Guardando la serie Orange the new black non ho potuto fare a meno di riflettere su quello che non so se fosse un messaggio voluto dell'autore, che ci parla dell'innata incoerenza e fragilità umana. E parla del concetto di giustizia umana e dei suoi limiti. Mi riferisco specificatamente all'evento della rivolta e alla detenuta donna che gestisce le trattative con il governatore. La trattativa riesce ad arrivare a un buon punto, ma si arena inesorabilmente sull'evento di sangue che ha dato inizio a tutto: la classica "goccia" che va traboccare il vaso. Sintetizzerò brevemente gli eventi: Già le condizioni all'interno del carcere di minima sicurezza erano peggiorate notevolmente, da quando una società privata, avida e senza scrupoli, aveva preso il controllo del carcere. Ne seguono poi disordini causati dall'inserimento in organico di guardie del tutto prove di umanità. Durante questi disordini, una guardia, mal addestrata e mal guidata, uccide una detenuta. Questa guardia, dotata di umanità, non sarà più in grado di riprendere la sua vita e il rimorso per quanto successo la distruggerà, ma chiaramente è ben lontana dall'essere l'unica artefice della vicenda cruenta. Questo da il via alla rivolta. La detenuta responsabile delle trattative, dopo aver ottenuto praticamente tutto, anche grazie al direttore del carcere, unico vero amico e sostenitore di tutte le detenute, chiede "giustizia" per chi ha ucciso, soffocandola, la compagna di carcere. Il rappresentante del governatore, si difende sostenendo che non controlla il sistema giudiziario e la trattativa finisce per arenarsi. In seguito la rivolta ha termine, per il tradimento di una detenuta, e finisce in modo abbastanza cruento e violento, con la consueta ricerca del capro espiatorio, nonché la classica uccisione di una guardia, persona autenticamente sadica, il cui omicidio sarà addebitato ovviamente alla rivolta, con conseguente ricerca dei leader della rivolta da incolpare.
Il cortocircuito che ho notato è che chi ha vissuto come detenuto all'interno di un carcere, e vissuto un iter giudiziario che tutto ha in mente meno lo scopo di fare giustizia, ha bloccato una trattativa che avrebbe apportato beneficio all'intero carcere (di minima sicurezza) per quella che ha chiamato giustizia, che però in pratica avrebbe attivato solo un sistema alla fine in grado di produrre solo violenza (non certo giustizia), sistema che conosceva benissimo.
Un'ulteriore analisi necessaria riguarda poi il personale del carcere, che probabilmente a causa delle spinte di una società in-civile, finisce per diventare o vittima o carnefice e comunque corrotto come i carcerati o il sistema economico che alimenta le carceri e il loro business. Un sistema incapace di rieducare, per precisa volontà popolare, in definitiva. Un sistema "sforna delinquenti". E' triste che in tale sistema non importi a nessuno se la persona è colpevole o innocente, ma valgano solo ragioni di opportunità. La conclusione finale è che nessuna società civile riesce a controllare gli istinti violenti umani, sebbene nel nord europa, fra i paesi scandinavi, esistano effettivamente carceri non lager. Forse l'umanità, come qualsiasi specie vivente, è destinata all'estinzione.