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Tendo ad affrontare i problemi in modalità panzer, inarrestabile: subito comincio a pensare a soluzioni, a fare piani A, B e C, a stilare liste di cose da fare. Mi aiuta a sentire di avere, se non il controllo, almeno possibilità di agire per risolvere una situazione sgradevole.

Utilissimo, certo, ma va a discapito di un passaggio magari meno produttivo, ma comunque importante: sentire i sentimenti che la situazione sgradevole evoca. Lasciare il tempo e lo spazio di riconoscere che sentimenti ci sono (paura, rabbia, tristezza ecc.), di sentirli. Se c'è una sorta di lutto, elaborarlo. Piangere, se serve. Darsi consolazione, una pacca virtuale sulla spalla, riconoscere che quello che succede è brutto, che è normale reagire sentendosi in un certo modo, che verranno tempi migliori.

E poi fare un piano per farli arrivare davvero e presto, i tempi migliori. Forse, ascoltati e consolati i sentimenti, anche la strategia viene meglio. Più lucida, più disincantata, più realista.

Ci pensavo per i fatti miei, ma forse oggi è un giorno in cui un po' tutti abbiamo bisogno di sentire la tragedia, consolarci prima e poi capire cosa possiamo fare, da soli e tutti insieme.