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Oggi, 5 dicembre, nel 1746, l'insurrezione innescata a Genova dal Balilla


Durante la guerra di successione austriaca (che coinvolgeva in Europa numerosi eserciti), a Genova, nel quartiere di Portoria il giovane Giovan Battista Perasso - in seguito indicato come Balilla - affrontò gli invasori austriaci con il lancio di una pietra, al grido «Che l'inse?» cioè «La comincio?», dopo che un ufficiale ordinò con arroganza ai popolani presenti di rimuovere dal fango un mortaio che ivi si era impantanato.

Dopo la rivolta iniziale, i civili genovesi respinsero le forze austriache, raccogliendo armi, costruendo barricate e resistendo agli attacchi per tre giorni. Una tregua permise ai ribelli di rifornirsi di provviste, ma il comandante austriaco, Botta Adorno, si ritirò temporaneamente dopo non essere riuscito a ottenere rinforzi. Un garzone di taverna, Giovanni Carbone, restituì simbolicamente le chiavi della città al Doge, sottolineando il controllo ripreso dal popolo. Nonostante le pesanti perdite, Genova fortificò le sue difese, organizzò una milizia di 15.000 uomini e respinse ulteriori attacchi austriaci. Venuti a conoscenza dell'avvicinarsi delle forze franco-spagnole in ausilio ai rivoltosi, gli austriaci si ritirarono, lasciando Genova libera, grazie alla resilienza dei suoi cittadini.

Nell'immagine, da un quadro di anonimo, il lancio della pietra da parte del Perasso