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molto intreressante
"È questo il paradosso della modernità: nel tentativo di costruire una società razionale, basata sui fatti, abbiamo creato un mondo dove la verità non basta più. Il fact-checking non dissolve la fede, ma la rafforza, perché la critica viene percepita come aggressione."
"Il risultato è un mondo dove ognuno abita il proprio “uovo”. E in questo caos epistemico gli autoritarismi prosperano (divide et impera!). Nel vuoto di significato sempre più diffuso, subentrano figure che offrono una nuova fede, semplice, emozionale, polarizzante. Oggi i social e in generale i media digitali (compreso giornali e televisioni) frammentano la realtà in bolle epistemiche, le piattaforme che promettono libertà (come X/Twitter e Grokipedia) creano caos informativo, e nel caos l’autoritarismo ritorna potente come promessa di ordine ideologico e sociale. Oshii lo aveva predetto: quando la fede è cieca resta solo l’illusione del significato."
"L’assenza di catarsi è la risposta più terribile alle domande odierne: smascherare la falsità della fede non basta a guarire l’umanità, la verità da sola non salva."
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"Così, nel tentativo di liberarci dai miti, li abbiamo resi onnipresenti. Il risultato è una società che non riesce più a distinguere la verità dal mito perché ogni fede è anche un’identità, e mettere in discussione una credenza significa mettere in discussione sé stessi. È per questo che la lotta alla disinformazione, per quanto necessaria, appare sempre più sterile: smascherare un’illusione non distrugge il bisogno che l’ha generata, anzi, lo esaspera, lo polarizza. Il ragazzo che rompe l’uovo, credendo di liberare la ragazza dalla menzogna, non fa che condannarla al vuoto. E l’umanità, che ha bisogno di miti per sopravvivere, collassa. "
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"Credere senza verità, perché quel credere è ciò che dà forma all’esistenza, la radice del problema non è la falsità delle informazioni, ma la fame di senso che spinge a credere in esse. Se la fede cieca genera isolamento, la ricerca della verità assoluta produce solitudini parallele, la distruzione del contenuto lascia solo gusci."
"Spesso chi smaschera la disinformazione lo fa con atteggiamento fideistico, convinto di appartenere al giusto, al campo della razionalità. Ma entrambe le posizioni creano identità, trovando senso nella medesima logica."
"La lotta alla disinformazione non può essere vinta, perché non è una patologia sociale, ma una lotta contro la natura stessa del credere, la disinformazione è il modo in cui la società riformula la fede perduta. L’unica salvezza è l’accettazione, convivere con l’illusione, ma sapendola tale. L’unico modo di non restare pietrificati è di accettare il ciclo, riconoscere la natura illusoria ma necessaria delle nostre credenze. L’unico modo per risolvere non sta nel distruggere le credenze, ma renderle consapevoli di sé."
"Dal punto di vista concreto, la lotta alla disinformazione cambia natura. Non è più “difendere la verità contro la menzogna”, ma “difendere processi trasparenti contro manipolazione opaca”. Non combattiamo chi crede cose false, ma chi distrugge i metodi condivisi. Il problema non è se qualcuno crede ai complotti, ma quando qualcuno deliberatamente inquina il processo di verifica (deepfake, bot, manipolazione algoritmica). È un crimine contro il metodo, non contro la verità."
L’illusione necessaria: vivere senza verità nell’era della post-verità - Valigia Blu
Siamo nell’era dell’informazione, ma paradossalmente oggi anche la verità ha bisogno di essere creduta. Non ci basta più sapere: vogliamo appartenere, trovare un senso all’esistenza.Bruno Saetta (Valigia Blu)
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