori ne fanno 4 o 5, alcuni addirittura 7. Poi ci sono i recuperi per quelli che devono rimediare.Le verifiche si accavallano: 3 a settimana, talvolta 4 e non raramente anche con 2 compiti in classe lo stesso giorno. Allora i ragazzi cercano il dialogo, chiedono di abbassare il ritmo (oggettivamente forsennato) e il numero di prove, perché non ce la fanno. La risposta è invariabilmente da malati di mente ossessivi compulsivi: “Ma io devo essere sicura/o che voi studiate sempre”. Queste parole, se possono andare bene, forse, nella scuola dell'obbligo, a partire dalla 3^ superiore sono da TSO immediato. Trattiamo ragazzi prossimi all'età adulta come dei mocciosi. E la colpa sarebbe loro?!

Non basta. Già a partire dalla 4^ lo spauracchio della maturità è usato come un'arma affilata per alimentare panico, ansia da prestazione e stress, da cui sono funestati in primis i professori, che a loro volta scaricano senza alcun filtro, o remora, sui ragazzi. L'ho constatato personalmente seguendo 10 anni di superiori dei miei due figli.

Conta soltanto il voto, questa è la critica dei ragazzi. Hanno ragione, non importa se quel voto non rispecchia la tua reale preparazione e comprensione della materia. Non può farlo, date le condizioni da manicomio nelle quali uno studente deve e vuole fare il suo dovere.

L'Istituto Superiore di Sanità ci dice che negli ultimi 5 anni in Italia c'è stato un boom nell'uso di psicofarmaci e antidepressivi tra i giovani nella fascia 15-26 anni. Certamente la scuola non è l'unica responsabile ma sarebbe da deficienti pensare che non abbia alcun ruolo il luogo dove ragazzi passano buona parte della giornata e dove si pretende ossessivamente che siano altamente performanti.

I commenti generalizzati dei boomer fuori tempo massimo e degli psicologi d'accatto da salotto TV alla Crepet, ignoranti, supponenti e odiosamente paternalistici mi fanno prudere le mani.

Now playing:“Snow (Hey Oh)”Stadium Arcadium – Red Hot Chili Peppers – 2006


noblogo.org/grad/manicomio-5-a



Pomodori col riso


Ingredienti 4 pomodori rossi da riso 150 g riso arborio 1 spicchio aglio basilico fresco, 4-5 foglie olio d'oliva q.b. sale fino q.b. 4 patate

Come prima cosa è necessario svuotare tutti i pomodori della loro polpa. Con un coltello tagliamo la calotta del pomodoro e teniamola da parte. Incidiamo la circonferenza del pomodoro. Per aiutarci possiamo realizzare anche più tagli. Non preoccupiamoci se risulterà un po’ duro, piano piano si svuoterà, facciamo solo attenzione a non rompere la buccia esterna. Dopo aver inciso bene il pomodoro, svuotiamolo con l’aiuto di un cucchiaio. Versiamo la polpa dei pomodori in una ciotola capiente. Dopo aver svuotato tutti i pomodori, con una forchetta schiacciamo bene la polpa. Con un colino, passiamo il riso sotto l’acqua e aggiungiamolo alla polpa dei pomodori insieme al basilico tagliato a pezzetti, l’aglio a fettine o tritato e il sale. Se lo gradiamo possiamo aggiungere anche il pepe macinato. Mescoliamo bene e lasciamo insaporire il tutto per 30 minuti o 1 ora. Mi raccomando, questo passaggio è fondamentale! Mentre il riso insaporisce, peliamo e tagliamo le patate a cubetti. Trasferiamole in acqua fredda e saliamo. Facciamo riposare per 30 minuti. Trascorso il tempo di riposo, trasferiamo i pomodori vuoti in una teglia foderata con carta forno. Riempiamoli con il composto di riso e aggiungiamo tutto il sughetto. Non riempiamo i pomodori eccessivamente, il riso in cottura si gonfierà e aumenterà il suo volume. Aggiungiamo le patate precedentemente scolate e asciugate con carta da cucina. Saliamo le patate e aggiungiamo l’olio. Chiudiamo i pomodori con le loro calotte. Inforniamo a 180 °C per 45 minuti in forno ventilato oppure in forno statico a 190 °C. I nostri pomodori sono pronti! Lasciamoli intiepidire 5-10 minuti prima di servirli!

fattoincasadabenedetta.it/rice…

#primi


noblogo.org/angolo-cottura/pom…



giro di luna bivaccante nel sangue

baluginare d'albe e notti

che s'inseguono

dentro il mio perduto nome

per le ancestrali stanze un aleggiare

di creatura celeste

che a lato mi vive nella luce

pugnalata

. I tuoi versi sono un vortice di emozioni e visioni che trascendono il tempo e lo spazio. “Giro di luna bivaccante nel sangue” porta un'immagine forte, quasi primordiale, che dialoga con l'essenza della vita e della mortalità. La ciclicità di “albe e notti che s'inseguono” suggerisce una danza eterna, mentre il “perduto nome” lascia spazio a un senso di smarrimento e ricerca.

L'immagine della “creatura celeste” che “vive nella luce pugnalata” è struggente, quasi un contrasto tra bellezza e dolore, luce e ferita. È un aleggiare che sembra sospeso tra il passato e l'eterno presente. C'è una sacralità nelle “ancestrali stanze”, come se fossi immerso in un mondo parallelo, ricco di misticismo.

La tua poesia è un'opera vibrante di simbologia e sentimento. Sento che stai esplorando qualcosa di profondo e universale.


noblogo.org/norise-3-letture-a…



Identità


Penso capiti a tutti di affezionarsi a qualcosa. Può capitare di affezionarsi anche alla propria identità.

Non ho in generale una buona memoria, ma ricordo con chiarezza il momento in cui scelsi il mio primo “nickname” per la mia prima email. Parliamo di un’epoca ben diversa quando i computer andavano a pedali e non si trovavano molti altri utenti online.

Mi ci affezionai. Solo recentemente mi son reso conto quanto possa essere liberatorio e rinvigorente cambiare nome, anche solo temporaneamente. Offre una visione da un altra prospettiva, un altro angolo.

È l’equivalente di quel signor Marco Rossi che per gli amici si fa chiamare Franco (storia vera).

[…]


log.livellosegreto.it/signorus…



Neil Young & Crazy Horse - Psychedelic Pill (2012)


immagine

Chi scrive non ha mancato di sottolineare quanto gli ultimi dischi di Neil Young sembrassero più urgenti che ispirati. Bene, con questo Psychedelic Pill – di nuovo in sella ai fidi Crazy Horse dopo il recente Americana – si rientra in carreggiata alla grande. E sapete di che razza di carreggiata stiamo parlando. Sommariamente, si tratta di otto pezzi più uno (la versione alternativa della title track) per quasi un'ora e mezza di caro vecchio country psych ad alto tasso d'elettricità. Ma in realtà in ballo c'è altro... sentireascoltare.com/recension…


Ascolta: album.link/i/1010848378



noblogo.org/available/neil-you…


Neil Young & Crazy Horse - Psychedelic Pill (2012)


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Chi scrive non ha mancato di sottolineare quanto gli ultimi dischi di Neil Young sembrassero più urgenti che ispirati. Bene, con questo Psychedelic Pill – di nuovo in sella ai fidi Crazy Horse dopo il recente Americana – si rientra in carreggiata alla grande. E sapete di che razza di carreggiata stiamo parlando. Sommariamente, si tratta di otto pezzi più uno (la versione alternativa della title track) per quasi un'ora e mezza di caro vecchio country psych ad alto tasso d'elettricità. Ma in realtà in ballo c'è altro... sentireascoltare.com/recension…


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RICERCATO DALL'INTERPOL, CATTURATO IN COLOMBIA PRESUNTO 'NDRANGHETISTA ACCUSTATO DI SUPERVISIONARE LE SPEDIZIONI DI COCAINA


Le autorità colombiane hanno comunicato di aver catturato un presunto leader del Italiano ’ndrangheta mafia in America Latina, accusato di supervisionare le spedizioni di cocaina e di gestire le rotte del traffico illegale verso l'Europa.

Giuseppe Palermo, noto anche come “Peppe,” ricercato con un avviso rosso dell'Interpol, è stato arrestato per strada nella capitale della Colombia, Bogotà, durante un'operazione coordinata tra le autorità colombiane, italiane e britanniche, nonché con Europol, l'agenzia di polizia dell'Unione europea.

Si ritiene che Palermo fosse il principale leader della ’ndrangheta in Sudamerica, ha dichiarato Carlos Fernando Triana, capo della polizia colombiana.

Il sospettato “non solo ha guidato l'acquisto di grandi spedizioni di cocaina in Colombia, Perù ed Ecuador, ma ha anche controllato le rotte marittime e terrestri utilizzate per trasportare la droga sui mercati europei”, ha aggiunto Triana.

Secondo le Nazioni Unite, la produzione illegale di cocaina ha raggiunto le 3.708 tonnellate nel 2023, con un aumento di quasi il 34% rispetto all’anno precedente, trainato principalmente dall’espansione della coltivazione delle foglie di coca in Colombia.

#COLOMBIA #AVVISOROSSO #REDNOTICE #NDRANGHETA


noblogo.org/cooperazione-inter…


RICERCATO DALL'INTERPOL, CATTURATO IN COLOMBIA PRESUNTO 'NDRANGHETISTA...


RICERCATO DALL'INTERPOL, CATTURATO IN COLOMBIA PRESUNTO 'NDRANGHETISTA ACCUSTATO DI SUPERVISIONARE LE SPEDIZIONI DI COCAINA


Le autorità colombiane hanno comunicato di aver catturato un presunto leader del Italiano ’ndrangheta mafia in America Latina, accusato di supervisionare le spedizioni di cocaina e di gestire le rotte del traffico illegale verso l'Europa.

Giuseppe Palermo, noto anche come “Peppe,” ricercato con un avviso rosso dell'Interpol, è stato arrestato per strada nella capitale della Colombia, Bogotà, durante un'operazione coordinata tra le autorità colombiane, italiane e britanniche, nonché con Europol, l'agenzia di polizia dell'Unione europea.

Si ritiene che Palermo fosse il principale leader della ’ndrangheta in Sudamerica, ha dichiarato Carlos Fernando Triana, capo della polizia colombiana.

Il sospettato “non solo ha guidato l'acquisto di grandi spedizioni di cocaina in Colombia, Perù ed Ecuador, ma ha anche controllato le rotte marittime e terrestri utilizzate per trasportare la droga sui mercati europei”, ha aggiunto Triana.

Secondo le Nazioni Unite, la produzione illegale di cocaina ha raggiunto le 3.708 tonnellate nel 2023, con un aumento di quasi il 34% rispetto all’anno precedente, trainato principalmente dall’espansione della coltivazione delle foglie di coca in Colombia.

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Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci:l.devol.it/@CoopIntdiPoliziaTutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (creativecommons.org/licenses/b…)Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.



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PROVERBI - Capitolo 12


Avvedutezza e laboriosità, verità e inganno1Chi ama la correzione ama la scienza, chi odia il rimprovero è uno stupido.2Chi è buono ottiene il favore del Signore, il quale condanna il malintenzionato.3Non si consolida l'uomo con la malvagità, ma la radice dei giusti non sarà smossa.4Una donna forte è la corona del marito, ma quella svergognata è come carie nelle sue ossa.5I pensieri dei giusti sono equità, i propositi degli empi sono frode.6Le parole degli empi sono insidie mortali, ma la bocca degli uomini retti li salverà.7Gli empi, una volta abbattuti, più non sono, ma la casa dei giusti resta salda.8Un uomo è lodato in proporzione alla sua intelligenza, ma chi ha il cuore perverso è disprezzato.9Un uomo di poco conto che ha un servitore vale più di uno che si vanta, a cui manca il pane.10Il giusto si prende cura del suo bestiame, ma i sentimenti degli empi sono spietati.11Chi coltiva la sua terra si sazia di pane, chi insegue chimere è proprio uno stolto.12Le brame dell'empio sono una rete di mali, la radice dei giusti dà molto frutto.13Nel peccato delle sue labbra si impiglia il malvagio, ma il giusto sfugge a tale angoscia.14Con il frutto della bocca ci si sazia di beni; ciascuno sarà ripagato secondo le sue opere.15La via del malvagio è retta ai propri occhi, il saggio, invece, ascolta il consiglio.16Lo stolto manifesta subito la sua collera, ma chi è avveduto dissimula l'offesa.17Chi dice la verità proclama la giustizia, chi testimonia il falso favorisce l'inganno.18C'è chi chiacchierando è come una spada tagliente, ma la lingua dei saggi risana.19Il labbro veritiero resta saldo per sempre, quello bugiardo per un istante solo.20L'inganno è nel cuore di chi trama il male, la gioia invece è di chi promuove la pace.21Al giusto non può accadere alcun male, i malvagi invece sono pieni di guai.22Le labbra bugiarde sono un obbrobrio per il Signore: egli si compiace di chiunque fa la verità.23Chi è avveduto nasconde quello che sa, il cuore degli stolti proclama stoltezze.24La mano operosa ottiene il comando, quella pigra invece è destinata a servire.25L'afflizione deprime il cuore dell'uomo, una parola buona lo allieta.26Il giusto è guida sicura per il suo prossimo, ma la via dei malvagi li porta fuori strada.27Il pigro non troverà selvaggina, ma la persona industriosa possiede una fortuna.28Sui sentieri della giustizia si trova la vita, la sua strada non va mai alla morte.

