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ASSURDO. IL GARANTE. L’ARTICOLO 11. BELGRADO.

Il Presidente della Repubblica ci spiega che le spese militari sono “poco popolari ma MAI COSÌ NECESSARIE”.
Ce lo dice dal Quirinale, con tono grave, parlando di “deterrenza”, “difesa collettiva”, “sicurezza europea indivisibile”.

Peccato che a dirlo sia il CUSTODE della Costituzione.
Quella che all’Art. 11 dice una cosa chiarissima: L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA.
Non la “gestisce meglio”. Non la “deterrentizza”. La RIPUDIA.

E qui il corto circuito è totale.
Perché se la democrazia è “sfidata da involuzioni autoritarie”, come dice Mattarella, allora qualcuno dovrebbe spiegare perché la risposta automatica è SEMPRE PIÙ ARMI, SEMPRE PIÙ SPESA MILITARE, SEMPRE MENO POLITICA.

Belgrado, 1999.
Bombardata per 78 giorni senza mandato ONU.
Anche allora si parlava di “difesa dei valori”, “diritti”, “sicurezza”.
Anche allora la democrazia veniva “salvata” a colpi di missili.

Il punto non è la dialettica politica.
Il punto è che qui si sta NORMALIZZANDO l’idea che la guerra sia uno STRUMENTO ORDINARIO di governo del mondo.
E che chi lo dice non è un generale, ma il GARANTE della Carta che dovrebbe impedirlo.

Quando la Costituzione diventa un orpello retorico da citare solo il 2 giugno,
e l’Articolo 11 un fastidio da reinterpretare,
non è la democrazia a essere “sfidata”.
È GIÀ STATA PIEGATA.

Ma tranquilli.
È per il nostro bene.
E se non capiamo, è perché siamo “poco popolari”.

Don Chisciotte 😉
(putinista, ovviamente)