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VIDEO. Il campo profughi palestinese di Dheisheh, specchio dell’occupazione


Il direttore del Centro Culturale Ibdaa, Khaled Seifi, è stato arrestato dell'esercito israeliano e rimarrà in prigione per sei mesi, in detenzione amministrativa senza alcuna accusa. Dheisheh, storica roccaforte della sinistra palestinese, anche prima de

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Pagine Esteri, 26 gennaio 2024. Il campo profughi di Dheisheh, a Betlemme, è stato fondato nel 1949 per accogliere 3.000 profughi palestinesi costretti a lasciare le proprie case dopo la nascita dello Stato d’Israele. Oggi ospita circa 19.000 persone.

Da sempre roccaforte della sinistra palestinese, durante la Prima Intifada Dheisheh venne recintato e fu costruito un piccolo tornello come unica via di ingresso e di uscita. Oggi quel tornello è stato sostituito dal checkpoint, che chiude dal tramonto all’alba e a seconda delle decisioni dei militari israeliani.

Nonostante si trovi formalmente sotto il controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese, nel campo l’esercito israeliano effettua numerose incursioni, assaltando case private, sedi delle associazioni e scuole, anche quelle gestite dalle Nazioni Unite, come documentato dall’UNRWA.

I raid, già numerosi nel 2022, sono aumentati dopo la guerra del 7 ottobre, così come le limitazioni ai movimenti. La situazione economica è peggiorata, la povertà aumenta. Il servizio video di Eliana Riva.

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