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Se non mandiamo a casa tutta la gentaglia che abbiamo al governo e rinnoviamo radicalmente la nostra politica, siamo un Paese finito.

In Italia non ci si può far giustizia da soli, deve pensarci lo Stato. Ma se lo Stato non lo fa, e anzi s’inventa una legge per cui non può perseguire determinati reati, si arriva al paradosso emerso martedì a Venezia: i borseggiatori (presunti e non) stanno iniziando a denunciare chi li filma, chi li trattiene, chi cerca di sventarne i crimini. Il caso è stato sollevato davanti ai cronisti attoniti dal comandante della polizia locale di Venezia, con accanto il sindaco Luigi Brugnaro: “Un paio di cittadini sono stati denunciati dai delinquenti – ha detto – perché di fatto non possono fermare i borseggiatori”. Ed è esploso un tema che, oltreché giuridico, è anche politico: nessun privato può trattenere una persona che ha commesso un reato non procedibile d’ufficio e, dalla riforma Cartabia, il furto con destrezza non lo è.

“Se in uno Stato di diritto i criminali dediti al borseggio, fermati più volte dalle forze dell’ordine, possono continuare ad agire indisturbati, mentre i cittadini che li hanno giustamente fotografati mentre rubano vengono denunciati per stalking, è evidente che siamo alla follia”, ha commentato il direttore della Confartigianato Venezia, Matteo Masat.

Leggi l'articolo completo a cura di Leonardo Bison su Il Fatto Quotidiano