Arrivo/Partenza
Con uno suono a metà tra un fischio e uno sbuffo il regionale spegne i suoi motori, le vibrazioni si smorzano e le porte delle carrozze si aprono definitivamente. E’ una tarda mattina di primavera quando arrivo a Ventimiglia. Sgancio la chiusura del reggisella della mia fedele Brompton e le sue rotelle iniziano a rotolare in direzione di quella che sembra essere una rampa; purtroppo il mio è solo un abbaglio e davanti a me si spiega una ripida scala verso il sottopasso, in lontananza il simbolo di un ascensore che decido volontariamente di non seguire. Mi armo di pazienza, carico lo zaino in spalla abbasso il reggisella e sollevo di peso la bicicletta, fuori dalla stazione dovrò trovare un punto dove allestire il mezzo per pedalare fino al B&B. Uscito dal sottopasso il percorso obbligato mi guida verso l’atrio della stazione, prima di questo un imponente dispiegamento di forze dell’ordine controlla i viaggiatori in arrivo: vengo squadrato rapidamente, nessuno degli agenti ritiene di approfondire i motivi del mio viaggio e in pochi istanti eccomi sui gradini della piazza della stazione. Il primo impatto della città è gradevole, un percorso ciclabile si dirama in tre direzioni: alla mia sinistra, costeggiando un parcheggio il percorso sembra svilupparsi parallelamente ai binari, a destra sembra sparire tra dei capannoni ferroviari dismessi e infine il il terzo ramo mi dà l’impressione di addentrarsi nel cuore della città. Pur avendo già scelto quale direzione intraprendere devo prima allestire la bicicletta per renderla operativa: sgancio nuovamente il reggisella fino ad estenderlo completamente, ruoto il manubrio, lo fisso stringendo il primo morsetto a vite, apro il pedale e con il consueto gesto apro la bicicletta. Non mi resta che serrare la seconda vite e aprire il pedale: sono pronto a pedalare. Uno sguardo per controllare che non ci siano macchine e complice la pendenza favorevole sono in movimento verso il centro città. Nelle prime centinaia di metri incontro un’isola pedonale e a ridosso un grande mercato coperto, brulicante di persone intente a esaminare frutta e verdure dai mille colori. Sento anche profumo di prodotti da forno provenire dall’interno di questo mercato ma il mio occhio non riesce a individuare l’origine. Nell’isolato successivo la piazza del Municipio si apre alla vista, peccato sembri essere destinata ad uso parcheggio e si presenti come una spianata coperta di lamiere. Ancora oltre i giardini comunali dagli alti pini marittimi, la ciclabile sembra costeggiare il perimetro e finalmente vedo il mare. In realtà mi trovo in una piccola piazzetta con una fontana molto graziosa, a fianco il fiume, immagino sia il Roja futuro compagno di viaggio, sopra di esso si slancia una passerella pedonale non propriamente avveniristico ma utilizzato da molte persone. Mi avvicino e noto in prossimità dell’altra riva una bicicletta scendere lungo quella che sembrerebbe una rampa per disabili. Il mare è più vicino ma non sono ancora giunto al litorale, decido di continuare seguendo lo scorrere del fiume e arrivato all’angolo tra la foce e il parco, dopo un ristorante si aprono finalmente le spiagge e l’orizzonte del mare.