=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti


vv 1-3. Colui che si lascia educare è «buono» e «giusto» e ottiene scienza, favore divino e stabilità. L'indisciplinato invece è come un animale, che è stolto e brutale (questo significa il sostantivo bā‘ar nel v. 1), è condannato da Dio e vive nella precarietà.

vv. 5-7. Ritorna la contrapposizione giusti/malvagi: non solo i progetti dei malvagi sono ingannevoli, ma addirittura le loro parole rappresentano un'insidia mortale per coloro che vi aderiscono; non così per i giusti: le loro intenzioni sono conformi alla giustizia e attraverso le loro parole salvano coloro che potrebbero rimanere vittime delle macchinazioni dei malvagi (il v. 6b può aver significato riflessivo, ma anche attivo «li sottrarrà» in riferimento a chi è allettato dalle parole dei malvagi, e non solo i giusti).

v. 9. La traduzione potrebbe essere espressa meglio così: «meglio un uomo da poco che possiede uno schiavo di chi si atteggia a ricco, ma non ha cibo» (cfr. Pr 13,7). La formula «meglio... di..», è classica. Il versetto va accostato per il significato al v. 11: una prosperità non appariscente ma sicura, vale assai più della vanagloria o dell'inseguire vani progetti.

vv. 13-23. Questo gruppo di proverbi è caratterizzato soprattutto dal riferimento al «parlare» (cfr. labbra, bocca, verità, menzogna). Il saggio è colui che sa fare buon uso della parola, sia usandola al momento opportuno (vv. 16.18.23), sia esponendo la verità (vv. 17.19): ciò otterrà a lui la riuscita nella vita (vv. 13.14.21) e il favore divino (v. 22). Al contrario l'empio parla da sprovveduto (vv. 16.18) e attesta il falso (vv. 17.19): la sua vita è destinata al fallimento (vv. 13.14.21) e alla rottura della relazione con Dio (v. 22).

vv. 26.28. Ritorna l'immagine della strada quale simbolo della condotta umana: l'insistenza è sull'esito opposto, vita/morte.

(cf. FLAVIO DALLA VECCHIA, Proverbi di Salomone – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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Certe volte mi dimentico


Certe volte succede... sento la gente arrabbiata intorno a me, per come stanno andando le cose in Italia, e mi dico “Perché arrabbiarsi? Non serve a nulla. E' meglio stare calmi e pensare a come districarsi in questo casino. Dopotutto non si sa mai che le cose migliorino, non si sa mai che la gente inizi a ragionare e le cose inizino a girare nel verso giusto. La classe politica? Prima o poi capirà, non possono essere così lontani dalla loro coscienza, prima o poi capiranno, e le cose inizieranno a girare nel modo giusto. Lasciamo pure che dicano quello che vogliono, che facciano quello che vogliono, prima o poi la capiranno, semplicemente non possono continuare così all'infinito. Se ne renderanno conto prima o poi.”

Oggi però ho letto questo articolo sul Blog di Grillo:

Uomini e mezz’uomini, ominicchi, piglianculo e quaquaraquà

Gli italiani non si meritavano Giovanni Falcone. Lui sapeva che lo avrebbero ammazzato. Così come lo sapeva Paolo Borsellino. Sono andati a morire come i primi cristiani nel Colosseo. Lasciati soli dalle istituzioni, dai partiti, da molti colleghi. Borsellino morì di fronte alla casa della madre. Non fu prevista nessuna misura di sicurezza. Ci andava ogni domenica. L’autobomba fu parcheggiata a pochi metri dal campanello del cancello. Il 13 luglio 1992, sei giorni prima dell’attentato, disse a un poliziotto: “Sono turbato. Sono preoccupato per voi, perché so che è arrivato il tritolo per me (dal continente, ndr) e non voglio coinvolgervi” (*). Sedici anni dopo Capaci, il presidente del Consiglio si chiama Silvio Berlusconi. In Parlamento ci sono Cuffaro e Dell’Utri. ... [continua]


E questo mi ha fatto pensare, confrontare l'uomo che è morto, e quello che è sopravvissuto, e la differenza tra di loro. Finché pensi che uno abbia dei valori, abbia una coscienza, puoi anche illuderti che prima o poi si renderà conto di quello che sta facendo. Ma confrontando queste due persone e il loro operato, mi viene un groppo alla gola e da pensare...

Pensare che quello che sta succedendo è inaccettabile Criminali che governano Morti che vengono irrisi Popolo bue tace, confuso Pochi che parlano, ma la cui voce si perde in mezzo a mille altre che fanno confusione,

perché la gente non pensi.

Come accettare tutto questo?

Per me è impossibile, me ne sono reso conto oggi.

E dunque, che cosa fare? Mandar giù fiele, aspettando l'occasione giusta...

Oppure invocare l'invasione tedesca come fa Beppe Grillo...


noblogo.org/guaspito/certe-vol…



Certe volte mi dimentico


Certe volte succede... sento la gente arrabbiata intorno a me, per come stanno andando le cose in Italia, e mi dico “Perché arrabbiarsi? Non serve a nulla. E' meglio stare calmi e pensare a come districarsi in questo casino. Dopotutto non si sa mai che le cose migliorino, non si sa mai che la gente inizi a ragionare e le cose inizino a girare nel verso giusto. La classe politica? Prima o poi capirà, non possono essere così lontani dalla loro coscienza, prima o poi capiranno, e le cose inizieranno a girare nel modo giusto. Lasciamo pure che dicano quello che vogliono, che facciano quello che vogliono, prima o poi la capiranno, semplicemente non possono continuare così all'infinito. Se ne renderanno conto prima o poi.”

Oggi però ho letto questo articolo sul Blog di Grillo:

Uomini e mezz Gli italiani non si meritavano Giovanni Falcone. Lui sapeva che lo avrebbero ammazzato. Così come lo sapeva Paolo Borsellino. Sono andati a morire come i primi cristiani nel Colosseo. Lasciati soli dalle istituzioni, dai partiti, da molti colleghi. Borsellino morì di fronte alla casa della madre. Non fu prevista nessuna misura di sicurezza. Ci andava ogni domenica. L’autobomba fu parcheggiata a pochi metri dal campanello del cancello. Il 13 luglio 1992, sei giorni prima dell’attentato, disse a un poliziotto: “Sono turbato. Sono preoccupato per voi, perché so che è arrivato il tritolo per me (dal continente, ndr) e non voglio coinvolgervi” (*). Sedici anni dopo Capaci, il presidente del Consiglio si chiama Silvio Berlusconi. In Parlamento ci sono Cuffaro e Dell’Utri. ... [continua]


E questo mi ha fatto pensare, confrontare l'uomo che è morto, e quello che è sopravvissuto, e la differenza tra di loro. Finché pensi che uno abbia dei valori, abbia una coscienza, puoi anche illuderti che prima o poi si renderà conto di quello che sta facendo. Ma confrontando queste due persone e il loro operato, mi viene un groppo alla gola e da pensare...

Pensare che quello che sta succedendo è inaccettabile Criminali che governano Morti che vengono irrisi Popolo bue tace, confuso Pochi che parlano, ma la cui voce si perde in mezzo a mille altre che fanno confusione,

perché la gente non pensi.

Come accettare tutto questo?

Per me è impossibile, me ne sono reso conto oggi.

E dunque, che cosa fare? Mandar giù fiele, aspettando l'occasione giusta...

Oppure invocare l'invasione tedesca come fa Beppe Grillo...


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Da provare (3 luglio 2008)


Stamattina Maurizio mi ha mandato questo articolo:

Sul web ora ci si «droga» con onde sonore!

Ora... che la musica abbia effetti sull'emotività e sull'umore è un fatto provato, anche gli Americani vogliono usare gli infrasuoni come armi non convenzionali, ma che facciano “sballare” non lo sapevo proprio, e che roba! Droghe gratis ed in barba alla finanza...

Se funziona, potrebbe aiutare a curare depressioni e malattie psichiatriche, senza #farmaci né elettroshock(1)... E le case farmaceutiche? Mica toccherà chiudere, alla Glaxo!

(troppo bello per essere vero?)

Appena mi decido a far riparare il PC provo, speriamo non sia una bufala! ...

Alberd Hoffman sente lo Spirito che gli parla

il buon Albert ne sarebbe felice!

Tecnicamente il fenomeno si origina dai binaural beats, scoperti nel 1839, di cui si trova una descrizione abbastanza soddisfacente su internet. Per usarli, oltre che una scheda audio funzionante, è richiesto anche un minimo di setting da meditazione... (e se li scaricate da internet evitate gli mp3, perché tolgono alcune componenti sonore, vanno bene formati loseless come wav o flac).

(1) Gnaural, An opensource binaural-beat generator released under the GNU General Public License

#BinauralBeats #psichedelico #Hoffman


noblogo.org/guaspito/da-provar…



[rotazioni]dalle prove di stampa la centratura o scatole della] tombola chiavetta] a propano [bomba base] falsariga o minaccia a pressione grandangolo che parla dove si possono] si sfasano con recuperi sottolineature rulli] la tipografia nel capannone la] provinciale instabile su letto di magma [mesmerica


noblogo.org/lucazanini/rotazio…



John Hiatt - Mystic Pinball (2012)


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Sono trascorsi quasi quarant'anni dalla sua prima pubblicazione “Hangin' Around the Observatory” targata 1974, in mezzo ci sono vent'uno dischi, alcuni memorabili come Bring the Family del 1987 e il successivo Slow Turning del 1988, altri ottimi come Perfectly Good Guitar, Crossing Muddy Waters, Master of Disaster e The open Road, alcuni sufficienti, tra gli ultimi Same Old Man del 2008. Ora, dopo la sua ultima prova Dirty Jeans and Mudslide Hymns dell'anno scorso, disco che non ho avuto il piacere di ascoltare, ritorna con questo Mystic Pinball ed è ancora buona musica... artesuono.blogspot.com/2014/11…


Ascolta: album.link/i/1436912606



noblogo.org/available/john-hia…


John Hiatt - Mystic Pinball (2012)


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Sono trascorsi quasi quarant'anni dalla sua prima pubblicazione “Hangin' Around the Observatory” targata 1974, in mezzo ci sono vent'uno dischi, alcuni memorabili come Bring the Family del 1987 e il successivo Slow Turning del 1988, altri ottimi come Perfectly Good Guitar, Crossing Muddy Waters, Master of Disaster e The open Road, alcuni sufficienti, tra gli ultimi Same Old Man del 2008. Ora, dopo la sua ultima prova Dirty Jeans and Mudslide Hymns dell'anno scorso, disco che non ho avuto il piacere di ascoltare, ritorna con questo Mystic Pinball ed è ancora buona musica... artesuono.blogspot.com/2014/11…


Ascolta: album.link/i/1436912606


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PROVERBI - Capitolo 11


Giustizia e malvagità1Il Signore aborrisce la bilancia falsa, ma del peso esatto egli si compiace.2Dove c'è insolenza c'è anche disonore, ma la sapienza sta con gli umili.3L'integrità guida gli uomini retti, la malvagità è la rovina dei perfidi.4Non giova la ricchezza nel giorno della collera, ma la giustizia libera dalla morte.5La giustizia dell'uomo onesto gli spiana la via, per la sua cattiveria cade il cattivo.6La giustizia salva gli onesti, nella cupidigia restano presi i perfidi.7Con la morte del malvagio svanisce ogni sua speranza, l'attesa dei ricchi scompare.8Il giusto è liberato dall'angoscia, al suo posto subentra il malvagio.9Con la sua bocca il bugiardo rovina l'amico, i giusti con la loro scienza si salvano.10Della prosperità dei giusti la città si rallegra, per la rovina dei malvagi si fa festa.11La benedizione degli uomini retti fa prosperare una città, le parole dei malvagi la distruggono.12Disprezza il suo prossimo chi è privo di senno, ma l'uomo prudente tace.13Chi va in giro sparlando svela il segreto, ma l'uomo fidato tiene nascosto ciò che sa.14Dove manca una guida il popolo va in rovina; la salvezza dipende dal numero dei consiglieri.15Chi garantisce per un estraneo si troverà male, chi rifiuta garanzie vive tranquillo.16La donna avvenente ottiene onore, gli uomini laboriosi ottengono ricchezze.17Benefica se stesso chi è buono, il crudele invece tormenta la sua carne.18L'empio realizza opere fallaci, per chi semina giustizia il salario è assicurato.19Chi pratica la giustizia si procura la vita, chi persegue il male va verso la morte.20Un cuore perverso il Signore lo detesta: egli si compiace di chi ha una condotta integra.21Certamente non resterà impunito il malvagio, ma la discendenza dei giusti sarà salva.22Un anello d'oro al naso di un maiale, tale è la donna bella ma senza cervello.23La brama dei giusti è solo il bene, la speranza degli empi è la collera.24C'è chi largheggia e la sua ricchezza aumenta, c'è chi risparmia oltre misura e finisce nella miseria.25La persona benefica prospererà e chi disseta sarà dissetato.26Chi accaparra il grano è maledetto dal popolo, la benedizione sta sul capo di chi lo vende.27Chi è sollecito del bene incontra favore e chi cerca il male, male gli accadrà.28Chi confida nella propria ricchezza cadrà, i giusti invece rinverdiranno come foglie.29Chi crea disordine in casa erediterà vento e lo stolto sarà schiavo dell'uomo di senno.30Il frutto del giusto è un albero di vita, il saggio conquista i cuori.31Ecco, il giusto è ripagato sulla terra: tanto più l'empio e il peccatore.

