Hacker nordcoreani: 2 miliardi di dollari rubati in criptovalute in nove mesi di frodi
Una rete di hacker legata alla Corea del Nord ha rubato oltre 2 miliardi di dollari in criptovalute nei primi nove mesi del 2025. Gli analisti di Elliptic definiscono questa cifra la più grande mai registrata, con tre mesi rimanenti alla fine dell’anno.
Si stima che l’importo totale rubato abbia superato i 6 miliardi di dollari e, secondo le Nazioni Unite e diverse agenzie governative, sono questi fondi a finanziare i programmi missilistici e di armi nucleari della Corea del Nord.
Secondo Elliptic, la cifra reale potrebbe essere più elevata, dato che risulta complicato attribuire a Pyongyang furti specifici, operazione che necessita di analisi blockchain, esami del riciclaggio di denaro e attività di intelligence. In alcuni casi, gli incidenti corrispondono solo in parte ai modelli caratteristici dei gruppi nordcoreani, mentre altri episodi potrebbero non essere stati segnalati.
La principale fonte di perdite record è stato l’attacco hacker di febbraio all’exchange Bybit , che ha portato al furto di 1,46 miliardi di dollari in criptovalute. Altri incidenti confermati quest’anno includono attacchi a LND.fi, WOO X e Seedify. Elliptic collega inoltre oltre 30 ulteriori incidenti non segnalati pubblicamente alla Corea del Nord. Questa cifra è quasi il triplo di quella dell’anno scorso e supera significativamente il precedente record stabilito nel 2022, quando furono registrati furti di asset da servizi come Ronin Network e Horizon Bridge.
Allo stesso tempo, il vettore di attacco è cambiato in modo significativo. Mentre in precedenza i criminali informatici sfruttavano le vulnerabilità nell’infrastruttura dei servizi crittografici, ora utilizzano sempre più spesso metodi di ingegneria sociale. Le principali perdite nel 2025 sono dovute all’inganno, non a difetti tecnici.
Gli utenti facoltosi privi di meccanismi di sicurezza aziendale sono a rischio. Vengono attaccati tramite contatti falsi, messaggi di phishing e schemi di comunicazione convincenti, a volte dovuti a connessioni con organizzazioni che detengono grandi quantità di asset digitali. Pertanto, l’anello debole del settore crittografico sta gradualmente diventando l’elemento umano.
Allo stesso tempo, si sta sviluppando una corsa tra analisti e riciclatori. Con l’aumentare dell’accuratezza degli strumenti di tracciamento blockchain, i criminali stanno diventando più sofisticati nei loro schemi per trasferire i beni rubati. Un recente rapporto di Elliptic descrive nuovi approcci per nascondere le loro tracce: mixaggio di transazioni in più fasi, trasferimenti cross-chain tra blockchain di Bitcoin, Ethereum, BTTC e Tron, l’uso di reti oscure con bassa copertura analitica e lo sfruttamento di “indirizzi di ritorno” che reindirizzano i fondi verso nuovi wallet. A volte, i criminali creano e scambiano i propri token emessi direttamente all’interno delle reti in cui avviene il riciclaggio. Tutto ciò trasforma le indagini in un gioco del gatto e del topo tra investigatori e gruppi altamente qualificati che operano sotto il controllo statale.
Tuttavia, la trasparenza della blockchain rimane un vantaggio chiave per le indagini. Ogni moneta rubata lascia una traccia digitale che può essere analizzata e collegata ad altre transazioni. Secondo i ricercatori, questo rende l’ecosistema delle criptovalute più resiliente e riduce la capacità della Corea del Nord di finanziare i suoi programmi militari.
I 2 miliardi di dollari rubati in soli nove mesi sono un segnale preoccupante della portata della minaccia. Le unità informatiche nordcoreane stanno diventando sempre più inventive, ma gli strumenti forensi basati sulla blockchain contribuiscono a mantenere l’equilibrio, garantendo trasparenza e aumentando la responsabilità degli operatori di mercato. Questa costante battaglia per il controllo dei flussi digitali sta decidendo non solo il destino del mercato delle criptovalute, ma anche questioni di sicurezza internazionale.
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