XSS.IS messo a tacere! Dentro l’inchiesta che ha spento uno dei bazar più temuti del cyber‑crime
Immagina di aprire, come ogni sera, il bookmark del tuo forum preferito per scovare nuove varianti di stealer o l’ennesimo pacchetto di credenziali fresche di breach. Invece della solita bacheca di annunci, ti appare un banner con tre loghi in bella vista: la Brigata francese per la lotta alla cyber‑criminalità, il Dipartimento Cyber dell’intelligence ucraina ed Europol.
Sotto, una scritta secca: «Questo dominio è stato sequestrato». Così è calato il sipario su XSS.IS, la sala d’aste clandestina che per dodici anni ha fatto incontrare sviluppatori di malware, broker di accessi e affiliati ransomware.
Quello che segue non è soltanto il racconto di un blitz all’alba: è la storia di un’indagine a orologeria che, in quattro anni, ha trasformato log di chat cifrate e transazioni Bitcoin in un mandato d’arresto internazionale. È il viaggio dietro le quinte di un’operazione che, colpendo l’infrastruttura e la fiducia, ha dato uno scossone a tutto il mercato nero del cyber‑crime. Se credi che un forum oscuro sia al riparo da occhi indiscreti, questa storia potrebbe farti cambiare idea.
L’indagine francese prende forma (2021‑2023)
Quando, il 2 luglio 2021, la Procura nazionale francese per la criminalità informatica (JUNALCO) apre un dossier su XSS.SI, l’obiettivo è capire come quel forum riesca a restare online malgrado continui riferimenti a estorsioni e intrusioni contro aziende francesi. Gli investigatori della Brigata per la lotta alla cybercriminalità della Préfecture de Police (BL2C) cominciano dal basso: enumerano DNS, analizzano certificati TLS “freschi” e ricostruiscono una mappa di server bullet‑proof in Olanda, Russia e Malesia.
L’intuizione chiave arriva quando un analista nota che, ogni volta che un grosso affare viene concluso sul forum, parecchi utenti citano lo stesso dominio Jabber, thesecure.biz. BL2C chiede al giudice istruttore di monitorare quel server: non un’acquisizione massiva, ma un “log chirurgico” delle chat usate dallo staff. L’ordinanza di intercettazione svela i turni di lavoro dell’amministratore – sempre fra le 9 e le 18 di Kiev – e soprattutto i wallet Bitcoin su cui confluiscono le commissioni del 3 % trattenute sugli escrow (AP News, SecurityWeek).
A fine 2023 il fascicolo è già una pila di prove tecniche: indirizzi IP, timestamp, importi in criptovaluta, screenshot di back‑end e perfino gli hash dei backup automatici salvati dall’admin su un NAS remoto.
Dal nickname al passaporto (2023‑2025)
Individuare il vero nome dietro al nickname richiede pazienza. Europol – entrata in scena con il suo European Cybercrime Centre – incrocia tre famiglie di dati:
- Open‑source e leak: avatar riutilizzati in forum minori, vecchi commit su GitHub e una PGP‑key del 2014 generata a Kyiv.
- Stilometria: gli esperti di linguistica forense confrontano grammatica, emoji e lunghezza media delle frasi con migliaia di post di XSS e con i suddetti commit: la corrispondenza supera il 90 %.
- Follow‑the‑money: grazie a un ordine europeo di indagine, due exchange forniscono i dati Know‑Your‑Customer di chi ha convertito BTC in Tether e poi in contanti presso un chiosco cripto di Kyiv. Le cifre coincidono con i guadagni dell’admin stimati in oltre 7 milioni di euro (Reuters, CyberScoop).
Quando la sicurezza interna ucraina (Služba Bezpeky Ukraïny, Dipartimento Cyber) verifica che l’uomo abita davvero nel quartiere indicato dall’analisi, le tessere del puzzle combaciano.
L’alba del 22 luglio 2025
Alle 06:00 del mattino, gli agenti della SBU suonano alla porta di un appartamento al quarto piano di un condominio di Kyiv. All’interno vengono trovati un portatile Linux, un NAS Synology e due token FIDO: il tutto viene clonato sul posto con kit forensi portatili Europol. Le frasi‑pass – scritte a mano su un taccuino – permettono di decifrare i dischi prima ancora che l’indagato raggiunga la centrale di polizia.
