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Mario: competenza, dedizione e ironia


https://www.media.inaf.it/wp-content/uploads/2023/07/mario-nonino-prev-150x150.jpg Questa mattina ci ha lasciati Mario Nonino, una grandissima perdita per tutta la comunità astronomica internazionale. Astronomo all’Inaf di Trieste, era una persona di imme

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Mario Nonino (Udine 26/11/1959 – 21/07/2023)

Mario Nonino (Udine 26/11/1959 – 21/07/2023), astronomo dell’Inaf – Osservatorio astronomico di Trieste, si è spento questa mattina, dopo una malattia fulminante, lasciando increduli amici e colleghi.

Aveva ottenuto il dottorato nel 1989 sotto la supervisione di Margherita Hack, con una tesi sulle galassie di Seyfert. I suoi interessi scientifici spaziavano dalla formazione ed evoluzione delle galassie negli ammassi e nel campo, alla ricerca di galassie lontane, allo studio delle popolazioni stellari nella Galassia e nell’Universo vicino. Mario aveva un’esperienza unica a livello internazionale nel pianificare, realizzare e condurre in prima persona lo sfruttamento scientifico dei dati da tutti i telescopi di frontiera, sia da terra che dallo spazio. A testimonianza del riconoscimento di tali competenze, era stato coinvolto con ruoli di primo piano nelle principali survey cosmologiche nell’ottico e nel vicino infrarosso: Sloan Digital Sky Survey (Sdss), Eso Imaging Survey (Eis), Chandra Deep Field South survey (Cdfs), the Great Observatories Deep Survey (Goods), Cluster Lensing And Supernova Search (Clash) e Clash-Vlt. All’Eso il suo lavoro aveva gettato le basi delle Public Survey. La sua consulenza era stata continuamente richiesta nell’Advance Data Products Group per la creazione e le verifiche di qualità dei data products di alto livello da rilasciare alla comunità.

La sua ultima impresa da principal investigator ha riguardato la progettazione, l’esecuzione e la release della Eso Public Survey Gcav (Galaxy Clusters At Vircam) con il telescopio Vista. La scoperta di una nana bruna dai dati Jwst della collaborazione Glass (“Early Results from GLASS-JWST. XIII. A Faint, Distant, and Cold Brown Dwarf”, Nonino et al. 2023, ApJ, 942, 29) è stato solo uno dei suoi numerosi contributi allo sfruttamento dei dati da questo telescopio rivoluzionario, che gli hanno permesso di entrare a pieno titolo in importanti collaborazioni internazionali di programmi Gto e Go.

Con l’approssimarsi del lancio del satellite Esa Euclid, e con la conseguente urgenza di completare una robusta pipeline fotometrica, Mario era stato chiamato ad assumere un ruolo di coordinamento all’interno di Ou-Mer, una delle organizational units centrali nel segmento di terra scientifico della missione.

Mario lascia l’esempio della passione per la ricerca guidata dalla pura curiosità. Alla domanda di un giornalista: «Cosa ama di più del suo lavoro?» lui aveva risposto: «L’entusiasmo di trovare qualcosa di inaspettato, la sfida tecnica, ovvero riuscire a trovare modi per analizzare dati in modo più veloce o più accurato».

Grazie alla sua arguzia e alla sua ironia, lavorare al suo fianco è stato, per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di farlo, sempre un piacere e un privilegio. Mario era una persona di immenso valore scientifico e professionalità, qualità a cui si affiancavano innata modestia, generosità e umanità. Tutto il mondo ci ha invidiato le sue vaste e profonde competenze e la sua proverbiale affidabilità. Era sempre disponibile ad aiutare i suoi collaboratori, caratteristica che lo rendeva anche un eccellente mentore per studenti e giovani colleghi. Ogni problema che doveva affrontare lo viveva come un’opportunità, sia nella vita personale che in quella privata.

L’ultima fase della sua vita l’ha affrontata con grande coraggio e dignità. Mario ci ha lasciato, e con lui abbiamo perso un solido e insostituibile punto di riferimento: il suo esempio resterà sempre con i suoi amici e collaboratori.

Amata Mercurio, Marisa Girardi, Paolo Tozzi, Piero Rosati e Stefano Borgani