Anche per l’Onu il proibizionismo viola i diritti umani
testo preparato con Beppe “Coffee” Brescia
“Dare priorità alle persone piuttosto che alla punizione” con questa frase, l’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani Volker Türk, ha lanciato un chiaro lappello durante la conferenza Dealing with Drugs II, tenutasi il 5 dicembre scorso a Varsava che fa seguito all’incontro organizzato dalla sindaca di Amsterdam Femke Halsema nel Gennaio 2024. In sala leader politici ed esperti del settore provenienti da tutta Europa per promuovere approcci alternativi alla criminalizzazione.
Le politiche proibizioniste, come sottolineato dal commissario ONU, hanno infatti dato luogo a fenomeni di emarginazione sociale dal profondo impatto sulla salute pubblica: l’elaborazione di riforme “attente al genere e basate su prove scientifiche” rappresenta una responsabilità cui gli Stati sono chiamati a rispondere prefiggendosi il compito di invertire una prassi che si è fino a questo momento risolta in un totale ed evidente fallimento.
Le dichiarazioni dell’austriaco Türk si sono concentrate sulla questione della profilazione etnica che indirizza l’azione delle forze di polizia verso le fasce sociali meno agiate, come nel caso di minoranze etniche, donne e comunità LGBTQIA+. “Storicamente, le persone che usano droghe sono emarginate, criminalizzate, discriminate e lasciate indietro, molto spesso private della loro dignità e dei loro diritti. Siamo destinati a fallire se non assicuriamo la loro genuina partecipazione alla formulazione e all’attuazione della politica sulle droghe”.
Le risposte istituzionali, secondo l’esortazione di Türk, devono rivolgersi alla cura e all’inclusione delle persone piuttosto che alle sanzioni penali del consumo delle sostanze contenute nelle Convenzioni internazionali.
L’intervento di Türk non ha mancato di riservare una menzione particolare alle pratiche di riduzione del danno, che il commissario ONU ha indicato come un utile strumento di prevenzione dei decessi e per le quali è stato espresso l’auspicio di maggiori finanziamenti e di una più accurata promozione.
L’esiguità di risorse cui gli operatori socio-sanitari devono far fronte costituisce una problematica storicamente diffusa a livello globale. Secondo uno studio pubblicato nel Settembre 2023, l’associazione no-profit Harm Reduction International ha denunciato il divario economico venutosi a creare nell’ultimo decennio tra i finanziamenti a favore della “War on Drugs”, interventi militari inclusi, e gli stanziamenti assegnati agli interventi di riduzione del danno.
Criticità su cui si è recentemente soffermata anche la Global Commission on Drug Policy nell’ambito del report Oltre la punizione: dalle risposte della giustizia penale alla riforma delle politiche sulle droghe, curato dall’organizzazione e divulgato lo scorso 5 Dicembre, in coincidenza con l’incontro di Varsavia.
La convinzione con cui numerose agenzie delle Nazioni Unite stanno promuovendo la richiesta di una radicale riconsiderazione della guerra alle deroghe trova riscontro in diverse inchieste recentemente svolte dagli uffici incaricati dall’agenzia.
A Marzo di quest’anno la riduzione del danno è stata inserita per la prima volta all’interno di una risoluzione redatta dalla Commissione ONU droghe di Vienna allo scopo di prevenire le morti da overdose. Nel corso della medesima sessione il Commissario Türk aveva definito la “War on Drugs” come un’offensiva militare dalle potenzialità distruttive nei confronti delle comunità.
Già nel mese di Giugno scorso, una relazione a cura di Tlaleng Mokofeng, relatore speciale ONU per il diritto alla salute, aveva raccomandato una generale decriminalizzazione di possesso, acquisto e coltivazione di stupefacenti non a fini medici o scientifici, soffermandosi in particolare sulla violenza delle misure repressive negli Stati Uniti.
Gli incontri Dealing with Drugs hanno inaugurato e concluso un anno che potrebbe rivelarsi decisivo nella decostruzione di un paradigma che ha causato numerose violazioni dei diritti umani. Anche se a Washington è stato eletto Donald Trump. Tra qualche mese scopriremo se e quali differenze di atteggiamento ci saranno in seno alla Commissione droghe di Vienna.
L'articolo Anche per l’Onu il proibizionismo viola i diritti umani proviene da Associazione Luca Coscioni.