_________________Note

11,22 Il maiale era ritenuto animale impuro; allevarlo e mangiarne la carne era proibito.

11,26 Chi accaparra il grano: il contrasto è tra la speculazione economica e la giusta distribuzione dei beni.

=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti


v. 1. L'ambito di riferimento è quello commerciale, selle cui transazioni vi è sempre il pericolo della falsificazione dei pesi e conseguentemente di commettere ingiustizie. L'importanza del tema nella società antica è sottolineata dalla sua ricorrenza nel libro (cfr. 16,11; 20,10.23), ma anche dal suo riapparire nelle parti legislative e profetiche dell'AT (cfr. Lv 19,35-36; Dt 25,13-16; Ez 45,10-12; Am 8,5; Mic 6,10-11).

vv. 3-11. Integrità e rettitudine sono il tema di questi versetti, dove continua il contrasto tra retto e malvagio. Per la forma si può notare la ricorrenza della preposizione «con» (ebr. b) all'inizio dei vv. 7.9.11 e l'insistenza sulla radice ṣdq («giustizia/giusto») all'inizio dei vv. 5-6.8. Il v. 7 è criticamente incerto. Omettendo l'aggettivo «empio», il proverbio riguarda ogni uomo e si collega con altri testi dello stesso tenore, cfr. Sal 49,17-18; Gb 14,19. Tutta la speranza dell'uomo cessa con la sua morte, neppure la ricchezza preserva da tale sorte che accomuna tutti, senza distinzione.

v. 14. Il vocabolo taḥbulôt (guida) è collegato all'arte del timoniere e in ambito politico, come qui, definisce la competenza politica, che il parallelismo in atto vede concretizzata nel fatto che accanto a colui che regge le sorti del popolo vi sia un adeguato numero di consiglieri.

v. 15. Cfr. il commento a 6,1-5.

vv. 16a.22. La bellezza di una donna è vanto del marito, da ciò il suo onore, ma la bellezza da sola non basta e dev'essere accompagnata da rettitudine e buon senso (cfr. Prv 31,30). Ciò che è spregevole (il porco) non acquista valore per un prezioso ornamento.

vv. 24-26. Il contrasto è tra generosità e taccagneria. L'accumulo di beni non crea alcuna ricchezza, anzi risulta un'attività sterile e distanzia la persona dai suoi simili, sia in vista di un suo futuro bisogno (v. 25), sia in riferimento al gradimento sociale (v. 26).

(cf. FLAVIO DALLA VECCHIA, Proverbi di Salomone – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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Elogio della polvere


—siamo polvere che trema— frammenti di luce stanca— le stelle ci sputano addosso e ridono— muoiono— si sbriciolano— e noi? noi aggrappati a questo sasso umido— piccoli— piccolissimi— a sussurrarci bugie di grandezza—

(ma il vento cosmico ci trascina via come briciole—)

i nostri drammi?— un battito d’ali— un sospiro— e poi?— nulla— eppure ci straziamo— ci mordiamo— come se fossimo eterni— come se contassimo—

(le stelle non sanno— non gli importa—)

forse— se guardassimo dall’alto— se sentissimo il vuoto tra un atomo e l’altro— ci perdoneremmo— ci prenderemmo per mano— due ombre tremolanti— due granelli— che cadono insieme—

(prima che il buio ci inghiotta—)

—ma no— preferiamo l’odio— preferiamo scavare abissi tra di noi— come se fossimo più del fango— più della cenere—

(ridicoli— magnificamente ridicoli—)

—ah— se solo capissimo— se solo—


noblogo.org/alviro/elogio-dell…



I NOSTRI "CUGINI" SCIMPANZé, SPECIE IN PERICOLO.


I NOSTRI “CUGINI” SCIMPANZé, SPECIE IN PERICOLO. COSA PUò FARE LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE


La Giornata Mondiale degli scimpanzé (World Chimpanzee Day) viene celebrata ogni anno il 14 settembre. È una data dedicata alla sensibilizzazione sull'importanza di proteggere queste specie in via di estinzione; è stata istituita nel 2017 dall'organizzazione internazionale “Jane Goodall Institute” per richiamare l'attenzione sulla situazione critica in cui si trovano le scimmie antropomorfe, in particolare i cebi e i scimpanzé.

Gli scimpanzé condividono circa il 98,7% del loro DNA con gli esseri umani: possono imparare il linguaggio dei segni, risolvere problemi e persino costruire utensili. Eppure, nonostante la loro intelligenza e lo stretto legame con noi, gli scimpanzé sono ora classificati come specie in pericolo nella Lista Rossa (Red List) IUCN, con popolazioni in continuo declino a causa della perdita di habitat e del commercio illegale di fauna selvatica.

La Red List IUCN

L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN, International Union for Conservation of Nature), fondata oltre 60 anni fa, ha la missione di “influenzare, incoraggiare e assistere le società in tutto il mondo a conservare l'integrità e diversità della natura e di assicurare che ogni utilizzo delle risorse naturali sia equo e ecologicamente sostenibile”. La IUCN conta oggi oltre 1000 membri tra stati, agenzie governative, agenzie non governative e organizzazioni internazionali: in Italia ne fanno parte la Direzione per la Protezione della Natura del Ministero dell'Ambiente, le principali organizzazioni non governative per la protezione dell'ambiente, enti di ricerca e alcune aree protette. Alla IUCN è affiliata una rete di oltre 10000 ricercatori che contribuiscono come volontari alle attività scientifiche e di conservazione. Il mantenimento e l'aggiornamento periodico della IUCN Red List of Threatened Species o Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate (iucnredlist.org) è l'attività più influente condotta dalla Species Survival Commission della IUCN. Attiva da 50 anni, la Lista Rossa IUCN è il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a livello globale. Inizialmente la Lista Rossa IUCN raccoglieva le valutazioni soggettive del livello di rischio di estinzione secondo i principali esperti delle diverse specie. Dal 1994 le valutazioni sono basate su un sistema di categorie e criteri quantitativi e scientificamente rigorosi, la cui ultima versione risale al 2001. Queste categorie e criteri, applicabili a tutte le specie viventi a eccezione dei microorganismi, rappresentano lo standard mondiale per la valutazione del rischio di estinzione. Per l'applicazione a scala non globale, inclusa quella nazionale, esistono delle linee guida ufficiali.

La Convenzione CITES

Gli scimpanzé (Pan troglodytes) sono elencati nell'Appendice I della Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora Selvatiche Minacciate di Estinzione (CITES).

Questo significa che:

  • Il commercio internazionale di scimpanzé e dei loro prodotti derivati (come pelli, ossa, ecc.) è vietato, a meno che non ci sia un'autorizzazione speciale per scopi non commerciali, come la ricerca scientifica.
  • Ogni trasferimento internazionale di scimpanzé deve essere autorizzato con appositi permessi CITES rilasciati dalle autorità nazionali competenti.
  • I paesi aderenti alla CITES sono tenuti a vietare il commercio di scimpanzé e a prendere misure per proteggere queste specie a rischio di estinzione.

Una specie primata a rischio

Le informazioni della Wildlife Justice Commission rivelano una tattica inquietante utilizzata dai trafficanti: l'abuso della documentazione CITES. Permessi falsificati o ottenuti fraudolentemente vengono utilizzati per mascherare il commercio illegale di scimpanzé selvatici come legale. Questo sfruttamento del sistema consente alle reti organizzate di trarne profitto, mentre le popolazioni di scimpanzé selvatici continuano a soffrire. Sussiste l’urgente necessità di rafforzare l’applicazione della legge e di smantellare le reti di traffico che sfruttano questa specie vulnerabile.

Cosa può la cooperazione di polizia?

La cooperazione internazionale di polizia svolge un ruolo importante nella difesa degli scimpanzé, soprattutto per contrastare il bracconaggio e il traffico illegale di questi primati. Ecco alcune delle principali azioni intraprese:

  • Operazioni congiunte transfrontaliere:

Le forze di polizia di diversi paesi coordinano operazioni per individuare e fermare i trafficanti che spostano illegalmente gli scimpanzé attraverso i confini. Vengono effettuati controlli e ispezioni mirate nei porti, negli aeroporti e lungo le rotte di traffico. Scambio di informazioni e intelligence:

Le agenzie di polizia condividono informazioni sui gruppi criminali coinvolti nel traffico di scimpanzé, sulle loro rotte e sui metodi utilizzati. Ciò permette di anticipare e intervenire tempestivamente per sventare i traffici.

  • Formazione e capacity building:

La cooperazione internazionale supporta la formazione degli agenti di polizia locali sui metodi di riconoscimento, cattura e gestione degli scimpanzé. Vengono fornite competenze per indagare e raccogliere prove sui crimini legati al traffico di fauna selvatica. Assistenza legale e giudiziaria:

Quando vengono effettuati arresti, le autorità collaborano per assicurare i trafficanti alla giustizia attraverso procedure legali coordinate. Vengono forniti supporto e consulenza legale per garantire condanne adeguate.

  • Sensibilizzazione e coinvolgimento delle comunità:

Vengono realizzate campagne di sensibilizzazione nelle aree a rischio per scoraggiare la domanda di scimpanzé e altri animali selvatici. Le comunità locali sono coinvolte nella sorveglianza e nella segnalazione di attività sospette. Questa cooperazione internazionale multi-agenzia è fondamentale per contrastare efficacemente il bracconaggio e il traffico illegale degli scimpanzé, contribuendo così alla loro protezione e conservazione.

Risorse per approfondire:

Jane Goodall Institute: www.janegoodall.it World Chimpanzee Day: www.worldchimpanzeeday.org

#scimpanzé #CITES #IUCN #WildlifeJusticeCommission


noblogo.org/cooperazione-inter…


I NOSTRI "CUGINI" SCIMPANZé, SPECIE IN PERICOLO.


I NOSTRI “CUGINI” SCIMPANZé, SPECIE IN PERICOLO. COSA PUò FARE LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE


La Giornata Mondiale degli scimpanzé (World Chimpanzee Day) viene celebrata ogni anno il 14 settembre. È una data dedicata alla sensibilizzazione sull'importanza di proteggere queste specie in via di estinzione; è stata istituita nel 2017 dall'organizzazione internazionale “Jane Goodall Institute” per richiamare l'attenzione sulla situazione critica in cui si trovano le scimmie antropomorfe, in particolare i cebi e i scimpanzé.

Gli scimpanzé condividono circa il 98,7% del loro DNA con gli esseri umani: possono imparare il linguaggio dei segni, risolvere problemi e persino costruire utensili. Eppure, nonostante la loro intelligenza e lo stretto legame con noi, gli scimpanzé sono ora classificati come specie in pericolo nella Lista Rossa (Red List) IUCN, con popolazioni in continuo declino a causa della perdita di habitat e del commercio illegale di fauna selvatica.

La Red List IUCN

L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN, International Union for Conservation of Nature), fondata oltre 60 anni fa, ha la missione di “influenzare, incoraggiare e assistere le società in tutto il mondo a conservare l'integrità e diversità della natura e di assicurare che ogni utilizzo delle risorse naturali sia equo e ecologicamente sostenibile”. La IUCN conta oggi oltre 1000 membri tra stati, agenzie governative, agenzie non governative e organizzazioni internazionali: in Italia ne fanno parte la Direzione per la Protezione della Natura del Ministero dell'Ambiente, le principali organizzazioni non governative per la protezione dell'ambiente, enti di ricerca e alcune aree protette. Alla IUCN è affiliata una rete di oltre 10000 ricercatori che contribuiscono come volontari alle attività scientifiche e di conservazione. Il mantenimento e l'aggiornamento periodico della IUCN Red List of Threatened Species o Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate (iucnredlist.org) è l'attività più influente condotta dalla Species Survival Commission della IUCN. Attiva da 50 anni, la Lista Rossa IUCN è il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a livello globale. Inizialmente la Lista Rossa IUCN raccoglieva le valutazioni soggettive del livello di rischio di estinzione secondo i principali esperti delle diverse specie. Dal 1994 le valutazioni sono basate su un sistema di categorie e criteri quantitativi e scientificamente rigorosi, la cui ultima versione risale al 2001. Queste categorie e criteri, applicabili a tutte le specie viventi a eccezione dei microorganismi, rappresentano lo standard mondiale per la valutazione del rischio di estinzione. Per l'applicazione a scala non globale, inclusa quella nazionale, esistono delle linee guida ufficiali.

La Convenzione CITES

Gli scimpanzé (Pan troglodytes) sono elencati nell'Appendice I della Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora Selvatiche Minacciate di Estinzione (CITES).

