“RIPUDIA LA PACE”
Ormai è chiaro a tutti: l’Europa, nata 60 anni fa con l’obiettivo dichiarato di scongiurare nuovi conflitti dopo le 2 guerre mondiali, sembra aver voltato le spalle alla sua missione originaria. Mentre in Arabia Saudita si tenta di chiudere il conflitto in Ucraina, la UE lancia una dichiarazione di guerra alla pace, superando persino il controverso piano ReArm Europe da 800 miliardi, che la Von der Leyen lascia intendere di poter rastrellare dai risparmi dei cittadini europei. Un progetto imposto dalla Commissione UE e dalle lobby delle armi a un Parlamento europeo silenziato e privato del diritto di voto.
La risoluzione che approva il piano di guerra è passata con 480 voti a favore su 677, tra cui quelli di FdI, FI e 10 del Pd. I contrari sono stati 130, tra cui Lega e M5S, mentre 67 si sono astenuti, inclusi altri 11 del Pd.
Ma è la seconda risoluzione, quella sull’Ucraina, a sollevare le critiche più feroci. Il testo accusa gli Usa di un “cambio di posizione” sulla guerra, criticando il riavvicinamento tra Washington e Mosca, e chiede di “aumentare in modo significativo il sostegno militare a Kiev” e di inasprire le sanzioni alla Russia. L’obiettivo? Uno soltanto: respingere e ostacolare il negoziato di pace.
Mentre Zelensky sembra aprirsi a una tregua e il mondo attende con ansia la contro-proposta di Putin, l’Ue si pone esplicitamente come sabotatrice degli sforzi di pace, spingendo gli ucraini a continuare un conflitto che lo stesso Zelensky ha definito insostenibile. Inoltre, l’Europa illude Kiev con la promessa di un futuro ingresso nell’Ue, un traguardo lontano e costoso, sia per l’Ucraina che per i 27 Stati membri.
Una svolta che lascia sgomenti, mentre il sogno di un’Europa unita e pacifica si infrange dietro le logiche del riarmo e della guerra.