Il 27 giugno 1905, a bordo della corazzata Potëmkin, si verificò un ammutinamento dell'equipaggio, causato dal rifiuto di mangiare carne piena di vermi servita a bordo.
Quando l'ufficiale di guardia tentò di fucilare i marinai ribelli, l'intera nave si sollevò.
A capo degli insorti si mise il sottufficiale torpediniere Afanasij Matjušenko, che sperava che la flotta russa si unisse alla rivolta.
La corazzata issò la bandiera rossa e si diresse verso Odessa, dove si unì a uno sciopero generale.
La mattina del 30 giugno, due squadriglie navali giunte al porto ordinarono ai ribelli di arrendersi, ma l'esercito zarista si rifiutò di sparare, permettendo alla Potëmkin di salpare verso il mare aperto.
Dopo giorni di fuga, l'equipaggio dovette deporre le armi al porto di Costanza.
Matjušenko riuscì a nascondersi in Romania, ma al suo ritorno in Russia nel 1907 fu scoperto e giustiziato per impiccagione.
Il film La corazzata Potëmkin, diretto da Sergej Michajlovič Ėjzenštejn nel 1925, narra la vicenda dell'ammutinamento.
Il film, ambientato a giugno del 1905, è considerato una delle più note e influenti opere della storia del cinema.
Presentato il 21 dicembre 1925 al teatro Bol'šoj di Mosca, la prima proiezione aperta al pubblico avvenne il 21 gennaio 1926.
Il film è suddiviso in cinque atti: "Uomini e vermi", "Dramma sul ponte", "Il morto chiama", "La scalinata di Odessa" e "Una contro tutte".
La celebre scena della scalinata di Odessa, sebbene non corrispondente alla realtà storica (il massacro avvenne di notte in vie secondarie), è diventata un simbolo del cinema.
Il film fu diffuso a livello internazionale nonostante le ritrosie governative, grazie all'intervento del poeta Vladimir Mayakovskij.
Nel 1958 una giuria internazionale lo considerò "il miglior film di tutti i tempi", e nel 1998 il critico Roger Ebert lo definì "una delle pietre miliari della storia del cinema".