Google contro la disinformazione: arriva C2PA su Pixel e Foto per riconoscere immagini AI
Google ha annunciato che integrerà la tecnologia C2PA Content Credentials nell’app fotocamera Pixel 10 e in Google Foto per aiutare gli utenti a distinguere le immagini autentiche da quelle create o modificate dall’intelligenza artificiale.
Google ha osservato che il problema dell’etichettatura dei contenuti sintetici è diventato molto più acuto negli ultimi anni, poiché gli approcci tradizionali sono praticamente inefficaci e lasciano spazio a diverse interpretazioni e distorsioni delle informazioni.
Sugli ultimi smartphone Pixel 10, ogni foto JPEG riceverà automaticamente le Credenziali di Contenuto, che contengono informazioni su come è stata creata la foto.
“Le credenziali di contenuto contengono un ricco set di informazioni su come sono stati creati i file multimediali (immagini, video o file audio), protetti dalla stessa tecnologia di firma digitale che ha garantito la sicurezza delle transazioni online e delle app mobili per decenni”, spiega Google. “Questo offre agli utenti la possibilità di identificare i contenuti creati (o modificati) dall’intelligenza artificiale, promuovendo una maggiore trasparenza e fiducia nell’intelligenza artificiale generativa”.
Quindi, se un utente modifica l’immagine originale con o senza intelligenza artificiale, Google Foto aggiungerà le nuove informazioni alle Credenziali dei contenuti, conservando una cronologia di tutte le modifiche.
L’azienda scrive che il sistema funziona in modo autonomo, è completamente protetto da interferenze esterne e non minaccia l’anonimato degli utenti, pur mantenendo la possibilità di verifica. Google descrive diversi livelli di sicurezza e integrità integrati nelle Credenziali dei contenuti, progettati per rendere il sistema più sicuro e protetto da accessi non autorizzati:
- una firma crittografica che invalida la firma digitale quando i metadati vengono modificati;
- Archiviazione delle chiavi a prova di manomissione: tutte le chiavi crittografiche vengono generate e archiviate nell’Android StrongBox all’interno di Titan M2;
- Android Key Attestation, che consente alle CA C2PA di Google di verificare l’autenticità sia dell’hardware sia dell’app che richiede i dati;
- Chiavi monouso per ogni immagine: ogni foto è firmata con una chiave crittografica univoca che non viene mai riutilizzata, il che dovrebbe preservare la privacy e l’anonimato degli utenti;
- timestamp affidabili, supportati da un orologio interno sicuro del dispositivo gestito da Tensor, che consente ai dispositivi Pixel di creare timestamp verificabili anche quando sono offline.
Per ora, il sistema Content Credentials sarà disponibile solo sui dispositivi Pixel 10, ma i rappresentanti di Google scrivono che intendono estenderlo ad altri dispositivi Android in futuro. Tuttavia, l’azienda non ha ancora indicato date o orari precisi.
L’azienda invita tutti gli stakeholder del settore ad andare oltre la semplificazione dell’etichettatura dei contenuti basata sull’intelligenza artificiale e ad adottare le credenziali di contenuto, sottolineando che la lotta alla disinformazione e ai deepfake richiede l’adozione su larga scala di tecnologie di verifica dei contenuti in tutto il settore.
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