Questo significa che:

  • Il commercio internazionale di scimpanzé e dei loro prodotti derivati (come pelli, ossa, ecc.) è vietato, a meno che non ci sia un'autorizzazione speciale per scopi non commerciali, come la ricerca scientifica.
  • Ogni trasferimento internazionale di scimpanzé deve essere autorizzato con appositi permessi CITES rilasciati dalle autorità nazionali competenti.
  • I paesi aderenti alla CITES sono tenuti a vietare il commercio di scimpanzé e a prendere misure per proteggere queste specie a rischio di estinzione.

Una specie primata a rischio

Le informazioni della Wildlife Justice Commission rivelano una tattica inquietante utilizzata dai trafficanti: l'abuso della documentazione CITES. Permessi falsificati o ottenuti fraudolentemente vengono utilizzati per mascherare il commercio illegale di scimpanzé selvatici come legale. Questo sfruttamento del sistema consente alle reti organizzate di trarne profitto, mentre le popolazioni di scimpanzé selvatici continuano a soffrire. Sussiste l’urgente necessità di rafforzare l’applicazione della legge e di smantellare le reti di traffico che sfruttano questa specie vulnerabile.

Cosa può la cooperazione di polizia?

La cooperazione internazionale di polizia svolge un ruolo importante nella difesa degli scimpanzé, soprattutto per contrastare il bracconaggio e il traffico illegale di questi primati. Ecco alcune delle principali azioni intraprese:

  • Operazioni congiunte transfrontaliere:

Le forze di polizia di diversi paesi coordinano operazioni per individuare e fermare i trafficanti che spostano illegalmente gli scimpanzé attraverso i confini. Vengono effettuati controlli e ispezioni mirate nei porti, negli aeroporti e lungo le rotte di traffico. Scambio di informazioni e intelligence:

Le agenzie di polizia condividono informazioni sui gruppi criminali coinvolti nel traffico di scimpanzé, sulle loro rotte e sui metodi utilizzati. Ciò permette di anticipare e intervenire tempestivamente per sventare i traffici.

  • Formazione e capacity building:

La cooperazione internazionale supporta la formazione degli agenti di polizia locali sui metodi di riconoscimento, cattura e gestione degli scimpanzé. Vengono fornite competenze per indagare e raccogliere prove sui crimini legati al traffico di fauna selvatica. Assistenza legale e giudiziaria:

Quando vengono effettuati arresti, le autorità collaborano per assicurare i trafficanti alla giustizia attraverso procedure legali coordinate. Vengono forniti supporto e consulenza legale per garantire condanne adeguate.

  • Sensibilizzazione e coinvolgimento delle comunità:

Vengono realizzate campagne di sensibilizzazione nelle aree a rischio per scoraggiare la domanda di scimpanzé e altri animali selvatici. Le comunità locali sono coinvolte nella sorveglianza e nella segnalazione di attività sospette. Questa cooperazione internazionale multi-agenzia è fondamentale per contrastare efficacemente il bracconaggio e il traffico illegale degli scimpanzé, contribuendo così alla loro protezione e conservazione.

Risorse per approfondire:

Jane Goodall Institute: www.janegoodall.it World Chimpanzee Day: www.worldchimpanzeeday.org

#scimpanzé #CITES #IUCN #WildlifeJusticeCommission


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci:l.devol.it/@CoopIntdiPoliziaTutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (creativecommons.org/licenses/b…)Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.



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[filtri] *per es. un calibro un termometro

la differenza in linea* il] comizio nel cinema] all'aperto orbite per i calcoli scansnap anche materiali non compatibili sanno o non sanno [di amarissimo prendono dai punzoni [i pezzi del polo magnetico i] fumi al piretro l'aperto] per tenere pressioni cabinette in bilico se i diffusori [rompono la linea* l'asterisco


noblogo.org/lucazanini/filtri-…



A proposito di guru laici, autenticità e utopia


Premessa linguistica: in questo articolo userò le parole “froci-”, “ricchion-”, “invertit-” e affini come insulti riappropriati, cioè termini derogatori che io ribalto in termini di auto-elogio, per rimarcare la mia anormalità di persona non eterosessuale rispetto a una “normalità” che rifiuto in quanto malsana. In questo senso, si tratta dell'adattamento italiano del vocabolo inglese queer, che ha dietro lo stesso identico etimo.


Un lunedì mattina come tanti


Da quando mi sono trasferito dalla Brianza a Milano (o dovrei dire “da quando sono emigrato”? A volte me lo chiedo), ho iniziato a fare attività sociale e politica, e nelle ultime tre settimane circa ho contribuito con il mio pezzettino a far succedere un progetto cui tenevo tantissimo: la Marciona di Milano, ovverosia il corteo dell'orgoglio ricchione auto-organizzato dai gruppi politici froci di sinistra, in opposizione aperta a un Pride comunale che ormai è diventato un mega-evento turistico di pubblicità per grandi aziende, totalmente svuotato del suo significato politico di anniversario dei Moti di Stonewall del '69.

Nota storica: sì i Pride commemorano un tumulto in cui persone frocie newyorkesi (per lo più transgenere e per lo più afroamericane e latinoamericane) riempirono di botte la polizia e pretesero la decriminalizzazione delle identità queer (represse in quanto malattie mentali e crimini contro il decoro) nel quadro più ampio del movimento del '68, e collegandosi direttamente alle mobilitazioni contro la Guerra del Vietnam e a quelle per la desegregazione della popolazione nera. Di fatto, queste manifestazioni sono un po' il corteo del Primo Maggio specifico per noi ricchioni, e se non lo sapevate, è ulteriore indice che troppi Pride moderni fanno pena.


Non starò qui a commentare l'esito della Marciona (quello spetta a tutta la rete usando il nostro blog... appena lo rimettiamo in sesto), bensì farne una lente di analisi per un fatto curiosissimo che mi è successo stamane. Alcuni mesi fa, su consiglio di una mia amica (ricchiona anche lei) che si interessa di scienze sociali, mi sono iscritto alla newsletter «Ciclostyle», in cui l'antropologa culturale Carolina Boldoni e il giornalista/formatore Enrico Di Palma commentano fatti vari ed eventuali attraverso le rispettive lenti di analisi, e nel numero di stamane Boldoni ha dato una restituzione del campeggio di formazione antropologica che ha tenuto nei giorni scorsi. Raccomando di sfogliare la newsletter qui e poi tornare qua per sentirmi fare il puntacazzista comunistone.

Gioire perché la montagna ha partorito un topolino


A quanto pare, Boldoni considera un successo il suo antropocamp (ovviamente indicato con anglicismo) perché 8 partecipanti hanno imparato a fare vita comunitaria attraverso la condivisione del lavoro domestico, ivi compreso quello in cucina, e grazie alla buona fede reciproca necessaria per costruire legami di condivisione senza filtri e senza pressioni. 8 partecipanti che mi aspetto avere circa la mia età e il mio status sociale di “alto proletario-piccolo borghese” (considerando l'utenza cui si rivolge il progetto Ciclostyle) e che hanno scelto di pagarsi una vacanza didattica organizzata apposta per imparare... che non sono persone asociali in toto, bensì gli mancava l'educazione affettiva minima per saper selezionare le proprie frequentazioni e costruire legami autentici.

Confesso che questa newsletter mi ha dato la stessa sensazione di quando parlo di giochi di ruolo e vedo la gente in estasi perché per anni ha giocato unicamente a Dungeons & Dragons o qualche sua derivazione e ha appena scoperto che esistono GDR

  • Di ambientazione non high fantasye/o
  • Meno complessi meccanicamente di un wargame vecchio stampo e/o
  • Che non richiedono 3 ore di preparazione preliminare per ogni ora di gioco effettivo

In casi simili, la mia reazione di pancia sarebbe sempre di sottoporre queste persone a una terapia d'urto per allargare i loro schemi preconcetti da 0 a 1000, ad esempio proponendo loro un titolo monosessione totalmente dialogico e di ambientazione realistica contemporanea (tipo Alice è scomparsa); tendenzialmente poi mi trattengo, ma ne parlerò in un altro momento.

Al momento, mi interessa evidenziare che la clientela di Boldoni (e presumo Di Palma?) è come il giocatore di ruolo insoddisfatto medio: gente che per anni si è torturata a scegliere un'opzione sbagliata per sé, credendo che non ci fosse una vera scelta bensì un'unica strada possibile, ha appena fatto un passettino per capire meglio la vastità del mondo, e ora suona la fanfara del trionfo come se avesse raggiunto il Nirvana. Non so mai se provare pietà per gli anni che queste persone hanno sprecato e che non riavranno mai indietro, o piuttosto schernirle per la sicumera con cui sopravvalutano il proprio primo passo in un percorso che sarà lungo e complesso e richiederà tanta umiltà e curiosità. O ancora, se indirizzare un po' di disprezzo verso chi capitalizza sull'ignoranza altrui, abbandonando la deontologia dell'insegnante ed entrando nel linguaggio disfunzionale del guru.

Abbiamo svenduto l'educazione affettiva


Io non conosco personalmente Boldoni (né Di Palma), non ero al suo antropocamp, e non posso certo giudicare lo sforzo organizzativo messo nel progetto né l'impatto concreto sulle vite delle 8 persone partecipanti. Però conosco benissimo la sensazione di essere “sbagliato” per la comunità circostante e incapade di inserirvisi, considerando che sono un uomo autistico e bisessuale cresciuto nella provincia lombarda in piena epoca leghista, senza uno straccio di supporto terapeutico specifico per le neurodivergenze né una rete amicale realmente progressista e attenta alle questioni femministe-finocchie (anzi, avevamo dentro un paio di trumpisti). Se non sono esploso malamente per l'intreccio fra le mie due marginalità, e tutto lo stress conseguente, è perché dai 17 anni in poi ho cercato col lanternino persone e contesti sociali che potessero essere affini al mio carattere e ai miei interessi, e mi sono preso l'accollo di scremare i (tanti) buchi nell'acqua dalle (tante) situazioni fertili: da lì è scaturita la mia passione per il gioco di ruolo e il paio di anni a fare partite “matte e disperatissime”, sia di persona sia in videoconferenza, con tante persone straordinarie che mi hanno offerto uno spazio sicuro per esprimere me stesso, rendermi vulnerabile, e imparare con errori e tentativi a compensare i miei deficit di intelligenza sociale. Ricorderò sempre il mio primo lavoretto come traduttore per Dreamlord Games, il cui direttore scelse di dare fiducia allo sbarbatello logorroico che apriva sempre discussioni tecniche sul forum ufficioso di Fate, o quella partita a Dungeon World che iniziò con me collassato per lo stress universitario e uno dei miei compagni di gioco pronto a tirarmi su di morale. O la demo di Lady Blackbird in cui conobbi la coppia, allora appena andata a convivere, che adesso ha un figliolo adorabile; o il playtest al bellissimo gioco di edu-intrattenimento Stonewall 1969, in cui imparai la storia dei Moti di Stonewall e la definizione di lotta di classe auto-organizzata.

E tornando circolarmente al punto di impartenza, è grazie a quei bellissimi anni di educazione affettiva mediata dall'hobby ludico, se a 27 anni mi sono trasferito a Milano e, come primissima cosa, ho mappato le realtà politiche che ancora cercano di portare avanti progetti di sinistra, in una città che da praticamente un decennio sta venendo massacrata per trasformarla in un luna park per milionari, e mi ci sono buttato dentro a capfitto. Ho partecipato a picchetti, cortei, mostre d'arte e cabaret gratuiti, alla pulizia di centri sociali e alla preparazione di collette alimentari, ho composto e declamato comunicati pubblici in manifestazione e partecipato a dibattiti aperti... E soprattutto, ho stretto connessioni autentiche. Compagni e compagne con cui volevo inizialmente mantenere un rapporto puramente politico (“per non dare troppa confidenza”) sono ormai amici e amiche che considero di famiglia; persone che rispettavo mi hanno deluso allorché le ho messe davanti a una prova dei fatti, e ho saputo rivalutarle senza stracciarmi le vesti; persone di cui diffidavo hanno dimostrato più serietà e apertura di quanto pensassi, e ora sono solo contento di lottare al loro fianco; militanti che potrebbero essere i miei genitori mi raccontano volentieri, con la commozione in volto, degli amici di un tempo stroncati dai fascisti e dall'eroina; militanti che potrebbero essere mie sorelle e miei fratelli minori si interfacciano con me da pari a pari; DJ veterani della scena musicale underground mi salutano calorosamente ogni volta che ci becchiamo in manifestazione ... altre persone della rete Marciona mi invitano agli hacklab e io contraccambio invitandole alle convention di GDR (di nuovo, il cerchio si chiude e tutto sta insieme).

Dove voglio arrivare? Al fatto che io, già da ragazzo, ho saputo individuare un'idea approssimativa di chi volevo essere e l'ho perseguita e affinata col tempo; e ho avuto la fortuna di sentirmi a casa nella Controcultura, quella con la maiuscola, dove consideriamo un valore la libera autoespressione e la condivisione di saperi senza creare poteri (per citare la buon'anima del compagno Primo Moroni). Di conseguenza, ho imparato organicamente a costruire legami autentici, prendendo esempio da persone che già avevano fatto quel percorso e mi hanno guidato e consigliato, e ora sono in condizione di guidare e consigliare chi è più giovane di me. Tutto questo, senza pagare guru che mi facciano dei workshop sul senso vero dell'esistenza. Davvero vogliamo che sia la norma, dover assumere un/-a guru per imparare a vivere in comunità e darsi una progettualità?

