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I tedeschi avanzarono per le direttrici Pigna-Langan
Il centro urbano di Pigna (IM) visto da un’altura di Castelvittorio
La collaborazione civili-partigiani, che si concretizzò tante volte nel corso della lotta di Liberazione, fu determinante nei primi giorni di luglio 1944 a Castelvittorio (IM). Il paese rientrava nell’ambito di una vasta operazione di rastrellamento dei tedeschi, che tentarono in questo caso con ingenti mezzi lo sfondamento delle linee partigiane nel tentativo di creare una grande sacca in cui chiudere tutte le formazioni garibaldine e privarle, in tal modo, d’ogni via di fuga verso i territori piemontesi. Il 2 luglio i nazisti requisirono la preziosa farina, suscitando una reazione d’orgoglio in numerosi abitanti, che, come ricordava il parroco don Caprile, imbracciarono le armi con la parola d’ordine di difendere il paese. Iniziata la sparatoria, per circa 5 ore borghesi, armati di fucili di ogni specie, resistettero ad un contingente tedesco ben armato. Il giorno dopo il nemico trovò gli abitanti intenzionati a dare di nuovo battaglia. Erano schierate fianco a fianco più generazioni del paese. Tra i più maturi vi erano Mario Tucin [Mario Alberti, nato a Castelvittorio, classe 1896], Giuan Grigiun [anche Tumelin, Giovanni Orengo, nato a Castelvittorio, classe 1890], l’Acidu [Giuseppe Verrando, nato a Castelvittorio, classe 1886] e U Sociu [Giuseppe Caviglia, nato a Castelvittorio, classe 1892, morto il 16 dicembre a Castelvittorio in seguito a malattia contratta in servizio], buoni montanari, per lo più sulla cinquantina o sulla sessantina e vecchi combattenti dell’altra guerra mondiale, tutti tiratori infallibili per la loro lunga esperienza di cacciatori. Infine, i tedeschi se ne andarono, anche se gli abitanti di Castelvittorio furono tristemente consapevoli che quelli avrebbero fatto ritorno, come in effetti accadde nel mese di ottobre dello stesso anno.
Rocco Fava di Sanremo (IM), La Resistenza nell’Imperiese. Un saggio di regestazione della documentazione inedita dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia (1 gennaio – 30 Aprile 1945) – Tomo I, Tesi di Laurea, Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1998-1999Vittò [n.d.r.: anche Ivano, Giuseppe Vittorio Guglielmo] assunse il comando della V Brigata.
“Il raduno a Cima Marta del mese di luglio [1944] aveva maturato molte situazioni. Vittò aveva potuto vagliare i suoi uomini e capì che era giunto il momento di una organizzazione efficace dettata dalla esperienza di tante battaglie. Si profilava indispensabile l’unità di comando e il coordinamento delle singole azioni per un risultato non solo migliore, ma veramente fruttuoso, meta di una preparazione e di una azione, che erano il risultato di un piano previsto e preparato. L’incontro di tutti i comandanti delle bande aveva portato ad un colloquio realista e sincero. Innegabilmente tutti gli uomini di Vittò riconoscevano in lui il Comandante, la guida, l’incitatore, il personaggio capace di incentrare il sogno comune e l’esecutore riconosciuto di progetti e di azioni. Si studiò la possibilità di una organizzazione con quadri precisi e con una circoscrizione territoriale ben definita, autonoma, sotto il suo comando. Tutti riconoscevano in lui il capo, l’organizzatore, la guida ed attendevano da lui ordini precisi con dichiarazione di obbedienza e di fidata collaborazione. […] Vittò in quella circostanza realizzava in pieno il suo sogno. Seppe stringere intorno a sé tutti i suoi uomini e soprattutto seppe dare fiducia a tutti i comandanti dei distaccamenti. Anche gli ufficiali di Triora, del gruppo di Zoli, che non volevano essere legati a nessuno, compresero le intenzioni serie di Vittò, che galvanizzavano tutti i suoi uomini, ed aderirono incondizionatamente al movimento partigiano”. <38
Tornando al 3 luglio [1944], in seguito agli scontri avvenuti a Rocchetta Nervina e a Castelvittorio, i tedeschi si diressero verso Langan. Il loro intento era quello di accerchiare tutte le forze garibaldine della val Nervia e della valle Argentina. La linea difensiva partigiana era praticamente costituita dalla IV e dalla V Brigata. A quel punto Vittò chiamò a raccolta tutti i comandanti dei vari distaccamenti e comunicò loro che era in corso un grande rastrellamento da parte delle forze nemiche. Fece presente l’ingente impiego di uomini e di armi <39 da parte dei nazifascisti, fermamente intenzionati a mettere la parola fine sul movimento partigiano della zona. Nel corso della riunione, il comandante Ivano chiese a tutti di esprimere il loro parere sulle misure da adottare. Quasi tutti concordarono sulla necessità di dar vita a uno sganciamento momentaneo dalle posizioni per fare in modo che il nemico non riuscisse a mettere in atto la sua tattica. A quel punto Vittò diede disposizione di ripiegare dietro Langan [n.d.r.: nel comune di Castelvittorio (IM)], verso colle Melosa e Cima Marta. I tedeschi avanzarono per le direttrici Pigna-Langan, Loreto-Triora, Drego-Andagna e Taggia-Badalucco-Molini di Triora. Vittò comandava il reparto formato da circa 150 uomini che si trovava sulla linea difensiva di Carmo Langan e si estendeva dal valico della rotabile Pigna-Molini fino a Carmo Binelli, per una lunghezza di circa un chilometro e mezzo.[NOTE]38 Ermando Micheletto (Dal diario di “Domino nero”), La V Brigata d’assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni”, Edizioni Micheletto, Arma di Taggia, 1973, pagg. 152-153.
39 Oltre alle armi pesanti e ai mortai, furono impiegati anche i cannoni.
Romano Lupi, Vittò. Giuseppe Vittorio Guglielmo, Quaderni sanremesi, Sanremo, 2011, pp. 141,142Infatti il 4 e il 5 luglio 1944 l’avanzata tedesca riprese e si concluse.
Non avevano deciso per quel tempo un rastrellamento fino agli alti monti. Considerata la situazione, Leo [Vittorio Curlo], non conoscendo l’esatta posizione dei luoghi che portavano a Cima Marta, dove era stato stabilito il raduno, preferì ripiegare su Melosa, Belenda, Goletta, Gerbontina. Passò quindi in Valle Argentina, arrivò sino a Verdeggia e puntò deciso verso Piaggia [Frazione di Briga Alta, in provincia di Cuneo]. Aveva così potuto constatare la percorribilità delle zone. Gli giunse subito la notizia del ritiro dei tedeschi e ritornò. Con lui, tra gli altri, ricordo che c’erano Panatum, Seccatore, Ormea. don Ermando Micheletto, La V Brigata d’Assalto Garibaldi “Luigi Nuvoloni” (Dal Diario di “Domino nero” – Ermando Micheletto), Edizioni Micheletto, Taggia (IM), 1975#1944 #CarmoLangan #CastelvittorioIM_ #fascisti #GiuseppeVittorioGuglielmo #luglio #partigiani #PignaIM_ #RomanoLupi #tedeschi #Vittò
La difesa partigiana di Rocchetta Nervina
Uno scorcio di Rocchetta Nervina (IM) Ricavo le notizie da un'intervista con Vitò [" Ivano ", Giuseppe Vittorio Guglielmo ]: «Stefano ...gsvri.blogspot.com
Adriano Maini reshared this.