FELICE SERINO
POESIE
OLTRE L'ESILIO (2020)
167
VIRGOLA DI CIELO
tu dici dopo non c'è più niente -e la coscienza? quella che ti fa dire sono persona
-che nell'aria stretta si fa virgola di cielo-
no non la distruggerà nessuno neanche il fuoco
168
INCANTESIMO
donna dei boschi: occhi di cerbiatta – la sua
anima di foglia di sé m'innamora
169
QUEL CHE SI DICE TSUNAMI
ingegnarsi per bypassare quel che si dice tsunami interiore pari al lutto di una persona cara
elaborarlo mettendo in campo l'autocontrollo (yoga) e spruzzate di benevolenza e autoironia – sviando il testacoda dei sensi
lasciarsele scivolare addosso le cose
destarsi allora con altri occhi
170
LA LUNGA ATTESA
-alla fine è dura questa coda da scorticare- gli scriveva trepidante d' attesa
come se lui dovesse tornare dal fronte (era in trasferta per tre settimane)
-sai: la bambina la sento come sorridermi in grembo - sogno i suoi dolci occhi azzurrocielo-
171
MOMENTI D'INCANTAMENTO
entro ed esco dalla tua anima dove dimorano pezzi di me un odore di pini ci avvolge -certo lo senti anche tu-
i nostri passi sul viale accecato di sole -un grido di gabbiani e l'ascolto del mare in una conchiglia:
questi i momenti d' incantamento fermati dal nostro amore imperituro
172
DOVE SEI
sparire nel nulla è l'urlo della rosa dischiusa
consola a tratti un palpito di luce selenica che abbraccia il ricordo ravviva empatie
gentile il velo spiegato dell'angelo
su un lato del cielo
173
IL TUO GARBO
forse solo nell' oltre saprò - si scioglierà l' enigma – e intanto i tuoi modi garbati che ritornano nella camera viola della mente mi sorreggono per il tempo a me concesso
mentre perso sono nel perimetrare il vuoto che lasci: un' ombra feroce mi strappa all'abbraccio del sangue
il buconero risucchia presenze umori respiri
non il tuo garbo che in me non si cancella
174
FRAMMENTO DI LUCE
(ispirandomi all' “Aleph” di Borges)
siamo un frammento di luce particella dell'Altissimo
tale splendere ha attraversato i mari dell'anima toccato terre inesplorate care all'odisseo
indiviso frammento custodito nel profondo di noi
l'aleph che unifica i mondi
175
CIELO STRAPPATO
c' è sempre una donna dietro una fiaschetta di whisky tenuta nascosta – semmai per illudersi di lenire la lacerazione di quella mancanza
un cedere all'ebbrezza e alla lunga trovarsi più che uno straccio
sulla specchiera profumi ninnoli a far bella mostra di sé
mentre un cielo strappato raccoglie il muto grido
176
LA GIOVINEZZA
e sì che nell'alta vegetazione si nasconde un cuore di paglia -solo a vederla svoltare l'angolo sono le fatidiche farfalle e l'onda del sangue che rimonta
ah i lunghi meriggi a passare tra sciabolate di sole
nella verde età fuggitiva
177
NELLA PRIMA LUCE
ci accorgeremo che non siamo esistiti che nel pensiero
è la mente che crea – essa si materializza in ciò che vuole
nel grembo del cielo fu l' immagine del primo uomo che Dio sognò nella prima luce
178
LA SACRALITA' DELLA VITA
il male si sa è la grande ferita -ma c' è tanta fede discreta:
il cui fervore equilibra i piatti della bilancia
si dirama il sangue della passione in direzioni inaspettate mentre
la sacralità della vita ha ali d' aquila a librarsi imperiosa sulla banalità del male
179
IN QUESTO CIELO BIANCO DI SILENZI
non ti vedrò più Nina se non in vaghezza di sogno - oggi mi nutro come un passero dei tuoi scritti di luce che aprono su universi solo a te noti
e che forse ospitano la tua essenza mentre mi appare delinearsi il tuo volto in una nuvola vagante
in questo cielo bianco di silenzi
180
OLTRE L'ESILIO
il più bel giorno è quando oltre l'esilio della carne mi verranno incontro i miei morti e i parenti giunti da lontano
a qualcuno scapperà una lacrima e nell'estremo saluto c' è chi leggerà con voce tremante alcuni versi
“ti sei staccato come foglia adagiata su una spalliera di brezza”
181
DA UN ALTROVE
e tu a lumeggiare le mie sere anima di candore e di sogno
si fa conca il cuore ad accogliere dei versi dettati da un altrove
182
SOSPENSIONE LUCENTE