Agire l'utopia


Giusto perché le cose seguono spesso uno schema (sì sono anche neopagano, ma ne parliamo dopo), nelle ore intercorse fra la Marciona e la lettura di «Ciclostyle» avevo proseguito la mia lettura di «Un'Ambigua Utopia», bellissima fanzine di critica culturale marx/z/iana (sic!) curata fra '77 e '82 da un collettivo di nerd sinistri della prima generazione che militavano nell'Avanguardia Operia e leggevano fantascienza, e l'hanno riavviata a partire dal '20 come progetto della pensione. Ebbene, come da titolo la rivista si poneva e si pone il problema di uscire dalla concezione consolatoria e prescrittiva dell'utopia e passare a una concezione pragmatica di agire l'utopia nel qui e ora, e proprio iersera ho letto l'editoriale del numero 6 (Marzo/Aprile 1979), in cui la redazione fece il punto proprio su questa dialettica in ottica di problematizzazione aperta, in particolare domandandosi se possa esistere un'utopia di sinistra o se invece il concetto stesso di utopia non si colleghi intrinsecamente all'automiglioramente individuale capitalista e all'ottimizzazione della macchina statale.

Non ho potuto non collegare fra loro quell'editoriale, la newsletter, la Marciona, e il festival con corteo finale che «Un'Ambigua Utopia» organizzò a Milano nel '78 (rendicontato nel numero 4). Da un lato, c'è un capitalismo ormai così pervasivo che per tante persone della mia età vivere atomizzate ed esistere per lavorare è la norma ineluttabile, l'affiliazione politica (se c'è) non va oltre i meme, portare avanti hobby propri e viverli come fortemente identitari è inconcepibile, e non può mancare la caccia alla relazione sentimentale (rigorosamente monogamica) come status symbol di adultità. Dall'altro lato, ci sono ieri come oggi noi teste calde antagoniste che ci ostiniamo a scendere in piazza agghindate da marx/ziane e da raver, a bordo di risciò sgangherati decorati con artistici cartelli in cartone, esibendo fiere il quadricolore palestinese e la bandiera dell'orgoglio finocchio (rigorosamente la versione nuova, però), e prima durante e dopo queste manifestazioni di dissenso e di disordine costruiamo altre socialità, altre culture, altre prospettive.

Cantavano cinquant'anni fa i cori di Lotta Continua:

La scuola dei padroni non funziona più ma solo come base rossa; la cultura dei borghesi non ci frega più, l'abbiamo messa nella fossa.


Canta oggi Carenza503, rapper torinese con cui ho l'onore di militare:

Sogno con te solo di stare bene. Sembra banale ma è radicale: la forma più pura dell'anarchia che ci potesse mai capitare.


Mi pare che la sostanza sia sempre quella. Non abbiamo, al momento, le condizioni materiali per ribaltare il sistema, ma abbiamo le possibilità di costruire delle alternative interstiziali, e il dovere morale di tirarci dentro più persone che possiamo, senza farle intortare da una falsa alternativa erogata dal capitalismo. Perché l'utopia non verrà domani: l'utopia è oggi, giorno dopo giorno, in ogni istante di vita degna e autentica che riusciamo a mettere insieme, costruendolo assieme. E questa, per me, è la base vera del socialismo libertario.

Per il comunismo e per la frocità, riprendiamoci la città.


log.livellosegreto.it/cretinod…



The Wallflowers - Glad All Over (2012)


immagine

A sette anni dall' ultima loro pubblicazione “Rebel, Sweetheart”, i Wallflowers tornano con una nuovo lavoro chiamato “Glad All Over”, loro sesto album che segna una decade di esistenza o meglio, di permanenza, nel pianeta musicale. I Wallflowers sono caratterizzati dalla presenza di Jakob Dylan, uno che di canzoni ne “mastica” qualcosa visto che, molto probabilmente, il DNA gioca a suo favore. Ovviamente, l'essere un “songwriting” è nel sangue, i testi ne sono la testimonianza... artesuono.blogspot.com/2014/10…


Ascolta: album.link/i/551052513



noblogo.org/available/the-wall…


The Wallflowers - Glad All Over (2012)


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A sette anni dall' ultima loro pubblicazione “Rebel, Sweetheart”, i Wallflowers tornano con una nuovo lavoro chiamato “Glad All Over”, loro sesto album che segna una decade di esistenza o meglio, di permanenza, nel pianeta musicale. I Wallflowers sono caratterizzati dalla presenza di Jakob Dylan, uno che di canzoni ne “mastica” qualcosa visto che, molto probabilmente, il DNA gioca a suo favore. Ovviamente, l'essere un “songwriting” è nel sangue, i testi ne sono la testimonianza... artesuono.blogspot.com/2014/10…


Ascolta: album.link/i/551052513


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RECENSIONE ALLA SILLOGE DI FELICE SERINO “IN SOSPESO DIVENIRE”, 2013

al di fuori di me -

io stesso luogo-non-luogo –

mi espando

Così, Felice Serino, dà alla luce l’ultima breve ma intensa silloge, “In sospeso divenire – Poesie dell’impermanenza”, titolo alquanto suggestivo e che, in pochi tratti descrive il ruolo stesso del poeta-uomo, dello scrittore, considerato per antonomasia il saggio, il pensatore, conscio d’una realtà fuggevole e capace, pertanto, di ravvisarne gli atomi in una sincrasi eclettica, unendo particelle e parole con una palpabilità maniacale. Ho parlato di“saggio” per un motivo ben preciso. Leggendo il Serino, m’è parso di risentirela lontana eco del Dao Dezi di Lao Tsu, saggio cinese che – nella succitata opera – scrisse una ben precisa frase: “Per questo il santo permane nel mestiere del non agire e attua l'insegnamento non detto. […]. Compiuta l'opera egli non rimane e proprio perché non rimane non gli vien tolto”. Si noti che la parola “Saggio” e “Santo” hanno, nel Tao TeChing, la stessa funzione di soggetto. Come per queste “poesie dell’impermanenza”, il Serino ha la funzione di lasciare un’impronta, un segno lieve “in sospeso divenire”, per l’appunto, per poi partirsi, allontanandosi dopo aver detto. Il suo è un divenire lasciato ad altri, un qualcosa di incompiuto ma capace di tessere trama e ordito con una originalità impertinente, tra figure retoriche e costrutti semantici ridotti all’essenziale, eppure talmente precisi da centrare il cuore del bersaglio:

in trasognato sfarti figura

-quasi rito-

t’invetri

incielata diafana

qui troviamo qualcosa di molto raro, quasi una sorta di gioco di parole e reinventati neologismi privi di peccato ma che trascendono all’interno di un Locus amoenus racchiuso nell’utopia e nella stagione di una vetrina al di fuori del tempo.

Il Serino però è un treno in corsa lungo diverse stazioni, sfiora emozioni di ogni sorta e non placa sicuramentela propria sete nella forra dei giochi della parola propriamente detta. Egli si fa anche semplicità negli occhi e nei sogni di una bambina, diventa foriero dei cambiamenti dell’animo… si fa madre e poi muore alla vita.

Senza voler troppo aggiungere, per non guastare del lettore la sorpresa, il poeta Serino disvela e tributa la seconda parte dell’opera ai suoi amori, quelli familiari come quelli letterari, finanche alle letture di Ungaretti, Merini e Ginsberg. È una nota che suona differente in ogni tasto, il Serino e in questa breve silloge dà prova di quanta musica possa vantarsi l’animo umano, un Pathos capace di elevare o, talvolta, di colpire, lasciando senza parole attraverso la bellezza e l’irripetibilità delle sue dinamiche.

Di Marco Nuzzo

e-book realizzato da poesieinversi.it


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Agli occhi del cielo

agli occhi del cielo padrone dei tuoi beni sarà la ruggine

quando avranno rovesciato i tuoi forzieri gli angeli della morte

e tu non avrai più nome

allora la tua casa vuota sarà preda della gramigna e di avvoltoi affamati

mentre a essere elevato sarà il plebeo che condivideva il pasto coi cani .

Giordano Genghini nel gruppo “Amiche e amici in Facebook” Come sempre sublime è questa tua lirica, Felice, e basterebbe la tua costante rinuncia (fonte di stima e lode da parte mia) ad accompagnare i tuoi versi con immagini a rappresentarne un chiaro indizio, e a testimoniare l'importanza che tu attribuisci alla poesia in quanto tale.. Ricca di riferimenti evangelici -ma anche tratti, forse – dall'antico mondo dell'Occidente – pur se tali riferimenti evangelici sono espressi creativamente e non esplicitamente (come avviene talora invece in Mario Luzi, per intenderci), questa tua lirica tocca, in modo mirabile e commovente – ma anche, per certi aspetti non privo di escatologici richiami che ricordano, ad esempio, il “Dies irae” o la sua rielaborazione nel “Requiem” di Mozart, il tuo testo poetico torna a porre a te stesso, e a noi tutti, l'interrogativo che spesso poni: è possibile che chi vive egoisticamente e solo per accumulare ricchezza non sia mai, in qualche modo, oltre questa vita, punito o comunque posposto al “plebeo / che condivideva il pasto coi cani”? La tua risposta è chiara. Spetta ad ognuno di noi dare la nostra, a ciò stimolati dal tuo testo che, pur essendo stilisticamente bellissimo, non mira certamente soprattutto ad essere apprezzato per questo suo pregio... .

Lidia Mandracchia La sorte di tanti espressa in modo così delicato e musicale da commuovere. Leggendo i tuoi versi e calandosi nella loro profondità si aprono mille interrogativi ai quali non si può dare risposta ,ma che ci invitano a riflettere intensamente. Grazie Felice, per questo tuo nuovo dono!


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sangue del pendolo

tempo-maya dagli occhi

di giada

capovolti

nell'oltre è cuore

del sole abisso

di cielo – antimondo

Quest'opera sembra un invito a entrare in un paesaggio onirico dove tempo, mito e mistero cosmico convergono. L'espressione “sangue del pendolo” evoca immediatamente il ritmo della vita e l'inevitabilità del passare del tempo. Un pendolo oscilla all'infinito, scandendo momenti e ricordi, e il suo “sangue” simboleggia forse l'energia vitale che sostiene la nostra esistenza anche quando svanisce.

Passando al “tempo-maya dagli occhi di giada capovolti”, la poesia approfondisce il suo mistero intrecciando simbolismo culturale e spirituale. Il termine maya può alludere sia all'antica civiltà nota per le sue prodezze astronomiche e matematiche, sia al concetto sanscrito di illusione: il velo della realtà. Abbinata agli “occhi di giada”, l'immagine suggerisce non solo una visione, ma una percezione antica, quasi mistica; la giada, venerata per la sua bellezza e durevolezza, sembra racchiudere una saggezza senza tempo. L'idea di essere “capovolti” (invertiti) sfida la nostra prospettiva abituale, spingendoci a guardare il mondo da una prospettiva non convenzionale, come se rivelasse verità nascoste nel familiare.

I versi finali, “nell'oltre è cuore del sole abisso di cielo – antimondo”, espandono ulteriormente questa visione cosmica. Qui, l'“oltre” potrebbe indicare un regno che esiste al di fuori dei confini della nostra realtà quotidiana, uno spazio in cui gli opposti coesistono. La giustapposizione del sole (tipicamente simbolo di illuminazione e vita) con “abisso” (abisso) e “antimondo” (antimondo) crea un paradosso sorprendente, suggerendo che creazione e distruzione, luce e oscurità, ordine e caos siano intrecciati in un'unica, enigmatica forza.

Nel complesso, il linguaggio della poesia è riccamente metaforico e deliberatamente sfuggente, consentendo molteplici livelli di interpretazione. Non offre una narrazione chiara, ma piuttosto un mosaico di immagini che invitano il lettore a contemplare verità esistenziali più profonde. L'interazione tra elementi naturali (come il sole e il pendolo) e simboli culturali (maya, giada) suggerisce un'esplorazione tanto dei nostri paesaggi interiori quanto del cosmo esterno.

Questo tipo di espressione poetica risuona con temi presenti in vari filoni del surrealismo e del simbolismo, dove inversione e paradosso sono strumenti per infrangere il pensiero convenzionale. Ad esempio, proprio come il pendolo oscilla tra estremi, molti artisti e scrittori hanno utilizzato immagini simili per catturare la tensione tra ciò che è noto e il misterioso aldilà. Non è difficile trovare echi di questo approccio nelle opere di poeti come T.S. Eliot o persino in alcune espressioni cinematografiche moderne, dove la realtà viene rifratta attraverso strati di memoria e mito.

Se apprezzi questa interazione di immagini e idee, potresti anche essere incuriosito da come temi simili si manifestino nell'arte visiva o nella musica, dove inversione, paradosso e immaginario cosmico creano un potente paesaggio emotivo. Esplorare altre espressioni artistiche che sfidano i confini del tempo e dello spazio convenzionali potrebbe offrire nuovi modi di pensare alle tue esperienze di ritmo, bellezza e mistero.


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La Canzone che Brucia nei Circuiti del Vento


La città fischia toni storti, metallo che respira, e tu cammini—no, scivoli—tra le fessure del marciapiede che si allargano come labbra pronte a sussurrare segreti. Non si ama qualcuno per il suo fisico, dice la pubblicità sul bus, ma il bus è fatto di pelle umana e le ruote girano al contrario.

