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La cornice delle missioni alleate nel sud-est della Francia


Carta dell’organizzazione dei Servizi di Informazioni alleati in Costa Azzurra. Fonte: Francesco Mocci, Op. cit. infra

Il panorama delle missioni alleate è estremamente vario e articolato per renderne conto in questa memoria: si alimenta dell’ingente mole di materiale di archivio delle agenzie di intelligence americane e inglesi che hanno da pochi anni aperto e reso disponibili gli archivi e di studi specifici e locali anche molto approfonditi.
Mettiamo direttamente a fuoco il caso specifico del contesto in cui agiva il capitano Gino Punzi.
Il servizio di informazioni alleato era coordinato da un agente dell’OSS, il capitano Geoffrey M T Jones. Questi a 24 anni, “ingegnoso e pieno di coraggio”, conosceva bene il sud della Francia perché aveva vissuto qui prima della guerra [n.d.r.: ma proprio il caso della morte del capitano Gino Punzi, del successivo agguato in cui caddero gli uomini che egli aspettava a Ventimiglia e, soprattutto, del suo radiotelegrafista, che, per l’appunto prigioniero dei servizi tedeschi, da questi ultimi fu costretto per almeno quindici giorni a mandare agli alleati falsi messaggi dalle diverse nefaste conseguenze, perché non gli era stato fornito un codice di allarme da inserire nelle comunicazioni qualora catturato, dimostra una non grande professionalità di Jones]. Alla luce dei successi della sua azione durante lo sbarco in Provenza, ritenuta dall’autorità francese “un’azione degna di nota” e alla luce dell’importanza delle informazioni fornite, il generale Frederick lo incaricò di coordinare i diversi servizi di informazioni alleati presenti nel dipartimento. Egli ottenne così poteri più significativi e fu incaricato di dirigere l’antenna dell’OSS a Nizza, dove si ricevevano le comunicazioni via radio che provenivano dall’Italia del Nord.
Dal settembre 1944 in seguito alla stabilizzazione del fronte egli organizzò dei servizi di informazione alleate. Il capitano Jones giocò un ruolo di spicco in seno al comando alleato. I servizi di informazioni alleati non furono mai riuniti. Quanto ai servizi di informazioni FFI nelle Alpi Marittime, erano diretti dai capitani Cavenago e Mathis.
Il servizio di Jones si intrecciò sia con gli agenti francesi usciti dalla Resistenza che con le missioni inter-alleate anglo italiane e con il secondo ufficio della FABTE poi della quarta brigata del DCA dove “tutte le informazioni ricevute dai francesi passavano attraverso il capitano G. Jones”.
Il servizio di informazioni francese fu assicurato dal capitano Escot. Questi dal mese di agosto fu l’ufficiale di contatto fra l’OSS e la direzione del SRO. Il 13 novembre 1944 fu nominato da Soustelle capo della DGER per prendere la responsabilità del servizio di informazioni delle Alpi Marittime che, in questo periodo, passò ufficialmente dall’OSS allo SRO francese. Insieme organizzarono un servizio di informazioni che comprendeva una quarantina di persone di diversa nazionalità che fornirono informazioni alla EABTE poi alla 44 brigata del DCA.
Nello schema di organizzazione delle informazioni, il capitano Jones divise le Alpi Marittime e la zona di frontiera in tre settori che riprendevano così l’articolazione dei precedenti stati maggiori.
La missione Belgrano I copriva il settore Sud dove un ruolo di spicco era riservato alla strada strategica che andava da l’Escarene a Breil-sur-Roya passando per Sospel. La missione Belgrano 2 copriva il settore Centro e i dintorni di Cuneo con un particolare interesse per il Colle di Tenda. Il settore si estendeva fino a sud a Fontan e copriva la regione di Valdeddore. Gli alleati traversarono le linee di questo settore seguendo l’itinerario Belvedere, colle di Raus, altopiani di Ceva Fontan. Quest’itinerario fu scoperto all’inizio di dicembre e i tedeschi minarono questo passaggio istallando controlli e sentinelle sul colle di Raus. Tutte queste misure furono prese per impedire il passaggio clandestino e furono portate a termine il 7 febbraio 1945 e, secondo i tedeschi, dimostrarono la presenza di una circolazione clandestina nel settore.
In questa zona un agente francese riuscì a inserirsi fra le fila tedesche e rappresentò una fonte di informazioni significative. La missione Belgrano 3 copriva il settore nord come anche le regioni a sud e a sud ovest da Guillestre con particolare interesse per il Colle di Larche. Il passaggio degli agenti comportava tenere aperti i sentieri che fu molto difficile durante l’inverno.
In questi tre settori furono organizzate delle missioni speciali che interessarono soprattutto il comando alleato. Tutte queste missioni si misero in azione a partire dall’ottobre 1944 in occasione della riorganizzazione del servizio di
informazione francese.
Dopo aver effettuato missioni informative per le truppe alleate durante il mese di settembre gli agenti volontari si videro costretti ad impegnarsi per più di tre mesi consecutivi. Questi gruppi usciti dalla Resistenza effettuarono così missioni informative fino alla fine della guerra durante 8 mesi sul fronte delle Alpi marittime.
Gli incarichi principali degli agenti erano servire di guida, partecipare alle pattuglie di combattimento, come pure effettuare ricognizioni dietro le linee tedesche.
A queste missioni si aggiungevano le missioni interalleate grazie alla intermediazione dei servizi inglesi che utlizzavano partigiani italiani.
Lungo il litorale alla frontiera franco-italiana e specialmente nella regione di Ventimiglia operava il 20° distaccamento britannico delle Forze Speciali n° 1 (First Special Service). Questo distaccamento era sotto gli ordini del luogotenente colonnello Hamson e del comandante Betts ed effettuò missioni di spionaggio con il sostegno dei partigiani italiani.
[…] Il servizio di informazione americano impiegò anche partigiani italiani, in particolare attraverso l’intermediario del gruppo Limousin, nel quadro della missione Demo Fleur. Tutte queste missioni interalleate sfuggirono completamente al controllo dei servizi segreti francesi.
Le informazioni passavano sia per corrieri sia attraverso i piccioni viaggiatori e operatori della radio paracadutati in italia. Gli agenti britannici e italiani erano incaricati di raccogliere informazioni in Italia sugli spostamenti delle forze tedesco-italiane. […]
L’efficacia del servizio informazioni alleato si esplicò in un numero considerevole di missioni, molte delle quali furono fatali agli agenti.
Anche gli agenti italiani subirono delle perdite nelle loro missioni di informazione. Il 2 settembre 1944 trovarono la morte due membri della resistenza mentre provavano a oltrepassare le linee tedesche dal mare.
Il 4 gennaio 1945 Gino Punzi fu ucciso a Ventimiglia effettuando una missione per il servizio di informazioni alleato.
Gli agenti italiani passavano le linee di notte con delle barche, il che avveniva non senza rischi.
Il 21 gennaio un agente fu ucciso e uno ferito mentre la loro barca approdava al porto di Mentone, un incidente dovuto al cattivo coordinamento dei servizi, per cui essi furono scambiati per agenti tedeschi.
Francesco Mocci, (con il contributo di Dario Canavese di Ventimiglia), Il capitano Gino Punzi, alpino e partigiano, Alzani Editore, Pinerolo (TO), 2019

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