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Nessuna riga di codice! Darcula inonda il mondo con il Phishing rubando 884.000 carte di credito


Nel mondo del cybercrime organizzato, Darcula rappresenta un salto di paradigma. Non stiamo parlando di un semplice kit di phishing o di una botnet mal gestita. Darcula è una piattaforma vera e propria, un servizio venduto “as-a-Service” che ha consentito a centinaia di operatori criminali di orchestrare attacchi su scala globale, con oltre 884.000 carte di credito trafugate, secondo una recente inchiesta coordinata da Mnemonic, società norvegese specializzata in threat intelligence.

Dicembre 2023. Un SMS apparentemente banale raggiunge un dipendente di Mnemonic: una notifica fraudolenta che imita il servizio postale norvegese. Il team di analisti decide di scavare, scoprendo che il link nel messaggio punta a una pagina realistica, geolocalizzata e ottimizzata per l’apertura da mobile. Nulla di nuovo, apparentemente. Dietro quel messaggio però una rete di oltre 20.000 domini, progettata per colpire utenti in più di 100 paesi. Un’infrastruttura solida, resiliente, e soprattutto scalabile.

Il cuore della piattaforma è un toolkit chiamato Magic Cat. Creato presumibilmente da un giovane sviluppatore cinese di 24 anni, originario dell’Henan. Magic Cat permette di generare in modo automatico pagine di phishing estremamente realistiche clonando il frontend di qualsiasi servizio bancario, logistico o istituzionale. Automaticamente le pagine vengono localizzate e adattate ai layout locali di oltre 130 paesi.

Chi usa Darcula non ha bisogno di scrivere codice: seleziona un brand, genera una campagna, lancia un dominio. Il phishing si fa “plug-and-play”.

L’analisi tecnica di Mnemonic ha messo in evidenza alcune contromisure avanzate usate da Darcula per sfuggire al rilevamento:

  • Accesso condizionato: i link malevoli rispondono solo se richiesti da dispositivi mobili su rete cellulare, rendendo inefficaci molti sandbox e crawler.
  • Crittografia lato client: i dati vengono cifrati direttamente nel browser della vittima, prima della trasmissione al server di comando, ostacolando le attività di intercept.
  • Branding dinamico: l’HTML delle pagine si aggiorna automaticamente per seguire modifiche reali nei siti clonati, evitando il rischio di layout “vecchi” che destano sospetti.

Questi elementi dimostrano una progettazione professionale, più vicina a quella di un SaaS legittimo che a un kit venduto nel dark web.

Un PhaaS con dashboard, licenze e supporto


Darcula è una piattaforma commerciale in tutto e per tutto. I suoi operatori acquistano licenze d’uso, ricevono aggiornamenti continui, accedono a dashboard centralizzate per tracciare le performance delle campagne e scaricare i dati esfiltrati. In alcuni casi, esiste persino un sistema di assistenza tecnica via Telegram.

Secondo Mnemonic, sarebbero oltre 600 gli attori criminali attualmente attivi sulla piattaforma. Alcuni si concentrano su singoli paesi; altri gestiscono centinaia di campagne su larga scala. Le vittime si contano a milioni, e includono cittadini italiani, tedeschi, australiani, francesi e americani.

Tra le vittime ci sono utenti di servizi postali, bancari e governativi, inclusi:

  • Poste Italiane
  • Nexi
  • Royal Mail
  • La Poste
  • Australia Post

L’Italia figura tra i paesi colpiti con campagne localizzate in lingua italiana.

Darcula si distingue da altre piattaforme PhaaS per alcune caratteristiche tecniche chiave:

  • Generazione automatica di kit di phishing: grazie all’uso di strumenti headless browser e scraping, gli operatori possono generare pagine clone di qualsiasi sito legittimo, incluso il marchio, il layout e i testi aggiornati.
  • Infrastruttura dinamica: i kit sono ospitati su oltre 20.000 domini attivi in rotazione, molti dei quali sfruttano CDN e redirect multipli per evitare blacklist e scansioni automatizzate.
  • Supporto per comunicazioni “trusted”: l’uso di iMessage (Apple) e RCS (Android) consente di aggirare i filtri anti-spam tradizionali, facendo apparire i messaggi più legittimi e affidabili.

La suite Darcula non si ferma solo alla generazione delle campagne di phishing ma offre anche un modulo per il riutilizzo della carte di credito rubate alle vittime. Nella suite Darcula esiste la sezione “[em]Platform card generation[/em]” che genera un’immagine valida della carta di credito rubata pronta per essere utilizzata nei digital wallet.

Darcula dimostra quanto sia urgente un approccio strategico alla difesa contro il phishing moderno:

  • Intelligence basata su dominio e URL non è più sufficiente: serve analisi comportamentale e rilevamento su endpoint e mobile.
  • Simulazioni phishing devono essere realistiche, geolocalizzate, simulate da smartphone reali, non solo da desktop.
  • Threat sharing e cooperazione tra CERT, ISP e vendor devono evolvere per intercettare infrastrutture PhaaS nel momento della creazione, non solo a danno avvenuto.

Darcula non è un exploit. Non è un singolo attacco. È un framework commerciale per campagne criminali globali. È la dimostrazione di come il phishing sia passato dalla truffa artigianale all’industria del crimine digitale in franchising.

E mentre il malware viene sempre più spesso contrastato da EDR e XDR, la vera vulnerabilità rimane l’utente. Per questo, awareness e threat hunting devono camminare insieme. Sempre.

Fonti esterne utilizzate



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