lente figure d' animali in sogno t' appaiono le nuvole – mai somiglianti l' una all' altra
e le gocce della pioggia: sono sempre diverse cadendo anche se ti sembrerà incredibile
tutto così singolare – unico
vedi: in una sospensione lucente lo stacco dell' uccello dall' albero traccia un irripetibile arco d' amore nel vasto cielo
183
MARE APERTO
mare-anima sognata dai primordi in infinito creare
fa vela il cuore per l'azzurro pelago
184
LA POESIA
(da un po' che non brucio della sua luce: non mi prende febbre di quell' agitarsi del sangue)
tento qualcosa del tipo: “la vita ti ha tarpato le ali Nina rosavestita – ora è il vuoto delle braccia”
questo l'incipit ma ahi è latitante la musa che non mi dà il “la”
plana un gabbiano da me non lontano chissà non porti nel becco quel verso che mi manca
185
QUEI VERSI PERSI
[nel percorso col bus verso Brescello]
poi di ritorno a sera carta e penna o se vuoi tastiera il bianco che ti fissa e ti ci perdi un muro la mente un muro provi con un verso impreciso poi un altro ma no non era così che l'avevi pensata eppure ce l'avevi tutta lì come una cantilena tra veglia e sonno negli occhi la confusa striscia bianca sulla destra ed eri in uno stato di tortura-goduria trattenendoli ancora quei versi ma ora niente un muro la mente risucchiati da un buco nero
186
COVID-19
(navigano migliaia di morti sotto la volta viola della mente)
questa “bestia” viene dalle bestie -così dicono i ricercatori (?) – pipistrelli serpenti et similia
e così ancora una volta -certo per altri versi- come quando il primo uomo entrò nella morte
scende in campo il nemico invisibile: il serpente ingannatore
187
L'ANIMA CHE SCRIVE
uscita dal margine del foglio ove ha sostato per un tempo-non-tempo ora sorvola il mondo piagato
dove sola immacolata piuma in luce resta
188
AFFLATI
la scrittura si traduce in genesi di fonèmi – espansi in luce accensioni del sangue e voli
orifiamme o altezze pari ad afflati d' angeli
189
IL DOPO
ci aspetta sempre un dopo: il di là da venire
aria di nuovo aleggia negli occhi – che ci sorprenderà – e
ancora non sappiamo se croce o delizia
189 a
IL DOPO 2
distacco dal corpo -dall' albero della foglia
abbrividire della rosa appena colta e non sapersi di bellezza effimera
190
VITA LEGGERA
una vita in leggerezza ragazzi galleggiano sugli eventi sfidano la morte
se c' è un dio? – il suo silenzio - il corpo i sogni un tutt' uno col digitale
-uffa 'sto ciuffo alla elvis che non tiene! manate di gel
-ma è sorpassato ritrovi oggi la cresta da gallo cedrone
191
MAROSI
marosi mangiano l' arenile
sulla linea cielo-mare un battello dove suonano un blues -l' urlo del vento disperde le struggenti note
plana e becca la cresta bianca un gabbiano
leggo s' un muricciolo e mi confondo tra le righe -mi si specchia come in sogno il mio “doppelganger”
192
MOMENTO
in un silenzio ovattato filtrano le prime luci dell'alba
ancora viva la voce dei morti venuti a visitarti in sogno
a rigirarti ti trovi in intrecci di piedi di mani
-il morso della carne
-labbra che si cercano
193
CREATURA
sembra che il solo sguardo la mantenga in vita la sua creatura
ché Lui la pensò ancor prima di sognarla in forma ed essenza
poi del sogno il suo farsi carne e respiro
194
UN DIO MINORE
(a battesimo d' inchiostro un dio minore -molto ma molto minore)
quella “balaustrata” a cui s' appoggia verso dopo verso
il mio estro -musa malinconica non troppo-
(Balaustrata di brezza/ per appoggiare stasera/ la mia malinconia. G. Ungaretti)
195
IL GRIDO
si fionda nel buconero della carne l' angelo caduto:
materia densa non più luce lo veste il Grido-rimpianto che si sfilaccia in un tempo rallentato
(vita non è che ossimori e stelle di latta vita spezzata come lama nell'acqua:
vita incompiuta nell'immenso: puoi dirla infine un dettaglio
pure un amore disperato)
196
DEL SOGNO
anche il sogno è vita – con le sue -dicono- doti divinatorie ma attira anche quell'annullarsi quando non sei ostaggio di morfeo e sprofondi nel nero seppia assoluto
mentre intorno a te vivono le cose e tu non sei più che un tronco portato dalla corrente