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Un cestista russo arrestato in Francia per accuse di associazione ad un gruppo ransomware


Un cestista russo si è ritrovato al centro di uno scandalo internazionale dopo essere stato arrestato in Francia con l’accusa di essere legato a un gruppo estorsivo. Secondo l’agenzia di stampa francese AFP, il ventiseienne Daniil Kasatkin è stato arrestato il 21 giugno all’aeroporto Charles de Gaulle, dove era arrivato con la fidanzata. Attualmente si trova in custodia in attesa di una possibile estradizione negli Stati Uniti, dove dovrebbe rispondere delle accuse di associazione a delinquere finalizzata a frode informatica.

Le autorità statunitensi ritengono che Kasatkin fosse associato a un gruppo ransomware attivo dal 2020 al 2022. Secondo gli inquirenti, durante questo periodo sono state attaccate circa novecento organizzazioni, tra cui due agenzie federali statunitensi. Il nome del gruppo non è ancora stato reso noto. L’ambasciata russa in Francia ha già espresso indignazione per il fatto che le autorità locali non consentano ai funzionari consolari di incontrare il detenuto. L’avvocato francese dell’atleta, Frederic Belot, ha dichiarato che il suo assistito è assolutamente innocente.

Secondo l’avvocato difensore, Kasatkin ha semplicemente acquistato un computer usato e non ha alcuna conoscenza di tecnologia. Sostiene che l’atleta non abbia eseguito alcun comando su questo dispositivo e che il computer stesso sia stato hackerato o venduto appositamente a lui dal vero aggressore per nascondere la sua identità. Lo stesso Kasatkin, secondo l’avvocato, è sotto shock.

Kasatkin ha giocato brevemente per la squadra dell’Università della Pennsylvania prima di diventare professionista con l’MBA di Mosca. Ha giocato anche per le nazionali giovanili russe. Ha lasciato la squadra dopo il suo arresto, il 3 luglio. I suoi avvocati temono che la sua carriera possa essere rovinata se il caso si protrae.

Un altro avvocato, Vladimir Sarukhanov, ha dichiarato a Izvestia che Kasatkin è sospettato di essere un negoziatore con vittime di estorsione. Insiste sull’avere un “alibi di ferro” e critica le autorità francesi per la lentezza nel verificare le prove.

I negoziatori in tali schemi sono persone con determinate qualifiche, poiché le conversazioni volte a riottenere l’accesso ai dati possono durare settimane. Finora, né il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti né altre fonti ufficiali hanno fornito alcuna conferma o prova della colpevolezza dell’atleta. Il dipartimento ha rifiutato di commentare.

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