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Apolitico, per non dire qualunquista, era, invece, Carlo, simpatico e cordiale, Carlo che aveva ben conosciuto i "vitelloni" di Ventimiglia, ma che le sue avventure femminili se le era cercate tutte da solo.
Dopo una dozzina d'anni trascorsi nella città di confine, era tornato a Parma, dove, lavorando nella sanità, non solo conobbe almeno un altro importante - per la qualifica professionale acquisita - immigrato da questa costa, ma anche cugini di un suo vecchio sodale.
Negli ultimi tempi, ormai pensionato, amava fare lunghe conversazioni telefoniche con gli amici della zona di Ventimiglia, che talora metteva in contatto tra di loro, come per il caso della ricerca di vecchi fumetti.
Poteva chiedere notizie di un ex ragazzo di Nervia, che aveva frequentato con lui l'avviamento professionale a Ventimiglia Alta, ma poteva essere lui ad informare del prossimo arrivo per le ultime edizioni della Battaglia di Fiori di chi avrebbe aiutato con i suoi consigli alla costruzione di carri - i cui capannoni erano piazzati nell'area dell'ex deposito locomotori di Nervia - dei giovani non ancora del tutto rodati, lui che, però, dei carri di un tempo ricordava poco o nulla.
Poteva stupirsi di ritrovarsi in una vecchia immagine di quando giocava - senza mai incontrare, però Ferenc Puskás, che tra quei ragazzi talora si allenava - negli juniores della Giovane Bordighera, il cui campo casalingo, sullo storico Capo, allo stato attuale è soprattutto un parcheggio.
Rievocava escursioni gastronomiche in Val Roia e in Val Bevera con uno zio acquisito, valente e noto panettiere.
Soprattutto si sentiva ancora un ragazzo di Via Regina, come viene chiamata ancora da qualcuno Via Dante a Ventimiglia, dove aveva intessuto la maggior parte delle sue relazioni in cifra locale: non potevano allora mancare menzioni di un vecchio campetto di calcio dei dintorni o di una certa pianta di deliziose carrube.
Significativo, poi, il senso di come si tenesse in contatto con tanti ex compagni delle scuole elementari: certo tornava spesso in questo territorio, ma non mancava quasi mai di partecipare agli incontri conviviali spesso organizzati da quegli ex alunni con il loro maestro.