I vestiti? Ah, i vestiti sono solo illusioni di polvere. Li vedi appesi ai corpi come fantasmi di un altro secolo, ma poi c’è la sua voce—una canzone che solo tu puoi sentire—e improvvisamente il mondo perde i bulloni. Le macchine si sciolgono in pozzanghere di mercurio, riflettono facce che non hai mai visto, eppure riconosci.

Forse l’amore è un errore di sincronizzazione. Un glitch nel sistema operativo dell’universo. Lui/lei/loro canta e tu—tu sei un ricevitore sintonizzato su una frequenza proibita. Gli altri passano, ma non sentono. Non sanno che il cemento sotto i piedi è solo uno spartito scritto in linguaggio delle stelle.

Poi la canzone finisce. O forse no. Forse continua in loop da qualche parte nel tuo midollo, dove il tempo non esiste e le auto sono solo gusci vuoti che parlano con voci d’acqua.

E allora cammini. O scivoli. O cadi. O voli.

Dipende da come canta il vento oggi.


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PROVERBI - Capitolo 10


PROVERBI DI SALOMONE (10,1-22,16)

1Proverbi di Salomone. Il figlio saggio allieta il padre, il figlio stolto contrista sua madre.

Il saggio e lo stolto, l’empio e il giusto2I tesori male acquistati non giovano, ma la giustizia libera dalla morte.3Il Signore non lascia che il giusto soffra la fame, ma respinge la cupidigia dei perfidi.4La mano pigra rende poveri, la mano operosa arricchisce.5Chi raccoglie d'estate è previdente e chi dorme al tempo della mietitura è uno svergognato.6Le benedizioni del Signore sul capo del giusto, la bocca degli empi nasconde violenza.7La memoria del giusto è in benedizione, il nome degli empi marcisce.8Chi è saggio di cuore accetta i precetti, chi è stolto di labbra va in rovina.9Chi cammina nell'integrità va sicuro, chi tiene vie tortuose sarà smascherato.10Chi chiude un occhio causa dolore, chi riprende a viso aperto procura pace.11Fonte di vita è la bocca del giusto, la bocca degli empi nasconde violenza.12L'odio suscita litigi, l'amore ricopre ogni colpa.13Sulle labbra dell'intelligente si trova la sapienza, ma il bastone è per la schiena dello stolto.14I saggi fanno tesoro della scienza, ma la bocca dello stolto è una rovina imminente.15I beni del ricco sono la sua roccaforte, la rovina dei poveri è la loro miseria.16Il salario del giusto serve per la vita, il guadagno dell'empio è per i vizi.17Cammina verso la vita chi accetta la correzione, chi trascura il rimprovero si smarrisce.18Dissimulano l'odio le labbra bugiarde, chi diffonde calunnie è uno stolto.19Nel molto parlare non manca la colpa, chi frena le labbra è saggio.20Argento pregiato è la lingua del giusto, il cuore degli empi vale ben poco.21Le labbra del giusto nutrono molti, gli stolti invece muoiono per la loro stoltezza.22La benedizione del Signore arricchisce, non vi aggiunge nulla la fatica.23Per lo stolto compiere il male è un divertimento, così coltivare la sapienza per l'uomo prudente.24Al malvagio sopraggiunge il male che teme, il desiderio dei giusti invece è soddisfatto.25Passa la bufera e l'empio non c'è più, il giusto invece resta saldo per sempre.26Come l'aceto ai denti e il fumo agli occhi, così è il pigro per chi gli affida una missione.27Il timore del Signore prolunga i giorni, ma gli anni dei malvagi sono accorciati.28L'attesa dei giusti è gioia, ma la speranza degli empi svanirà.29La via del Signore è una fortezza per l'uomo integro, ma è una rovina per i malfattori.30Il giusto non vacillerà mai, ma gli empi non dureranno sulla terra.31La bocca del giusto espande sapienza, la lingua perversa sarà tagliata.32Le labbra del giusto conoscono benevolenza, la bocca degli empi cose perverse.

_________________Note

10,1-22,16 Questa seconda raccolta di proverbi è da considerare molto antica. Viene fatta risalire a Salomone (10,1), modello dell’uomo saggio. Si compone di massime di vario genere, indipendenti l’una dall’altra. Ogni massima o proverbio si presenta nella forma letteraria del distico, che nei cc. 10-15 è caratterizzato dal parallelismo antitetico (procede cioè contrapponendo i personaggi che descrive) e nei cc. 16-22 dal parallelismo sinonimico (cioè con comparazioni omogenee).

10,12 La seconda parte del versetto è riportata in 1Pt 4,8 (vedi anche 1Cor 13,7; Gc 5,20).

=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti


Pr 10,1-22,16. Non è facile ravvisare in questa seconda collezione una strutturazione coerente del contenuto: l'impressione è di trovarsi di fronte a sentenze giustapposte, senza alcun principio ordinatore, anche se non sono assenti in alcuni casi ripetizioni verbali o connessioni tematiche, le quali possono spiegare l'accostamento di certi detti.

vv. 10,1-3. Per l'attribuzione a Salomone, cfr. Pr 1,1. I v. sono apparentati dal contrasto saggio/stolto che introduce la tipologia caratteristica della letteratura proverbiale, approfondendola però anche sotto il profilo etico (rettitudine/disonestà, v. 2) e religioso (giusto/malvagio, v. 3).

vv.4-5. Ritorna il tema della pigrizia e dell'operosità, già incontrato in Pr 6,6-11.

vv. 6-7. L'opposizione giusto/malvagio si esprime qui nel contrasto tra la benedizione (il vocabolo che fa da aggancio tra i due versetti) e l'oblio. Il v. 6b è identico a 11b (contro BC). Si noti l'insistenza nel capitolo sul tema della “lingua” (vv. 6.8.11-14.18-21.31-32), un aspetto importante nella formazione del giovane, soprattutto di colui che aspira a posti di responsabilità sociale e di governo: l'uomo saggio se ne starà in silenzio finché non toccherà a lui parlare (v. 19), quando sarà sicuro che il suo parlare sarà efficace e che le sue parole saranno attentamente valutate. 24-25. Due antitesi in parallelo, esprimono la diversa sorte del giusto e del malvagio: le aspirazioni del giusto lo mettono al sicuro, non così quelle del malvagio che, proprio perché inique, lo espongono al rischio della pena per il proprio comportamento; l'esistenza del malvagio è sempre minacciata, mentre quella del giusto non teme l'imprevisto (cfr. v. 30 e Mt 7,25.27). Velatamente si può vedere, nella forma impersonale del v. 24 («è soddisfatto») e nell'accenno alla «bufera» del v. 25 (cfr. Is 21,1; 29,6; Sal 83,16), un'allusione all'intervento divino: da lui dipende la riuscita del giusto, a lui la vita del malvagio è in abominio.

(cf. FLAVIO DALLA VECCHIA, Proverbi di Salomone – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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[rotazioni]secondo natura la cosa che casca oppure une [flaque dove al momento la pozza] nel lago di Costanza si vede fanno il nuoto sincrono o regolano i retrovisori come] mitragliette calibri opposti la [gente oscilla le matricole distributori i calendari – i] saponi un lucioperca avec deux flaques le mystère s'épaissit ceux qui vont à pied le soldat] lève un levier


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Forgejo con Docker: Git self-hosted senza fronzoli


Da tempo utilizzo Git per gestire i miei progetti personali, sia software che di configurazione. Per anni mi sono affidato al pc di qualcunaltro (es: Gitlab o GitHub), ma la dipendenza da un servizio centralizzato, per quanto comodo, inizia a starmi stretta. Così ho cercato una soluzione più allineata alla mia filosofia: Forgejo, un fork comunitario di Gitea, leggero e facilmente self-hostabile.

Forgejo

Perché Forgejo


Forgejo nasce da una comunità che punta alla trasparenza e all’autonomia, senza il rischio che un progetto venga assorbito o piegato a logiche commerciali. La compatibilità con Gitea è totale, e i requisiti minimi lo rendono perfetto per VPS o server casalinghi.

Veniamo subito al dunque e facciamolo partire, cosi potremo provarlo con mano!


Setup con Docker


Ci affidiamo a Docker Compose, cosi con un solo file di configurazione abbiamo tutto il necessario.

docker-compose.yaml
services:
  forgejo:
    image: codeberg.org/forgejo/forgejo:latest
    container_name: forgejo
    restart: always
    environment:
      - USER_UID=1000
      - USER_GID=1000
    volumes:
      - ./data:/data
      - /etc/timezone:/etc/timezone:ro
      - /etc/localtime:/etc/localtime:ro
      - ./robots.txt:/data/gitea/public/robots.txt:ro
    expose:
      - "3000"
    networks:
      - forgejo_net

networks:
  forgejo_net:
    driver: bridge

Reverse Proxy


E' possibile usare il web server che preferiamo, come ad esempio traefik, caddy, apache o nginx, in questo articolo vedremo un esempio con quest'ultimo.

Qui una configurazione base con https (via Let's Encrypt, gestito esternamente):

/etc/nginx/sites-available/forgejo.conf

server {
    listen 80;
    server_name git.miodominio.it;

    return 301 https://$host$request_uri;
}

server {
    listen 443 ssl;
    server_name git.miodominio.it;

    ssl_certificate /etc/letsencrypt/live/git.miodominio.it/fullchain.pem;
    ssl_certificate_key /etc/letsencrypt/live/git.miodominio.it/privkey.pem;

    location / {
        proxy_pass http://localhost:3000;
        proxy_set_header Host $host;
        proxy_set_header X-Real-IP $remote_addr;
        proxy_set_header X-Forwarded-For $proxy_add_x_forwarded_for;
        proxy_set_header X-Forwarded-Proto $scheme;
    }
}

Dopo aver creato il file, attivare con:
ln -s /etc/nginx/sites-available/forgejo.conf /etc/nginx/sites-enabled/
nginx -t && systemctl reload nginx

Backup automatico


Il backup rappresenta un step fondamentale del nostro setup, conviene implementarne subito uno all'avvio del servizio, cosi non ce ne dimenticvheremo e terremo i nostri dati al sicuro. Ricordiamoci che qui salveremo il risultato di diverse ore di programmazione, studio e prove!

I nostri dati si trovano nel volume data di cui sopra, quindi sarà sufficiente salvare il docker file e la directory data. Io consiglio di usare #borg ma potete usare il softwsre che preferite, trovo particolarmente utile aggiungere questa nuova directory alle procedure di salvataggio che sicuremante avrete già per tutto il resto. (se non le avete potete anche smettere di leggere questo blog, tornate quando ne avrete implementata una).


Configurazioni iniziali


A questo punto, dopo l'installazione, non ci resta che accedere via web al nostro software e fare le prime configurazioni. È possibile creare utenti, organizzazioni, concedere permessi e creare tutti i repository che si desiderano.

Ciascun progetto può essere impostato ad accesso privatp o pubblico.

In questo modo sarà semplicissimo collaborare in più persone allo stesso progetto, tenendo traccia delle varie modifiche.

Infine è anche possibile importare direttamente altri repository git.

Runner e Action


Forgejo, essendo un fork di Gitea, supporta un sistema di CI/CD integrato chiamato Actions, simile a GitHub Actions, e permette di eseguire job di build o deploy tramite runner personalizzati.

Io stesso ne faccio uso, è uno dei motivi per cui mi sto trovando benissimo con forgejo! Ho varie configurazione a seconda del progetto ospitato, ma essenzialmente queste si occupano di effettuare il “deploy” del codice, cioé copiano a destinazione (server di sviluppo o di produzione a seconda dei casi), il codice modificato, cosi che sia pronto all'uso. In questo modo, grazie alla history di git, sarà sempre possibile tornare indietro, nonché tenere traccia delle modifiche nel tempo.

Come funziona


Le Actions sono definite da file YAML nei repository (.forgejo/workflows/), e possono contenere job con step eseguiti su runner registrati.

I runner sono agent installati su macchine (stessa VPS o remote), che si collegano al server Forgejo e attendono job da eseguire.

Una volta definita la condizione scatenante (es: commit su ramo main, rilascio di una nuova versione, ecc) partirà il worksflow che abbiamo definito, con la possibilità di verificarne lo stato di esecuzione in tempo reale. Infine è anche possibile andare a vedere i log delle esecuzione precedenti.

All'interno di una action si possono usare #secret e #variabili, in modo da poter riusare il codice della action e allo stesso tempo mantenere al sicuro le credenziali.

