Dopo il diniego al suicidio assistito ricevuto, “Fabrizio” ha fissato l’appuntamento in Svizzera
“Fabrizio” sarà accompagnato da due persone volontarie dell’Associazione Soccorso Civile, in un’azione di disobbedienza civile
79 anni, affetto da una patologia neurodegenerativa, ha ricevuto un diniego all’accesso del suicidio medicalmente assistito da parte della sua ASL in Liguria
Dopo il diniego della ASL ligure al “suicidio assistito”, nonostante rientri nelle condizioni stabilite dalla Corte costituzionale, “Fabrizio” (nome di fantasia a tutela della privacy), ha fissato un appuntamento in Svizzera per accedere all’aiuto alla morte volontaria.
A supportarlo, con un gesto di disobbedienza civile volto a denunciare la mancata applicazione delle sentenze costituzionali sul fine vita da parte di Regione Liguria, saranno due persone volontarie dell’Associazione Soccorso civile, che hanno deciso di accompagnarlo e assisterlo nel viaggio, sollevando da ogni responsabilità parenti e familiari di “Fabrizio”.
L’azione è compiuta per chiedere che anche la Regione Liguria applichi le regole stabilite dalla Corte, evitando che persone in condizioni di sofferenza intollerabile siano costrette ad andare all’estero per vedere rispettato ciò che in Italia è già un diritto. Soccorso civile, di cui è presidente e rappresentante legale Marco Cappato è l’associazione che organizza le azioni di disobbedienza civile per l’aiuto alla morte volontaria. “Fabrizio”, cittadino ligure 79enne, affetto da una patologia neurodegenerativa progressiva, ha infatti ricevuto un diniego all’accesso al suicidio assistito da parte della ASL.
Secondo il Servizio sanitario della Regione Liguria, “Fabrizio” non dipende da alcun trattamento di sostegno vitale, uno dei requisiti poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita in Italia, sulla base della sentenza “Cappato-Antoniani” 242/2019 della Corte costituzionale. Aveva chiesto la verifica delle condizioni a febbraio 2025.
Dopo le visite della commissione medica, a maggio, era arrivato il diniego. A quel punto, assistito dal gruppo legale dell’Associazione Luca Coscioni, coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, “Fabrizio” aveva presentato un’opposizione alla decisione della ASL, chiedendo la rivalutazione del requisito del trattamento di sostegno vitale. Le nuove visite sono state effettuate a luglio, ma a “Fabrizio” non è mai arrivata una risposta e, non volendo aspettare altro tempo in condizioni di sofferenza intollerabile, ha deciso di andare in Svizzera per accedere al suicidio assistito.
Aveva dichiarato: “Come dice Pessoa: ‘la vita è un viaggio sperimentale fatto involontariamente’. Siccome io non posso più sperimentare nulla, meglio cessare l’esistenza… per me la vita è solo una sofferenza, bado solo a non soffrire troppo. Non mi piango addosso. Sono determinato ad andare in Svizzera per finire questa vita”.
L’uomo è affetto da una malattia neurodegenerativa progressiva irreversibile, che lo ha portato a una totale perdita della capacità di parlare e a gravi disturbi motori. Attualmente comunica solo tramite gesti e, a fatica, con un tablet. È totalmente dipendente da assistenza quotidiana continua.
L'articolo Dopo il diniego al suicidio assistito ricevuto, “Fabrizio” ha fissato l’appuntamento in Svizzera proviene da Associazione Luca Coscioni.