In parallelo, i registrar che gestiscono xss.is ricevono un ordine di sequestro francese, controfirmato da Europol, e reindirizzano il DNS verso un server a Parigi con il banner di presa in carico. Lo stesso succede al nodo Jabber: il traffico residuo confluisce in un sinkhole sotto controllo della polizia, utile per mappare affiliati ignari che tentano di collegarsi (Hackread, Ars Technica).
Nel giro di due ore il forum scompare dal web e il presunto amministratore – un trentacinquenne ucraino – è in custodia cautelare con accuse di associazione a delinquere, estorsione e riciclaggio di denaro.
Timeline sintetica
Gli “sportelli bancari” del dark‑web
Se XSS era la piazza, il suo vero tesoro era il servizio di escrow: un amministratore‑garante che custodiva i fondi finché compratore e venditore non dichiaravano “ok, tutto a posto”. Commissione fissa: 3 % – a volte 5 % per le vendite più rischiose (securitymagazine.com, ReliaQuest). Il pagamento avveniva in Bitcoin, l’ok finale via Jabber. È lo stesso modello che vediamo su Exploit e WWH‑Club, ma XSS aveva due plus: arbitri veloci (entro 24 ore) e un canale “VIP” per transazioni sopra i 50 000 dollari.
Un altro indizio: anche thesecure.biz è irraggiungibile
Anche thesecure.biz – il server Jabber usato dallo staff di XSS per gestire le dispute e gli escrow – risulta completamente offline. Una semplice “multiloc check” (vedi screenshot) mostra timeout da tutti i nodi di test, dall’Australia alla Finlandia: nessuna risposta HTTP, nessun banner sostitutivo, soltanto silenzio di rete.
Dentro il database sequestrato
Secondo fonti vicine all’inchiesta, il dump recuperato nel blitz contiene:
- 13 TB di post, messaggi privati e log Jabber;
- 93 000 escrow chiusi (2019‑2025) con importi e wallet associati;
- oltre 1 000 arbitrati con prove di truffe interne (screenshot, file crittati, PGP‑sign).
Per le forze dell’ordine è oro puro: incrociando i wallet con le blacklist di Chainalysis e il database di reclami antiriciclaggio, è possibile risalire a broker di accessi, sviluppatori di ransomware e persino mule che riciclavano il denaro. Gli incident‑responders, invece, potranno avvisare le aziende i cui dati compaiono tra i “pacchetti” venduti: un’occasione rara per chiudere la filiera degli attacchi prima che si concretizzino.
Domino effect: i forum tremano
Con XSS offline, i flussi migrano su Exploit e su piccoli canali Telegram. Ma la “garanzia” manca: aumentano le truffe, come dimostrano i primi thread di scam‑report pubblicati su Exploit meno di 48 ore dopo il sequestro. È la stessa dinamica vista dopo i blitz contro Genesis Market (aprile 2023) e BreachForums (2023‑2024): senza un arbitro credibile, il dark‑web diventa Far West e i margini di profitto crollano (Ministero della Giustizia, CyberScoop).
Uno sguardo al futuro
- Indagini a cascata – Come per Genesis, il banner di sequestro potrebbe presto invitare gli utenti a “farsi vivi” in cambio di uno sconto di pena.
- Forum più piccoli, più privati – Gli operatori migreranno su reti Tox, session “ghost” in Matrix e canali Telegram one‑to‑one.
- Escrow decentralizzati – Si parla già di smart‑contract su blockchain anonime per non dipendere da un singolo garante. Ma la storia insegna che, senza fiducia umana, i contratti automatici durano poco.
Conclusione
Il sequestro di XSS non è solo un arresto in più: è un attacco diretto al meccanismo di fiducia che sorregge i mercati criminali. Senza escrow, il dark‑web rischia di implodere in micro‑comunità sospettose. E ogni nuova micro‑community sarà, a sua volta, un bersaglio più facile da infiltrare.
Fonti utilizzate per questo articolo
Europol, Reuters, Associated Press, SecurityWeek, Infosecurity‑Magazine, CyberScoop, ReliaQuest, Digital Shadows, Department of Justice (Genesis Market), Trend Micro (Operation Cronos), Europol (Operation Endgame) (AP News, Reuters, CyberScoop, SecurityWeek, Europol, trendmicro.com, Ministero della Giustizia, ReliaQuest)
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