Setup runner base


Vediamo come creare un nuovo runner, passo passo:

export RUNNER_VERSION=$(curl -X 'GET' https://data.forgejo.org/api/v1/repos/forgejo/runner/releases/latest | jq .name -r | cut -c 2-)
wget -O forgejo-runner https://code.forgejo.org/forgejo/runner/releases/download/v${RUNNER_VERSION}/forgejo-runner-${RUNNER_VERSION}-linux-amd64
chmod +x forgejo-runner
sudo mv forgejo-runner /usr/local/bin/forgejo-runner
sudo useradd -m -s /bin/bash forgejo-runner
sudo usermod -aG docker forgejo-runner

Rechiamoci sull'interfaccia web di Forgejo:Forgejo > Repository > Settings > Actions > Runners > “Generate new token”
sudo -i -u forgejo-runner
forgejo-runner register
Avvio automatico del runner


Io ho usato uno script systemd per l'avvio automatico, ve lo riporto di seguito

sudo echo "
[Unit]
Description=Forgejo Act Runner
After=network.target docker.service
Requires=docker.service

[Service]
User=forgejo-runner
Group=forgejo-runner
ExecStart=/usr/local/bin/forgejo-runner daemon
Restart=always
WorkingDirectory=/home/forgejo-runner

[Install]
WantedBy=multi-user.target" > /etc/systemd/system/forgejo-runner.service

sudo systemctl daemon-reload
sudo systemctl enable forgejo-runner
sudo systemctl start forgejo-runner
systemctl status forgejo-runner

Vantaggi in breve


  • Repository del proprio codice, diviso come si preferisce: singoli progetti, organizzazioni, ecc.
  • Possibilità di creare utenti per collaboratori/amici con controllo sugli accessi/permessi.
  • Automatizzo test, build, deploy senza dipendere da servizi esterni.
  • Nessuna dipendenza da fornitori terzi e nessun limite di spazio, esecuzioni, personalizzazioni.
  • Versionamento del codice, e nel caso di ci/cd garanzia di riproducibilità
  • Pocchissime risorse necessarie lato server
  • Vuoi mettere quanto è figo avere il proprio servizio di versionamento?


Uso quotidiano


Forgejo supporta #git via #ssh, Web UI e #webhooks. Ho configurato alcuni repository con CI locale usando le Actions e i runner integrati. L’interfaccia è leggera e pulita, senza funzionalità inutili.

Conclusioni


Forgejo è una soluzione Git solida, coerente con un approccio decentralizzato. Semplice da gestire, veloce da installare, e adatta anche per chi – come me – preferisce sapere dove stanno i propri dati. Per ora lo utilizzo solo per progetti personali, ma potrei iniziare a usarlo anche per collaborazioni future.

Non vi resta che provarlo, fatemi sapere le vostre impressioni con un commento nel #fediverso su questo articolo.

#git #forgejo #action #code #programmi #cicd #gitea #runner #selfhosting #selfhost #nocloud

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Articolo pubblicato con licenza CC BY-NC-SA


blog.agostinelli.eu/forgejo-co…


Forgejo con Docker: Git self-hosted senza fronzoli


Da tempo utilizzo Git per gestire i miei progetti personali, sia software che di configurazione. Per anni mi sono affidato al pc di qualcunaltro (es: Gitlab o GitHub), ma la dipendenza da un servizio centralizzato, per quanto comodo, inizia a starmi stretta. Così ho cercato una soluzione più allineata alla mia filosofia: Forgejo, un fork comunitario di Gitea, leggero e facilmente self-hostabile.

Forgejo

Perché Forgejo


Forgejo nasce da una comunità che punta alla trasparenza e all’autonomia, senza il rischio che un progetto venga assorbito o piegato a logiche commerciali. La compatibilità con Gitea è totale, e i requisiti minimi lo rendono perfetto per VPS o server casalinghi.

Veniamo subito al dunque e facciamolo partire, cosi potremo provarlo con mano!


Setup con Docker


Ci affidiamo a Docker Compose, cosi con un solo file di configurazione abbiamo tutto il necessario.

docker-compose.yaml
services:
  forgejo:
    image: codeberg.org/forgejo/forgejo:latest
    container_name: forgejo
    restart: always
    environment:
      - USER_UID=1000
      - USER_GID=1000
    volumes:
      - ./data:/data
      - /etc/timezone:/etc/timezone:ro
      - /etc/localtime:/etc/localtime:ro
      - ./robots.txt:/data/gitea/public/robots.txt:ro
    expose:
      - "3000"
    networks:
      - forgejo_net

networks:
  forgejo_net:
    driver: bridge

Reverse Proxy


E' possibile usare il web server che preferiamo, come ad esempio traefik, caddy, apache o nginx, in questo articolo vedremo un esempio con quest'ultimo.

Qui una configurazione base con https (via Let's Encrypt, gestito esternamente):

/etc/nginx/sites-available/forgejo.conf

server {
    listen 80;
    server_name git.miodominio.it;

    return 301 https://$host$request_uri;
}

server {
    listen 443 ssl;
    server_name git.miodominio.it;

    ssl_certificate /etc/letsencrypt/live/git.miodominio.it/fullchain.pem;
    ssl_certificate_key /etc/letsencrypt/live/git.miodominio.it/privkey.pem;

    location / {
        proxy_pass http://localhost:3000;
        proxy_set_header Host $host;
        proxy_set_header X-Real-IP $remote_addr;
        proxy_set_header X-Forwarded-For $proxy_add_x_forwarded_for;
        proxy_set_header X-Forwarded-Proto $scheme;
    }
}

Dopo aver creato il file, attivare con:
ln -s /etc/nginx/sites-available/forgejo.conf /etc/nginx/sites-enabled/
nginx -t && systemctl reload nginx

Backup automatico


Il backup rappresenta un step fondamentale del nostro setup, conviene implementarne subito uno all'avvio del servizio, cosi non ce ne dimenticvheremo e terremo i nostri dati al sicuro. Ricordiamoci che qui salveremo il risultato di diverse ore di programmazione, studio e prove!

I nostri dati si trovano nel volume data di cui sopra, quindi sarà sufficiente salvare il docker file e la directory data. Io consiglio di usare #borg ma potete usare il softwsre che preferite, trovo particolarmente utile aggiungere questa nuova directory alle procedure di salvataggio che sicuremante avrete già per tutto il resto. (se non le avete potete anche smettere di leggere questo blog, tornate quando ne avrete implementata una).


Configurazioni iniziali


A questo punto, dopo l'installazione, non ci resta che accedere via web al nostro software e fare le prime configurazioni. È possibile creare utenti, organizzazioni, concedere permessi e creare tutti i repository che si desiderano.

Ciascun progetto può essere impostato ad accesso privatp o pubblico.

In questo modo sarà semplicissimo collaborare in più persone allo stesso progetto, tenendo traccia delle varie modifiche.

Infine è anche possibile importare direttamente altri repository git.

Runner e Action


Forgejo, essendo un fork di Gitea, supporta un sistema di CI/CD integrato chiamato Actions, simile a GitHub Actions, e permette di eseguire job di build o deploy tramite runner personalizzati.

Io stesso ne faccio uso, è uno dei motivi per cui mi sto trovando benissimo con forgejo! Ho varie configurazione a seconda del progetto ospitato, ma essenzialmente queste si occupano di effettuare il “deploy” del codice, cioé copiano a destinazione (server di sviluppo o di produzione a seconda dei casi), il codice modificato, cosi che sia pronto all'uso. In questo modo, grazie alla history di git, sarà sempre possibile tornare indietro, nonché tenere traccia delle modifiche nel tempo.

Come funziona


Le Actions sono definite da file YAML nei repository (.forgejo/workflows/), e possono contenere job con step eseguiti su runner registrati.

I runner sono agent installati su macchine (stessa VPS o remote), che si collegano al server Forgejo e attendono job da eseguire.

Una volta definita la condizione scatenante (es: commit su ramo main, rilascio di una nuova versione, ecc) partirà il worksflow che abbiamo definito, con la possibilità di verificarne lo stato di esecuzione in tempo reale. Infine è anche possibile andare a vedere i log delle esecuzione precedenti.

All'interno di una action si possono usare #secret e #variabili, in modo da poter riusare il codice della action e allo stesso tempo mantenere al sicuro le credenziali.

Setup runner base


Vediamo come creare un nuovo runner, passo passo:

export RUNNER_VERSION=$(curl -X 'GET' https://data.forgejo.org/api/v1/repos/forgejo/runner/releases/latest | jq .name -r | cut -c 2-)
wget -O forgejo-runner https://code.forgejo.org/forgejo/runner/releases/download/v${RUNNER_VERSION}/forgejo-runner-${RUNNER_VERSION}-linux-amd64
chmod +x forgejo-runner
sudo mv forgejo-runner /usr/local/bin/forgejo-runner
sudo useradd -m -s /bin/bash forgejo-runner
sudo usermod -aG docker forgejo-runner

Rechiamoci sull'interfaccia web di Forgejo:Forgejo > Repository > Settings > Actions > Runners > “Generate new token”
sudo -i -u forgejo-runner
forgejo-runner register
Avvio automatico del runner


Io ho usato uno script systemd per l'avvio automatico, ve lo riporto di seguito

sudo echo "
[Unit]
Description=Forgejo Act Runner
After=network.target docker.service
Requires=docker.service

[Service]
User=forgejo-runner
Group=forgejo-runner
ExecStart=/usr/local/bin/forgejo-runner daemon
Restart=always
WorkingDirectory=/home/forgejo-runner

[Install]
WantedBy=multi-user.target" > /etc/systemd/system/forgejo-runner.service

sudo systemctl daemon-reload
sudo systemctl enable forgejo-runner
sudo systemctl start forgejo-runner
systemctl status forgejo-runner

Vantaggi in breve


  • Repository del proprio codice, diviso come si preferisce: singoli progetti, organizzazioni, ecc.
  • Possibilità di creare utenti per collaboratori/amici con controllo sugli accessi/permessi.
  • Automatizzo test, build, deploy senza dipendere da servizi esterni.
  • Nessuna dipendenza da fornitori terzi e nessun limite di spazio, esecuzioni, personalizzazioni.
  • Versionamento del codice, e nel caso di ci/cd garanzia di riproducibilità
  • Pocchissime risorse necessarie lato server
  • Vuoi mettere quanto è figo avere il proprio servizio di versionamento?


Uso quotidiano


Forgejo supporta #git via #ssh, Web UI e #webhooks. Ho configurato alcuni repository con CI locale usando le Actions e i runner integrati. L’interfaccia è leggera e pulita, senza funzionalità inutili.

Conclusioni


Forgejo è una soluzione Git solida, coerente con un approccio decentralizzato. Semplice da gestire, veloce da installare, e adatta anche per chi – come me – preferisce sapere dove stanno i propri dati. Per ora lo utilizzo solo per progetti personali, ma potrei iniziare a usarlo anche per collaborazioni future.

Non vi resta che provarlo, fatemi sapere le vostre impressioni con un commento nel #fediverso su questo articolo.

#git #forgejo #action #code #programmi #cicd #gitea #runner #selfhosting #selfhost #nocloud

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Articolo pubblicato con licenza CC BY-NC-SA




sto facendo un elenco di social che ho in uso. sono molti perché a una strategia verticale (da wannabe influencer) preferisco una prassi orizzontale (da militante di fatto).

ecco la lista (che si può trovare ampliata su linktr.ee/differx): poliverso.org/display/0477a01e…

#social #differx #slowforward


noblogo.org/differx/sto-facend…


sto facendo un elenco di social che ho in uso. sono molti perché a una strategia verticale (da wannabe influencer) preferisco una prassi orizzontale (da militante di fatto).

ecco la lista (che si può trovare ampliata su linktr.ee/differx):

slowforward.net è su t.me/slowforward

io sono preferibilmente su
mastodon.uno/@differx
differx.tumblr.com
differx.bsky.social

un diario è tinyurl.com/differxx

su friendica sono qui: poliverso.org/profile/differx

comunicazioni:
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a siti e blog dedicherò altro spazio.




Quando l'arte incontra l'arte


L’Arte è la massima espressione dell’intelletto e della creatività umana: riesce a trasmettere concetti e sensazioni universali, pur essendo profondamente segnata dall’unicità individuale dell’artista. Esalta l’anima dell’artefice tanto quanto quella del fruitore, amplificando la propria qualità ed eccezionalità in modo significativo. Il concetto artistico è spesso nobilitato dal proprio tormento e sofferenza, che ne costituiscono l’autenticità più profonda, manifestata come pura emozione. Dolore e passione sono le fonti d’ispirazione più comuni, sebbene ogni artista le declini in modo personale, irripetibile, a volte contraddittorio.Tutto ciò che abbiamo ereditato nei secoli e nei millenni ha radici profonde, radici umane che, nonostante il tempo sia smisurato, saranno sempre valide ed attuali. Si tratta di condizioni scolpite nell’animo di ognuno di noi, portate alla luce da chi crea, da chi compone.

Nella maggior parte dei casi, il primo passo verso la realizzazione di un’opera degna di essere ricordata è proprio il liberarsi di quello stato d’animo controverso e incoerente che spaventa e intimorisce. Per chiarire il concetto, l’artista, è forse l’unica privilegiata persona che Pirandello non avrebbe ricoperto di maschere inutili, ridicole e ipocrite. Una volta liberato, l’artista deve unire alla propria anima, debole e indifesa, la bellezza artistica, l’unicità dell’eccellenza espressiva, creando un connubio eccezionale, comprensibile solo da chi si impegna davvero per coglierlo. Solo così nasce qualcosa di eterno e profondo, personale tanto quanto universale, affascinante e indimenticabile.

L’Artista non deve limitarsi a eseguire, studiare o copiare. Il suo compito più nobile, singolare e importante è cercare la chiave che risolva tutti i quesiti senza risposta, pur non possedendo né la chiave né le risposte, ispirandosi a ciò che è inspiegabile e irrisolvibile, valorizzando l’essenza dell’anima umana, che persiste nella ricerca e non nel traguardo.

