le generazioni precedenti erano cresciute nell'idea della crescita costante. che nella vita si fosse poveri da giovani ma tutto sommato almeno benestanti da vecchi. è la cultura della crescita infinita, per alimentare la quale abbiamo adesso gli effetti del cambiamento climatico. una civiltà italia tutto sommato statica, basata sulla ricchezza posseduta e non sullo sviluppo, ha bloccato qualsiasi ambizione di sviluppo. in italia svilupparsi è praticamente tabù. se lo fai sei praticamente un pazzo. il massimo è una gestione più o meno oculata di una ricchezza pre-esistente. dove il potere non è di chi innnova ma di chi ha patrimoni, non tassati. in questa ottica il giovane, che non sia di famiglia già ricca, non ha speranze. a niente vale impegno, competenza, dedizione. la più logica conseguenza è una ovvia crescita demografica zero. chi può permettersi una famiglia. oggi se guadagni tot, sai che nel tempo perderai continuamente potere di acquisto e da vecchio sarai sicuramente povero. e quindi che fare? niente. che vuoi fare. cercare di rimanere a galla con il minimo sforzo con necessità minimali è l'unica strategia sensata. con una sanità che non ti protegge, una famiglia che per lo più non sostiene, con opportunità limitate, in un paese mafioso di mentalità, con nessun rispetto per il lavoro e la professionalità, che altri rimarrebbe da fare?
I millennial sono la generazione più esausta tra burnout, produttività esasperata, ansia e depressione
I millennial sono sempre più stanchi: sono i più colpiti dal burnout a causa di una cultura che ha imposto loro sempre e solo produttività.Rebecca Manzi (GreenMe.it)