Il business del legno in Romania
Avviso contenuto: Le foreste vergini sono gli ultimi ecosistemi forestali dove la natura sopravvive nella sua forma più pura e genuina. Qui l’intervento umano sembra quasi non aver interferito con lo sviluppo naturale dell’ambiente. In Romania si contano ancora circa 250m
Le foreste vergini sono gli ultimi ecosistemi forestali dove la natura sopravvive nella sua forma più pura e genuina. Qui l’intervento umano sembra quasi non aver interferito con lo sviluppo naturale dell’ambiente.
In Romania si contano ancora circa 250mila ettari di foreste vergini, nonostante nel resto d’Europa siano quasi andate perdute. Si trovano a cavallo della catena dei Carpazi e sono sopravvissute invariate dalla fine dell’era glaciale. Oggi però stanno scomparendo a un ritmo allarmante.
Disboscamento illegale e reti economico-politiche
Da più di venti anni, le foreste romene sono luogo di sfruttamento illegale del legname. Un processo distruttivo, che rischia di diventare irreversibile. Dietro questi crimini ambientali, ci sono gruppi criminali soprannominati “Mafia del legno” che molti credono operino con la complicità delle autorità romene.
Molte di queste reti criminali infatti sembrano riunire non solo potenti attori del settore privato ma anche funzionari governativi. Compresi gli stessi che hanno la responsabilità di far rispettare i divieti di disboscamento, i regolamenti sulla raccolta e le restrizioni sul commercio di legname.
Una recente ricerca dimostra come i taglialegna artigianali, i piccoli commercianti, i trasformatori del legno e i funzionari governativi trovino sistemi efficienti per aggirare le normative a tutela del patrimonio boschivo. A questi si contrappongono duramente gli abitanti dei villaggi vicini alle foreste colpite, i media e la società in generale, richiedendo l’applicazione rigorosa della legge nazionale sulla protezione delle foreste.
La realtà del disboscamento
Per disboscamento illegale non si intende solo l’abbattimento fisico degli alberi in violazione di norme a tutela del patrimonio boschivo (oltre i limiti consentiti, o in periodi dell’anno in cui è vietato dalla legge), ma anche l’illegalità del titolo di proprietà delle aree forestali da cui proviene proprio il legname.
Come gran parte dell’Europa orientale, la Romania è stata perseguitata dalla corruzione dilagante dopo il crollo del comunismo. Più della metà di tutto il legname registrato in Romania oggi è di provenienza illegale. Il che significa che viene prelevato da aree che dovrebbero essere protette o che viene raccolto in quantità esagerate, superando di gran lunga il limite consentito. Così da far letteralmente scomparire intere foreste.
Tutto ciò avviene nonostante ci siano leggi nazionali ed europee. La richiesta di legname a basso costo, gli scarsi fondi a disposizione per i controlli necessari e il connubio tra autorità locali e fornitori si dimostrano più forti della legge. Gabriel Paun, fondatore di Agent Green, una ONG che lavora su tematiche di protezione ambientale, è oggi l’attivista forestale più celebre del Paese. I suoi scontri con i taglialegna che operano illegalmente sul territorio romeno gli sono quasi costati la vita in più di un’occasione.
“Se qualcuno cerca di incasinare gli interessi della “mafia della foresta”, ti metti nei guai e puoi persino morire. Tutto può succedere…” ha raccontato ad Al Jazeera. “Se sei un forestale decente all’interno del sistema e sei giovane ed entusiasta e vuoi fare del bene, il sistema non te lo permetterà. Ti insegneranno come chiudere la bocca e distogliere lo sguardo oppure come rubare. Se invece vuoi combatterlo questo sistema – ti elimineranno”.
Il business del legno
Il più grande operatore del Paese è HS Timber, precedentemente noto come Holzindustrie Schweighofer. La multinazionale austriaca ha impianti di lavorazione del legno in tutta la Romania ed è una delle imprese del legname più grandi d’Europa. La società nega categoricamente qualsiasi coinvolgimento nel commercio illegale del legname, nonostante l’esistenza di registrazioni video nelle quale i suoi funzionari ammettono di aver acquistato legno illegale.
Secondo Agent Green la compagnia austriaca potrebbe rappresentare uno dei maggiori responsabili del disboscamento in Romania. Mikhail Tarasov, responsabile forestale globale di Ikea ha dichiarato pubblicamente: “Abbiamo smesso di accettare il legno da Holzindustrie Schweighofer intorno al 2017, quando la responsabilità delle loro azioni è stata acclarata“.
Il più grande proprietario di foreste private in Romania è invece Ingka Investment, che rientra nel gruppo di aziende Ikea Brand e Tarasov: “Le foreste di Ingka in Romania stanno davvero lavorando molto duramente per attuare ciò che riteniamo necessario per garantire i requisiti legali e al di là dei requisiti legali”, ha dichiarato pubblicamente l’azienda.
I critici del settore affermano che anche se il legno rispetta le norme imposte dalla legge, ciò non significa sempre che sia fatto in modo sostenibile. Natura 2000, una rete di aree protette che copre le specie e gli habitat più preziosi e minacciati d’Europa, sostiene che Ingka è solo una delle tante aziende che sfruttano questi preziosi ecosistemi.
Ridurre le emissioni globali
La situazione in Romania è diventata talmente critica che la Commissione europea ha più volte avviato procedure di infrazione contro il Paese, proprio per non aver attuato politiche di salvaguardia delle proprie aree boschive.
La funzione delle foreste vergini, nell’ambito dello sforzo globale volto a ridurre le emissioni di carbonio, non può essere sottovalutata. Sebbene le foreste viventi siano vitali per ridurre il carbonio nella nostra atmosfera, la deforestazione rappresenta circa il 17% delle emissioni globali di carbonio. Emissioni circa 1,5 volte maggiori di quelle che derivano da tutto il traffico aereo, stradale, ferroviario e marittimo del mondo messo insieme.
La stragrande maggioranza della deforestazione e del disboscamento illegale avviene nelle foreste tropicali dell’Amazzonia, dell’Africa centrale e del Sud-est asiatico. Studi sull’entità del disboscamento illegale stimano che esso rappresenti il 50-90% del volume della silvicoltura nei principali paesi produttori tropicali e il 15-30% della produzione forestale globale (INTERPOL-Banca Mondiale 2009). Ridurre la deforestazione, e in particolare il disboscamento illegale, è il mezzo più rapido, efficace e meno controverso per ridurre le emissioni globali di gas climatici.
Fonti e approfondimenti
Ellis, G., “‘Timber Mafia’ threatens the future of Romania’s ancient forests”, al-Jazeera, 26/11/2020
Nellemann, C., INTERPOL Environmental Crime Programme (eds). 2012. Green Carbon, Black Trade: Illegal Logging, Tax Fraud and Laundering in the Worlds Tropical Forests. A Rapid Response Assessment. United Nations Environment Programme, GRID- Arendal.
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