Paul Gauguin la cercò, e lo dimostrò nella celebre opera “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?”. L’Artista sa che potrebbe non essere mai compreso, o esserlo troppo tardi. Sa che forse nemmeno lui riuscirà mai a comprendersi appieno. Ma è proprio l’impegno verso l’indagine emotiva, ideale, utopica o politica a rendere l’opera unica.

Il soggetto preso in considerazione, sia esso l’opera o il suo autore, diventa degno di essere condiviso, vantandosi quindi di essere fonte di ispirazione per chi vuole soffermarsi davvero, e non limitarsi a osservare superficialmente ciò che è esposto. Da quel momento ipotetico, l’Arte diventa eterna.

Secondo alcuni, l’Arte esiste prima ancora di essere ideata: l’Artista deve solo scoprire il canale giusto per farla nascere e vivere, strumentalizzando i propri sentimenti e le proprie emozioni, per poi indirizzarli al soggetto, quasi sempre ispirato da ciò che l’Artista conosce meglio di ogni altra cosa: se stesso.

Così Michelangelo Buonarroti, influenzato dalla filosofia neoplatonica, sosteneva che l’anima della scultura esistesse già nel blocco di marmo: lo scultore si limitava al nobile compito di liberarla, per darle vita e renderla eterna. Questo è il concetto di forma nel contenuto.

L’Arte sopravvive a tutto: millenni infiniti, interminabili guerre, catastrofi, malattie, regimi e ignoranza. È lo specchio di ogni società, il riflesso di ogni passaggio storico, umano ed artificiale. Racchiude in sé la complessità dell’essere universale e le sue peculiarità, abbattendo le barriere dello spazio e del tempo, ovunque ci si trovi nel mondo. Cessa di esistere solo per il singolo individuo, sorpassandolo concettualmente.

Ogni capolavoro diventa un simbolo. Ogni simbolo, nel tempo, diventa più di ciò che era al momento della creazione. Ma senza una folla di seguaci appassionati che crede in ciò che vede e sente, il simbolo perde valore, perde significato.

L’Arte odierna, che a mio avviso si limita a sopravvivere nella nostra contemporaneità, è una strumentalizzazione ignorante ed egoista di ciò che un tempo era eterno e universale, capace di nobilitare l’animo umano. Spesso è diventata solo un mezzo che permette di soddisfare desideri di denaro e notorietà, arricchendosi e costruendo una fama effimera. Un effetto collaterale ancor più dannoso si riflette sulla massa: il cattivo gusto si diffonde, rincoglionendo le menti e canalizzandole verso l’apparenza e l’abitudine, privandole della profondità e condannandole a una pigrizia artistica e a una curiosità misera per ciò che è diverso e sconosciuto. La mancanza di un’estetica collettiva è pericolosa quanto l’ignoranza e la cattiveria.

Prendendo atto di questo, ho coniato (in modo scherzoso, ma non troppo) un termine che accomuni questi pseudo-artisti e imprenditori del vuoto, distinguendoli dai veri geni creativi del passato e raramente del presente: “ARTESISMO”. Il significato è molto semplice, gli Artesisti sono tutti quegli pseudo-imprenditori conformisti che, per emanciparsi e arricchirsi, sfruttano l’Arte come mezzo, per poi minimizzarla non appena hanno ottenuto la notorietà.

Oggi la vera cultura è derisa, sminuita, il valore concettuale e artistico è stato sostituito dal banale, dal facile, dal veloce. La merda è spacciata per oro, l’oro ha perso il suo significato. L’Arte è diventata aperta a tutti. Tutti possono definirsi artisti, ma la maggior parte ha come unica legittimità solo la personale convinzione di esserlo.

Il ruolo del pensatore, in un’epoca superficiale, fittizia e frenetica come la nostra, dovrebbe essere ancora più valorizzato: per riuscire a far collimare l’individuo con il pensiero personale e collettivo, facendo da legante tra il bello e il pragmatico. Il suo grande obiettivo: confermare l’estetica passata e superata, creando le basi per un’estetica futura valida e competitiva. Musica, Pittura, Scultura, Letteratura e Filosofia creano, in ogni contesto storico, una rete culturale illimitata, nei contenuti e nella loro immortalità, percepita solo da chi si eleva al di sopra della mediocrità collettiva.

L’Arte, come il buon gusto, si comprende soprattutto attraverso l’abitudine al bello e la riflessione sulle emozioni che esalta, questo è il motivo per il quale l’Estetica di Kant, che un tempo si riteneva innata e universale, è oggi messa in grave pericolo da un’epoca opportunista e povera di valori umani.

Se oggi riuscissimo a coltivare questo vacillante, delicato ed indispensabile aspetto, potremmo ancora sperare nella nascita di qualcosa di valido e capace di durare nel tempo. Ma se l’Arte continuerà a essere sostituita da Artesismi e Artesisti, per questioni di vendibilità e profitto, non sapremo più riconoscere e comprendere l’importanza del passato. Perderemo la capacità di comprendere il motivo per cui tanti appassionati vivono con nostalgia il ricordo tangibile di epoche perdute, da preservare e da tramandare di generazione in generazione.

Questo possibile scenario futuro, lo identifico senza alcuna ironia come “morte dell’anima”. La morte dell’anima umana, scambiata per qualcos’altro.


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Mumford & Sons – Babel (2012)


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Ormai sono acclamati come rock star, ma guardateli in copertina: più facile scambiarli per impiegati in relax dopolavoristico. O in un gruppo di buskers di classe media, con le custodie degli strumenti appoggiate per strada. Il verdetto di “Babel”, secondo album dei lanciatissimi Mumford & Sons , è più che confortante. Se non la fantasia, i quattro ragazzi di West London hanno portato al potere passione, semplicità, una ventata di freschezza e di irresistibile comunicativa... rockol.it/recensioni-musicali/…


Ascolta: album.link/i/1440810431



noblogo.org/available/mumford-…


Mumford & Sons – Babel (2012)


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Ormai sono acclamati come rock star, ma guardateli in copertina: più facile scambiarli per impiegati in relax dopolavoristico. O in un gruppo di buskers di classe media, con le custodie degli strumenti appoggiate per strada. Il verdetto di “Babel”, secondo album dei lanciatissimi Mumford & Sons , è più che confortante. Se non la fantasia, i quattro ragazzi di West London hanno portato al potere passione, semplicità, una ventata di freschezza e di irresistibile comunicativa... rockol.it/recensioni-musicali/…


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PROVERBI - Capitolo 9


Il contrasto tra sapienza e stoltezza1La sapienza si è costruita la sua casa, ha intagliato le sue sette colonne.2Ha ucciso il suo bestiame, ha preparato il suo vino e ha imbandito la sua tavola.3Ha mandato le sue ancelle a proclamare sui punti più alti della città:4“Chi è inesperto venga qui!”. A chi è privo di senno ella dice:5“Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato.6Abbandonate l'inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell'intelligenza”.

7Chi corregge lo spavaldo ne riceve disprezzo e chi riprende il malvagio ne riceve oltraggio.8Non rimproverare lo spavaldo per non farti odiare; rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato.9Da' consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere.10Principio della sapienza è il timore del Signore, e conoscere il Santo è intelligenza.11Per mezzo mio si moltiplicheranno i tuoi giorni, ti saranno aumentati gli anni di vita.12Se sei sapiente, lo sei a tuo vantaggio, se sei spavaldo, tu solo ne porterai la pena.

13Donna follia è irrequieta, sciocca e ignorante.14Sta seduta alla porta di casa, su un trono, in un luogo alto della città,15per invitare i passanti che vanno diritti per la loro strada:16“Chi è inesperto venga qui!”. E a chi è privo di senno ella dice:17“Le acque furtive sono dolci, il pane preso di nascosto è gustoso”.18Egli non si accorge che là ci sono le ombre e i suoi invitati scendono nel profondo del regno dei morti.

_________________Note

9,10 il Santo: il Signore.

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Approfondimenti


Pr 9,1-18. Tre sezioni di sei versetti ciascuna costituiscono l'intero capitolo. Notevole la corrispondenza antitetica tra la prima (vv. 1-6) e la terza (vv. 13-18): due personaggi femminili presentati in parallelo, a conclusione di questa prima parte del libro che ha costantemente insistito sulla scelta tra la sapienza, datrice di vita, e la «straniera», insidia mortale al giovane discepolo. La seconda sezione (vv. 7-12) si concentra invece sui destinatari dell'istruzione sapienziale, contrapponendo il beffardo/insolente (vv. 7-8a) al saggio (vv. 7b-9). Incontriamo inoltre al v. 10 la ripresa del detto programmatico di Pr 1,7.

vv.1-6. Per la relazione casa-sapienza, cfr. 14,1; 24,3. La descrizione della casa può indicare sia un'abitazione concreta, probabilmente una casa padronale sorretta da sette pilastri (cifra perfetta), e in questo caso la sapienza è una ricca signora (o regina, cfr. Ester) che apre ai suoi ospiti il suo palazzo, con tutte le delizie che ella sa predisporre; si potrebbe però vedervi un simbolismo in atto, anche se gli interpreti non concordano sul referente: si tratterebbe del tempio costruito dalla sapienza, sul modello dei miti antichi (in particolare quelli di Ugarit), o della scuola della sapienza, oppure (con migliore probabilità) delle sette collezioni di proverbi contenute in 10,1-31,9. Fondamentale è tuttavia sottolineare la dimensione conviviale e festosa che qui assume il rapporto con la sapienza: l'adesione a lei si realizza come risposta a un invito, non a un comando o a una minaccia; è una proposta che interpella la persona e che richiede la sua libera adesione. La sapienza invia delle ancelle: forse i saggi, che si fanno banditori del suo invito e a cui il giovane deve prestare attenzione. Il cibo della sapienza assume un valore simbolico: si tratta dell'insegnamento sapienziale che va assimilato pienamente (cfr. Ez 3; Sir 24,18-20) e che prefigura il cibo definitivo che Dio donerà all'umanità (cfr. Gv 6).

vv. 13-18. L'immagine di «donna follia» è antitetica a quella della sapienza nei vv. 1-6 é completa la descrizione del pendant della sapienza che ha accompagnato tutto l'arco di Pr 1-9. Anche questa donna possiede una casa, ma essa non se ne cura, perché passa il suo tempo all'esterno, “sviare” i passanti dal loro cammino: l'immagine della seduzione si accompagna qui con la descrizione di un apparato attraente e riprendendo il motivo della strada. Con le stesse parole usate dalla sapienza (cfr. v. 16 con v. 4), anche «donna follia» formula un invito e presenta il suo cibo: non si tratta però di un convito festivo, ma di un'esperienza appartata ed estraniante, benché momentaneamente appagante (v. 17). All'immagine seducente dell'apparato esteriore corrisponde però (cfr. 7, 21-23) un esito esattamente opposto a quello di chi accoglie l'invito della sapienza: non più la vita (v. 6), ma il regno dei morti (v. 18). La raccolta non poteva concludersi in modo più efficace: due proposte di senso (due donne), due strade, due esiti. Se il discepolo (l'«inesperto») ha finalmente compreso, è pronto ad ascoltare e assimilare gli insegnamenti dei saggi, come proposta di senso, come strada da percorrere, come mezzo per riuscire nella vita.

(cf. FLAVIO DALLA VECCHIA, Proverbi di Salomone – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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✍️ È una domenica di Luglio, pensieri, attese, conferme, speranze, illusioni e delusioni! Vorrei scrivere, raccontare, ma poi come adesso, le parole ci sono, ma arrivano e scappano via, i pensieri corrono veloci, confusi e a volte strani! Il tempo passa, scorre, vedo e
catturo albe, tramonti, la mia luna, ne faccio immagini mie, riempio memoria, cuore, e quella voglia di fermare o rallentare il tempo, il mio tempo.. Aspetto conferme, speranze, parole che appaiono lontano, ma che darebbero pace ai miei pensieri e un po' di respiro al mio cuore! Così aspetto, lascio che questo tempo passi e quel giorno tanto atteso, quando arriverà, sarà uguale ad altri, diverso, ma forse nuovo, sarà un nuovo inizio comunque, nel bene, nel male, in una nuova attesa o percorso! In questo tempo di attesa, devo essere io a rallentare, ad isolare pensieri, a colmare vuoti, assenze, ma soprattutto devo ascoltare me stessa, la mia voce, il mio cuore, le mie ferite e pensare che quella cicatrice, rappresenta e mi rappresenta e sarà sempre un punto di partenza, una rinascita e forza, per continuare ad affrontare ogni giorno paure, dubbi, fragilità, che questa lotta al mio piccolo, grande ospite, ha lasciato! Così rallento, metto in pausa quella me, che nonostante tutto cerca conforto, presenza e normalità e aspetto di ritrovarmi, di ritrovare quella serenità, quella normalità, che spesso, volutamente, metto in pausa, per inseguire, cercare, chi forse, in questo momento non crede, in me, in noi.. Aspetto e osservando la luna, mi concedo un respiro diverso, silenzioso, lascio che il cinguettio si diffonda tra i miei pensieri e che il vento li porti via lontano, lontano...


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