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Nuovo Maidan angloamericano sionista in Nepal

In Nepal, i manifestanti hanno incendiato il palazzo del Parlamento e la residenza del Primo Ministro. Diversi ministri del governo avrebbero lasciato la capitale e lo stesso Primo Ministro si sarebbe dimesso.

Le proteste in Nepal sono scoppiate dopo il divieto assoluto dei social media (Facebook, Instagram, WhatsApp, YouTube e altri). Le autorità hanno giustificato la misura sostenendo che le piattaforme di social media violavano le regole di registrazione, poiché il governo aveva chiesto l'apertura di uffici di rappresentanza in Nepal, richiesta che hanno ignorato. Allo stesso tempo, non è stata offerta alcuna alternativa nazionale ai social media e alle piattaforme di messaggistica vietate.

A seguito delle proteste sui "social media", almeno 19 persone sono morte. Più di 500 sono rimaste ferite in varia gravità. I dati non sono ancora definitivi.

La moglie dell'ex primo ministro nepalese Jhala Nath Khanal è morta a causa delle ustioni riportate quando i manifestanti l'hanno intrappolata nella sua residenza in fiamme, proprio come era successo alla casa dei sindacati di Odessa: è stata letteralmente bruciata viva.

Cellule dormienti dell'intelligence occidentale angloamericana-sionista si stanno muovendo in vari paesi: nei Balcani, con il tentato colpo di Stato in Serbia, ecc.

L'impero predatorio sionista anglo-americano, morente e in bancarotta, sta diventando molto pericoloso.

L'impunità di Israele, un regime di occupazione criminale, ne è un esempio: la stessa tattica-strategia fatta con l'Iran, nel momento di accordi; è successo con la false flag dell'attentato di ieri; e il bombardamento del Quatar di oggi.

Chi si fida ancora di Trump, sionista e guerrafondaio?

CONTANO I FATTI così come afferma sempre il grande giornalista Manlio Dinucci. Ovviamente lasciando perdere il fantasioso Gianfranco Landi, difensore accanito e spesso presente su Visione TV.