Naufragio Grecia: si indaga sulle responsabilità ma non sono in discussione le politiche
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Pagine Esteri, 16 giugno 2023. Non restituisce altri corpi il Mar Egeo. Il numero dei sopravvissuti e quello dei morti accertati rimane lo stesso dopo più di 2 giorni dal naufragio della barca di migranti partita dalla Libia e affondata nei pressi di Pylos, nel Peloponneso. 78 i morti accertati, 104 le persone tratte in salvo. Almeno 750 i passeggeri. Si cercano ancora 568 dispersi, di cui un numero impressionante di bambini, almeno 100 secondo i sopravvissuti, chiusi nella stiva della barca. Forse dormivano quando lo scafo si è rovesciato. Sono bastati pochissimi minuti, 10, 15 più o meno, perché il relitto scomparisse in fondo al mare.
La Guardia Costiera greca, in una delle sue prime versioni dell’accaduto, ha fatto sapere che i migranti avrebbero rifiutato il soccorso perché decisi a proseguire verso le coste italiane. Non si comprende come sia possibile che una barca in difficoltà, sovraccarica, senza cibo né acqua da 5 giorni, i cui passeggeri avevano già lanciato l’SOS, abbia potuto respingere gli aiuti pur sapendo di non essere in grado di proseguire il viaggio. Alarm Phone, d’altro canto, ha pubblicato una precisa timeline di tutti i contatti con i sopravvissuti e le autorità, dai quali si evince che la Guardia Costiera greca, quella italiana e quella maltese fossero state informate della presenza della barca in difficoltà già dalla mattina del 13 giugno. Nel primo pomeriggio dello stesso giorno i migranti a bordo hanno confessato ai volontari di Alarm Phone di temere di non superare la notte.
Alcuni dei sopravvissuti avrebbero raccontato a volontari e attivisti politici greci che l’imbarcazione si è capovolta a seguito di un tentativo di salvataggio, non è chiaro se da parte della Guardia Costiera o di pescherecci privati, attraverso l’utilizzo di corde per agganciare e trainare.
Mentre la premier italiana Giorgia Meloni, insieme al suo omonimo maltese Robert Abela parlano di necessità di difendere i confini dell’Unione Europea, la stessa EU rilascia le consuete dichiarazioni di dispiacere. Come quella di Stella Kyriakides, Commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare, che pur consapevole che “ognuna delle vite perdute fosse alla ricerca di una vita migliore”, non aggiunge soluzioni allo smantellamento delle reti criminali che lucrano sugli sbarchi.
Stella Kyriakides, Commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare.
Deeply saddened by the significant loss of life and people missing off the Greek coast.Each one is a human story of fleeing in search of a better life.
With member states and third countries, we must do more to stop criminal networks who put lives at risk every day.
— Stella Kyriakides (@SKyriakidesEU) June 15, 2023
Questo naufragio è uno dei peggiori, se non il più grave, di quelli avvenuti nel Mediterraneo. Un cimitero di vite abbandonate divenute corpi dispersi.
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