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Zimbra sotto attacco. Scoperta vulnerabilità critica RCE. Aggiornare subito!


E’ recente la notizia della scoperta di una nuova vulnerabilità critica nel sistema di posta Zimbra, famosa piattaforma di posta elettronica.

La vulnerabilità identificata come CVE-2024-45519, può portare alla completa compromissione del server. La patch è stata distribuita a inizio settembre 2024, ma è stato avvertito uno sfruttamento massivo a partire dalla fine di settembre. Gli amministratori di Zimbra devono agire rapidamente per correggere i loro sistemi per prevenire lo sfruttamento.

La vulnerabilità


La vulnerabilità critica di esecuzione di codice remoto (RCE) è stata identificata nel servizio “postjournal” di Zimbra, che gestisce l’elaborazione dei messaggi SMTP. Il bug consente a un utente malintenzionato remoto non autenticato di eseguire comandi arbitrari su un sistema vulnerabile e di assumerne il pieno controllo. Uno sfruttamento efficace può portare ad accessi non autorizzati, escalation di privilegi e potenziale compromissione dell’integrità e della riservatezza del sistema.

Al momento, il CVE non è stato aggiunto al National Vulnerability Database (NVD) e il suo punteggio CVSS deve ancora essere determinato, ma il livello di rischio è chiaramente significativo. Una volta che un aggressore ottiene il controllo, può rubare dati sensibili e muoversi lateralmente attraverso la rete.

Aggrava ulteriormente la situzione, la recente disponibilità di un exploit proof-of-concept (PoC) pubblico disponibile su GitHub.

La problematica è stata risolta da Zimbra nelle versioni 8.8.15 Patch 46, 9.0.0 Patch 41, 10.0.9 e 10.1.1 rilasciate il 4 settembre 2024.

Sebbene la funzionalità postjournal possa essere facoltativa o non abilitata sulla maggior parte dei sistemi, è comunque raccomandato applicare la patch fornita per prevenire potenziali exploit. Per i sistemi Zimbra in cui la funzionalità postjournal non è abilitata e la patch non può essere applicata immediatamente, la rimozione del binario postjournal potrebbe essere considerata una misura temporanea fino a quando la patch non può essere applicata.

In conclusione è altissimo il rischio che un utente malintenzionato remoto non autenticato possa compromettere completamente il server per rubare informazioni riservate, installare ransomware o effettuare movimenti laterali.

Si consiglia alle organizzazioni che non hanno implementato l’ultima patch di farlo immediatamente per prevenire potenziali compromissioni.

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