Ierofanie contemporanee
Questo libro è una raccolta di saggi teologici, nati da esperienze artistiche, umane e spirituali. L’A., dopo essere diventato architetto, è entrato nell’Ordine dei domenicani e poi ha studiato teologia a Parigi. Quando è ritornato nella chiesa di San Domenico a Palermo, convinto della capacità che l’arte ha di provocare la riflessione e contribuire a trasmettere la fede, ha invitato, tra il 2016 e il 2023, alcuni artisti a lavorare lì.
L’arte contemporanea ha permesso di annunciare, in modo nuovo e forse più adeguato alla cultura attuale, il contenuto del Vangelo. Secondo papa Francesco, nella nostra «epoca delle immagini», per trasmettere la Parola occorre avere il coraggio di trovare nuovi segni, nuovi simboli che sappiano parlare alle persone.
La chiesa di San Domenico si caratterizza per essere il Pantheon di uomini illustri siciliani – in essa è sepolto, tra gli altri, il giudice Falcone – e per essere un luogo dove si celebra ogni anno la «Giornata della legalità», con eventi artistici e performance laiche in uno spazio sacro (tra cui ricordiamo le Luci dei giusti, del 2016; l’Albero, di Citarella, del 2023; il Branco, di Vitali; la Rivelazione, di Scaringella e il Sacred Earth, di Serradifalco).
Nella cappella del Crocifisso, restaurata, è sepolto Sebastiano Tusa, archeologo siciliano di fama internazionale. La stele funeraria, realizzata da Canzoneri, con le sue onde, richiama il suo forte legame con il mare e l’interesse per la civiltà del Mediterraneo. L’A. mostra come l’opera di questo artista abbia chiesto allo spazio di lasciarsi trasformare, per esaltare la spazialità della cappella e il suo vertice, cioè il Crocifisso ligneo che si conserva in essa.
Un altro interessante elemento di sperimentazione è stato quello dell’«arte partecipata», con Il presepe della Vucciria e People of Vucciria, Emmaus, di Urso, un’avventura artistica, teologica, ma soprattutto umana.
Il libro, scritto con un linguaggio chiaro, mostra il ruolo dell’arte sacra contemporanea nella chiesa. L’A. parte dalle singole esperienze palermitane della chiesa di San Domenico e affronta poi criticamente questioni di natura più generale. Non offre soluzioni, ma interpella il lettore con domande, anche grazie alla sua doppia veste di architetto e di teologo, tenendo sempre come punto focale l’amore per Cristo, e poi l’apostolato attraverso l’arte.
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