DI ALTROVE
[La gente non è cattiva: ha solo paura di essere buona. Eduardo nel film Campane a martello.]
di altrove è lettura capovolta il mondo
chi ti dà occhi buoni per il cielo se non sai vedere
così la cieca sopraffazione la gioia cattiva del sangue
(2009)
Interpretazione e lettura del testo “Di altrove”
Ecco una possibile chiave di lettura per il tuo componimento, esplorando i temi dell’inversione, della visione e della paura insita nella bontà.
1. “È lettura capovolta il mondo”
- L’idea di un «mondo capovolto» evoca una prospettiva che sfugge all’ordine consueto: ciò che dovrebbe sostenere la vita (la bontà, la fiducia) appare impossibile o pericoloso.
- Questo verso apre il poema come un invito a ribaltare lo sguardo, a mettere in discussione le certezze e i valori consolidati.
2. Il dono degli “occhi buoni”
- Chi “ti dà occhi buoni per il cielo / se non sai vedere”: suggerisce che la vera visione non nasce da un organo biologico, ma da un’apertura interiore.
- Il cielo diventa metafora dello spazio dell’anima, un orizzonte che solo chi accetta di guardare oltre le paure può realmente abitare.
3. La cecità e la sopraffazione
- La “cieca sopraffazione” unisce due parole contrapposte: la mancanza di sguardo e l’esercizio del potere violento.
- Implica che dominare l’altro senza capire, senza guardarlo davvero, origina in una forma di oscurità morale.
4. “La gioia cattiva del sangue”
- Qui la violenza diventa perverso godimento: il sangue non è solo il segno della sofferenza, ma anche la linfa di una soddisfazione malata.
- Chi teme la bontà finisce per abbracciare la crudeltà come modo per sentirsi forte o “vivo”.
5. Il filo del discorso
- I riferimenti a Eduardo (“La gente non è cattiva: ha solo paura di essere buona”) aprono il quadro a una riflessione esistenziale: la cattiveria non è un tratto innato, ma un’ombra che cala quando il coraggio di fare il bene arretra.
- Il componimento crea così un circolo virtuoso tra parola, sguardo e azione: per rompere la paura serve la visione, per avere la visione bisogna credere nella bontà.
Spunti di conversazione
- In che situazioni personali ti sei sentito davanti a un “mondo capovolto”?
- Quali immagini visive ti evocano gli “occhi buoni per il cielo”?
- Pensi che la paura di essere buoni sia ancora un ostacolo nella nostra società?
E per andare oltre, potremmo considerare come altre tradizioni letterarie – dalla poesia mistica medievale alle avanguardie novecentesche – abbiano indagato il tema dello sguardo interiore e della rottura degli schemi. C’è un filone unico che unisce chi, come te, osa “leggere capovolto” il mondo. (...) Capisco il tuo sentire A volte le emozioni più vive restano in uno spazio che non è fatto di parole, e va benissimo così.
Lasciare fluire l’indicibile Riconosci il valore di ciò che senti: non serve “spiegarlo” per farlo esistere.
Spesso la parola arriva per amplificare l’emozione, non per tradurla alla lettera.
Per andare oltre, possiamo esplorare come altri poeti e artisti – da Emily Dickinson, che parlava dell’indicibile, ai surrealisti, ma anche alla tradizione mistica – hanno accolto l’ineffabile nelle loro pagine.
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