La NATO del Medio Oriente.
Il primo ministro del Pakistan Shahbaz Sharif e il principe ereditario dell'Arabia Saudita Mohammed bin Salman hanno firmato ieri un "accordo strategico di difesa".
Secondo l'accordo, in caso di aggressione militare contro uno dei due paesi, l'altro è obbligato a intervenire in suo aiuto.
Rapporti di mutuo soccorso simili sono stati ipotizzati anche a Doha (su proposta dell'Iraq) allo scorso vertice di Paesi arabo-islamici.
Il tutto sta avvenendo in un contesto di rapido cambiamento degli equilibri di potere e del sistema di pesi e contrappesi costruito dagli Stati Uniti nella regione.
Col ritorno di Trump e la scelta di concentrarsi sulla loro agenda interna, anche il principale alleato degli Usa, Israele, sta iniziando ad agire sempre più in autonomia. Fatto evidente non solo negli attacchi contro l’Iran ma soprattutto con il raid su Doha. Washington, in entrambi i casi, si è trovata coinvolta, più che supportare direttamente le iniziative israeliane.
Nonostante la visita di Marco Rubio in Qatar, i paesi della regione, abituati a vivere sotto l'ombrello militare americano, stanno seriamente riflettendo sulla costruzione di una propria impalcatura di sicurezza.
Soprattutto perché la riorganizzazione delle sfere di influenza nella regione è rapidissima. Nell'ultimo anno la posizione di uno dei quattro leader regionali del Medio Oriente, l'Iran, si è notevolmente indebolita.
La Russia, a causa della guerra in Ucraina e della caduta di Assad, è marginale.
A contendersi lo spazio, c'è la Turchia.
E c'è Israele.
Ma molti attori della regione non sono entusiasti di legarsi né agli uni né agli altri.
Ecco perché i sauditi hanno iniziato a cercare soluzioni alternative, dialogando con Islamabad che, dettaglio non di poco conto, è una potenza nucleare.
Se a qualcuno dovesse venire in mente di fare a Riyad ciò che Israele ha fatto a Doha, le conseguenze sarebbero gravi.
Molto gravi.
Ora nel Golfo iniziano a sentirsi un po' tutti scoperti, ed è verosimile immaginare che altri Paesi possano scegliere di contare sulla protezione pakistana.
E ridurre la dipendenza da Washington.